La colpa del Kaiser nella disfatta della Germania

La colpa del Kaiser nella disfatta della Germania La colpa del Kaiser nella disfatta della Germania ii secondo volume delle memorie di Von Tirpltz Non sono trascorse molta settimane da che la salma del Grande Ammiraglio Von Tirpltz è scesa tra gli onori militari nella fossa del cimitero di guerra di Monaco di Baviera. L'uomo che • aveva voluto, prima di tutti, la potenza navale tedesca, ave va dunque sopravvissuto alla disfatta ed alla rovina di quella flotta che egli era riuscito a creare, con un'opera indefessa e formidabile, aura verso difficoltà di ogni genere. Ma Von Tirpitz jion aveva dovuto sopportare solo questi colpi del destino, ma prima di essi quello, forse il più do loroso, di vedersi messo da paTte, di essere stato costretto ad abbandonare la sua flotta, e di aver quindi visto avvicinarsi, giorno per giorno, lo spettro della disfatta, da lui temuta fin dai Tirimi tempi della guerra quale conseguenza inevitabile di quella « politica di impotenza » che paralizzava tutte le operazioni della guerra marittima, e particolarmente di quella sottomarina. Nelle discussioni svolte alla Conferenza di Londra si è dibattuto, tra Je principali. Potenze marittime del mondo, il diritto di esistenza dei sommergibile e la, possibilità di conciliare 1 diritti dei neutri e le leggi dell'umanità con 1 metodi d'impiego dell'arma subacquea contro 11 -trafilo mercantile. Il ricordo della ore tragiche, vissute dall'Intesa nell'estate 1917 sotto 1 colpi terribili lnferti dalla guerra sottomarina ad oltranza, ha sovrastato come un incubo alle recenti discussioni: e, In ultima analisi, anche la parziale svalutazione delle navi da battaglia e l'aumentata importanza relativa del naviglio leggero e sottile sono state conseguenze dell'avvento del sommergibile. Per questo appare di speciale Interesse la recente traduzione Italiana delle memorie di Von Tirpltz. L'Officio Storico della R. Marina, che aveva pubblicato nel settembre u. s. la prima parte del gruppo dì Documenti volitici messi e disposizione del pubblico dal Grande Ammiraglio Alfredo IVon Tirpltz sotto il titolo La politica tedesca dcll'impotenta nella guerra mondiale, ha pubblicato ora la seconda parte dell'opera in una accurata versione italiana. Il metodo della compilazione è slmile a quello impiegato nella precedente parte dell'opera: riproduzione tìi documenti originali, ordinati cronologicamente e collegati fra loro da una molto sobria esposizione del fatti; accurata cernita del documenti stessi in modo da mettere in chiara luce le contrastanti tesi attraverso la diretta esposizione dei sostenitori delle varie concezioni; eliminazione di ogni cronaca di avvenimenti navali e di ogni riferimento a dettagli strettamente tecnici. Queste memorie furono già rese note del resto nelle loro grandi linee, sia attraverso l'edizione tedesca, sia attraverso ì larghi sunti pubblicati sui giornali all'epoca della loro apparizione. Ma l'edizione italiana avvicina -ancora di più l'opera al nostro pubblico e permette anche di guardarlo sotto una luce nuova, attraverso la coordinazione di altre opere uscite posteriormente. Un momento tragico per l'Intesa Che cosa sia stata la guerra sottomarina per la Germania e per l'Intesa oramai si sa con certezza sufficiente. L'Intesa fu ad un pelo di perdere la guerra nel 1917 e l'avrebbe perduta probabilmente nel 1916 se la guerra senza restrizioni al traffico fosse cominciata allora. Basterà ricordare per questo, quanto l'Ammiraglio Jellicoe diceva freddamente all'Ammiraglio americano Sims nell'aprile 1917: Se le perdite continuano cosi, noi non potremo guadagnare la guerra. Sims allibi e rispose che tanto valeva dire che la Germania stava per vincere. L'ammiraglio inglese replicò: La vinceranno in effetto, e rapidamente, se non possiamo ridurre le perdite. Queste allora si elevavano Intatti per gli Stati dell'Intesa ad una media mensile di 600.000 tonnellate. Questo dialogo si svolgeva dopo tre anni o quasi che l'Inghilterra già in lotta con 1 sottomarini germanici, svolgenti Un allora la guerra limitata, accresceva di giorno in giorno 1 mezzi di difesa. Perchè la guerra sottomarina è fallita? Perchè la quota di 600-700.000 tonnellate non fu più mantenuta, ed 1 mezzi di difesa contro 1 sommergibili da un lato, e le nuove costruzioni dall'altro, cominciavano a compensare le distruzioni del tonnellaggio. D'altra parte 11 numero del sommergibili perduti dalla Germania si accresceva rapidamente. Ma tutto questo il Von Tirpitz l'aveva previsto a suo tempo, e proprio per questo, fin dal 1916, si era ritirato dalla sua carica di Segretario di Stato all'Ufficio Imperlale della Marina. La questione della guerra' al traffico era certo una delle più complicate ed ardue per le ripercussioni immediate e gravi sulla navigazióne dei neutrali. Si trattava infatti di uno spietato mezzo di guerra destinato a scatenare le proteste più vivaci dei neutri. In condizioni simili bisognava perciò — secondo la concezione di Von Tirpitz — o impiegarlo a fondo o non Impiegarlo affatto. La mezza misura costituiva la peggiore della- soluzioni, perchè mentre non avrebbe risparmiato gli incidenti diplomatici e le loro gravi conseguenze, eccitava per contro gli avversari ad una più. attiva difesa con la minaccia sempre presente e con una anche più grave prospettiiva per il futuro; Infine obbligava i sommergibili ad una tattica ben precisata con esclusione dei piroscafi neutrali e con altre limitazioni, ciò che ne accresceva il rischio di impiego e quindi le perdite relative. Una volta però decisi, occorreva andare a fondo. Per fortuna dell'Intesa, la Germania preferì invece la via di mezzo, attuandola poi attraverso l'anarchia che regnava nel Comando Superiore della Marina, tenuto solo nominalmente da Guglielmo II e pratica menle un po' da tutti. La guerra sottomarina fu iniziata subito ma parzialmente nel 1915, quando i sommergibili erano pochi e la loro possibilità molto limitata. In quell'epoca, Von Tirpitz non era favorevole all'azione, perchè secondo lui, occorreva accumulare prima i mezzi e poi sferrare più tardi l'attacco senza allarmare trattante il nemico. La guerra fu condotta però con limitazioni e cercando di rispet- blocco. Ma O sommergibile ha carat teristiche particolarissime e possibilità ben definita. Esso non può fare che la sua guerra. Può mandare a picco con un solo siluro un gigante come il ■ Lusitania », ma non può, almeno nella generalità dei casi, procedere a catturare anche un modesto piroscafo imbarcandovi equipaggio di preda. La stessa necessità di emergere per controllare il piroscafo sospetto costituisce un mortale pericolo per il sommergibile, se il piroscafo l nemico. L'errore di Beffamum Hollweg Gli Incidenti coi neutrali perciò si i moltiplicarono. Il Cancelliere dell'Im| pero ne rimase profondamente impressionato e manifestò le sue inquietudini all'Imperatore cne era oltremodo suggestionabile. Nel 1915, e più ancora nel 1916, Von Tirpitz insiste¬ vzilaosilsimqfoqsoccoinAmtaforemgill'MVvl'luSbllaraerzabcoCLl'opcoliinTdlaoql'GncghdleCVtansmvafldcspasimmdepepm-bcvlacumUsmcznmcrBldebazlsrprdzazdttslalgsppgqrcdilmmitctttmnqmrstare la norme vigenti in materia dif e n o i l ò - e a e , o i o l i ù ¬ va lnveco per la guerra senza limitazioni al traffico nemico assicurando la vittoria, ma avvertendo però che ogni mese perduto diminuiva la possibilità di successo. Dalla certezza tra il 1915 ed il 1916 si passava alla possibilità dal 1916 e il 1917. Ma Bethmann Hollweg a questa certezza, a questa possibilità, non credeva. In fondo non si poneva nemmeno là questione se credere o meno. In lui soverchiava la preoccupazione politica e la volontà di evitare la guerra con l'America. Von Tirpitz sosteneva invece che era Inutile illudersi sulla America; considerava l'IngTrflterra come l'avversario principale, ed una volta liquidata la partita col nemico più forte il resto non doveva preoccupare. Ma 11 Cancelliere la pensava in modo diverso e Guglielmo ne era suggestionato. Curioso destino 1 Nel luglio 1914, la' illusione di evitare la guerra con l'Inghilterra aveva fatto perdere alla Marina tedesca l'occasione di quelVatlttcco senza preavviso che costituiva la preoccupazione costante dell'Ammiragliato Inglese. Nel 1916 l'illusione di evitare un conflitto con gli Stati Uniti, impedi quella guerra di blocco che avrebbe potuto dare forse la vittoria e che doveva essere dichiarata poi troppo tardi nel 1917. Dalle pagine di Von Tirpitz questo errore appare in tutta la sua evidenza, attraverso i carteggi da lui scambiati con l'Imperatore, col Cancelliere, col Capo di S. M. della Marina e col Comandante della flotta d'Alto Mare. La guerra marittima dipendeva dall'Imperatore, il quale non aveva una opinione propria, ma quella dei suoi consiglieri, sebbene, come tutti 1 deboli, tenesse a far credere nell'assoluta indipendenza delle sue decisioni. Von Tirpitz, che non valutava le debolezze del suo sire nel loro giusto valore, per la sua sincerità d'espressione eccitava ogni tanto lo sdegno del sovrano del quale era pure stato per tanti anni l'ascoltato consigliere. I rapporti del Grande Ammiraglio all'Imperatore 60no spesso infatti annettati a margine con delle postille che danno tutto il segno del carattere di Guglielmo d'Htihenzollern. Ad una comunicazione di Tirpitz del 7 settembre .1915, dove si leggeva la frase: «La proposta del Cancelliere dell'Impero ha indotto V. M. a prendere una derisione affrettata... » Guglielmo annotò in margine: « No. l'America è l'aziona ilei sommergibili ! i. quali potevano da vn momento all'altro provocare una nuova complicazione! ». E dopo vari No! », « E' falso! » Guglielmo postilla ancora: «J/o crealo e addestrato la flotta come arma: come dove e Quando pensi di impiegarla, è un problema che entra nella, mia. assoluta ed esclusiva competenza di comandante suprema. Tutti oli altri nnn debbono far altro che tacere ed ubbidire! ». Il convegno di Pless Mollo teneva Guglielmo ad intendersi di cose marinare: enciulopedico come voleva essere, prima della guerra mandava airuftlcio di Stato Maggiore, degli schizzi di incrociatori corazzati e di navi da battaglia a mezze dozzine per volta, con quale* soddisfazione per tecnici che dovevano « prenderli in esame » ognuno può intenderei Bethmann Hollweg nutriva poi 11 più aperto pessimismo su tutto l'andamento militare della guerra. Dopo la -battaglia dello Jutland, parlando di comandanti delle navì,.tedesche, ne aveva eccitato lo sdegno-attribuendo alla fortuna l'innegabile successo tattico riportato, ed aveva cosi provocato un'amara lettera di protesta del comandante l'incrociatore « Seydlitz ». Univa al pessimismo una vera ipersensibilità diplomatica per gli eventi, che meglio si potrebbe definire paura, poiché temeva sempre tutte le complicazioni e non ne sapeva evitare nessuna. Nel famoso convegno di Pless del marzo 1916, nel quale l'Imperatore conferma la sua volontà di continuare la guerra sottomarina parziale. Bethmann scriveva a Von Tirpitz, fra l'altro: « Durante il mese di marzo si dovrà preparare il terreno in America e negli Stati Europei neutrali con l'obbiettivo di permettere Che ai primi di aprile la guerra sottomarina ad oltranza sia iniziata, evitando la rottura con l'America ». w Al convegno Von Tirpitz non era stato chiamato. Dall'inizio della guerra, di quella guerra che pur aveva prevista e preparata, il vecchio Ammiraglio era stato messo a poco a poco da parte. Alla notizia delle deliberazioni di Pless, Von Tirpitz notificò all'Imperatore le sue malferme condizioni di salute, e l'Imperatore rispondeva senz'altro « che avrebbe accettato le sue dimissioni ». La guerra sottomarina od oltranza, che Tirpitz insi. stenteniente chiedeva, già respinta dall'Imperatore nel 1916, era rimandata ancora e dovwa poi essere dichiarata l'anno seguente, dopo l'intervento degli Stati Uniti — proprio quello che si credeva di evitare — e troppo tardi per vincere. Troppo tardi, sia pure per poco, se nell'aprile 1017 l'Ammiragliato Inglese credeva la situazione quasi disperata. In una lettera che il vecchio Ammiraglio inviò dopo le sue dimissioni al conte Hertling, sono esposte con grande lucidità le sue idee sul temuto intervento americano: «A parer mio... l'importanza di un Intervento dell'America nel conflitto viene eccessivamente sopravalutata. Gli svantaggi immediati... sono relativamente limitati. Il voler chiudere gli occhi sul fatto che l'America vuole la nostra sconfitta mi sembra un errore fondamentale ». Von Tirpitz, insomma, credeva Inevitabile il conflitto con gli Stati Uniti, ma giudicava che l'intervento di un nuòvo nemico non avrebbe portato per qualche tempo un sensibile aggravamento della situazione. In questo periodo l'Intesa avrebbe potuto essere costretta alla pace vibrando uh colpo diretto all'Inghilterra, che più di tutte le altre nazioni dipendeva dai rifornimenti marittimi. Ora, quando si pensi che l'intervento americano non cominciò a pesare sulla situazione europea se non molti -mesi dopo la dichiarazione di guerra, bisogna riconoscere che Von Tippl-tz non doveva essere molto lontano dalla verità. * In attesa della disfatta E' certo comprensibile che j.1 vecchio Ammiraglio, e con lui tutti gli uomini di mare germanici che hanno scritto dpudege ptosularilapseisqupcrav19ascredpvciPifsu. questo argomento (fra gli altri l'am¬ miraglio Von Michelsan, comandante la squadr* del sottomarini d'alto mare), attribuiscono esclusivumente alia insufficienza dell'Imperatore, debole e caparbio ad un tempo, ed all'incapacità dei suoi mediocrissimi ministri la mancata tempestiva azione dei sottomarini e della marina in genere, che si voleva risparmiare per il trattato di pace! Per chi voglia ricercare più profondamente le cause di tutto questo, non è tuttavia possibile fermarsi alle responsabilità individuali. Perchè infatti queste esitazioni, queste debolezze, influirono suld'Armata navale e non •sull'Esercito? Perchè negli uomini politici, nello stesso Imperatore, nella pubblica opinione, non si pensava di usare a fondo l'arma nuvale? Il Grande Stato Maggiore non permise mal che Guglielmo si occupasse delle operaziofti militari laddove 1 Comandi Superiori della Marina non trovarono la forza di fare altrettanto e CdsfuKBlaCìdggcRloccvndrgvutogRgtezasvmssDzgvnabzsDcnquncpcsimgdplszsvvpfspmsglspvqv lasciarono il comando effettivo delle operazioni marittime all'Imperatore, il quale poi a sua volta ugiva sotto l'influenza dei suoi consiglieri che non erano militari ma uomini politici. Probabilmente la ragione era più vasta e profonda ed andava oltre le responsabilità di un uomo. Lo spirito marinaro del popolo tedesco appariva di troppo recente data e senza tradizioni per poter nutrire quell'assoluta fiducia nelle proprio forze che solo può permettere di osare. La flotta tedesca durante la guerra ha scritto pagine indubbiamente fulgide di eroismo e di audacia, ma il Paese confidava di più nell'esercito, soprattutto all'esercito. L'Inghilterra non aveva soltanto la superiorità quantitativa, ma le univa la forza morale di una secolare e gloriosa tradizione. Il popolo tedesco tollerò invece che la sua flotta fosse considerata quasi proprietà privata di ua uomo, anche se questi era. Il suo Imperatore e lasciò isolato Von Tirpitz nella sua lotta quotidiana contro gli uomini che preparavano la rovina della flotta da lui creata. Il Grande Ammiraglio che avrebbe osato la grande battaglia nel 1914, che voleva la guerra sottomarina ad oltranza nel 1915 e nel 1916, fu lasciato nella sua solitudine ad attendere l'avvicinarsi della disfatta. Il destino, che era stato con lui crudele, fu però più benigno in seguito, perchè ha lasciato ancora in vite il vecchio marinaio per un tempo sufficiente da permettergli di scorgere i Primi segni della risurrezione. F. Br.