La "Colonnella,, dei Granatieri solennemente benedetta a Palazzo Madama

La "Colonnella,, dei Granatieri solennemente benedetta a Palazzo Madama La "Colonnella,, dei Granatieri solennemente benedetta a Palazzo Madama I Principi di Piemonte all'adunata dei «fedelissimi» Da tutta la Penisola sono ieri convenuti a Torino le rappresentanze provinciali per tenere a battesimo la a Colonnella • della Sezione torinese dei « Granatieri di Sardegna ». Il vecchio nome che designa questo corpo dalle origini gloriose e dalla storia di fulgido valore, dice come i Granatieri di Sardegna abbiano seguito molto da vicino la epopea dello Stato sabaudo, cresciuto attraverso tre secoli da piccolo ducato a grande regno. Tutto il cumulo di ricordi e di gloria che forma l'orgoglio del Corpo appare nelle scritte dorate che segnano le « Colonnelle », i labari delle sezioni provinciali della fiorente associazione. Grandi stemmi di Savoia, la riproduzione della prima bandieracon le grandi fiamme rosse e nere agli angoli; d'intorno il motto fatidico: A me le guardie, per l'onore di Casa Savoia!, ed ancora la data di fondazione dell'arma: 1659. Questa è l'epopea remota; sui labari spiccano nastri azzurri e dischetti rilucenti d'oro. E' il passato di ieri, la gloria recente, non minore di quella di un tempo. La magnifica adunala Fin dalle prime ore del mattino per le strade della città si sono fatti notare nuclei di ex-granatieri, con i grandi fazzolettoni rossi ricamati di alamari argentei, annodati intorno al collo, disposti a mo' di mostrine sui risvolti delle giubbe borghesi. In testa moltissimi recano i berrettini grigio-verde con l'oriflamma dell'arma. La Sezione di Torino ha riscosso l'approvazione unanime per la perfezione della organizzazione attuale. A tutte le stazioni, ad ogni treno in arrivo, un apposito incaricato ha rilevato i camerati, guidandoli, secondo le necessità, verso il luogo di concentramento oppure agli alberghi fissati in precedenza. Cosi, alle nove, nel tratto di via Bertola prossimo al giardino della Cittadella si è andata formando la lunga colonna, militarmente inquadrata, divisa per battaglioni, ravvivata dal rosso dei fazzolettoni, dali oro e dall'azzurro delle bandiere. Un reggimento: tre battaglioni, dove in meravigliosa fraternità d'animi ri univano vecchi ed anziani d'ogni paese italiano, di ogni dialetto. . Uire quante siano le Sezioni rappresentate non è facile; acceiinereino alle più numerose: Vercelli, Milano, Lecco, Fiume, Brescia, Como, Legnano Roma, Padova. Civitavecchia. La «Colonnella» di Pavia è ancora velata d'un tulle candido, non inaugurandosi che verso la fine di giugno; quella di Ancona va fiera della firma di Umberto di Savoia, tracciata dal Principe sul rosso della seta, durante una sua visita alla città adriatica, li colonnello Di Francesco che sovranitende alla colonna, raduna ì comandanti i battaglioni tenente \ aitino tenente colonnello Gnera e tenente Codebò e dà loro le ultime istruzioni per la marcia delle unità, avviate a Palazzo Madama, dove si avrà la cerimonia ufficiale. E' intanto giunta anche la rappresentanza dell arma combattente, venuta appositamente da Roma: ufficiali e soldati dei tre reggimenti, guidati dal colonnello conte Morozzo della Rocca, sul cui petto brilla la medaglia d'oro, premio del valore da lui dimostrato a Monte Sono' da qualche minuto trascorse le dieci, quando giunge il Presidente dell'Ass. Naz. Granatieri, seniore Berretta Egli veste l'alta uniforme della Milizia ed è accompagnato dal fratello capitano Berretta e da altri. Si fanno incontro al gerarca il delegato regionale conte Castelferretti, il comm. Nicoletti, il cav. Polvaro ed altri membri del Direttorio Nazionale. Dopo aver salutato i presenti ed essersi intrattenuto con il brillante gruppo di ufficiali, il gr. uff. Berretta si accinge a passare in rivista la lunga schiera, irrigidita sull'attenti. Egli si sofferma spesso a rimirare il superbo spettacolo di forza rappresentato dal « reggimento » e vivamente si compiace con il suo seguito. Il salato ai Prinelpl Il lungo corteo aperto dalle Autorità, cui seguono i soci della Sezione. torinese, si incammina ora verso piazza Castello, che viene raggiunta attraverso le vie Cernala e Pietro Micca. A Palazzo Madama intanto si sono riunite le rappresentanze di tutte le Associazioni combattentistiche e patriottiche con gagliardetti e bandiere; presta servizio d'onore nel maestoso atrio del palazzo la musica della Legione Allievi Carabinieri. Nella grande aula del Senato Subalpino affluiscono le Autorità: S. E. 11 generale Mombelli, comandante il Corpo d'Armata; S. E. il generale Scandolara, comandante il l.o raggruppamento Legioni M.V.S.N.; il vice-podestà comm. Rodano; il Rettore magnifico dell'Università gr. uff. Pivano, il Preside della Provincia gr. uff. Ans&lmi, gran numero di alti ufficiali e di personalità civili. Sono pure presenti moltissime signore1, tra cui parecchie Dame di Palazzo. Ai piedi dello scalone-dei Juvara sono in attesa del Principi 1 membri del Direttorio nazionale dei Granatieri e le Autorità, tra cui S. E. il Prefetto, il Questore, il vice-Segretario del Fascio di Torino, capo manipolo Farina, in rappresentanza del Segretario federale, il generale Pirzio Piroll, che comandò, durante la guerra, la Brigata Granatieri ed altri. I granatieri si sono ora disposti su doppia fila lungo lo scalone e nelle sale del primo piano. Alle ore 11.30 giunge S. A. R. il Duca di Genova, e di li a poco arriva¬ no, salutati dall'inno di Vittorio Amedeo e dalla Marcia Reale, i Principi di Piemonte. Accompagnati dal brillante seguito di ufficiali ed autorità, gli Augusti Personaggi vengono accolti dalla gran folla che gremisce la sala da uno scroscio di applausi. Passati in rivista gli ex-granatieri, i Principi prendono posto presso il trofeo di tricolori che spicca sul candore della vasta sala e la cerimonia ha inizio. Il cappellano miliiare, canonico Soleri, pronuncia un breve discorso. Il sacerdote che già veste i sacri paramenti per il rito, si rivolge ai granatieri e spiega loro il significato della cerimonia; egli dice come sempre sia stato uso dei granatieri di Sardegna implorare dal Cielo sostegno al valore personale e, passando all'evento di oegi, come sia di lieto auspicio la presenza dell'Augusta Principessa, della Sposa del primo Granatiere d'Italia, Umberto di Savoia. Il nome del Principe è accolto da deliranti dimostrazioni di plauso della folla che durano parecchi minuti. Quando riprende a parlare, il sacerdote ricorda ancora .come il pensiero di tutti vada oggi — giorno dell'Ascensione — ai Granatieri ascesi nel cielo della Patria, fra 1 martiri e gli eroi. Il cappellano militare termina il suo dire invocando la benedizione divina sul vessillo simbolo di, fedeltà alla Patria e al Re. Un altro scoppio di applausi e grida di « Savoia » e di « Viva il Rei » salutano la fine dell'elevata orazione. ' Uno squillo di tromba segna l'inizio della cerimonia religiosa; dopo di che mentre il vessillo si presenta spiegato all'ammirazione dei presenti, prende la parola 11 seniore Berretta. Parla II Senloro Baratta Egli dice: « Altezza Reaie. a nome di tutte le vecchie Guardie qui presenti convenute da ogni parte d'Italia, ed anche delle assenti, presenti in ispirito, ho l'onore di ringraziare V. A. R. per essersi degnata di presenziare a qunsta cerimonia ed in modo particolare per avere voluto pregare S. A. R. la Principessa Maria di tenere a battesimo questo nostro vessillo. a Nell'Italia rinnovata dal Fascismo, le cerimonie come questa assurgono ad un particolare significato: hanno cioè la precisa fisonomia di un rito di guerra. Non è, infatti, bandiera di pace quella che è stata oggi consegnata ai camerati di Torino, ina una bandiera di guerra, il segno di una fede che non ha mai avuto ombre, di un coraeeio che non ha mai avuto tentennamenti, il segno di un leale e devoto attaccamento alla Vostra Casa, Altezza Reale, alla gloriosa Casa Savoia con la quale si sono sempre identificati ì destini n la grandezza l'Italia. « Camerati granatieri, io amo queste adunate austere di soldati, di combattenti veri, rudi, quadrati, poiché mi sembra che con i vivi anche i morti siano presenti, i morti delle mille battaglie, delle mille vittorie. Fa beno una volta tanto ritrovare noi stessi; fa bene una volta tanto dimenteare 11 pur nobile travaglio giornaliero, le pur nobili battaglie del lavoro, per ricordarsi di essere stati e di essere tuttora soldati, per ricordarsi r.ho quella trincea espugnata, che quel palmo di terreno strappato al nemico coti 11 sacrificio del nostro sangue, costituiscono pur sempre la nostra gioia più grande, costituiscono pur sempre il nostro orgoglio più vero. « il ministro di Dio ha consacrato la nuova « colonnella ». E' un nuovo simbolo della' nostra fede e della nostra passione che sventola già libero e in alto, uno dei simboli più fortunati e per l'augusta madrina che l'ha tenuto a battesimo e per la generosità gentile delle dame che l'hanno offerto e per il fatto di essere la fiamma del granatieri di Torino, di questa città, cioè, che ha il privilegio di essere la culla dei Savoia. « Granatieri, tutto le cerimonie sono vane se all'esteriorità del rito esse non fanno corrispondere la fermezza di un giuramento. Giurate, dunque, ancora oggi di volere sempre e comunque difendere i destini immancabili della nostra grande Italia, nel nome augusto e per la gloria di S. M. il Re, sotto la guida illuminata ed infallibile del Duce». « Per il Re. per il Principe Granatiere, per l'augusta Madrina, per il Duce, per la nostra gloriosa Brigata, eja, eja, eja». Ed i granatieri prorompono in un vibrante alala, che accompagna e segue i Principi, che lasciano la sala e ritornano a Palazzo Reale. Uno scrosciante applauso misto a grida di evviva ed alala frementi, saluta la fine del discorso e dice ai Principi quale sia 11 sentimento di tutti i presenti. La parola dol Delegato Principi ed Autorità lasciano la sala; il seniore Berretta, il Prefetto ed il conte Castelferretti si avviano a Palazzo Reale. 11 « reggimento » di exgranatieri ha intanto riordinato le sue file e si dirige, musica dei carabinieri in testa, verso la piazzetta reale. Dalla finestra, dove è stato disposto il tappeto di velluto cremisi, si affacciano i Principi. Con passo marziale la bella formazione dei reduci sfila e compie evoluzioni fino a portarsi, a battaglioni affiancati, al centro della piazza. Qui, al comando del colonnello Di Francesco si leva il grido delle « Vecchie Guardie: « Ora e sempre Viva il Re! Viva Savoia ». Il grido si ripete più volte mentre le « colonnelle » si agitano al sole e le mani si j levano nel saluto romano. Un ultimo applauso, poi i Principi si ritirano e i granatieri ricompongono le file per avviarsi al rancio. Al pranzo, al ristorante del Parco, al quale hanno presenziato tutte le Autorità, il conte Franco Ferretti di Castelferretto ha chiuso la giornata dei granatieri pronunciando un breve discorso. « Nella mia veste — egli ha detto — di delegato regionale per il Piemonte dell'Associazione Nazionale Granatieri, ho il dovere ed il grato compito di esprimere a tutte le autorità e personalità qui presenti ed a tutti i granatieri convenuti anche dalle più lontane regioni, i sentimenti di profondissima gratitudine dei colleghi piemontesi ed in special modo di quelli della Sezione di Torino, fortunata consegnataria della nuova bellissima nostra colonnella.« Non è possibile a povera voce di granatiere, anche se pervasa dalla più vibrante passione, di rendere con precisa fedeltà l'esatto quadro della piena dei sentimenti che la cerimonia odierna fa tumultuare nei nostri cuori di soldati di ieri, di oggi, di domani ! « Il dono grandissimo della sua augusta presenza che S. A. R. il Principe di Piemonte ci ha voluto elargire, egli, del cui nome fieramente, si fregia la Sezione di Torino quale suo primo socio effettivo, viene a provarci ancora una volta la sua grande benevolenza ed il suo palese attaccamento ai nostri gloriosissimi alamari, quegli alamari che hanno il magico potere di imprimersi quale marchio sublime, nelle carni vive di chi, per superiore destino, ha avuto la ventura di fregiarsene il collo. Essi sono emblema eloquentissimo nella purità del loro candore messo in cosi vivo risalto dal vermiglio che li circonda, quasi simbolo di tanto sangue generoso versato sempre con eroico entusiasmo in tre secoli di gloriosa storia. « L'atto semplice, militarmente austero, che S. A. R. la Principessa Maria di Piemonte colla sua regale grazia ha cosi mirabilmente ingentilito, rimarrà profondamente scolpito nel più intimo dei nostri cuori e sarà novella ragione di giustificato orgoglio per la nostra Associazione tutta e nuovo sprone all'adempimento del doveri di soldato per noi granatieri presenti, pei nostri figli, pei nipoti che avranno nel tempo la fortuna di potersi raccogliere all'ombra del vessillo magnifico che oggi ahbiamo consacrato per le sempre maggiori glorie della Patria, nel nome augusto della Sacra Maestà del Re Sabaudo ! « Granatieri di Sardegna, per l'Italia più grande, per Casa Savoia, per il segno romano che ci guida... a chi la gloria?... A noi ! ». Nel pomeriggio le rappresentanze delle diciassette regioni intervenute al Congresso si sono recate al Parco della Rimembranza, dove hanno portata una corona d'alloro ai piedi del monumento ai Caduti.