La politica dell'Italia alla Conferenza di Londra illustrata ed esaltata alla Camera

La politica dell'Italia alla Conferenza di Londra illustrata ed esaltata alla Camera La politica dell'Italia alla Conferenza di Londra illustrata ed esaltata alla Camera Roma, 7, notte. La seduta è aperta alte ore 16 dal Presidente Giuriati. Al banco del Governo siedono i Ministri Acerbo, Grandi, De Bono e Mosconi e i Sottosegretari Fani, Leoni e Russo. L'aula e le tribune sono assai affollate. La Camera, approvando le conclusioni prese all'unanimità dalla Commissione, permanente per le autorizzazioni a procedere, accorda tale autorizzazione nei riguardi del deputato Fornaciari, imputato di lesioni colpose e la nega nei riguardi del deputato Bartolomei, imputato del reato di cui agli art. 40» e 404 n. 5 del Codice Penale. La relazione della Commiiiione sulle autorizzazioni a procedere cóntro il deputato Bartolomei afferma ohe dalle indagini compiute è chiaramente emerso uhe la definizione giuridica, data al l'atto non può essere quella ascritta in rubrica, perchè tutto si riduce a tuia questione disciplinare riguardante persone iscritte al Partito Nazionale Fascista, la quale, esorbitando dal campo giudiziario, rientra nelle competenze dol Partito stesso Il Presidente GIURIATI comunica che i deputati Garibaldi, Turati. Teruzzi, Orano. Guglielminotti, Diaz della Viteria, D'Annunzio, Lunelli. Ferretti Gtacomo. Bolzon, Farinacci, Carusi, Alfieri, Barenghi. Capoferri, Dudan, Felicioni, Jung, Di Belsito e altri hanno presentato una proposta di legge che sarà inviata agli uffici per l'ammissione all'esame. Tale proposta di legge riguarda la pubblicazione di un'edizione nazionale degli scritti e carteggi di Giuseppe Garibaldi. Viene quindi ripresa la discussione del bilancio del Ministero degli Esteri. Gli ultimi trentanni ORAXp elogia anzitutto la relaziona loiverelii che costituisce un mirabile ciucumento di stile fascista. Esprima poi tutta la sua soddisfazione per aver vissuto un trentennio nella evidenza della lotta trasformata-Ice della società umana e del proprio Paese, trenta anni di volontà di vita e di pensiero, di tormento senza pause, di scetticismo senza subordinazioni a secondi tini. I trenta anni che sono ciucili 'lei regnò di Vittorio Emanuele III, e che vanno' dalla fosca tragedia di Monza alla radiosa rinascita della Monarchia unitaria e redentrice per opera di un regime d autorità e di disciplina. Il trentennio si inaugura sulle rovine di un tentativo vano ma profetico: crispi, l'espansione africana. Crispi, l'ultimo dei giacobini, è un nazionalista, è antifrancese in politica, non nella vita e nel giudizio eli uomo porcile non ebDe mal odio di patrie nell'anima sua e lo dichiarò. Invece 11 giacobino Clemenceau è stato implaeabiilmente ami-italiano, ma con un odio oscuro che macchia indelebilmente 1 uomo. La Repubblica in Francia ha espresso, come mal i precedenti regimi avevan latto, l'uomo di Slato e di Governo che l'avversione all'Italia erige a sistema. Poi il trentennio prende l'andatura giolittiana. Giolitti non ammetteva politica est/era. 11 Paese ormai non avrà che la sua politica interna burocratica, elettoralistica al giorno per il giorno. Berlino e Vienna hanno ii mandato di fare la politica estera italiana. In realtà Giolitti seguiva la politica so così può chiamarsi dell' '81, il villino di Tunisi e la funesta indifferenza a riguardo dell'Egitto. Ma le oo.-e erano più forti di Giolitti e lo decisero a compiere la spedizione in Libia. La storia era più forte dell'uomo che non avrebbe mai voluto uscire dai confini della patria, burocratica e comiziale. L'intervento nella grande guerra fu deciso da un uomo politico di destra, ma la spinta interiore era già rivoluzionaria. 11 Re, saggio ed eroico, la fece propria e con l'esempio le impresse l'austero carati-ero. dell'unità, sacra, (l'ini applausi). Ma furono, ad eccezione di Sennino, gli uomini del passato transigente quelli che ne gestirono i risultati in modo funesto, non tanto per l'Immediato profitto della guerra e della vittoria, che ci ha dato Trieste, Trento e, per il gesto glorioso di D'Annunzio, Fiume, quanto dinanzi alle tre.rnen.de necessità dell'avvenire nostro sul mare. Siguì il fangoso periodo nittiano, quello di una politica estera senza programma né melodi. E venne poi ancora la stanca ripresa giotittiana e il seguirsi dei ministieriucóli pavidi e impigliati nelUa stoppa sttirziana e modiglianesea. Con la Marcia, sai Botila, Mussolini portava dui dentro l'arbitrio armato dell'Italia degli italiani anelata da Crispi, sbozzala da Gabriele D'Annunzio a Fiume. Tutto quello che era sta. lo vissuto e sofferto aveva finalmente servito. L'esperienza era, compiuta e vittoriosa. Ora si voleva, si ardiva, si poteva, si dominava e si governava contro lutto e contro tulli. Il Fascismo! non ereditava; creava, non discuteva; eseguiva, non Interrogava; imponeva, non attendeva. Una Nazione che si fa •Sialo totalitario d'autorità e di disciplina è di per so stessa una forza che agisce sugli altri paesi; è un esempio, un monito, un controllo; esercita una azione di presenza irresistibile. A Londra, alla Conferenza navale, il Ministro Grandi ha portato questa sublimazione della volontà italiana animata dal Duce. Egli ha assunto con signorile semplicità d'uomo di Governo provetto e di diplomatico di razza l'arduo-incarico affidatogli dal Duce. L'atteggiamento italiano a Londra ha messo in luce solare la strana menlatita democratico-somala della Francia politica. L'oratore dice « politica » perchè la Francia « paese » non 6 sinceramente rappresentata dalla sua classe politica. I superamenti meravigliosi compiuti dati Fascismo sono argomento di ammirazione per il popolo francese, sono ragioni1 di malanimo per la classe politica 'Ito ha in mano I destini della nazione vicina.. Si aggiunga che il popolo francese non è troppo Piinminailo a riguardo dell'Italia. 1 partiti parlaunniari costringono II pubblico francese a vivere di alcune formule incontrollate. E di questa mancanza di controlli usano ed abusano quegli italiani che, specialmente in Francia, continuano la loro opera infamo ai danni del buon nomo, dello fortune', della vita di quella die dovrebbe essere la loro Patria. L'oratore conclude: « E' dall'alto che l'Italia guarda autonoma a tutti gli orizzonti; 6 dalla Roma, di Bonito Mussolini e di questa nostra consacrazione religiosa che voi. Eccellenza Grandi, avete lasciato cader" la parola voluta da Benito Mussolini e por sempre. L'uniti? Italia ha trovalo la sua salvezza e noi ascendiamo pòrtati dall'impeto della nostra fedo o nudiamo verso la. liberazione trionfale di tutti i destini. Ora la storia nostra è tutta nostra *> siamo tutti in ossa o por ossa. Voi potete asslcurarvene. nne-e. con ti vostro comando ». (Vivissimi applausi). Politisa di giustizia e di pace COSELSCHI ricorda che le linee fondamentali della nostra politica estera furono tracciate dae anni or sono dal Capo del Governo In Senato. Egli affermò allora che 1 Italia vuole la pace, ma una pace armata e consapevole. E questo pensiero del IDuce ò stato riaffermato anche di recente alla Conferenza di Londra dal Ministro Grandi. La Conferenza di Londra, se non ha avuto i risultati che i popoli si attendevano, ha avuto pero il merito di porre davanti al mondo la verità: -Oliò il nostro Rcginie cioè non è aggressivo, ma e espressione di sincerità e di una nuova regola di vita. E la verità è che dove più si parla di pace ivi si prepara maggiormente la guerra. Si parla oggi portino di una. Paneuropa al servizio naturalmente di una plutocrazia francese, americana e inglese e si parla anche di un pensiero europeo che noti esiste Quella ohe invece esistu è una. civiltà Ialina, che si chiama Roma e che non può essere racchiusa noi confini d'Italia ina deve espandersi nel inondo. Anche nella politica balcanica, noi teniamo redo ad una politica di giustizia e di pace e ili civiltà e non di dominio o di asservimento. Ma a questa nostra politica, la Jugoslavia ha invece risposto organizzando una campagna di calunnie e di travisamento di ogni nostra iniziativa, specie In occasiono dell'alleanza con l'Albania e del trattato con l'Austria. Inoltre fi quotidiana l'organizzazione di attentati ammaliarti, so ina lutto mediante la «Ornimi". Ricorda a questo proposito l'attentato contro il .Popolo di Trieste» e rivolgo un saluto alla memoria del camerata. Neri raduto al suo posto di fascista. Eppure in tale luttuosa occasione si tentò in Iugoslavia di fuorviare la verità, mentre 1 arresto dogli assassini ha provato che essi venivano d'Oltre Alpi. , . , ,,,,, LTJPT parla della posizione doli Italia alla Conferenza navale di Londra ove l'opera del Ministro Grandi e stata pari all'importanza, e delicatezza della situazione suscitando l'unanime consenso dol popolo italiano [viviapplausi). L'opinione pubblica italiana t'rifatti completamente soddisfatta della affermazione italiana a Londra. Vero e che il popolo italiano sente ohe e finito por sempre il tempo della remissività e che questa volta al tavolo di quella. Conferenza internazionale sie(levano uomini ili assoluta fermezza dietro cui si profilava la sagoma robusta del Capo. A Londra, infatti nella persona del giovane Ministro degli Esteri era presento l'Italia nuova non più rappresentata da uomini deboli come nel 1910 L'oratore dice concludendo che nonostante l'atteggiamento della stampa francese propri" in confronto alle nuo¬ ve costruzioni italiane, l'Italia fascista e sempre salda noi suo proposito di una politica forma o risoluta, ma di pace Perciò essa fi .orata al Ministro Grandi che quesiti politica a Londra iia egregiamente arre rinato (applausi). FELICIONI premette che il popolo italiano ha accolto con grande dignità 'I ritortili da Londra, del Ministro Grandi ben diversamente da come nel 1919 si accolsero altri ritorni che rappresentavano grave nocumento per ii prestigio della nazione. L'intuito storico del popolo italiano sente oggi tutta la fondamentale importanza dei problemi di politica estera che sono i soli grandi problemi di avvenire. L'interessamento col quale l'Italia ha seguito la Conferenza di Londra ed l lavori della sua delegazione, dimostra questa rinnovata sensibilità per la posizione dell'Italia nel mondo. Esaminando la politica emigratoria rileva come il Governo abbia compreso che una grande Potenza che sola fra tutte le altre conosce questo fenomeno deve regolarlo in vista oltreché, di materiali interessi anche della sua posizione. Emigrazione e Fasci all'Estero Raccomanda una sempre maggiore vigilanza sull'emigrazione clandestina a scopi politici e si compiace della recente presentazione di un apposito di segno di legge su questa materLa. Specialmente deve essere represso quel particolare fenomeno criminoso per il quale si fa credere che sia possibile e migrare verso l'America del Nord par tendo da porti non italiani. Le rimesse degli emigranti sono, dal 1927, in progressivo aumento per quello che riguarda l'emigrazione continentale. Sono in diminuzione quelle dell'emigrazione transoceanica. Ma, contrariamente alle false asserzioni di eerti abbietti fuorusciti, ciò non deriva già da sfiducia -verso la politica finanziaria del Regime [approvazioni). La verità è che dopo tre generazioni, molti emigranti hanno ormai costituito tutta la loro famiglia in America. Venendo ai Fasci all'Estero, nota che il loro programma è disciplina prima e poi lavoro, nessuna intromissione né diretta.jic indiretta nella politica interna degli altri paesi. Nelle Colonie essi fanno opera di unione, di disciplinata concordia, in modo da riprodurre fra i cittadini italiani all'estero lo stesso esempio dell'Italia, che in concordia disciplinata e feconda lavora c produce. Soprattutto ali l'estero ciò è necessario, perché molte volte le divisioni e le beghe sono deleterie al buon nome dell'Italia. (Applausi). Elogia il contegno dei nostri camerati che hanno ben compreso la necessità di seguire questa direttiva di marcia anche quando l'attentato criminale pone a ben dura prova il loro senso di alta disciplina responsabile. Ricorda le vittime fasciste, che sono 21 in questi ultimi due anni e 38 tra mutilati c feriti Alla memoria dei morti, agli orfani ed alle vedove, a tutti coloro che sotto i colori della patria combattono questa strenua battaglia eroica, invia un saluto commosso, assicurando che la patria fascista non dimentica i loro sacrifici. (Applausi). I nostri morti all'estero sono tutti operai : segno e riprova del fondamentale carattere della Rivoluzione fascista. (Vivissimi applausi). Ormai la verità sul fuorusoitismo evidente, avndo esso perduto il senso di umana dignità è ridotto a dover vivere nel delitto. Concludendo, l'oratore dice che lltalia fa una politica di pace e che nessun dubbio può essere sollevato al riguardo. Se la pace dovesse essere turbata, ciò sarebbe dovuto piuttosto a tentativi egemonici di altre nazioni, oggi davvero inconcepibili. Quanto a noi, sarà giorno di gioia quello in cui rapporti più cordiali saranno ristabiliti con le nazioni con cui abbiamo combattuto. Ma deve essere da tutti riconosciuto che l'Italia è fattore di pace e di progresso, elemento di chiarezza e di serietà, garanzia per tutti. Intanto l'Italia fascista, fidente nel suo avvenire, procede innanzi diritta e concorde con il vincolo della sua disciplina, che pe.-a. non come giogo, ma come scudo. (Vivissimi applausi e molle congratulazioni). VERGA riHeva anzitutto il carattere realizzatore dell'odierna politica estera italiana, che finalmente aderisce alla realtà. Vorrebbe che fosse perfezionato il servizio dogli addetti commerciali, affinchè ossi possano veramente divenire' strumento di tutela per i nostri commerci. Venendo alla Conferenza di Londra, rileva che l'Italia ha posto il problema della pace su! terreno pratico. Ma bisognava che io stesso animo fosse anche negli altri partecipanti, il che non fu né poteva essere, data la irriducibilità di taluni uomini politici francesi .nel voler considerare tutti i problemi soltanto dal punto di vista francese, senza rendersi conto delle necessità di vita altrui. Rimane tuttavia, per volontà. cIpI Capo, il comandamento o l'Italia si inchina nello sforzo titanico di risolvere col lavoro il proble ma di trovare in casa nostra quel che gli altri oi hanno negato. Ma anche perciò é necessario che gli altri ci lascino tranquilli. Dipende quindi non da noi ina dagli altri sapere se il volto odierno della vittoria romana sia o meno di pace. (Vivi applausi). La seduta termina alle ore 19.10, Doiniaui seduta pubblica alle ore 16.