Il filtro della discordia

Il filtro della discordia Il filtro della discordia La parte della « medicona » nell'episodio di Magliano Alpi o a , o i , , o o o o d a o 1 o Magliano Alpi, IT, notte. Chi, partito da Torino con in mente di avviarsi al paese dove in ipieno secolo XX corre voce si rintani uno stregone, giunga a Magliano Alpi in pieno meriggio di primavera, prova una ben grossa delusione. A ragionare di stregoni, da niente corre di per sè, fino ad immaginarsi grotte, caverne pau rose, civette spennate, alambicchi dove stanno colando filtri magici e cento altre diavolerie. In mezzo a questo te tro armamentario si pensa che, secondo come vogliono lo fiabe, stia un omino fasciato da lunga palandrana nera, più o meno cosparsa di stelle e d'altri simboli ultraterreni. Pino a Carrù invece il treno passa a traverso la più bella plaga che uomo si possa immaginare, lungo la valle del Tanaro, a fianco delle Langhe doviziose di vigneti, tra campi opulenti di grano e di frumento. Da Carrù poi, lino a Magliano la strada s'inoltra in piena campagna, e l'aria d'intorno è solo impregnata del grato odore del fieno maggengo che punteggia i prati con la miriade dei suoi fiori variopinti. NuMa, proprio nulla vi è in questo paese che possa anche alla lontana far pensare a sortilegi e diavolerie del genere. Eppure tutti parlano del mascón e ciò* di Giovanni Battista Bovere, cui sono stati ambiati appellativi e prerogative di stregone in seguito a certe vertenze sorte tra lui ed i suoi vicini di cascina Airaldi. Il rifugio del mascón è presto trovato, tra le non molte case di frazione S. Giacomo, la seconda e più importante rielle, tre che formano il comune di Magliano. Appena s'apre il cancellerò d'un rosso stinto che dà sulla strada, s'entra nel cortile che pur dovrebbe cingere la spelonca delio stregone, ma nepptir qui v'è nulla di arcano: quei fiori rossi che risaltano nel verde del cespuglio che dovrebbero servire a chissà anali nitri stregati, non sono altro che rose, sotto la tettoia non v'ò il carro delle streghe ma un pesante camion, sul pergolato fioriscono a pannocchie le orlicene!. La casa è una linda costruzione rurali e. cosi che il visitatore, il quale vorrebbe scovare dalla memoria le frasi che la nonna narrava esser il richiamo delle streghe, si lenita a chiamare il mascón con il nome' ed il cognome quali stanno scrini allo stato civile: «Giovanni Rovere...". 11 chiamato appare: nel vano della porta che mena alla 6talla dove scalpita un cavallo bianco, si inquadra la sua figura massiccia. Quello lo stregone'/ Impossibile. La sua faccia bianca e rossa, incorniciata dalla folta barba candida, dove gli occhi accompagnano chiari il sorriso cordiale delle labbra, vai più di qualsiasi arringa in suo favore. Lo stregone polirà essere temibile avversario a giocar a tarrocchi od a boccio, ma a far sortilegi no, assolutamente no. Quando apprende lo scorto della ■nostra visita, prima ride, ipoi esprime la sua meraviglia che si possa venir «li tanto lontano, per veder sortilegi che lui ha mal fatto. Per tu'tn il resto, e cioè iper quanto gli * avvenuto con i vicini di casa Airaldi, conferma di aver incaricato della propria difesa l'avv. Bassignano di Cuneo. Qui niente a che fare, quasi in faccia e la rasa degli Airaldi, andiamo quindi a. sentire le « vittime » del mascón. « Lo stregone? — dicono questi — mai visto. E negano, negano ogni cosa, essi non hanno mai detto che il loro vicino fosse dotato di qualità malefiche. Dunque? Calunnia, diceria popolare, falsa denuncia? Dai racconti dei libri di fate la mente sta ora per passare agli articoli del Codice Penale, ed il visitatore va a cercare lungi dalle parti in causa qualche elemento che faccia un po' di luce nella intricata vicenda e dica almeno da qual parte sta la troppa fantasia. Con tanta gente che parla della faccenda non 6 difficile trovare risposta esauriente a tali legittime domande. La figura dello stregone scompare, dietro lo spalle quadrate di Giovanni Battista Rovere, impresario costruttore, si profila quella di Muliii, ohe di filtri ed esorcismi ha riempito non solo Magliano, ma tutti I comuni della plaga. Chi sia questa donna che è riuscita a mettere a soqquadro mezzo il paese, ed ha potuto scindere d'un (ratto l'amicizia durata tanti anni tra i Rovere e gli Airaldi, è presto detto: medicona, cioè l'ultima trasformazione delle streghe che da mille e mill'anni deliziano la comunità degli uomini. Da Crescenti no, suo paese d'origine, Mujin, con la borsa dell'erbe, la bottiglietta dell'i elisir di lunga vita » nella sacca è giunta f.no alle rive del Tanaro, s'è stabilita a Magliano, ha dominalo il paese. Che cosa sia capiiato tra la popolazione rurale del luogo, ossessionata dalla medicona, non sì può facilmente ripetere. Tuite le case, tutte le stalle sono stato visitate dalla donna che recava l'orba per guarire 1 reumi assieme a quella per far aumentare il latte alle mucche. Presto medico e veterinario si trovarono con assai tempo libero per giocare a scopa, ma Mafln voleva il trionfo completo. Non le bastava che si oredesse possibile a mezzo suo guarir la sciatica e il mail di capo, essa aveva raggiunta la fama di dieci dottori messi insieme,-ora voleva andare oltre e cosi sorse la storta del malocchio, L'unico, o quasi, e1"- non lamp«gnissmrLrm«aslsgpBclsdnsMsmgdmè l'aveva ricevuta in casa era il Bovere, a lui toccò quindi di essere preso di mira dalla donna. Ln Majin si trovava presso lo Stefano Airaldi, intenta a « guarirlo » d'una grave perdita di sangue dal naso. Sia detto a titolo di cronaca che l'Airaldi guarì solo in seguito, in una clinica torinese dove fu trasportato — le erbe avevano fallito lo scopo, gli esorcismi anche, alla sua mente «i presentavano ormai due sole risoluzioni: o il dottore, o gli spiriti. La donna, e con lei gli Airaldi preferirono la seconda ipolest, la fama di mnsrón era cosi ambiata al Rovere: « il primo che entrerà qui dentro — aveva detto Majin — vedendo a venire 1 Roverp, è quello che vi porla ogni sciagura ». Le conseguenze sono ormai note: l'Airaldi per guarire dovette rassegnarsi a farsi curare dai medici, in più ora gli sta sul capo la denuncia giacente presso la Procura del Re di Cuneo, Il Bovere da parte sua lia passato parecchie grane ed ha dovuto ricorrere alla legge per scrollarsi di. dosso la poco simpatica fama. Majln, la responsaliile di tutto intanto ha fatto fagotto, è tornata a Crescentino, Tecando nella sacca delle erbe i soldi spillati ai creduloni di Magliano e paesi vicini. A Magliano ora si comincia a ridere non solò della medicona, ima anche del mascàri e si attende con serenità il giorno del dibattimento, poiché pare sia intenzione degli amici comuni alle due parti di far concludere la lite con un gran pranzo di pace, alla maniera buona della buona gente di campagna. C. 0.

Luoghi citati: Carrù, Crescentino, Cuneo, Magliano Alpi, Torino