L'elogio alle Forze Armate

L'elogio alle Forze Armate L'elogio alle Forze Armate E la sfilata delle truppe continua tra le ovazioni sempre rinnovate, insistenti della folla. Passa il genio; passano la sanità, la sussistenza, là guardia di finanza, poi un gruppo di artiglieria someggiata del 19.o_da campagna. Esaurita la prima linea comincia lo slilamonto della seconda. Sono le Camicie Nere del gruppo « Firenze », la Legione Francesco Ferrucci, la Legione Marzocco, la 85.a Legione la 7.a della Milizia Ferroviaria, e battaglioni di assalto, con le sezioni dei mitraglieri. E' la Rivoluzione rascista inquadrata nell'esercito che passa. E la folla applaude e grida evviva. Davanti al Duce i reparti gettano il saluto alla voce: « A noi ». Un altro stormo di velivoli nel cielo: questo nella formazione di unico triangolo di 40 apparecchi, divisi in due divergenti linee che si congiungono al vertice. E stila la terza linea. Incalzano le note della fanfara dei besaglièrffsfllano i bersaglieri al passo di corsa, le piume al vento. Dietro a loro avanzano al galoppo i carabinieri a cavallo, poi il regginicnto dei Cavalleggeri Alessandria. Sono reclute queste che non hanno nemmeno due mesi di istruzione! e sfilano al galoppo meravigliosamente, con la sicurezza dì esperti cavalieri, con 'l'ordine di truppa lungamente addestrata e sperimentata. E i velivoli tornano sopra il campo in formazione stavolta di battaglia. E sopra di tutti altissimi, altri velivoli cominciano un gioco dì fumate. Lasciandosi dietro una. scia di candido fumo, come un nastro che via via sì dispieghi, vanno disegnando e scrivendo sullo sfondo del terso azzurro. Disegnano così in cielo la sagoma enorme di un Fascio littorio, la scure col taglio volto allo zenit e 11 Fascio delle verghe che sotto si integra per una lunghezza corrispondente forse al maggior asse dell'Ippodromo. E scrivono una due tre volte, a lettere che campeggiano enormi nell'emisfero celeste, la parola « Dux ». Ma ancora maggior meraviglia. Mentre nel prato sfilano i gruppi ippotrainati del 19.0 Artiglieria da campagna, poi gli autocarri con i cannoni ontraerei, e le macchine fotoelettriche, e la Sezione automobilistica, uno tornio di velivoli avanza; e la sua stessa formazione, ora, con l'ordinata perfetta disposizione degli apparecchi compone la parola « Dux ». L'ovazione della folla prorompe strepitosa, si prolunga per vari minuti, fino a che gli apparecchi, sempre mantenendo la formazione « Dux » dileguano all'oriz zonte. « Avete sfilato in modo superbo » Le truppe si sono ammassate ora e disposte in tre file successive in profondità sui tre- lati di un quadrato, al cui centro è il Duce. 11 comando di « attenti ». Il Duce si solleva dritto sulle staffo e ad alta voce squillante dice: « Ufficiali, sottufficiali, soldati del l'Esercito, della Marina, dell'Aviario ne, della Milizia! « Avete sfilato in modo superbo- Vi elo'jio. Quando la gioventù è inquadrala alle armi, il nostro primo pcn siero devoto va alla Maestà del He, Capo supremo di tutte le forze dello Stato. Che eoli ci dia un ordine e noi 10 eseguiremo fino in fondo. Preparate 11 braccio e il ótiore perchè Quando la Patria chiamerà, voi siate pronti a difenderla. « Firenze fascistissima si ricorderà per molto tempo di questa grande giornata e dello spettacolo splendido che voi, le avete offerto ». Le truppe presentano le armi, le musiche intonano la Marcia Reale. E il Duce, seguito dal suo Stato Maggiore e dal plotone di Carabinieri a cavallo, si avvia all'uscita dell'Ippodromo mentre la folla acclama, grida «evviva», invoca con gran tuono di voce : a Duce, Duce! ». E' un delirio di applausi, uno sventolio di bandiere, tutte le manifestazioni del più acceso, frenetico entusiasmo. 11 Duce cavalca per il viale del Re, avvolto in questo uragano di esultanza popolare; poi per il Lungarno, per via Tornabuoni, per via Strozzi. Indescrivibile la scena In piazza Vittorio Emanuele. Le ovazioni della folla sono un tuono strepitoso. Si agitano bandiere; la gente sventola i fazzoletti, getta in aria i cappelli; dalle fi¬ nestre le signore buttano fluii a fasci. li Duco cavalca nello strepitoso tumul- to, alto, sorridente, bollissimo. Il suo lungo pennacchio di airone freme al vento, in vetta a tanto entusiasmo di popolo- In Piazza del Duomo sono schierate le Scuole elementari. I bimbi accolgono il Duce gettando fiori, gridando con argentina voce squillante: «Alala!». Poi il Duce continua per via dei Martelli, fino a Palazzo Riccardi. Le visito e le cerimonie pomeridiane sono cominciate allo :t con la visita alla Scuola allievi ufficia li medici, dove il Capo del Governo e stato ricevuto dal comandante generale Grinoni. Lo attendevano nell'interno della Caserma i ministri Gazzera, Sirianni, Balbo e Giuliano, i Sottosegretari Giunta, Fani, Ricci, Morelli, Trigona, Pierazzi, Serpieri, il Segretario del Partito, S. E. Turati. Dopo aver passato In rivista, al suono della Marcia Reale,- i reparti dei giovani allievi, il Duce ha voluto rivolgere loro una parola di saluto. Agli allievi ufficiali medici Fgli ha detto:' « Il compilo al quale vi preparate sia per il tempo di pace che per il tempo di guerra, è nobilissimo non soltanto dal punto di vista fisico, ma anche da quello morale. .\oiz siete, non sarete soltanto dei medici, ma dovete essere in ogni circostanza, di pace o di guerra, anche degli educatori. «Non ho bisogno di sottolineare a voi la grande e delicata responsabilità che avete in tempo di guerra. Coloro che come me hanno vissuto la guerra, ricordano te infermerie inwrovuisate ai margini della trincea e nelle immediate retrovie, ricordano e valutano l'opera dei medici. Essi mi hanno salvalo. Tulli quelli che hanno fatto la guerra, sanno con quanta abnegazione, con quanto spirilo di sacrificio, con quanto coraggio i medici abbiano assolto il loro compitai « Qualche volta e accaduto che il medico abbia lascialo il suo posto agli infermieri, abbui irreso il moschetto, e sia corso in linea quando vi era da parare un pencolo imminente. Siate fieri di queste tradizioni, abbiate sempre altissimo il senso della vostra missione e della vostra responsabilità. « Siate in ogni circostanza degni di portare la gloriosa divisa grigioverde del fante itaiiano, che è stata consacrata durante il sacrificio della guerra e baciata dal sole della vittoria ». Dopo avere visitato i vari locali della Scuola, e dopo essersi soffermato innanzi al monumento del medico italiano che sorge in un conile della Scuola, il Duce è uscito I>er recarsi a visitare la Casa del Fascio dove era riunito ad attenderlo tutto il fascismo fiorentine. Il Duce, che era accompagnato nella visita dal Segretario Federale, dottor Pavolini, e dall'on. Ridolfl, e stato accolto dalla ovazione più appassionata. E^li ha voluto visitare tutti 1 locali, tutti gli uffici e le varie sale di riunione. In atto di omaggio sono stati offerti molti fiori e dei doni, tra questi due volumi di studi ferrucciani, editi dal Comitato per le onoranze all'eroe di Gavinana. Tra gli artigiani Attraverso via delle Colonne, via Manzoni, piazza Beccaria e il Lungo Arno, il Duce si e recato quindi a visitare ì campionati di mestiere fra apprendisti dello Botteghe artigiane fiorentine, che si svolgono nei locali perfettamente attrezzati della Scuola professionale « Leonardo da Vinci » in via dei Malcontenti. Nel grande giardino adiacente alla Scuola, migliaia di maestri artigiani e apprendisti allievi della Scuola hanno aaccolto il Duecenti una fervidissima dimostrazione. Le insegne delle arti venivano agitate in sogno ili giubilo, e i giovani lanciavano rami di alloro sotto il passo del Duce. A ricevere questi erano S. 15. Trigona, l'on. Buronzo, commissario della Confederazione degli Artigiani, il dottor Gattlnarà, segretario generalo, il Direttore e il vice-Direttore della scuola « Leonardo da Vinci » e uno stuolo di capi d'arte e di capi comunità. Prima di entrare nella grande sala, dove si svolgono i campionati di mestiere, è stato offerto al Duce dal maniscalco Cecchini un ferro di ta- vailo collie \oto di buon augurio; Fot- r-rita. e stata accolta con affabili e ar gll|0 parole del Duce. Su preghiera del maestro artigiano Rocca, il Duce ha poi, col martello presentatogli dal pie- eolissimo apprendista. Giorgio, dato simbolica validità ai campionati, imprimendo un conio sulla lastra predisposta sopra una incudine. Al colpo di martello il coro degli artigiani rurali di' Legnaia ha cantato «Giovinezza» lanciando fiori di campo. I fabbri Ceroti e Barbieri hanno poi offerto al Duce il classico grembiale di cuoio, che è tipico del mestiere, e l'incisore Versi gli ha offerto una medaglia con l'immagine di Francesco Ferrucci. Minuzioso e stato l'interesse del Duco per i concorrenti ai campionati, che si svolgono in un' grande salone decorato con grafici che illustrano la prò liricità, delle famiglie artigiane, e l'alta frequenza delle attività artigianali in Italia nei confronti degli altari paesi. Il Duce si e soffermato dinanzi exl iogni singolo oggetto in lavorazione, chiedendo ragguagli e discorrendo con gli apprendisti. Quindi, fatto segno ad una grande acclamazione, ha lasciato la «scuola «Leonardo da Vinci». Una pagina di Machiavelli Alle 17 precise il Capo del Governo è giunto al Palazzo dei Giudici, nella piazza omonima, per l'inaugurazione del Museo Nazionale di Storia della scienza. Erano a ricevere il Capo del Governo 11 principe Ginori Conti, presidente dell'Istituto e della esposizione 41 Storia della scienza; il sen. prof. Garbasse, il prog. Corsini, il prof. Brussi, direttore della Biblioteca Nazionale, e Raffaello Bacci, segretario della Mostra Istoria della scienza. Mussolini ha visitato le sale del Museo, interessandosi particolarmente ad ogni cimelio e documento, e dimostrando la sua stupefacente informazione e competenza in ogni ramo della cultura. Egli si è soffermato a considerare con speciale attenzione un codice autografo del Machiavelli. Alla pagina aperta si leggeva fra l'altro, di pugno del grande fiorentino: « ... Gli uomini, il fenro, i denari et il pane sono el nervo della guerra: ma di questi quattro sono più necessari i primi due, perchè gli uomini et il ferro trovano i denari et il nane; ma il pane et i denari non trovano gli uomini et il ferro... ». E più sotto: « ... 11 disarmato ricco è premio del soldato povero... ». Al Duce, che ei è trattenuto al Museo oltre mezz'ora, il principe Ginori Conti ha offerto una copia del catalogo della Mostra Istoria della scienza, e un album con riproduzione di figure e dìsegni trasmessi col pantelegrafo Caselli, precursore di 70 anni della attuale televisione. E il sen. Garbasso ha offerto una copia fedele del pìccolo cannocchiale di Galileo, eseguita dal signor Cipriani, assistente al Museo della Specola. Mussolini ha molto gradito i doni ed ha espresso il suo alto compiacimento per questa prima realizzazione dì un Museo Nazionale di Storia della scienza, manifestando la volontà che l'opera, iniziata in silenzio da pochi volenterosi, debba essere continuata nno ad assurgere a quella compiutezza che la grandiosità stessa dell'idea Un :pone. I rurali Di importanza davvero eccezionale è riuscita quindi la grande adunata dei rurali indetta dalla Confederazione Nazionale degli agricoltori al piazzale del Re alle Cascine. Molto prima delle 15, il vasto piazzale del Re è già quasi completamente stipalo dalle rappresentanze agrarie di tutta la provincia di Firenze. Alle 16 giunge la colonna dei rurali al comando del conte Venerosi Pesciolini e del centurione Faccioli. Seguono la musica della Milizia, le scuole dei giovani coloni dei vari capiluogo della regione; vengono quindi i gerarchi sindacali delle varie organizzazioni agrarie e i gagliardetti dei Sindacati tecnici agricoli. Seguono le rappresentanze della prima zona, Mugello e Romagna Toscana, della seconda zona della Valle di Sieve e del Valdarno Superiore, della terza zona comprendente Tancasciano e Greve; poi le rappresentanze dell'Empolese e della Val d'Elsa, dei comuni del Pratese e della Valle del Bisenzio e dei comuni di Fiesole, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino e Signa. Alle ore 17,31) il Duce, accompagnato I Idalie autorità, e giunto al piazzale del pne al R. Istituto Superiore agrario fo-'"s««onnPjvpdesarestale. A riceverlo alt'ingresso si trovavano il Sottosegretario alla, bonifica integrale S. E. Serpieri, l'on. Cacciari presidente della Confederazione degli agricoltori, il marchese Gondi, il prof. Gennari, il prof. Petrocchi e il prof. Palazzo, direttore dell'Istituto, mentre le molte migliaia di rurali fiorentini adunati nel grande piazzale acclamavano con fervidissimo entusiasmo. Prestavano servizio d'onere la Milizia forestale e quella universttaria. Nelle sale della direzione sono stati presentati al Duce il Corpo Accademi- j lco e il consiglio di amministrazione dell'istituto. Quindi il Duce, seguito daj tutti i professori, ò entrato nell'Aula Magna fra il vibrante « alala » delle rappresentanze dei rurali e dogli allievi dell'Istituto, fra i quali in prima 'inea gli ufficiali della Milizia forestale che frequentano i corsi di perfezionamento. S. E. Serpieri ha. espresso 1 PgMns, i se/151 di gratitudine e di orgoglio del^o a l'Istituto per l'ambitissima visita, del Duce. Accennalo agli sviluppi doli'Istiuto stesso negli ultimi anni, ha annunziato l'attribuzione all'Istituto, per parte del Consiglio provinciale dell'Economia, di una fattoria, nella quale gli allievi potranno trarre vantaggio non solo di istruzione ma anche di educazione rurale. Ha quindi segnalalo che la Regia Accademia dei Georgofili ha deliberato un premio di lire 50 mila per la migliore opera che tratterà: « Della politica rurale del Regime»; e questo per solennizzare tangibilmente la venuta del Duce nella terra toscana. La battaglia per la terra Ha. preso quindi la parola il Duce. Dopo aver espresso la propria soddisfazione a S. E. Serpieri per i dati ed i propositi espressi nel suo discorso, il Capo del Governo si dice lieto di trovarsi innanzi ai giovani che si dedicano ai problemi dell'agricoltura. Rileva poi come, fino a dieci anni fa, la agricoltura fosse negletta sia dalla popolazione, sia dalla classe dirigente, tanto che i rurali venivano considerati come una classe di secondo rango. Og gl invece la situazione è cambiata. Le discipline agrarie stanno riacquistando il loro splendore, e i contadini autentici sono ciii'&iitii al pari, anzi più degli altri. Oggi si può dire che si passi dall'avvocatura all'agricoltura, Il Duce esprime la convinzione che in questi ultimi tempi i-agricoltura ab- Dia -fatto un notevole balzo In avanti; ma non basta, bisogna ancora miglio-j rare la agricoltura, perfezionarla nella,jtecnica, ed ottenere i massimi risultati con il minimo sforzo: occorre si crei|lo stato maggiore della tecnica agrico- la, sicché in tutti i palesi ci siano uo- mini che hanno studiato con passione (i vari problemi che alla terra si riferi-(o o l scono, e che diffondono il loro sapere in mezzo alle truppe, in mezzo ai contadini. Il Capo del Governo conclude ripetendo che perciò la borghesia italiana deve mandare i suoi figli ! alla Scuola agraria, e incitando i gio-j vani allievi della Scuola agraria a diventare apostoli ed educatori dello nuove generazioni di contadini. I rurali, che sono stati le gloriose fanterie della Guerra e della Rivoluzione, saranno i vittoriosi della battaglia per la terra, che è battaglia per la ricchezza d'Italia. Un nuovo poderoso « alala » saluta le parole del Duce. Dopo le acclamazioni che hanno accolto il suo discorso, egli si affaccia da una finestra dell'istituto sul piazzale, ed è freneticamente acclamato dalla folla dei rurali ivi radunati. Dopo avere cordialmente ricevuto il Consiglio dilettivo della R. Accademia dei Georgotlli, i presidenti delle Federazioni iasciste e degli agricoltori di tutta la Toscana, presentati dall'on. Cacciari, e le rappresentanze della Sezione agricola forestale, del Consiglio provinciale dell'Economia, della Federazione agricoltori di Firenze, di quella dei tecnici agricoli, dell'Unione sindacati dell'agricoltura, della Cattedra ambulante, della Commissione granaria, del Consorzio agrario e del Consorzio provinciale di viticoltura, e dopo aver passato in rassegna cinquanta ufficiali della Milizia forestale, il Duce è sceso nel Piazzale del Re, fra i rurali, che lo hanno accolto con reiterate ovazioni. Egli ha voluto rivolgere anche ad essi la sua parola, dichiarandosi lieto che la sua giornata fiorentina si concluda con una simpatica e significativa adunata di rurali, dinanzi ad un Istituto il cui scopo 6 quello della valorizzazione della terra; esprime la propria simpatia per i contadini e i proprietari, che si occupano veramente delle loro terre. Conclude dichiarando di contare sulla collaborazione di tutti coloro che vivono della terra. Dopo una rapida visita ai laboratori, gabinetti ed aule dell'Istituto, il Duce si è recato alla vicina Scuola media di pomologia, ricevuto dal' presidente marchese Fresoobaldi, e soffermandosi a Uà Scuola dì economìa domestica, fr gli scroscianti applusi deLle allieve. Ad accogliere il Duce all'ingresso della R. Scuola agraria media specializzata per la pomologia, ortico-Ltura e giardinaggio, erano presenti il presidente, conte Pelli Fabbroni, ed II Consiglio di amministrazione al completo, il direttore prof. Morettini, 1 profes aori, i tecnici, gli alunni e gli operai dell'azienda agraria. Dopo le presentazioni, accompagnato li al conte Pelli Fabbroni, dal direttorede seguito, u uuce na visitato u giardino e le serre costituenti la sezione fiori-tela dell'Azienda agraria della scuola, e i. S£,„u ri» e f Vm»ri » 3«i ■ìli; n t?' \ , P- L?*1 .■ìguito. il Duce ha visitato il giardino I II giardino premontava un aspettò deli poso per la dovizia dei fiori. 11 Duca'"* visitato poi ed ammirato le bellissime serre contenenti collezioni dii « caladium », di « croton » e degli « anihurium, » con numerose varietà) ottenuto par incrocio e che costituiscono una specialità della Scuola. 11 Duca ni è quindi degnalo di accettare dali Presidente un omaggio di fiori da injviare a Donna Rachele. Data l'ora tarda, la visita non si é potuta estendere alle altre due Sezioni dell'azienda, l'orticola e la frutticola, ed il Capo del Governo, lasciando lai scuola, si e quindi recato direttamente al vìllico della nipote presso cui al* j loggia in piazza. D'Azeglio _ . j li ricevimento a Palazzo Riccardi A sera si svolto il ricevimento al Palazzo Riccardi. Nell'austero e magnifico palazzo, che vide la gloria d«i Medici, nello sale di Luca di Giorda.no, di Carlo Vili, per tutta la successione rloi principeschi ambienti, sfar- i zosi di luci e di colori, adorni di pre^ziose operè „.arle e m spleMide d£co. razioni, si e accolta ieri sera la più l a i e uù eletta aristocrazia fiorentina, i rappresentanti più insigni del patriziato a dell'intelligenza, dell'attività politica e del censo. Una festa di portentosa eleganza, t più bei nomi gentilizi fiorentini, damai di una grazia affascinante, sontuosità! di abiti, scintillio di gemme, .sfarzo di divise. Quando' il Duce, accompagnato dall'on. Landò Ferretti e dal suo segretario Chiavolino, è entrato nel salone di Carlo Vili, la folla degli invitati lo ha salutato con un fragoroso, lunghissimo applauso. Il Duce si è ìhtrauenuto affabilmente con gli invitati passando per ciascuna sala, quindi tenendo circolo in una saletta minore. Gli facevano corona il Prefetto, il Podestà, S. E. Morelli, l'on. Guglielmo** ti, I on. marchese Ridolfl, il Segretario Federale Pavolini. Fra. le autorità] e gli intervenuti erano i Ministri Bai* bo, Balbino Giuliano, Sirianni, Gaz* zera, i Sottosegretari Ricci, Pierazzi, 11 Cardinale Arcivescovo Mistrangelo, senatori, deputati, il cav. di gr. croce Egidio Favi, alte personalità della Ma* gistratura, generali, il Corpo consola» re fiorentino; fra le dame la Princl* pessa Marinella Ruffo, la marchesa* Corsini di Laiatico, la Duchessa £&• nevaro di Zoaglì, la baronessa RIcaso* li, la contessa Pendolimi, la marchesa) DI Monte Malori la contessa Della Gb6* rardes«a, la contessa Bastogi, la con* e tessa Garetti, la marchesa Antinori, la) - contessa Di Frassineto, la baronessa! ; Sergardi. -j Alle ?3,13 il Capo del Governo, dopda,j avere ancora 'una volta percorso lai i sfolgoranti sale acclamato dalla follai i|degli invitati, lasciava il Palazzo, pet - recarsi alla stazione. Ossequiato dalla - autorità della provincia e cittadine, e (egli prendeva posto, accompagnato» -(dall'on. Ferretti e dal suo Segretario) e i i ! -j , a i , a è a e i a , aoaa na aonl a ilia muoa r ce. a iri, e a e si a, e. lz e ino, s ai o Chiavolino, nel treno presidenziale. B partiva pochi minuti dopo le 24. Il Segretario del Partito, S. E. Turati, era partito per Roma alle 1S.30. Nella notte, ancne per Roma, seno partiti I Ministri, Sottosegretari e varie per* sene venute dalla Capitale. MARIO BASSI La fervida attesa a Milano Gli ultimi lavori — Nuovi aspetti del* la città — La prima cerimonia uf* ficiale. Milano, 19 mattino. Milano ha già cominciata la sua « toilette » per ricevere degnamente il Duce e offrirgli una nuova prova di devozione entusiastica. Le vie sono tappezzate di manifosti tricolori, dia inneggiano a Benito Mussolini, e cha danno" aspetto festoso e pittoresco anche allo strado più disadorne. A mi. gli aia sono puro affissi i vibranti prolami del Podestà, del Segretario Federale, avvocato Cottini, die ieri l'ai* tro vi abbiamo trasmesso, e che espri* tuono interamente, nel loro fervore lirico e affettuoso, il cuore di tutta* Milano. Singolare e caratteristico <> pure l'aspetto di piazza del Duomo, che si presenta con le colonne della lunga teorìa dei portici fasciate di scritta tricolori. Anche le automobili pubbli* he hanno cominciato a circolare con; una. policroma l'ascia, portando in giro il grido di tutti i cuori: « Evviva! il Duce!». La città, che vuole mostrar* si al Duce anche più bella e grandiosa nella ricchezza delle sue nuove co* struzioni, dei suoi nuovi palazzi, del* le sue nuovo vie ampie e solenni, ha lavorato febbrilmente in questi ultimi giorni per abbattere impalcature e ultimare i lavori. Così, proprio all'ini* zio di corso Vittorio Emanuele, l'arteria piti centrale o affollata si presenta da oggi in tutta la sua spettacolosa imponenza, Kmerge il monumentala palazzo di una sobria architettura romana che continua con i suoi portici marmorei quelli dello Galleria; cosi la via del Littorio, che congiungera quasi direttamente uiazza della Scala con il corso Venezia, lungo il quala molti palazzi sono di già finiti e abitati, fu sgomberata dal materiale, liberata dagli assi di chiusura, affinchè vi si circoli senza impacci e si possa avere un'idpa di quello che sarà il maestoso corso destinato a perpetuare) la gloria della Rivoluzione fascista. Il Capo del Governo disse già alla rappresentanza del popolo milanese che presto avrebbero riunito 11 « timbro non mutato della sua voce in piazza del Duomo ». La promessa si fa ora realtà, nel giorno sacro del più fulgido a' 'imento del popolo italiano. La prima cerimonia, alla quale ufficiaiinorile parteciperà il Duce, si svolgerà,' domani in piazza Belgioioso, per la inaugurazione della nuova sede della Federazione fascista di Milano, nello torico palazzo che prende il nome da, re, ",la. rtell.e mu nòbili, famiglie del pao j \e sua parole ri-|no ben presto risuscitare tutto urj a, popolo. i 11rizìato on.hardo. nella piazza pittore. *1 sca e romita dove squillarono nel '19 o le sua parole divinati hi. che doveva.