L'origine degli egiziani svelata?

L'origine degli egiziani svelata? La Alissione torinese nel deserto di Luxor L'origine degli egiziani svelata? a scoperta di una necropoli preistorica Del ritorno della Missione eglitolo-Rica torinese, diretta dal prof. Giulio Farina, direttore del nostro Museo Kgi-zfano c processole, di egittologia della nostra Universali, uhbìumo parlatoKiorni addietro precisando i brillanti (risonati ottenuti dalla Missione stessa, che sono culminati nella scoperta di una preziosa necropoli preistorica. Aì-i!a Missione italiana del Museo torlne-1w era staio accordata la concessione :della necropoli di Gebelen. a circa SO jchilometri da Luxor, e che consta di due distinti nuclei montagnosi, su uno dei quali sorgono i ruderi di un santuario dedicalo alia Dea dell'amore e delia felicità: Uaihor. Di questi nu- uno dei monti e su di rina ha fatto iniziare La Missione aveva duecento indigeni, fra zi, per i lave-ri di s'erro siede va .lo stesso capo de elei, precedentemente esplorali e sfrut-jtati dall'illustre defunto egittologo torinese, il sen. prof. Schiapnrelli. non era stata risparmiata che '.a falda di essa ii prof. Fanuovi scavi, assoldaio circa uomini e rugazai quali pmella Missione. Non fu dimoile il radunarli. Appena conosciuto l'arrivo degli Italiani, dai; villaggi . vicini accorsero spontaneamenu parecchie centinaia di persone, e tu difllcile dopo fatta la scelta, persuadére gli aliti a ritornarsene di dovei Mano venuti. Si tratta però di gente primitiva incapace di un lavoro metodico e che necessita di una continua sorvegIìa.nza. Se non si canta non si lavora Gli arnesi di cui si servono gli indigeni sono la zappa e il piccone ed i detriti di pietrame vengono caricali in ceste che i ragazzi portano e. Questi sterratori egizi gno di sentire intorno loro del rumore per essere stimolati al lavoro, mentre una squadra scava via a «palhanno biso- perciò un'altra canta. Sono canzoni allegre ma di un umorismo infantile, ben div-ers* dai canti villerecci dei nostri contadini. TJn episodio comunissimo serve da canovaccio a un bardo egizio per una ìantata. Bastò clie un giorno il prof. Marro, il quale faceva parte delia Missione in qualità di antropologo asse e cadesse, perchè, per giorni, quella geme si sgolasse are il ruzzolone dell'Europeo, cenziamento di un sorvegliante ch'esso cantato su tutti I toni, per ricordare al licenzialo la sua disavvenura. Eppure questi individui, che vivono n modo veramente primitivo, hanno conservato i tratti fisionomici dell'aristocratica stirpe dei Faraoni. Vi sono sierrntorl dai ptolili purissimi, dalle membra astili e ben proporzionate che sembrano i model!1 delle statue che scolpirono gli amichi artisti egizi o delie ligure che ornano Geme frugallssimo, prettamente vegeariana che si mure essenzialmente di c-nliechie e di fave, iienchè nella re gione abbondino il pollame, la cacciagione e le uova. Con tanta abbondanza di tale... materia prima si potrebbe upporre ohe alla Missione non sia mancato il coni orto d! un:.i buona tavola. Ma se I polli, le quaglie, le uova, ecc., c'erano, a cucinarli in modo che non fossero appetibili provvedeva il cuoco. Un cuoio arabo la cui specialià consisteva nel mutare in cuoio coriaceo ogni piti tenera carne. Per i componenti la Missione, abituati nelle precedenti campagne a questa pessima lse ivoalcuni ! a can-| Il l'itù an-ì l■j I jij Iaicofaglii.l ;j I cucina, e preoccupati solamente dalle 'ricerche archeologiche, la cattiva nu- riziono non era neppure avvertila.I Essi si erano perfino abituai) a bere 'acqua del Mio. Non ve ne e altra in|quella regione sul limite del deserto, iI portatori, altri arabi, con otrl|di pelle, ondavano al nume a prender ; ". acqua che poi versavano in vasi di erra porosa nei quali veniva filtrata.Il "raffreddamento, con quella tempo- ratura torrida, era però assai proble- matlco. Lo missione era accampala in un pittoresco boschetto di tamerisco, ultima propaggine dell'oasi sulla soglio del deserto. Qui don Plzio, il tecnico e il.fotografo della Missione, celebrava la Messa, prima di iniziare quotidiani rilievi archeologici. imo settimane gli operai lavorarono per mettere allo scoperto due tombejche risalgono alla X dinastia. Già dal primo giorno, abbattuto un pezzo di, muro, si profilò una galleria lunga juna ventina di metri, che poi si bifor-;cava per sprofondarsi nella terra ei 1 resti di una remotissima popolazione condurre ai due sepolcreti. Ma lo speranze di una buona messe di materiale furono presto deluse. Uno dei sepolcreti era stato invaso dalle acque alluvionali ed era tutto Infarcito di sabbia. Tutto era ondato perduto. Sul fondo non furono trovati che pochi vasi. Dell'altro, invece, noi) violato, era crollata la volta rovinando sarcofaghi e molte suppellettili funerarie, l.a tomba aveva servito anche a sepolture posteriori, lino alia XX dinastia. Lungo il corridoio e sotto lo cappelle, dove i famigliari del primi defunti, ligi al sacro cullo che gli Egizi | hanno sempre avuto per i morti, era-I no soliti radunarsi per le periodiche! offerto, erano state deposte sulla nuda terra, altre salme, quasi tutti bum bini, che furono trovale ridotte a semplice scheletro sotto vasi capovolti di terra cotta rossa o nerastra di ditte- ! Ironie forma e grandezza; per lo più emisferici o quadrangolari. j Ita..•colti gli scheletri e le suppellet l'ili, fu abbandonato il nucleo moittajno, 'he non poteva dar nulla, e la (esplorazione fu portata nello speciale [pianoro desertico, a circa 400 metri dalle due tombe, i 11 prof. Morrò, al quale abbiamo 1chiesto Informazioni sull'opera della : Missione, ci dice che questa decisione j del direttore della Missione prof. Faquello antropologico, rina ha dimostrato di quale fine intuito egli sia dotato, perchè proprio inquel pianoro fu fatta la scoperta dellanecropoli preistorica, la cui Importali-za, sia dal lato archeologico che danotevole. Fin dai primi sondaggi fu individuata e circoscritta la necropoli di schietto periodo neolitico, anteriore cioè di line millenni alla civiltà faraonica. Con rigoroso e sistematico lavoro vennero scavate circa 200 tombe, gran parte delle quali, intatte, diedero una messe abbondante e preziosissima. Venne cosi raccolto un campionario completo di tutta l'Industria neolitica e cioè suppellettili di pietra, di legno, di fossili e di cuoio, rivelando elementi (Inora sconosciuti in Egitto, fra cui vasi di terra cotta di squisita fattura od alcuni oggetti di legno il cui uso è ignoto. Clou Io studio di questo ma' teriole il pror. Farina apporterà certa mente elementi di primaria importanza per la ricostruzione delle speciali condizioni di vit,a di quella remotissima popolazione eminentemente agricola e allevatrice <1! bestiame. Il nostro Museo di Antichità st arricchirà cosi di un preziosissimo materiale, che andrà a completare quello preistorico che già possiede n cominciare dalla bella raccolta di selci paleolitiche donata dal Senton Karz, materiale raccolto nelle varie necropoli e sparse nelle diverse sale, ma che hi sognerebbe riordinare in una sezione preistorica egiziana. L'ampliamento dei Museo, necessità che 11 nostro giornale ha dimostralo non molto tempo addietro, con l'apporto di questo nuovo materiale, si impone d'urgenza. balista Conseguenze del ratio (fella Regina « Noverliti » futilmente il forte risveglio nnzioin Egitto ha imposto nonne assai più restrittive di quelle vigenti in passato, circa l'esportazione di nntlchità e le missioni straniere si vedono falcidiate nel ricavato degli scavi, Tutto ciò che viene rinvenuto dove essere Inviato al Museo del Cairo il quale trattiene tutto Ciò che ancora non possiede e permette poi l'esporta: zione del rimanente. Il trasporto a Berlino dei busto stuccato e dipinto deila regina Sof ertiti la Sltimp» ha Pubblicato un'interessante corrispondenza clalln (lerinniiin a questo proposito) ha contribuito n determinare i provvedimenti di restrizione. Il busto di Nófertiti e. come è noto, un'opera d'arte stupenda ,éli meravigliosa ispirazione realista, proclamata da molti archeologi quale 11 maggior capolavoro dell'arte egiziana. Anche il materiale scavato dalla Missione torinese dovrà perciò pagare li... pedaggio al Museo de! Cairo, ma tuttavia, data la numerosità dei pezzi preziosi, si può assicurare clic quello die verrà a Torino costituirà un nuovo elemento di richiamo porgli studiosi di egittologia In questo nostro Museo che ò già di meritata faina mon.- diale. \\ profi Mnrr0 cl ll0 (,ctt0 (;he u ,na. terinlò raccolto è di notevole importali /u (]ni int0 antropologico, poichà da oli-uni rimarchi da lui già fatti si verrebbe ad ammettere la presenza in guejia rogione. durante il periodo preistorico, di un elemento etni.-o mio- vo. speciali, sin nel capo che nelle altre parti del corpo. Questo materiale è do Minato a colmare una importante laavente caratteristiche morfologichecuna nella ricchissima collezione osteologie,-! del nostro Museo, raccolta che ò stata illustrata in varie memo, rie dal prof. Marro slesso. Unica fra le Missioni che esplorano il snolo egiziano, quella italiana, oltre lo scopo archeologico-storlco, si è prefissa anche quello antropologico ed etnografico. La soluzione dei problemi antropologici ed etnografici — ci dice il prof. Marro _ debbono meglio porre in luce i fattori i quali hanno presieduto all'o rjgine, all'affermazione, alla evoluzio1R, e all'orientaménto, nonché allo fas, stesso di decadenza di quell'antica civiltà, dalla quale noi dobbiamo ri- potere le fondamenta delle nostre scienze, delle nostre arti, della nostra filosofia, del nostro vivere civile e deblia contribuire a precisare la relativa importanza di ciascuno di essi. Non vi ha dubbio che 11 lavoro completo dell'antropologo torinese sopra questo nuovo materiale apporterà un buon contributo non solo alla costituzione scheletrica degli antichissimi egiziani ma anche olia questione ancora oggidì tuntn dibattuta, dell'origi ne di questi egiziani. U. P.

Persone citate: Farina, Giulio Farina, Marro

Luoghi citati: Berlino, Cairo, Egitto, Torino