Toscanini esaltato dai critici viennesi Il nuovo trionfale successo

Toscanini esaltato dai critici viennesi Il nuovo trionfale successo TEATRI Toscanini esaltato dai critici viennesi Il nuovo trionfale successo Il nuovo trionfale successo Vienna, 19, notte. Toscanini ha dato questo sera alluperà il tuo secondo e ultimo concerto viennese. Ma alla cronaca della teraia bisogna far precedere i coinmerui al conceno di ieri, giacché essi aiutano a capire in quale sialo di preparazione spirituale abbia preso posto nella sala — completamente esaurita — l'eccezionale pubblico. Già ieri ho accennalo che nei suoi giudizi, magari tenza volerlo, il pubblico viennese mira in un modo,o nell'altro a fare connoiui con la sua Filarmonica la cui iinoitiauzu è indubbiamente meritata. Uuesia tendenza trova la sua migliore espressione nel voto sinceramente formulato da alcuni critici che Toscanini Possa intlne dirigere concerti con la Inarmonica ili Vienna. E se il Maestro non tosse preso da tanti impegni Per i prossimi mesi e non nutrisse d'altro canto il legittimo desiderio di riposarsi, la realizzazione del voto potrebbe risultare abbastanza facile. Critica e pubblico partono ani dal concetto, del resto notato già l'anno scorso in occasione degli spettacoli della Scala, che sia Toscanini, l'uomo geniale, l'artista virtuoso a determinare i miracoli con elementi magari di secondario valore o per lo meno non tali da potersi, se soli, affermare in modo altrettanto brillante. Toscanini appare il direttore dotato di formidabile memoria, fanatica operosità e di un'energia che completano a meraviglia le qualità tecniche e artistiche. Dalla sua persona emana un vero fluido il quale elimina a priori osmi attitudine scettica. 11 critico del lime Wiener Tagcblatl definisce la maniera di dirigere del Maestro italiano apodittica e dice che i membri dell'orchestra da Toscanini diretta, senza essere migliori musicisti dei colleglli di qualunque altra prima orchestra del mondo, hanno quel tanto di sfumatura in fatto di disciplina e di coscienziosità musicale che assicura loro un invidiabile vantaggio. L'orchestra Filarmonica viennese è dallo scrittore viennese paragonata a un ingranaggio dalle ruote preziose, mentre l'orchestra Filarmonica newyorkese fa prevalere l'accuratezza della fusione sui pregi individuali. E qui si può aggiungere che accettando tale giudizio altro non si fa se non riconoscere che Toscanini ha imposto nel campo delle esecuzioni orchestrali quei principii che hanno formato la fortuna del teatro di prosa russo prima e del teatro- tedesco — con Reinhardi come esponente principale — poi. Gli artisti della classe di Toscanini che hanno il compito di plasmare altri artisti affinchè il prodotto della loro collaborazione risulti perfetto, non possono avere la benché minima debolezza per il sistema delle così dette stalle, sia che le stelle si librino sul palcoscenico, sia che si trovino in orchestra. Korngold, l'autorevole critico musicale della Nette Frcie Presse, ha intuito che Toscanini non ricerca « l'interessante ». 'bensì la perfezione inassiina possibile. Coinè direttore d'orchestm, lo giudica geniale, affascinante e umano, studioso diligente della partitura, cesellatore sottilissimo della figura e della frase e sempre semplice naturale ed evidente. La sua memoria ->è favolosa, il suo orecchio onnipresente; sennonché il Korngold trova che la Precisione toscanintana è dovuta più a volontà intransigente che a calore, più ad acume intellettuale e a vigilanza che ad entusiasmo. «La porfelione massima » «Cosi Toscanini, il direttore dell'orchestra della Scala, si è forgiato un docile e obbediente organo anche con l'orchestra americana ». 11 critico fa differenza fra spirito latino e spirito tedesco, e mentre è d'avviso che una orchestra viennese dà il preludio di UUonora « con più metafìsica • afferma che nel l'omeriatHo di un Fauno «li Debussy, compositore e direttore di orchestra si ritrovarono nello spirito latino. • Toscanini — scrive il Neuc 11 tener Journal — possiede la naturalezza, la magia e il fascino del grande artista. Chi ascolta è subito preso e interessato. La sua tecnica del dirigere si ditferenzia in modo sostanziale dalla maniera contemporanea tedesca di battere il tempo... ». U critico di queslo giornale, occupandosi del preludio dell'/i/co/iora, scrive che, grazie a Toscanini, la secca strumentazione di Beethoven acquista vivace colorito e l'elemento patetico beethoveniano assume qualche rosa di pittoresco. Ottimi i crescendo, regolati con metodo e con profondissima conoscenza dell'opera. Per riassumere la sua opinione sulle tre sinfonie tedesche ieri dirette dal maestro Italiano, lo scrittore scrive che, se ancora era necessario dimostrare che la musica davvero simbolica e potente racchiude in sé valore internazionale, la prova la si è avuta ieri con quella geniale esecuzione. Il problema della concezione musi cale « tedesca o latina » era stato nuovamente posto dal programma di questa sera che comprendeva: Beethoven, l'Eroica; Mendelsshon : Notturno; Scfterso; da Un sogno di una notte d'estate; Wagner: Preludio del Tannhauscr e motivo del Venusberg; Ravoi: bolero. L'Eroica è — lo si sa — il capolavoro beethoveniano del quale i tedeschi, che oggi contestano agli stranieri la possibilità di una fedele interpretazione, capirono la maestosità e la potenza alquanto tardi. Ma dal giorno in cui la capirono hanno voluto esaltare l'elemento bellicoso a scapito, in tir. certo senso, di tutti gli altri, giacché Beethoven, se senti il tragico e il doloroso delle guerre che attorno a lui in quel periodo infuriarono, senti pure la grandiosità del trionfo napoleonico e per manifestarlo fece vibrare corde che dicono gioia, vitalità, glorili. Ora, se i sentimenti del genere sono un privilegio delle razze nordiche, è chiaro che l'uditorio tedesco non potrà mai ritenersi soddisfatto se non vedrà ili orchestra suonatori tedeschi e sul podio un maestro dello stesso sangue. Però un Interprete come Toscanini, animato dalla fiera volontà di attenersi di proposito allo spirito di chi compost, non imprime all'Eroica un tono unico, ma ne colora e ne cesella — visto che il titolo di cesellatore già gli spetta — i brani seguendo Beethoven nell'avvicendarsi degli impulsi. E tale è stata l'esecuzione di questa sera, brillante per quella perfezione di dettagli e quella ricchezza di sfumature che di Toscanini costituiscono l'abitudine e il privilegio. Il Notturno e lo Scherzo di Sonno di una Notte di estate di Mendelssohn (lo Scherzo soprattutto), hanno fruttato al Maestro, dopo gli applausi calorosi acordatigli per l'Eroica, una nuova vibrante entusiastica ovazione. L'attesa della sala era però vivissima per il preludio del Tannhduser e il motivo del Monte dì Vertere, e con questo brano di Wagner (l'unico eseguito nei due concerti), Toscanini ha riportato un vero e decisivo trionfo, giudicando il quale si ha da tener presente la tradizione wagneriana di Vienna (città in cui Wagner visse e lottò) e l'attesa che nel mondo musicale tedesco e austriaco regna per la recita del Tannhauscr, oltre che del Tristano che il Maesjro dovrà diripere a Bayreuth nel luglio. Toscanini ha vinto, ha fustigato i nervi, ha elettrizzato l'uditorio, ha fatto della sua orchestra un mare sonoro che si gonfiava con ondate impetuose per poi placarsi adagio. Non si datava, soltanto si seguiva l'uomo che compiva l'incantesimo. Non descrìvo il trionfo, giacché 1 tmfNattdmdtcvccscmcscmtèsntcdpacdnScsoghunrlcfmpsBOènlgvsgndiAorpspgce a ù a n n a o a i o i o r a . , e , o a e , a ; e , a o n l a i e o o o ooila di esi oa zoo. o n aooe. a il n ea o, edi e itrionfi più bolli bisogna lasciarli immaginare : descrizioni retoriche se ne fecero e se ne faranno a non finire. Nella sala cosi presa, una sala che arrivava a dominarsi se allo spettatore raffreddato non riusciva di trattenere un colpo secco di tosse, ha quindi cominciato a destarsi e a vivere il mondo spagnuolo che evoca il Bolero di Ravel. Era capriccio o che? Un virtuosismo o un nuovo prodigio artistico? A poco a poco la gente si è trovata in una città di Castiglin per le cui strade echeggia qualche suono o canzone di nottambuli. A poco a poco suonatori e cantanti si fanno più vicini, più allegri e intensificano il ritmo per svegliare la città addormentata che infatti, sentendo il sole alle finestre, riprende a vivere. La vita ritorna come dopo un lungo torpore, gli uomini si stiracchiano con contorcimenti di danzatori casigliani. Quando si è fatto giorno pieno, quando tutti gii strumenti dell' orchestra sono entrati nell' armonia, si direbbe che appaia tutta la città invisibile. Il trionfo Il mago Toscanini batte il tempo dal cielo, isolerò finisce di colpo, secco, e di colpo il pubblico prorompe nell'applauso che si prolunga e cresce. Gli applausi scrosciano dalle file dei palchi dove seggono la Principessa Elena di Romania e la sorella Elena di Grecia, diplomatici, grandi nomi della finanza e dell'industria, il borgomastro Seitz che rivela un entusiasmo a lui ignoto. Si applaude dalle poltrone, dalla galleria, dai posti in piedi. Nei palchi gli artisti dell'Opera, cantanti musicisti ballerine, non si dominano. Gli operai della Radio, addetti alla sorveglianza dei megafoni che questa séra hanno provveduto alla trasmissione, si uniscono al coro. E comincia l'andarivieni di Toscanini dalle quinte, ove si ritira, alla ribalta dove il pubblico lo reclama e lo richiama. Quante volte abbiano chiamato non saprei dirlo; forse dieci, forse quindici. Ai cenni del masitro la Philarmonìnue di New York si leva per ringraziare. Le luci cominciano a spegnersi e il pubblico non si muove. Bisogna riaccendere. Il maestro torna. Ormai è solo sulla scena. Il successo è tutto per lui. Dal golfo dell'orchestra filarmonici viennesi, che non si sono nemmeno essi allontanati, gli tendono le mani e il maestro si china per stringerle. Questi gesti vogliono dire addio, vogliono forse dire arrivederci. Domani con treno speciale il maestro Toscanini, insieme con la famiglia e con i membri della « Filarmonica » di New York proseguirà per Budapest. Il carico dei bagagli ha avuto inizio questa sera. i. Z. All'Alfieri: Articolo quinto di Paimerini. Un grandissimo successo di ilarità ha ottenuto ieri sera Gilberto Govi. Le risate scattavano fitte, intense, si propagavano clamorose, si spegnevano a stento mentre gli attori erano costretti ì indugiare sulla battuta, affinché le parole non si perdessero nell'allegria generale. La sala gremita, elegante, compiaciuta, si divertiva un mondo, ed applaudiva calorosamente. Applausi lieti e cordiali. E Govi fu particolarmente felice anche in questo: nel sostenere, cioè, per tre atti non brevt, e affidati completamente al suo estro di macchiettista coloritissimo, l'interesse, la curiosità, l'aspettazione del pubblico. Egli non lasciò quasi mal calare il tono del successo; seppe essere in ogni scena-egualmente comico, simpatico, diciamo pure irresistibile, mentre la situazione statica, il diailogo tenue, non gli offrivano che spunti e occasioni a * soggetti », monologhi e controscene di genero. Per quanto la commedia — la solita superficiale, cliiassosa commedia dialettale — non trovasse l'aire, e non lo sospingesse verso quegli autentici moti di comicità che sollevano l'attore e Io trasfigurano, Gilberto Govi seppe trarre da ogni episodio, sottolineando e cesellando, pittoreschi effetti, spesso sfumati con abilità scalirissima. Ad ogni sua entrata, od ogni suo atteggiamento, od ogni gesto o discorso, egli imprimeva cosi un certo modo sottile e grottesco, una specie di minuzioso tratteggio caricaturale, che si mutava tosto in rilievo burlesco, tn efficàcia incisiva. Ieri sera abbiamo trovato tn questo attore più che mal nette e precise tutte le sue caratterisllche: e la curiosli maniera ch'egli ha di comporre una figurina pezzo per pezzo, e la finezza dell'espressione anche quando È tutta esteriore e, insomma, il suo talento di miniaturista ratior:-tico. La comicità di Govi è fatta di molti e disparati elementi, che si potrebbero anche rintracciare ad uno ad uno e scindere e valutare, e che si fondono poi, felicemente, in uno stile non cerio intimo e spontaneo, ma piuttosto riflesso, raffinato e a fior di pelle. Stile da macchietta, assai pili che stile propriamente comico. Macchiette che del resto giungono spesso od un senso parodistico, ad una malizia descrittiva, od una amenità eccezionali, lersera Govi sosteneva la parte di un marito, dlsgraziatissimo p esilarante, costretto a sopnortare la furiosa ed acre dominazione della moglie, della figliastra, della cognato A sua volta, per una «cric di combinazioni che sarehpe superfluo ricordare, questo povero diavolo riesce a comandare in casa sua p a soitnmeitere gli umori ribelli delle donne che per tanti anni lo hanno soggiogato. A quali battibecchi, a quali sorprese una faccenda di tal gpnere possa dar luogo é facile immaginare. Ma è più divertente vedere che immaginare gli atteggiamenti che Go*i va via via assumendo in questa domestica avventura. Abbiamo già (1p1io del successo, che si concretò in numerosi, vivacissimi applausi, a scena aperta e ad ogni fine d'atto. f. b. AL CARIGNANO la compagnia Almlrante-Rissone-Tofano metterà in scena questa sera come ultima novità della stagione: « Affari d'America » commedia in tre atti di Paul Frank. AL CHIARELLA la compagnia dell'opera comica e lirica questa sera rappresenterà a prezzi popolari: « Cavalleria rusticana » di Mascagni e « Pagliacci » di Leoncavallo. Duetti da camera a! Liceo Un concerto esclusivamente costituito da duetti da camera si svolgerà domani sera al Liceo, ad opera delle signorine Calcina e Valle, con la collaborazione pianistica del maestro Gliedinl. 11 programma comprende licder a due voci di Mendelssohn e di Schumann. due nuovissime laudi in latino del Ghedini, due madrigali di Monteverdi, e parecchie canzoni patriottiche, abruzzesi, siciliane e piemontesi, alcune originali, altre trascritte, per due voci.

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