Quattro rivoltellate di un capomastro contro il proprio magazziniere

Quattro rivoltellate di un capomastro contro il proprio magazziniere Quattro rivoltellate di un capomastro contro il proprio magazziniere ,! o o Le vicende di un cantiere edilizio •• Un principale debitore del suo dipendente •■ « Sei sicuro di andare a casa questa sera ? » •■ Ottanta giorni all'ospedale contro quattro anni nel reclusorio di h me e , à a e e e à l L allospedale contro qNulla di passionale (nel senso con-1 «lietamente inteso) sul delitto che ha condotto dinanzi ai giurali sotlo l'accusa di mancato omicidio il canonia- slro Angelo Alberta rio di Giuseppe, di anni, abitarne in via Vernina Vi Questo ragazzone dallo sguardo acceso e vivacissimo, dai lineamenti marcati ed espressivi, un» è un tipo di passionale. Egli non è st;itu determinato al delitto dallo sconvolgiménto operato in lui dal turbine della passione; non ha impugnata l'arma per risolvere o troncare una situazione sentimentale complicala e torturante, ma ha soggiaciuto invece al calcolo, all'interesse. 11 suo drammatico gesto ha per sfondo e movente una tutu ed intricata rete di asperità e di difficoltà finanziarie invece die un vioJentu contrasto di passioni. L'impresario senza quattrini 11 sanguinoso episodio accadde la sera del ó novembre >corso in un cantiere edilizio di vìa Sliesa 2. In quella località, l'Albertario, che era contitolare di una impresa di costruzioni, aveva assumo l'appalto per la costruzione di una casa a condizioni forse svantaggiose per lui "in quanto il pagamento dei prezzo dei 'lavori non sarebbe avvenuto che ti costruzione ultimata Ma tu appunto per ovviare a questo fatto, elio l'Albertario, il quale imn aveva larghe, disponibilità economiche, si rivolse ad un suo impiegalo, il magazziniere Giuseppe Benedetto, per avere qualche sovvenzione in guisa da consentirgli di far fronte agli impegni dell'impresa fino all'ultimazione dei lavori. 11 Benedetto accordò ima sovvenzione di 11 mila lire. Ma la somma non bastò poiché l'Albertario potesse districarsi dai guai della sua difficile situazione. I.e cose anzi peggiorarono di giorno in giorno, gli impegni si moltiplicarono e l'impresario si trovo infine nella condizione di non poter soddisfare i fornitori e di non potè;* corrispondere settimanalmente le paghe agli operai. Questo fatto determ1nò molte chiacchiere tra gli addetti all'impresa e suscitò anche una certa agitazione. Gli operai non tralasciavano occasione per reclamare da-M'Alberiario il saldo delle 'loro paghe sulle quali avevano avuto semplicemente due e non rilevanti acconti. Una richiesta di questo genere il Benedetto mosse aU'Albertario la sera del 5 novembre. Dalle parole ai fatti l,a discussione ina i due prese subito un tono concitalo. Alle proteste ed ai lagni del neon-detto, l'Albertario oppore i suoi. Kgli si lagnò che il Benedetto, dal quale aveva avuto la promessa di una sovvenzione di -60 mila lire non avesse mantenuto la promessa ed avesse limitato il finanziamento a sole 11 mila lire, determinando così lo stalo di disagio in cui l'impresa si dibatteva. Nella discussione, in certi momenti tempestosa, gli animi si accesero. Infine l'Albertario, dopo avere ripetutamente apostrofato il Benedetto con queste parole: « Sei sicuro di andare a casa questa sera? », estrasse di tasca una rivoltella ed esclamando: ■ Prendi questo », ne esplose quattro colpi contro il suo dipendente ad un metro di distanza. Poscia il giovane tentò ancora di far scattare una quinta volta l'arma. Ma il colpo non esplose ed egli si diede allora a fuggire. Nell'allontanarsi, gettò la rivoltella verso la sua finirmi grillando: ..Prendi anche (mesta ». Non Tatali, fortunatamente, turano le lesioni .riportate dal Beiiedet lo. Tre proiettili lo vii Unni avevano colpito tU'avaiirbraccio sinistro, ed il quarto pure al braccio sinislro. ite lesiuiu gli cagionarono uria degenza di ottanta giorni, ma non gli lasciarono conseguenze di carattere permanente. Angelo All'tenario fu trattò fa) arresto soltanto due mesi dopo, il 3 gen: naio scorso. Interrogalo, egli negò di avere mirato contro il Benedetto con intenzione omicida: dichiarò clic intendeva intimidire sellatilo. Ma questa versione — secondo la Sezione di accusa — ebbe una smentita da tutti gli elementi di causa. «Manifesta è ne! fatto — osservarono i magistrati nella semenza ili .rinvio — la reappnsabllità dell'Albertario nel doluto di mancato omicidio. I.e parole dà lui pronuncialo contro il Benedetto prima di sparare; la qualità dell'amia adoperata; la sua potenzialità; la ttisiauza minima da cui i colpi vennero sparati; Ih ripetizione dei medesimi in numero nari alla capacità dell arma, sono lutti elementi che comprovano come la intenzione dell'Albertario non fosse già quella, di ferire soltanto, o tanto inolio di fare allo di semplice minaccia, ina fosse invece quella di togliere di mozzo il Benedetto, prendendolo di mira niella parie più vitale del corpo, essendo evidente > che se i colpi lo raggiunsero soltanto all'avambraccio ed al braccio, ciò avvenne perché e dell'uno e dell'altro egli faceva schermo alla propria persona por evitare di essere colpito negli or gani vitali ». Il tentato omicidio Angelo Alberiario venne così man dato in Corte d'Assise per rispondere di mancato omicidio. Ai giurali egli ha ripetuto la versione data all'inizio dell'istruttoria. Biferi le sue peripezie economiche (in seguito alle quali si ebbe anche la dichiarazione di fallimento dell'impreso) e ne attribuì l'origine «1 Benedetto, il quale aveva mancato all'impegno di sovvenzionarlo colle 60 mila lire che gli aveva promesso. Aggiunse che, irritato per il conlegno del Benedetto, aveva spa rato, ina senza prendere alenala mira, perchè temeva che il suo avversario fosse armato. Ma il Benedetto (che si costituì Parte Civile col patrocinio dell'avv. CainoleUo) negò di avere mai promesso aU'Albertario le CO mila lire. Ammise invece di essersi obbligato a sovvenirlo con 16 mila ma ricordò che tale sovvenzione era subordinala al fatto che egli avesse potuto esigere la somma da ceni suoi debitori. Orbene questo non aveva potuto avvenire e l'Albertario • ne era perfettamente al corrente. 11 processo, su questi capisaldi, ha dato motivo ad un'ampia discussione I difensori, avvocati Nasi e -Giulio, so stennero che il gesto dell'Albertario doveva avere una più mite valutazio ne. F. colla, lesi del semplice tentali vo, i patroni profilarono anche quella della provocazione. 1 giurati accedettero a questa tesi: affermarono trattarsi di tentato omicidio anziché di reato mancalo e dichiararono che l'Albertario aveva agito sotto l'impulso di provocazione e col concorso delle attillanti. In base a questo verdetto il Presidente com ni. Bobba condannò l'imputalo a 5 anni di reclusione (di cui uno condonato) ed al dattili verso la parte civile, cui accordò frattanto una provvisionale di 12000 lire. vgmVQMbrtgev