L'accoglienza esultante e appassionata di Milano al Duce

L'accoglienza esultante e appassionata di Milano al Duce L'accoglienza esultante e appassionata di Milano al Duce Pioggia di fiori - Il commovente saluto dei vecchi camerati di piazza San Sepolcro - La targa dei diciannovisti - La solenne inaugurazione della sede del Fascio in piazza Belgioioso - La rassegna delle forze culturali e la visita alla Cassa di Risparmio Milano, 20 notte. Quando si dice una città imbandierata a festa, imbandierata ogni casa, e bandiere ad ogni balcone e finèstra, ad ogni poggiolo ed altana; 9i rende già al lettore una discreta impressione. Egli meglio ricompone nel suo immaginare, con il ricordo, che serha, di altri imbandieramenti e sbandierameli ti, che ha veduto, in occasiono di altre feste, e che più l'hanno colpito, come eccezionalmente abbondevoli ed ammirabili. Ma è ben diffìcile che il lettore riesca a figurarsi quella che è apparsa stamane Milano, nella decorazione di tricolore che ha improvvisato e di cui si è ammantata. Allo sfolgorare del sole mattutino, la città era tutta un unico, intermittente tripudio di tricolore: il tricolore la vestiva tutta intera, per ogni piazza, per ogni via, da quelle tumultuose del centro, a quelle dell'estrema periferia, che ritengono già della verde quiete della campagna, dove si perdono; e mura di palazzi, e mura di più modeste case, mura di srrandeggianli edifici e geometriche mura di opifici, scomparivano interamente sotto la veste tricolore. E poiché spirava, a ritmici soffi, un fresco alito primaverile, tutto questo profluvio di tricolore si gonfiava, di momento in momento, e si sollevava, ondeg piando. La città veramente pareva sommersa in un infinito fluttuare ed inseguirsi d'i onde bianco-rossoverdi. Piazza Belgioioso Poi, per le vie del centro, drap peggi di velluti frangiati ed infioc d'iettati d'oro, penduli dalle balaustre, e damaschi e broccati: e sui davanzali, candelabri e toreier festoni di lampadine, clic s'accenderebbero a sera, a delineare luminosamente, splendidamente le sagome architettoniche. Poi, antenne e pennoni, con ghirlande di alloro, con stemmi, con labari 11 Palazzo del Comune, Palazzo Marino, è fasciato tutto in giro di festoni di tricolore. E dal lato incontro al mo numento di Leonardo da Vinci pendono, fin quasi al suolo, altri pannesrgiamenti, sempre di tricolore, In ocnl vetrina di neeozio. nelle vetiriate dei caffè e ristoranti, campes-criano enormi ritratti del Duce e dovunque manifesti, cartelli, stri scioni, con scritte di evviva, evviva al Duce, al Fascismo. all'Italia. I tranvay con le bandierine svolaz Vanti dall'asta: gli autoveicoli con scritte di « Evviva a Mussolini » con il ritratto a stampa di Lui : p piccicato sul cofano c sulla carrozzeria Osni forma di manifestazione celebrativa è stata escogitata ed attuata: la manifestazione collettiva, nella sua continuità e vastità, assume un'imponenza strepitosa; dà, insieme col tumulto del transito e dei traffici con il precipitoso incalzare della vita urbana, un senso di ebbrezza, 'di vertigine. Ed ecco Piazza Belerinioso, di solito cosi tranquilla e taciturna, pur nel cuore della città, come un'oas" idi silenzio, solitario recesso. Le in combe da un lato la mole gigan tesca di Palazzo Belgioioso. oggi di proprietà dei principi Trivulzio; dirimpetto è palazzo Resana, in fondo la casa di Alessandro Manzoni, con le sue rose decorazioni di cotto, ad incorniciarne le finestre, a dise "gnare la linea dei piani. Ma sta -mane la piazza è gremita inverosi milmente di popolo, dietro i cor'doni dei militi della Legione Carroccio e dei metropolitani romani, ,'che tengono aperto, attraverso, un varco. E gremiti sono balconi e finestre, tutt'intorno. Dai davanzali ■di Palazzo Belgioioso pendono preziosi arazzi e broccati Le signore, ■che affollano le finestre, recano in braccio fasci di fiori, che s'apprestano a gettare al passaggio del .Duce. • La facciata di Palazzo Besana — dove si inaugura oggi la nuova Casa milanese del Fascio, sede della Segreteria federale — è rimessa a nuovo, restaurata, ripulita. Le tinte sono state rinfrescate: sono state levigate a nuovo le otto colonne neoclassiche, cui sovrasta la lapide marmorea con il Fascio di bronzo. Sui due altissimi pennoni, infissi ai sommo, alle due estremità della facciata stessa, sventolano enormi bandiere. Sui quattro lati della piazza, il nuovo palazzo, tra le vie Omenoni e San Fedele, appare presso che ultimato; ed intanto sono già stati tolti i ponti e gli assiti di rivestimento; per la circostanza è già decorata ogni finestra della facciata di bandiere e di ghirlande verdi. Accanto, spazia ancora il cantiere, le cui barriere di assi si nascondono però sotto drappeggi di tela verde; e similmente nascosto e l'airco che chiude la piazza, dove sorgeva la casetta di Giuseppe Pari.ni. Di là, i! nuovissimo piazzale Crispi, per l'area di tanti demoliti vecchi abitacoli, è ancor? tutto sconvolto dall'opera di sistemazione, con cantieri, con armature, che rivestono gli edifici in costruzione, e ponti e gru e macchine edili. Ma anche queste sono imbandierate ed adornate di fronde. In piazza Belgioioso, sul mareggiare della folla, e come infitti con l'asta nella sua massa compatta, si levano e si spiegano i gagliardetti dei gruppi fascisti, le bandiere di sodalizi e di associazioni : combattenti, volontari di guerra, mutilati, invalidi di guerra, associazioni di arma. E' una selva di lance e stendardi, di sopra alla distesa delle tette. E continuamente giungono nuoye rappresentanze, nuove schiere. ^bcFmpnCsps e a e n i i i , i . ^on si circola più; tutti sono Immobilizzati e premuti in questa ressa, che sempre più incalza c stringe. Folla di autorità e rappresentanze Nell'interno del palazzo sono ammesse le maggiori autorità e quelle persone che hanno specialissimi menti fascisti: le madri e le vedove del Caduti della Rivoluzione ed i « sanscpolcristi ». Dall'atrio lucente di politi marmi, decorato di piante ornamentali, si accede nel salone, vasto, coperto da un lucernario dai éiri di vario colore. La teoria dà colonne a muro, in cui si inquadrano le pareti intorno, sostiene, di capitello in capitello, una decorazione di ghirlande e festoni d'alloro, legati con nodi d'amore di nastro tri colore. In fondo al salone è alzata una pedana, .coperta di. ricchi tappeti. Su un piedistallo . acconcia' mente disposto, è posata la . riproduzione in bronzo del monumento al « guerriero di Legnano », dello scultore Butti, che la Federazione mila nese offre al Duce. Suil. basamento di marmo è scritta la dedica. Dal lato della pedana s'allinea la rappresentanza dei «sansepolcristi», cioè di quei primi che ebbero l'invidiatissiina fortuna e serbano imperituro vanto di essersi raccolti in torno a Benito Mussolini nel conve gno di piazza San Sepolcro, il 23 marzo del 1919. Disgraziatamente, la relativa angustia del locale non ha permesso fossero oggi ammessi tutti; ed è stata perciò delegata una rappresentanza di dodici, la quale offrirà al Duce un'artistica targa di icordo. In prima linea, davanti al la pedana, sono !e madri e le ve dove dei caduti fascisti; e ad esse sole, nel salone, come si conviene, è concesso attendere sedute. Fra loro si notano donna Ismalia Pepe, a'madre di Ugo Pepe, presidentes sa dell'Associazione madri e vedove dei Caduti fascisti, lo madri di Rernini, Grassigli, Melloni, Meriggi, Loris, e le vedove di Salara e di Baldini, la sorella di. Poloni. Poi, presidentessa del Fascio femminile, principessa Trivulzio. Tra le personalità si notano: i senatori Silve stri, Borromeo, Bernochi, Gavazzoni, Fantoli, Crespi, Salmoiraghl, De Capitani d'Arzago, Valvassori-Peroni, Cappa, Bevione, Resta, Pallavicino, Borletti, Quartieri; i deputati Giordani, Bruni, Gorini, C. M. Maggi, LanzMJo, Mazzucotelli. Bianchi ni, Lualdi, Capoferri, Verga, Motta Lanfranconi, Peverell'i — questi due fanno parte della rappresentanza dei «sansepolcristi » — ; poi Benni, Solmi, Donegani, Bonardi: il Preside della Provincia aw. Fabbri, il ge.n. Santini, comandante la Divisione di Milano, il generale Bosio, comandante la zona aeronautica, mons. Natale Oliva, il Primo Presidente della Corte d'Appello, Alberici, e il Procuratore del Re OmodeiZorini, il conte Bonacossa, il generalo Squillaro dei carabinieri, i due vice-pedestù avv. Gallavresi e corani. Degli Atti, Gino Rocca, segretario del Sindacato dei giornalisti. Il Segretario del Partito Sono le 9,30. Ai due lati della pedana vengono a collocarsi due altieri, che recano due gagliardetti. L'uno, con l'asta sormontata dell'emblema del Fascio, ha il drappo, di color rosso fiamma con una striscia tricolore attraverso, stracciato, stinto, sfilacciato: e il primo gagliardetto fascista, quello del Fascio Primogenito, gloriosa reliquia che testimonia degli albori della fede e delle prime e di tutte le battaglie. L'altro, con l'asta sormontata da un pugnale, col drappo di color rosso arnaranto e nero è poco meno glorio, so: ò il gagliardetto della Federazione di Milano. Squilli di attenti dalla piazza, inno « Giovinezza ». E arrivato il Segretario del Partito, S. E. Augusto Turati, giunto poco fa da Roma, col treno delle 8,25. Lo accompagnano, nell'automobile il Sottosegretario alle Corporazioni, S. E. Alfieri; e Aldo Borelli. Seguono in altre automobili il Capo dell'Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio, on. Landò Ferretti, il comandante del Corpo d'Armala, generale Cattaneo, il gr. uff. .Morgagni e il Questore. Si fanno incontro ad ossequiare il Segretario del Partito, davanti all'ingresso di Palazzo Besana, il Prefetto gr. uff. Siragusn ed il Podestà, Duca Visconti di Modrone. Poco dopo arriva S. E. Teruzzi, Capo di S. M. della Milizia, accompagnato dai generali della Milizia Preti e Carini Nell'imminenza dell'attesa del Duce, il quadro de'ln piazza ha assunto un aspetto magnifico, imponente. Dall'area alle mura dei palazzi, ai tetti, la folla ha invaso tutti i luoghi, grappoli umani si addensano ai davanzali delle finestre, sui balconi, pendono da ogni sporto, da ogni antenna, da. ogni appiglio. Issate sui loro treppiedi, sopra della folla, macchine cinematografiche e fotorafiche puntano dovunque gli obbiettivi. Il Duce sotto una pioggia di fiori Alle 10 precise squillano le trombe, la folla prorompe in un urlo tonante. E' il Duce. Lo accompagnano il fratello Arnaldo, il Segretario Federale di Milano, avv. Cottini, ed il segretario particolare Chiavolini. Mentre cresce ancora la salve degli applausi e delle grida di « Duce, evviva il Duce» dalle finestre di Palazzo Belgiojoso si scioglie e cade una pioggia di fiori, immensa, fantastica. 11 Duce e coloro che gli sono prossimi devono farsi schermo con le mani, tanto è fitta ed insistente la lloreale pioggia. In un momento, intorno a lui sono cumuli di fiori, rose e garofani bellissimi; davanti a lui, nel! angusto passag¬ gio tenuto sgombro dai militi, si forma subito uno spesso tappeto- d+ verde e di corplle. Il Duce, accolto dai gerarchi e dalle autorità che l'attendevano'davanti alla porta del palazzo, entra subito nell'atrio. E subito, guidato dall'avv. Cottini, seguito dal corteo delle autorità e dei membri del Direttorio della Federazione e del Fascio, sale al piano superiore, e visila i nuovi uffici della Federazione, l'ufficio tessere, l'economato, l'ufficio tecnico, gli uffici dei dirigenti, quelli delle opere assistenziali e del: Comitato intersindacale Tutti i locali sono decorati con signorilità; sono stati rinnovati gli affreschi, ripristinati gli stucchi, restaurati_i pavi menti a mosaico e ad intarsio. Il mobilio è ricco e di fine gusto. Mussolini esprime ripetutamente il suo compiacimento con quelle sue frasi brevi, esafte, incisive. Terminata la visita ai locali del primo piano, il Duce ridiscende ni piano terreno per recarsi alla cappella votiva. Deve perciò attraversare il salone, ed i convenuti lo salutano con una frenetica ovazione. Qualcuno, mentre egli passa, chiama: it Mussolini, Mussolini! » Egli si volge di scatto e riconosce' vecchi compagni di tante battaglie. Saluta con cordialità, sorride, finché arriva sul limitare della cripta, fn fondo alla cripta è murata la lapide di marmo bianco, incorniciata di nero, che reca scolpiti in oro i nomi dei caduti fascisti milanesi: la lapide, che era già alla vecchia sede del Fascio, e di là trasferita. Sopra la lapide un grande crocifìsso di bronzo: davanti una balaustra di marmo. Cessa ogni clamore. Nella cappella e nel salone, il silenzio ora è assoluto. Il Duce, ritto sull'attenti davanti alia lapide, leva di scatto il braccio nel saluto romano. Resta così fisso, immobile un minuto. Poi si inginocchia. Mons. Portalupipi. cappellano della 241 legione dei Carabinieri, alza l'aspersorio e benedice lo. cappella. Dopo un altro minuto il Duce si alza. Rieidamente saluta, quindi appone la firma sullo speciale libro e si rivolge amichevolmente verso il podestà Duca Visconti di Modrone perchè gli precisi la data. « 20 maggio, Eccellenza », risponde pronto rihterpeWato. Mussolini con le autorità ritorna nel salone; e mentre si rinnovano le ovazioni salo sulla pedana. Si fa nuovamente sik:,/.io. «A Milano si crede ciecamente in Voi» Il Segretario federale, avv. Luigi Franco Cottini, ritto davanti al Duce, gli porge il saluto delle Camicie Nere milanesi e quindi dice: <c La Federazione, sicura interpre te dei Vostri desideri, ha ritenuto di degnamente onorare la Vostra gradita quanto trepidamente attesa visita, dotando ogni bambino povero di Milano e provincia, nato il 23 marzo, anniversario della fondazione dei Fasci di Combattimento, della somma di L. 500 e distribuendo la mattina del 24 maggio, nei 28 Gruppi Rionali di Milano, sussidi considerevoli a duemila famiglie povere di Milano. « A Voi la preghiera di accoglie re con bontà questo dono che atte sta la gloria antica, sicuro auspicio delle glorie nuove. « Duce, « Le Camicie Nere milanesi sanno quale sia la loro funzione in seno al pupolo e alla società: funzione,soprattutto, d'esempio. Come stile di ., ciascuno ha un vtta, prima di coricarsi alla sera, dopo- aver- rivolto il pensiero a Dio, faiHio un profondo esame di coscienza* chiedendo a se stesse se durante il giorno abbiano fedelmente servito e siano state degne dell'olocausto dei nostri Martiri e di Voi, Duce. « A Milano si crede ciecamente in Voi, si marcia, si lavora e non si chiede che di ubbidire ». li discorso del Segretario federale, che ha avuto un tono e un andamento schiettamente, degnamente fascista di un rapporto militare, è coronato da unanimi applausi. Ora dal gruppo dei « sansepolcristi » esce e avanza Umberto Pasella, che fu il primo Segretàrio dei Fasci, prima del compianto Michele Bianchi: Egli porge al Duce il saluto di coloro che vissero la prima ora fa- j seista, che combatterono la prima battaglia e che non sentirono poi mai vacillare, allentarsi in sè la fede e che lengono a rinnovare i! giuramento di fedeltà. Egli offre la targa-ricordo dei « sansepolcristi » che riproduce da un lato la facciata dell'edificio di piazza San Sepolcro, dall'altro il commento pubblicato da Benito Mussolini il 24 marzo li'lndomani della storica riunione. La targa reca la seguente dedica, dettata in classico latino da Aldo Artidi, e che in volgare suona cosi: « / posteri nei loro canti tramanderanno che da cosi vibranti accenti subitamente furono infiammati i forti animi dell'italica giovinezza e che ne sorse questo meraviglioso ordine di cose che è sorretto dalla maestà di Dio e della Patria e va raggiungendo sempre più alti destini. Duce, Duce, condannino gli Itali-ani, Duce. Duce, ripeteranno le gcnli attraverso le età Dentare ;>. La risposta del Duce 11 Duce, die ha ascoltato con visibile commozione le parole del camerata della prima ora, considera e ammira i! dono. Poi accenna a parlare e comincia dicendo che molte essendo le manifestazioni di questi giorni, molti dovrebbero essere i discorsi. (( Come sapete — continua — io non li amo gran che, a meno clie essi non rappresentino una parola d'ordine, non segnino una tappa durante l'azione ». Il Duce ha poi dichiarato che il primo contatto da lui preso con i camerati milanesi gli è pareo particolarmente suggestivo ed eloquente, come gli è riuscito gradito, insieme al saluto delle Camicie Nere milanesi, il rendiconto dell'opera da esse svolta. « Anche più gradito — continua ancora — è U vostro saluto, camerati del '19. Voi rimaniamo sempre fedeli alle origini con infinita nostalgia c con non meno ardente passione al 1919, quando eraramo pochissimi, quando il popolo ancora ci ignoràpa, quando ci voleva un po' di coraggio civile, mo rale e anche fisico per combattere la canea che aveva rinnegata la vittoria e stava per sconsacrare la Patria». Ila soggiunto che da tanto glorioso passato il Fascismo trae incitamento per realizzare un non meno glorioso futuro e invita infine : diciannovisti' di piazza San Sepolcro a sfilare davanti a lui. « Non già perche io non li riconosca tutti — soggiunse — ma perchè mi piace rivederli lutti ». I! breve dire del Duce, in cui vibrava una intima irresistibile com mozione, suscita nella sala un uragano di applausi. A uno a uno, i diciannovisti di Piazza San Sepolcro possano davanti al Duce, che per cenno del capo o della mano, un affettuoso sorriso. Ultimo a passare cavanti al Duce è l'onorevole Lanfranconi. 11 Duce, accennando aMa barba e ai capelli accorciati e ravviati, allegramente esclama: — Lui si è mutato un po'. Questa cerimonia alla Casa del Fascio è stata improntata tutta a una familiarità, a una intimità veramente di vecchi camerati I7. tanta più profonda ne è emersa la commozione; i cuori hanno palpitato di un fervore tutto contenuto interiore n cui il rinnovamento del giuramento di fede si produceva spontaneamente, irresistibilmente con il senso di un atto religioso. Alla Società del Giardino , , e o i n i , e è , , i - j a i e , a a : i re e à ne, e. rSalutato da immense acclamazioni, il Duce lascia la Casa del Fascio per recarsi a visitare la Società del Giardino. Attraversata fra una nuova pioggia di fiori e nuove deliranti ovazioni la piazza Belgioioso, egli procede a piedi per il sottopassaggio improvvisato nelle costruzioni" in corso fra Piazza Reigioioso e il piazzale Crispi: ed entra in via San Paolo. Le finestre e i balconi sono gremiti di cittadini che applaudono freneticamente e gettano fiori. Nell'austero cortile del vecchio palazzo di Leonardo Spinola, venuto da oltre un spcoIo in proprietà della Società del Giardino, sotto il bellissimo porticato tutto adorno di lauri e di bandiere, prestano servizio d'onore i carabinieri in alta uniforme, un drappello di metropolitani, i vigili urbani e alcuni portieri della Società, anch'essi In tenuta di cala -MVinoresso della sala del Consitrlio attendono il Duce la Presidenza e il Consiglio direttivo del Sodalizio, con a capo il presidente prof. avv. Bolchini. Varcato il portone di Palazzo Spinola, il Duce si ferma a salutare romanamente la lapide che ricorda i soci del Giardiri'o caduti in guerra. Tndi nella sala del consiglio, il presidente Bolchini gli presenta i passati presidenti della società, Tn ogni gruppo il Capo del Governo saluta cordialmente le personalità che già conosce, e risponde col saluto romano all'omascgio Poi passa nella sala di scherma, dove sono allineati gli schermitori!' fra i quali' alcuni campioni olimpionici Iridi fa il suo ingresso nella « sala d'oro », una delle più famose di Milano e delle più fastose, dove si sono riuniti tutti gli invitati, e tra loro alcune delle più aristocratiche dame milanesi, la cui grazia e il cui fascino si incorona dell'antica ma non mai smentita lode di Stendhal, che fu anche lui tra i visitatori e frequentatori del Giardino. Oggi sono presenti, tra le altre, le dame di palazzo di S. M la Regina, la principessa Borromeo, la principessa Trivulzio, la duchessa Visconti di Modrone la marchesa Ponti, la contessa Cicosrna, la contessa Burini, donna Greppi, donna Bocconi. L'entrata del Duce nella sala è salutata da clamorose ovazioni. Egli sale sulla pedana elevata al fondo della sala, fìancheergiato dai valletti in livrea settecentesca azzurra, listata d'argento, calzoni cor ti, calze bianche, scarpini <ii coppale, parrucca bianca col codino Echeggia il grido acclamante: Duce, Duce! peDcoprviscbeinclfaenee evufeqindnainiaa a le i a o apa o si eulia amfirao oo a taoio io à — iim a i ro er o «Siamo pronti all'obbedienza» Il presidente della Società, professor Bolchini, che veste, sotto l'abito di cerimonia, la camicia nera, ri volto al Duce, dice: » Duce, te parole di salvamento che nel 1019 dalla contigua piazza Belgiojoso lanciavate all'Italia, dardi d'acciaio nell'oscnrato firmamento della Patria, trovarono in queswi sala il consentimento più fervido e profondo: Dólche qui ila man tempo si adunano, Insieme ai nomi più illusili del patriziato lombardo, uomini che nelle arti libere, nelle scienze, nell'Industria, :iei commerci, negli uffici civili e militari, in paco e iti guerra, hanno saputo nobilmente servire il loro paese. E lutti ben sanno l'alto valore etico del vostro triplico comandamento: ordine, disciplina, saeritlcio. lì cui aleggiano sempre gli spiriti dei nostri soci caduti in guerra, tutti simboleggiati nel nome della medaglia d'oro Giuseppe Caimi, eroe di leggendario valore. « La Società del Giardino lui qui riunito le rappresentanze del tìore delle associazioni civili, culturali e militari cittadine: da quelle più antiche ed onuste di gloria, come l'Istituto lombardo di Scienze e Lettere, a quelle ohe più strettamente hanno aderito allo sviluppo della v'ita cittadina nell'ultimo cinquantennio, a quelle più recenti che recano l'impronta della vostra dottrina politico-sociale, che è dottrina della Nazione e dello Stato fascista. E tutti i presenti sono fieri di attestarvi il plauso più devoto per la vostra titanica opera; ne sono fieri perchè ognuno intuisce chu l'odierno atto di concordia del popolo italiano intorno a voi, dalla Maremma ai ma rinai livornesi, da Firenze a Milano, assume un significato che va oltre le frontiere. Ognuno Intuisce che l'Italia oggi per voi combatte la battaglia decisiva per un ordine europeo fondato sul principio di « "qua proporzione » in cui Dante poneva il limite della giti stizia ■ perciò veramente romana. Duce, comandate: siamo pronti alla obbedienza ». Quando tace l'applauso che ha accolto ii discorso del prof. Bolchini. il Duce prende la parola. Il Capo del Governo ringrazia per il saluto rivoltogli e per il ricordo delle nobilissime tradizioni culturali e patriottiche del Giardino. A torto alcuni credono che Milano sia solo l-a cillà delle industrie, dei commerci, dei traffici. Essa è anche al primo piano nel campo della rultura. laAolunddgofelivl'sgsSnl'Cgrirasstddmmmsipgfsflddgnciper ciò il Fascismo ha voluto che Milano completasse i suoi studi su- o i' , e e a e e a a l i : periori con una onestà classica. Il Duce rileva che gli erano slati ricordati i Caduti. Essi sono sempre presenti al suo spirilo e additano la via da seguire. Senza il martirio fascista il popolo italiano non sarebbe quello che è, compatto, organico in tutte le sue forze produttive. Conclude affermando che il divenire del fascismo contribuirà' efficacemente alle maggiori fortune della intera europa. Le parole del Duce suscitano nella sala una prolungata ovazione e grida insistenti e clamorose di evviva. Quindi il Duce passa in una contigua sala — dove viene offerto un rinfresco — trattenendosi qualche tempo a discorrere con gli interevnuti, e specialmente con le dame di palazzo di S. M. la Regina. Poi si accomiata, e tra nuovi applausi ed acclamazioni, riparte in automobile. Alla Cassa di Risparmio i e oca : o, ae a, iae. l e, o uel e ue ri d me llù otadi a ri o o a o, e a eo » i e, ea ier o li o o ria. Nel . pomeriggio, ha avuto luogo la visita alla Cassa di Risparmio. Atteso da numerosa folla, che da oltre due ore si andava assiepando lungo la via Monte di Pietà, contenuta a stento dagli agenti dell'ordine e dai metropolitani, è accolto da scroscianti applausi, il Duce è giunto alla Cassa di Risparmio alle ore 16,30, accompagnato dal Prefetto, dal gr. uff. Arnaldo Mussolini e dal suo segretario dott. Chiavolini. All'ingresso principale dell'Istituto è stato ricevuto dal Presidente, sen. De Capitani d'Arzago, dal vice-presidente, sen. Valvassori Peroni, da S. E. Turati, da S E. Teruzzi, dal Podestà di Milano, dal Segretario Federale, dall'òn. Landò Ferretti e dal generale Carini. Il Duce è subito accompa gnato nelle sale superiori, dove lo riceve il direttore gr. uff. Valdisserra; mentre nel cortile, ornato di arazzi, di fiori c di tricolori col Fascio littorio, echeggia il clamoroso saluto di tutto il personale dell'Istituto, ivi raccolto. Il Capo del Governo compie rapi damente il giro delle, sale superiori dove gli vengono presentate la Com missione centrale di beneficenza, amministratrice dell'Istituto, la Commissione del ereditò agrario, la Com missione di sconto ed i vari capi dei servizi. Nella sala della presidenza il sen. De Capitani gli presenta un progetto per un gruppo di case per gii impiegati, e successivamente una fotografia di lui stesso, Mussolini sulla quale è scritto: « I) Gruppo fascista di Cassa, azzarda chiedere la firma autografa ». Il Duce sorri de e firma. E firma anche il registro dei visitatori. Continua poi il lungo giro degli uffici a pian terreno " ritorna quindi nel cortile, dove è in nalzato un palco, parato di velluto cremisi. Nuovi, interminabili applausi. Poi il sen. De Capitani d'Arzago pronun zia il seguente discorso: » Duce, fra quante forze italiane la mano vostra, assomma e governa ver so gli scopi nazionali del Fascismo, questa della Cassa di Risparmio deile Provincie Lombarde non è certo fra le minori, ed è per consapevole ade sione pronta a vostra guida. Adesion attestata dal contributo della Cassa Lombarda alla politica agraria, e dal l'opera a vantaggio di svariate form di beneficenza, poiché nell'assistenza sociale di ogni genere e specie con siste uno degli scopi più sentiti del Fascismo italiano. « Non piccola forza, quella della Cas sa: sono, Duce nostro, quattro miliar di di risparmio, portati da 1.150.000 de positanti. Con questi dati non vi addi to delle fredde cifre, bensì mi onoro segnalarvi l'esercito meraviglioso compatto dei nostri fedeli risparmia tori. Il presidente riassume quindi dati dell'andamento dell'Istituto. In di continua: » Nel nome dell'ultracentenaria Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, accettate, o Duce, questa medaglia commemorativa della vostra au spicata visita; questo volume che racchiude la storia dell'ospitaliero nodo gordiano da voi tagliato secondo ti vo stro stile; e questo assegno che t ~ sparmiatori lombardi, adeguando oro sacrifìcio al Vostro cuore, vi olirono per un'opera di bene, quale piaccia ». In così dire l'oratore porge al Du ce un assegno di mezzo milione perchè dal Duce stesso sia desti nato alla beneficenza. Dopo ì nuovi applausi che salti tano il discorso del Presidente prende la parola il Segretario del Gruppo dipendenti deila Cassa rag. Capuzzo, il quale esprime gioia incontenibile che pervade fascisti ed il personale tutto dell Cassa per la tanto desiderata visi( del Duce, il ricordo della quale re Sterà per tutta la vita scolpito nei loro cuori. « La vostra visita — dice l'oratore costituisce un così grandioso avven mento che l'Associazione desidera cordarlo istituendo un premio annua le di 1200 lire da assegnare a quel l'avanguardista figlio di associato pendente dalla Cassa ciie durante l'an no si sarà maggiormente distinto n gli studi ». Chiede poi l'autorizzazione, viene concessa, di intitolare il mio al nome del Duce. dierneprP\fismdchtestlel'sttoterechsplosslstdpsssaedscsiche pre « Garantire il risparmio » Fra nuovi applausi. MussoUn prendendo '.a parola, dice di aver seguito con tutta l'attenzione >' di- scorsi di S. E. De Capitani e del rag. Capuzzo: i dati che li documentano lo hanno vivamente interessato. Si dichiara molto soddisfatto della visita, non solo per le cose, ma an- he che per gli nomini veduti: in /)ri-u- mo luogo per la bellissima schiera i a n r a o e o o o i a r o, e a e a l a n el s r e i o a n smau co o lu e i i e el a e ei a l n di ex-combattenti decoratissimi eh» erano nell'atrio, poi per le Camicie nere che ha visto cosi numerose trai presentì. « La Cassa di Risparmio delie Provincie Lombarde — continua \fussolini — non è soltanto una istituzione milanese e lombarda}, ma nazionale. E' uno dei più gran» di e più potenti istituii di credito che suino in Italia. Ed è certamente fra i più saggiamente amministrati ». Il Capo del Governo afferma che le direttive date al Presidente dell'Istituto, quando gli assegnò qua*, sto altissimo e delicatissimo compi* to, sono stale perfettamente esegui* te. Sono state, cioè, applicate le dU rettive date da lui, sia per quello che concerne la propaganda del rù sparmio,' sia e soprattutto per quei* lo che concerne la tutela del rU sparmio. Il milione e più di piccoli ri* sparmialori — dice il Duce — che ffidano a questo Istituto secolare ì loro risparmi, spesso molto sudali, anno il sacrosanto diritto di sa* ere che questi risparmi sono cu», lodili nella maniera più religiosa. Solo in questo modo . gli ufttuti di credilo, e non parlo soltanto) del vostro, acquistano prestigio, re* putazione e sicurezza ». Tutta la politica del- Governo fa* scisto è slata dominala da questo spirito di imperativo categorico? arantire il risparmio della povera ente, e soprattutto il piccolo risparmio. Rivolto alla massa degli addetti all'Istituto,.il Duce dice che essi devono avere la consapevolezza del loro dovere e della loro responsabilità, e soprattutto pensare che, collaborando fa'seistic amente con opera dei dirigenti del loro istinto, essi non soltanto contribuiscono al benessere dell'isttuto stesso dei depositanti, ma anche alla ricchezza ed al benessere dell'infera Nazione. Quindi, tra le interminabili agflauinazioni, il Duce lascia la Cassa di Risparmio e, accompagnato dalie, autorità, si reca ad inaugurare II planetario donato dal dott. Ulrico TIoepli alla Città di Milano. Nella sala dalle volta semisferica, il donatore accoglie ossequiosamente il Duce e lo saluta con accouce parole ricordando che Leonardo Da Vinci nel 1-190, in una grandiosa .ie- • sta offerta da Lodovico il Moro a Gian Galeazzo Sforza, presentava nel castello sforzesco una fantasiosa-ricostruzione del cielo stellato: « Ecco dice il dott. Heepli — la prima origine del planetario ideato dal genio italiano. Sono arrivato, dunque, con quattro secoli di ritardo con la mia offerta alla mia generosa Milano, mia diletta patria di adozione». Si spegne la luce e l'astronomo Lombardi, nei brevi momenti chei. occorrono perchè gli occhi si abitui* no al buio, ricorda il giorno in cui suo fratello aviatore portò in volo il Duce per il cielo d'Italia. Egli, e orgoglioso di condurlo oggi. addi' rittura fra gli astri. Quindi ha hio* go la visione del firmamento noi suoi aspetti, veduto dal Polo Nord,veduto da Milano, veduto dalla-lati' indine della Somalia. Rifattasi, lai luce, il Capo del Governo stringa la mano al gr. uff. Hoepli e oll'a* slronomo Lombardi, complimentan* dosi vivamente con loro. e e Al Museo della Lega Navale Terminata la cerimonia d-.ina.qgu* razione del planetario, il Duce, accompagnato dal seguito, dalle auto* ci là e continuamente acclamato, si è recato, alle 17,30, alla Villa ReaLa in via Palestro per compiere. una; rapida visita al Museo della Lega, Navale. EgLi è stato ricevuto da! comandante gr. uff. Jarack, presidente della sezione milanese della Lega Navale e segretario generale dei* l'Unione marinara d'Italia, e' da] cav. uff. Bertola, conservatore dei Museo. Il Duce è stato accompagnato a visitare le diciottó sale che compongono il Museo sito nell'ala destra della sontuosa villa e si e mostrato a più riprese soddisfatto della ricca varietà e della piena efficienza dell'esposizione per quanto, come a lui osservavano i dirigenti, gran parte del materiale — il migliore — si trovi attualmente ad Anversa dove è aperta una interessantissima Mostra marinara, che richiama sul padiglione italiano la ammirazione costante dei visitatori. Sono circa le 19. Il Duce si reca alla . sede del «Popolo d'Italia». Egli noti ha voluto, in questa sua prima giornata milanese, dimenticare il suo foglio di guerra. lVroica trincea giornalistica del combattentismo e della Rivoluzione. E prima di tutto è entrato in tipografia, volendo indugiarsi tra le maestranze, poi è salito negli uffici di redazione, poi è passato nel salone intitolato a Nicola Bonservizi. Qua lo attendevano i redattori e gli impiegati, con alla testa il redattore capo Sandro Giuliani. Il Duce si è fermato in mu¬ to raccoglimento per un minuto davanti al busto di Bonservizi, -salu,tando romanamente. Ha quindi saer lutato con cordialità a uno a uno di- tutti i presenti, poi è entrato per g. qualche momento, insieme con il no f™!e"° Arnaldo, nella stanza di di- 1 lezione, la sua stanza di lavoro. Si vin- quella che egli lasciava nell'ottobre 192? con la Rivoluzione e la Marcia su Roma quandi' il Re lo chiamava ri-|a salvare e ricostruire l'Italia. ra] MARIO BASSI Il Duce lieto sorride al popolo esultante in piana Relgioioso