L'ora critica del Laburismo

L'ora critica del Laburismo L'ora critica del Laburismo di fronte al dramma della disoccupazione Llyod George passa all'opponilo ne - Il Primo Ministro chiederà il voto sulla politica interna A mercoledì la battaglia decisiva Londra, 22, notte. Se MacDonald sì impunta ad associare le sorti del Gabinetto con quedie del Ministro della disoccupazione e se mercoledì venturo chiederà alJa Camera un voto di incondizionata approvazione della politica deJ Governo in materia di disoccupazione, si può dire fin d'ora che la settimana ventura segnerà la fine del Governo laburista. Si confida ancora nel buon senso del Primo Ministro e nell'azione persuasiva Ohe verrà senza dubbio intrapresa entro i prossimi giorni da Henderson per calmare i bollori dell'estrema sinistra del partito. Ma negli stessi! ambienti laburisti si nutrono pochissime speranze in un mutamento nell'atmosfera politica e si preannunzia perfino, la sconfitta del Governo e quindi la caduta del Ministero; E' diffìcile resistere all'allarmismo generale, quando si vede 10 stesso Daily Herald annunziare come imminente la caduta di MacDonald ed editorialmente consigliarlo ad affrontare la battaglia magari col rischio di una clamorosa sconfitta. I giorni contati La situazione si è aggravata con tale una rapidità nelle ultime quarantotto ore che i più cauti fra gli osservatori politici di questi giornali, i quali fino a ieri resistevano all'ondata di pessimismo abbattutosi su Westiminster, oggi riconoscono che i giorni di MacDonald sono contati. Potrà sopravvivere all'attacco campale di mercoledì venturo? Ne dubitano gli stessi laburisti perchè Un nuovo evento prodottosi ieri notte è sopraggiunto a mutare radicalmente la posizione del gruppo parlamentare liberale di fronte al Governo. Lloyd George si era finora abilmente tenuto da parte in questa tormenta parlamentare, e si era aetenuto dal definire quale posizione 11 suo' esiguo gruppo in Parlamento avrebbe assunto nel caso in cui Baldwin avesse chiesto un secondo e più esauriente dibattito sulla politica industriale del Governo. In luogo di precisare le sue intenzioni, egli ha ritenuto più opportuno ingaggiare un duello con MacDonald sulla questione della riforma elettorale. Ciò che il liberalismo inglese chiede al Governo è una radicale riforma dell'attuale sistema elettorale, del quale il partito liberale è la principale vittima, perchè con un complesso di voti di cinque milioni non è riuscito ad inviare in Parlame-nto* die. poco più'di urla eiriqu'ftW fina di deputati, mentre con otta mi boni di voti, il laburismo si è assi curato alla Camera circa trecenti, seggi. La segreta alleanza stabilita si in questi ultimi mesi fra Mat Donald e Snowden da un lato e Lloyd George dall'altro, culminata in diversi amichevoli colloqui attorno ad una ta\ola imbandita a Downing Street, era basata essenzialmente sulla promessa fatta dal Pri mo Ministro di varare durante la presente legislatura la riforma dèi sistema elettorale : discussioni scam bi di vedute, abboccamenti più o meno segreti si sono svolti in queste settimane. Ma Lloyd George oltre ad una categorica promessa di riforma, non è mai riuscito ad ottenere finora da MacDonald e dai suoi collaboratori informazioni precise sulle vedute del Governo e sul sistema che esso avrebbe voluto fa re adottare dalla sua maggioranza con l'appoggio del gruppo liberale. Lìoyd George ha dato prova di pazienza.. Ha sostenuto finora il Governo lo ha mantenuto in vita d, fendendolo dagli attacchi dei conservatori, spesso a scapito della disciplina del gruppo liberale, ove queste condiscendenze Uoydgeorgiane suscitano impazienze e malcontenti. E* dhe Lloyd George vorrebbe scuotere l'albero laburista *olo quando le pere della riforma elettorale foaeero ben mature. A maturazione avvenuta e a riforma approvata la volpe liberale non avrebbe Edegnato di accorrere con le >=ue dma pMdsogrdziinprmtiricrchtuCuscgidtitegceupMgsitóvmcdziasitarobzandpvfeLtrJanpscgossrmadiigpGappDsddTfnnspteavcczatcsap' 1 piccole malnoti trascurabili 'orzerà bTptuddrpfbtsnptrHsznnscgtdlate di Baldwin per togliere di mez zo il laburismo e ingaggiare afta battaglia elettorale nel paese in condizioni immensamente più favorevoli che in passato. La rottura fra Lloyd George e MacDonald Come sempre accade in momenti di criei gli eventi sgradevoli matura lo quasi tutti alla stessa ora. feri sera Lloyd George si recava da MacDonald e, secondo quanto iffernianò i meglio informati fra i collaboratoli parlamentari di questi ^ior nali; di punto in bianco gli ehiedava se egli fosse oppure no disposto a portare "davanti al Parlamento, e senza indugio, un progetto di legge per la riforma del sistema elettorale e' l'Istituzione della rappresentanza proporzionale. Come si sia prodotto questo scontro drammatico fra i nue statisti, non è dato ancora sapere. Non sembra però del tutto improbabile che SlacUonald, Informato dei preparativi dei conservatori ed in vista della battaglia campale di mercoledì prossimo, abbia egli stesso chiamato Lloyd George per sapere da lui fin da ora se sì o no il gruppo liberale, di fronte alla formidabile offensiva baldwinìana, avrebbe prestato man forte al Goveino. Lloyd George, secondo le voci che corrono oggi, avrebbe promesso l'appoggio richiesto alla condizione che il Premier si impegnasse di presentare subito alla Camera. Il progetto di legge sulla rappresentanza proporzionale. Risulta in modo sicuro che MacDonald rifiutò ieri «era categoricamente di pagare 11 prezzo" dell'appoggio liberale con una riforma che a suo giudizio equivale ella condanna a morte del laburismo. Lloyd George parti dichiarando che il suo gruppo si riservava la più completa libertà d'azione nei dibattiti di mercoledì e in quelli successivi sulla politica interna del Governo. La rottura, dunque, delle relazioni diplomatiche fra il laburismo e jl liberalismo s.mbra ormai definita e definitiva. Può darei che mercoledì Lloyd George non riesca a lanciare la totalità del suo gruppo a fianco dei conservatori contro MacDonald, e in questo caso la vita del Governo sarebbe prolungata, ma soltamto di poco. La mozione di sfiducia Baldwin, infatti, annunzia che il gruppo parlamentare conservatore, dopo un accurato esame della situazione e delle allarmanti condiziopi industriali del Paese, ha deciso di presentare mercoledì prossimo una mozione di sfiducia contro la politica del Governo e di continuare a ripresentarla co,n- una regolarità da cronometro ogni settimana, fintanto che MacDonald non si dichiari battuto e non abbandona il suo osto. Cosicché se mercoledì MacDonald uscirà vincitore da questo primo scontro campale della presente le gislatura, il mercoledì successivo dovrà sottostare ad un attacco identico senza mai conoscere con cer tezza l'atteggiamento di Lloyd Geor ge e del suo gruppo. Questa costante ed esasperante in certezza sull'indomani, può creare una situazione così confusa e anzi pericolosa per il Paese, da porre MacDonald nella necessità di rassegnare spontaneamente le sue dimissioni. Subito dopo il colloquio dramma tóco di ieri sera, MacDonald riunì va a Downing Street alcuni dei suoi maggiori coilaboratori e decideva di convocare per stasera un consiglio di Gabinetto per discutere la situa ziona politica creatasi in seguito alle dimissioni di Mosley, alla deci sione dei conservatori di dare battaglia a fondo al Governo, e alla rottura della tacita alleanza fra laburisti e liberali. Decisioni delia massima importanza verranno prese stasera a tarda notte e nel corso delia giornata di domani. In alcuni ambienti laburisti si pensa che la sola via aperta al Go verno sia quella di una netta sconfessione dei.a politica di Thomas. Le dimissioni di quest'ultimo potrebbero naturaimente prolungare Ja vita del Gabinetto. Ma MacDonald è uno statista troppo onesto per gettare in pasto alla platea conservatrice e liberale il suo pili fido collaboratore, e ciò soltanto Der guadagnare un po' di tempo. E' oggi, infatti, si apprende che in risposta ad alcuni .cortesi invita a dis arsi'alla svelta di thó'mas. il Pri rm Ministro, ha deciso di chiedere alla Camera un esplicito voto li fiduca su tutta quanta la politica interna de' Governo. L'organo ufficiale del liberalismo, il Daily News, dichiara a questo ri guardo che il partito liberale non potrà in alcun caso votare per il Governò e che se cambiamenti di attitudine non interverranno nei prossimi giorni, MacDonald deve prepararsi fin da ora u sgombrare Downing Street. « Se il Governo scrive il Daily News — non si rende conto di quello che sarà il verdetto del Paese sulla politica di Thomas, esso deve certamente soffrire di una demenza che, come è noto, precede la morte ». Per colmo di sventura. Il Premier non può fare completo affidamento sulla propria maggioranza. Si coni piono da ieri in qua sforzi addirittura disperati per indurre Maxton e i suoi amici dell'estrema sinistra a rinunziare ai loro attacchi al Governo e abbandonare la loro politi ca di. astensione dal voto osni volta che siano sottoposte a scrutinio mozioni incompatibili con le promesse alquanto esaltate e stravaganti fatte dal laburismo durante la scorsa campagna elettorale. Verso le elezioni ? Henderson, nella sua qualità di segretario del partito, si scalmana a ristabilire un sembiante di disciplina nel gruppo parlamentare la- clatotispnnpcdsctBsddtetscitLelcovms burista. roa per ora senza successo. Tuttavia, sembra impossibile cine, posti realmente di fronte ad una situazione critica e alla certezza di una sconfìtta, Maxton e i «uoi quin dici amici rimangano spettatori indifferenti e si astengano dal fornire al Governo il loro appoggio chf per quanto esiguo nuroerucament* fuò evitare una sconfitta, dato che ,loyd George non riesca, come sembra molto probabile, a lanciare contro MacDonald'tutta la falange dei suoi seguaci in Parlamento. Oggi le direzioni dei partiti hanno imposto per lettera a tutti i deputati di essere presenti alla seduta di mercoledì e, secondo voci correnti nei corridoi di Westminster. Henderson avrebbe financo trasmesso istruzioni alle diverse organizzazioni elettorali del laburismo di tenersi pronte fin da ora per l'imminente battaglia elettorale. Il Daily Herald, che fiuta odor di sconfìtta, terminava stamane il suo commento editoriale sulla situazione con queste significative parole: • Crediamo interpretare il sentimento della grande massa del partito scongiurando il Prime Ministro a far fronte a qualsiasi attacco dei conservatori e liberali senza tergiversazioni ed esitazioni. Una tale politica può precipitare la crisi, ma ricostituirà l'unità del partito, rinforzerà la sua volontà, imporrà il rispetto, e in ultima analisi queste sono le sole cose che contano ». R. P. hcg

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