La grande rivista militare

La grande rivista militare La grande rivista militare La rivista militare di Firenze per la sua grandiosità 0 per l'imponente cornice di popolo acclamante nella quale si è svolta, ha assunto una particolare importanza. Riproduciamo quindi dalle nostre edizioni di ieri la cronaca dell'avvenimento. Non è chi non scorga una diretta corrispondenza fra i due fatti che hanno più specialmente, potentemente caratterizzato le indimenticabili giornate fiorentine del Duce: fra il discorso da Palazzo Vecchio sabato, e la rivista militare di ieri mattina, alle Cascine. Lo stesso Mussolini, del resto, ha voluto indicare e sottolineare tale corrispondenza, quando, preannunziando la rivista, nell'ultima parte del suo discorso, con quella sua veramente latina chiarezza di concetti e plastica incisività di espressione, ha dichtarato di averla voluta precisamente Lui, 0 ... poiché le parole sono bellissima cosa, ma moschetti, mitragliatrici, navi, aeroplani e cannoni sono coso ancor più belle... »; e ricordava al proposito In. sacrosanta, non mai smen- tlta verità che «...il diritto, se non è pdtarel'dpztanmnSncMrGCssMGGRBvMaccompagnato dalla forza è una vanaIaparola... » ; e nella patria del grande Nicolò Machiavelli rievocava che « ...i profeti disarmati perirono ». L'imponente realtà La rivista militare ha costituito cosi la meglio idonea, appropriatissima appendice al discorso, pratica e viva chiosa alla lettera, anche se questa era già apparsa per se stessa perfetta di compiutezza e di evidenza solare. Ma a tanta folgorante esplicita della lettera, la chiosa ha aggiunto una dimostrazione tangibile, una concretezza materiale inflessibile, una formidabile e imponente realtà di fatti: quei fatti appunto, solidi e sicuri, che si chiamano moschetti e mitragliatrici, aeroplani e cannoni. Ma le armi, se costituiscono assai, non costituiscono tutto; costituiscono anzi una parte soltanto della preparazione e della forza di un popolo, e nemmeno forse la più difficile a ottenersi, e nemmeno forse la più importante. La spada non è che un fprro appuntito che può anche semplice eapPtFMsRlsl|ta aru!ne piu cne n ferr0' è 11 cuore ^lie c?manda alla mano, che dirige 11 'braccio. E, per questo riguardo, ogni llntepicdbndmente"pesare" a"chi lo portar ciò che\dconta, altrettanto che il ferro, è la 'mone che lo impugna, il braccio che'1Io solleva e lo vibra; ciò che impor- sù i e i i e o a e o e a - efetomezzo meccanico di difesa e di offesa si identifica con la spada; e nessun.. nroeresso di mezzi meccanici è mai b*?fj.1 ,i „ Ih^I,- im« cvalso e varrà mai a eliminare 1 In- coercibile, fondamentale principio che! ciò che sopra tutto importa in ogni lotta, in ogni conflitto, è l'individuo. ntL'arma è il mezzo, l'uomo è la vo- llontà. E nella volontà del oomnatten-• Wte, prima che nella materialità dell'arma 6 il presupposto e la ragiono mdj„n„ ,„-,*„,i„ _<.n_ ,,„i„„f*, . „«i .cdella vittoria: nella sua. volontà e nei-..a sua bravura Ed ecco nerrhè sotto be a " 1. ™««™m pquesto aspetto, la rivista militare dl,^feieri mattina ha suscitato nel popolo accorso ad ammirarla un senso profondo, maturo, reciso e certo di forza, di sicurezza, di superba potenza; perchè noi non abbiamo veduto soltanto una esposizione di armj, una ostentazione di armati; ma abbiamo avuto la percezione della quadrata disciplina e del magnifico addestramento degli individui, abbiamo riportato la sensazione esatta che alla'validità e alla terribilità delle armi corrisponde la perizia tecnica, anzi tutto, degli uomini, e più ancora corrisponde la intrepidezza e il fermo volere del cuore. L'adunata all'Ippodromo Il maggio, cosi lieto « arridente 1 nella città del flore e del leone >, ha voluto prodigare alla cerimonia, anche ieri, lo sfondo e l'ambiente di una giornata cosi delicatamente e Lucidamente primaverile, che ce ne resta ne4i occhi un'incomparabile coloritura di azzurro, tutta perfusa di barbagli d'oro. Maggio d'Italia, che per tante indistinte, ma sensibili ragioni, ci riconduceva' al pensiero che oggi prorompe e ferve per noi, per la nostra -tirpe antica e nuova, la primavera non dell'anno, ma di un secolo — come 11 Duce, ancora, ci Ha garantito nel suo epico discorso. Il maggio, cosi lieto e arridente « nella città del flore e del leone •, ha voluto prodigare alla cerimonia, anche ieri, lo sfondo e l'ambiente di una giornata cosi delicatamente e lucidamente primaverile, che ce ne resta negli occhi un'incomparabile coloritura di azzurro, tutta perfusa di barbagli d'oro. Maggio d'Italia, che per tante indistinte, ma sensibili ragioni, ci riconduceva al pensiero che oggi prorompo e fer/e per noi, per la nostra stirpe antica c nuova, la primavera non dell'anno, ma di un secolo — comò il Duce, ancora, ci ha garantito nel suo epico discorso. Poco prima dell'ora fissata non .0 crclmdspiù possibile, per l'affollamento del popolo, accedere alle tribune dell'ippodromo. Queste sono gremite di invitati. E' presente tutta l'aristocrazia fiorentina, quella del sangue, quella dell'intelligenza e della coltura, e quella del censo; è presento una larga rappresentanza delle analoghe aristocrazie di altre città italiane, e un'altrettanto larga rappresentanza delle colonie straniere di Firenze, particolarmente di inglesi e di americani. Si nota nella tribuna d'onore la Regina Sofìa di Grecia con la Principessa Irene. Si notano poi il Ministro dell'Educazione Nazionale Balbino Giuliano, il Maresciallo d'Italia eonte Pecori Giraldi, il Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Morelli, il Prefetto gr. uff. Coffari, tutti in uniforme di gala; i senatori Pelli, Fabbroni, Rama, Visconti di Modrone, Callaini, Guido Mazzoni, Chiappoli!, sarrocchi, Pullé, Ginori Conti, Serristori; gli onorevoli Guglielmotti, Fera, Amicucci, Oppo, Ridotti, Marquet, Coselschi, Bonaccini, Bruchi ; il Preside della Provincia, i vice-podestà del Comune, il Rettore Magnifico dell'Università, prof. Burci.l qalti magistrati, illustrazioni delle aiti e delle lettere, generali, presidenti di associazioni, monsignor Iosia, in rappresentanza del Cardinale Arcivescovo, Podestà dei Comuni della Toscana, autorità diverse e gerarchi della regione. Fra le signore donna Rosetta Mancini Mussolini, la contessa Della Gherardesca, la marchesa Antinori, la contessa Romei-Longhena, la baronessa Ricaso li, la contessa Canevaro, la principessa Ruffo, la duchessa di San Clemente, la contessa Digerini Nuti. Le troppe Nel prato spaziarne dell'Ippodromo le truppe sono schierate su quattro linee. 11 colpo d'occhio è impressionante: la massa compatta degli armati occupa tutta la vastissima area, estesa per un fronte di 8 chilometri, profonda quasi altrettanto. Spiccano, in quella distesa grigio-verde, macchie forti di colori, il rosso e azzurro dei pennacchi dei battaglioni di carabinieri, l'azzurro e nero del battaglione dei marinai, l'agitata iridescenza dei piumetti dei bersaglieri; emergono \dall'uniformità del quadruplice schie 'amento gli uomini a cavallo, ufficia'1' generali, ufficiali superiori, la mas sa deeh squadroni di cavalleggen; celdCpdtvnlopdhazeLtnltcMemergono le brune moli delle stazioni fotoelettriche sopra i loro autoveicoli e si appuntano in alto i cannoni antiaerei. Barbagli di armi, scintillio di oro e di argento, delle spalline e delle .. bandollere' biancheggiare dei pennac chi di airone del colonnelli, , ,, ! La prima linea, comandata dal ge nernle di Divisione Franchini, è costi tuita da due Brigate dì formazione la prima al comando del generale di • Wgt*:* f**™* J?"Pren.Ìe. ,U rugB1" mento di formazione « scuole », con duo battaglioni di allievi sottufficiali .carabinieri della Scuola di Firenze, un .... _.. _„ _iit«„j ,,«.„,-„,, j, ' „ battaglione di allievi ufficiali di com plemento di artiglieria della Scuola di ,^^ un battabglione „, allievi uffl. fiali medici della Scuola di Firenze; e un altro reggimento di formazione a a a e a a o e a a a i e a a o 0 composto da un battaglione della Ma rina e di uno dell'Aeronautica; la seconda Brigata, comandata dal genera le di Brigata Nicolosi, comprende l'Sl.o reggimento fanteria, un altro reggi mento di formazione, un battaglióne del 7.0 reggimento, un altro del 2.0 Genio radiotelegrafisti, reparti della Sanità, della Sussistenza e il gruppo someggiato del 19.0 artiglierìa da campagna. La seconda linea, comandata dal console generale Baldi, comprende un gruppo di Legioni di nove battaglioni della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale. La terza linea, comandata dal generalo di Brigata Targa, comprende un reggimento di formazione bersaglieri composto di due battaglioni ri spettivamente del 3.0 e del 5.0 bersaglieri, uno squadrone di carabinieri a cavallo, il reggimento Cavalleggerì Alessandria e tre gruppi ippotrainati del 19.o regg. artiglieria da campagna. La quarta linea, comandata dal colonnello Lo Giudice, comprende il 7.0 Centro controaereo, con un gruppo autoportato e un reparto di fotoelettricisti e un'autosezione del 7.o Centro automobilistico. Sono in totale 14.000 uomini al comando del. generale di Corpo d'Armata Romei-Longhena. Il Duce Da ogni lato del prato sono schierati gli ufficiali fuori rango, gli ufficiali in congedo, poi rappresentanze di combattenti con bandiere e gagliardetti, dei Mutilati, dei Volontari, degli invalidi c'i guerra, dei Veterani, del Garibaldini, questi con la tradizionale camicia rossa, di tutti i sodalizi militari, patriottici della Provincia. Poi avanguardisti, giovani fasciste. Balilla, Piccolo Italiane, rappresentanze di sindacati, di associazioni mutue, del- Dopolavoro, di associazioni ricrea- el Uve, Si calcola che l'insieme di tutte queste rappresentanze assommi a cir- leca 50 mila persone. Ma incalcolabile, enorme la folla poi, la sterminata folla che circonda da ogni lato l'Ippodromo, che occupa ogni viale delle Cascine, che si propaga e prolunga per le vie del corteo. E' venuta gente da tutta la Toscana. 1 treni della notte e del mattino, le tramvie interprovinciali ne hanno riversato a fiumane. Gente della città e campagne, della marina e dei monti, componenti le organizzazioni del Partito, e confuso popolo, vecchi, donne adolescenti. Alle 9,20 il Comandante del Corpo d'Armata, generale Romei-Longhena, ha assunto il comando delle truppe adunate. Alle 9,30 precise con esattezza perfettamente miniare giunge ed entra nel prato dell'Ippodromo il Duce. Le trombe squillano i tre rituali attenti. Le musiche e le fanfare intonano la Marcia Reale e poi l'inno di « Giovinezza »; le truppe presentano le armi; l'enorme folla dalle tribune tutto intorno all'Ippodromo acclama interminabilmente. Il Duce veste Pai la uniforme di Comandante generale della Milizia, con il candido pennacchio di airone sui fez nero, con il Collare dell'Annunziata, con decorazioni. Monta un cavallo di color baio. E' seguito da uno sfolgorante Stato Maggiore. Da un lato cavalcano il Ministro della Guerra, generale Gazzera, e il Capo di Stato Maggiore della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, luogotenente generale Teruzzi, e seguono a cavallo, in alta uniforme, il Segretario del Partito S. E. Turati, il Ministro della Marina, ammiraglio Si rianni, il Ministro dell'Aeronautica, gen. Balbo, i Sottosegretari Giunta, Ricci, Piet'azzl, il gen. Montanari, comandante designato di Armala, l'on. Landò Ferretti, Capo Ufficio Stampa del Capo del Governo e Console generale della Milizia, il segretario particolare del Capo del Governo, console generale della Milizia Chi-avolini, il podestà di Firenze, conte Della Gherardesca in divisa di capitano dei Dragoni Genova, il Segretario Federale di ssdapclzlei nfpvnasgvvnlpnpAniveFirenze, seniore Pavolini, e altri uffl-ie e e , i . , - e ciali generali dell'Esercito e della Milizia. Segue poi un plotone di carabinieri a cavallo. Il generale Romei-Longhena galoppa incontro al Capo del Governo e gli presenta le truppe. Dal fondo dell'Ippodromo v:ene innalzata in vetta a lunghe asie una serie di cartelli bianchi con lettere nere che compongono la scritta: « Viva Mussolini ». Mentre la musica continua ad alternare la «Marcia Reale» all'inno «Giovinezza» e memre la folla non si stanca di applaudire, il Duce percorre le quattro fronti successivamenie delle truppe passandole in rivista. Poi con il suo Stato Maggiore ritorna al centro della fronte dello schieramento, e sale su un rialzo di terreno. Grandeggia allo a cavallo, diritto, solenne, magnifico; e dietro a lui, a semicerchio, si spiega il suo seguito. Le truppe vengono ammassandosi per procedere alla sfilata in paraia. E questa comincia. Avanza la musica dei carabinieri; poi un plotone di ufficiali dei carabineri, quelli del corso di perfezionamento presso la Scuola di Firenze, poi, compagnie in linea di fianco con plotoni affiancati, il battaglione allievi sottufficiali del carabinieri della Scuola stessa. E' un fiume che scorre di rosso e. di azzurro, di nero e di bianco; poi una corrente di grigio con scintillìi dorati; gli allievi ufficiali di artiglieria della Scuola di Lucca; poi una corrente grigio cinerina: gli allievi ufficiali medici; poi neri e azzurri: i marinai, il battaglione venuto dalla Spezia con la musica; poi grigi azzurrini: gli avieri, un battaglione con musica c bandiera. Si succedono a ritmico intervallo i secchi comandi dell'attenti a destra. Tutti i volti dei marciami si voltano di scatto al Duce, tutti gli occhi si affissano a Lui; e Lui risponde volta a volta al saluto: saluta le bandiere. Ed ecco dall'alto un rombo sonoro che cresce: avanzano nel cielo, sul campo, e trasvolano, pattuglie di velivoli da '.accia nella caratteristica formazione a iriangolo. La regolarità, l'ordine del volo sono perfetti; le formazioni vengono mantenute con una rigorosità di disegno geometrico. E nel campo intanto continua la sfilata; passa la seconda Brigata di formazione, l'S4.o reggimento con la gloriosa bandiera decorala di medaglia d'oro a Sciara-Sciat. E in alto ancora rom ba possente, ?. t-rasvolu, uno stormo di velivoli da ricognizione, da bombardamento: quattro squadriglie di 9 ap parecchi ciascuna, ciascuna disposta ancora a triangolo, proprio come ve lano lo gru e gli altri uccelli migratori. Meravigliosa l'esattezza con cui la formazione viene mantenuta, come se un solo uomo manovrasse tutto l'insieme dei 36 apparecchi, oome se Questi fossero rigidamente legati l'uno all'altro per un invisibile filo E la sfilata delle truppe continua irà le ovazioni sempre rinnovate, insi stenti della folla. Passa 11 genio; passano la sanità, la sussistenza, la guardia di finanza, poi un gruppo di artiglieria someggiata del 19.o da campagna. Esaurita la prima linea comincia lo sfllamento della seconda. Sono le Camicie Nere del gruppo ■ Firenze », la Legione Francesco Ferrucci, la Legione Marzocco, la 85.a Legione e la 7.a della Milizia Ferroviaria, e i battaglioni di assalto, con le sezioni dei mitraglieri. E' la Rivoluzione fascista inquadrata nell'esercito che passa. E la folla applaude e grida evviva. Davanti al Duce i reparti gettano il saluto alla voce: «a noi». Un altro stormo di velivoli nel cielo: questo nella formazione di unico triangolo di 40 apparecchi, divisi in due divergenti linee che si congiungono al vertice. E sfila la terza linea. Incalzano le note della fanfara dei bersaglieri; sfilano i bersaglieri al passo di corsa, le piume al vento. Dietro a loro avanzano al galoppo i carabinieri a cavallo, poi il reggimento dei Cavalleggeri Alessandria. Sono reclute queste che non hanno nemmeno due mesi di istruzione, e sfilano al galoppo meravigliosamente, con la sicurezza di esperti cavalieri, con l'ordine di truppa lungamente addestrata e sperimentata. E l velivoli tornano sopra 11 campo In formazione stavolta di battaglia. E sopra di tutti altissimi, altri velivoli cominciano un gioco di fumate. Lasciandosi dietro una scia di candido fumo, come un nastro che via via si dispieghi, vanno disegnando e scrivendo sullo sfondo del terso azzurro. Disegnano cosi in cielo la sagoma enorme di un Fascio littorio, la scure col taglio volto allo zenit e ti Fascio delle verghe che sotto si integra per una lunghezza corrispondente forse al maggior asse dell'lppndromo. E scrivono una due tre volte, a lettere che campeggiano enormi nell'emisfero celeste, là parola « Dux •. Ma ancora maggior meraviglia. Mpntre nel prato sfilano i gruppi ippoitrainati del 19.o Artiglieria da campa- blelcdsIgestdnticlgdLnEldldpsissrMli a n i , e : o l a , a E ; a o i a e i e o e o à gna, poi gli autocarri con i cannoni contraerei, e le macchine fotoelettriche, e la Sezione automobilistica, uno stormo di velivoli avanza; e la sua stessa formazione, ora. con l'ordinata perfetta disposizione degli apparecchi compone la parola «.Dux». L'ovazione della folla prorompe strepitosa, si prolunga per vari minuti, fino a che gli apparecchi, sempre mantenendo la formazione > Dux » dileguano all'orizzonte. « Avete sfilato in modo superbo » Le truppe si sono ammassate ora e disposte in tre file successive in profondità sui tre lati di un quadrato, al cui centro è il Duce. Il comando di « attenti ». 11 Duce si solle\'a dritto sulle.staffe e ad alta voce squillante dice: « Ufficiali, sottufficiali, soldati dell'Esercito, della Marina, dell'Aviazione, drlla Milizia! « Avete sfilato in modo superbo. Vi elogio. Quando la gioventù è inquadrata alle armi, il nostro primo pen siero devoto va alla Maestà del Re, Capo supremo di tutte le forze dello Stato. Che egli ci dia. un ordine c noi 10 eseguiremo fino in fondo. Preparate 11 braccio e il cuore, perchè quando la Patria chiamerà voi siate pronti a difenderla. « Firenze fasristissìma si ricorderà per molto tempo di questa grande giornata e dello spettacolo splendido che voi le avete offerto'. Le truppe presentano le armi, le musiche intonano la Marcia Reale, E il Duce, seguito dal suo Stato Maggiore e dal plotone di Carabinieri a cavallo, si avvia all'uscita dell'Ippodromo mentre la folla acclama, grida « evviva », invoca con gran tuono dì voce: «Duce, Duce! ». E' un delirio di applausi, uno sventolio di bandiere, tutte le manifestazioni del più acceso, frenetico entusiasmo. Il Duce cavalca per il viale del Re, avvolto in questo uragano di esultanza popolare; poi per il Lungarno, per via Torna buoni, per via Strozzi. Indescrivibile la scena in piazza Vittorio Emanuele. Le ovazioni della folla sono un tuono strepitoso. Si agitano bandiere; la gente sventola i fazzoletti, getta in aria i cappelli; dalle fl. n est re lo signore buttano fiori a fasci. Il Duce cavalca nello strepitoso tumulto, alto, sorridente, bellissimo. Il suo lungo pennacchio di airone freme al vento, in vetta a tantn entusiasmo di popolo. In Piazza del Duomo sono schierato le Scuole elementari: I bim hi accolgono il Duce gettando fiori, gridando con argentina voce squillante: « Alala! ». Poi il Duce continua per via del Martelli, fino a. Palazzo Riccardi.