L'uomo più ricco dell'Austria

L'uomo più ricco dell'Austria L'uomo più ricco dell'Austria Un patrimonio di due miliardi e «ettecentosessantacinque milioni di scellini: 8 banche, 4 alberghi, 13 imprese di costruzioni edilizie, 8 miniere, 84 fabbriche, 13 distillerie, 10 stabilimenti chimici, 8 officine elettriche, 7 ditte per il commercio del legname, 6 società di assicurazione, 8 case di trasporti, ecc.. o o e è , n e a i r o i a i e e a e VIENNA, maggio. Chi è attualmente in Austria l'uomo Più picco? Questo passatempo della ricerca dei nome che definisca M più grosso patrimonio di uno Stato è ancora assai diffuso. Nei paesi afflitti daH'jmflaztone prima e dailla deflazione poi, la scelta dell'uomo più ricco è riuscita sovente liaboiriosissima ; e del resto il proverbio toscano : « Danaro e santità metà della metà > lo si onora anche tradotto in altre lingue. Se nel periodo dell'inflazione si potevano ritenere ricchi sfondati tanti e tenti, la deflazione provvide poi..a-.eliminare dalla gara seri concorrenti, sicché la cernita s'è semplificata. Crollata . infine la B od eri credi ■t-Anstalt, è parso a (rualoumo potersi oramai asserire che l'uomo più ricco, il reggente finanziario dell'Austria, sia il barone Louis Rothschild, presidente di quella Credit-Anstalt che decidendo entro' 2i ore la fusione con la Boden risparmiò •al mercato bancario ed all'Intero organismo economico della Repubblica fi tracollo più formidabile che mente uinana possa immaginare. Le situazioni mutano: nell'anteguerra- l'ambizioso signor Sieghardt seriamente pensava a rendere la sua Boden così grande da assorbire la Credit-Anstallt, nel dopoguerra la Crediit-Ànstalt ha fatto, invece, giusto il contrario. Nè ebrei né cristiani 11 baro,- e Louis von Rothschild — quale nome e quale tradizione! — è un discéndente del Salomone Mayer von Rotlischild trasferitosi da Francoforte' a Vienna circa un secolo fa. Ha 48 arnii, è scapalo, ama la caccia grossa, il polo, una certa società, i cavatili, i lunghi voli in aeroplano, ed è rimasto, come gli antenati ed i parenti che vivono in altre terre, fedele al motto: «Nessun ebreo nella casa e •nessun cristiano nella famiglia »: Un Rothsch'illd, dunque, mai andrà a imparentarsi con cristiani e mai inviterà nei suoi salotti degli ebrei: questi salotti sono aperti aQla sola aristocrazia, anche se della gloria di certi casati oggi non resta che un pallido ricordo. Ma se l'attaccamento ai princfj>il che formano una specie di statuto di famiglia, su per giù come l'avevano gli Absburgo, 6 rimaste immutato, mutate sono le forme dell'attività personale, in quanto i RothscSjld del nostro tempo — o perlomeno quelli che in Austria vivono, il barone Luigi ed il barone Alfonso — non si occupano menomamente di affari e se qualcuno andasse loro a proporre la più brillanto delle operazioni, probaWlmente gli riderebbero sul viso. La generazione contemporanea dèi Rothschild austriaci, paga' di quanto ha, non desidera assaporare le ansie e le gioie attraverso le quali i geniali fondatori della famiglia, or è più di un secolo, posero le basi" d'una fortuna dh-e è l'unica a vantarsi di avere sopràvvis^ suto a sconvoUgimenti mondiali. I primi RothscMld.la plasmarono nel periodo della grandezza e della decadenza di Napoleone, 1 successori l'hanno ritrovata intatta anche all'indomani del crollo di imperi, mieli il tedesco e l'austro-ungarico, la cui vita *essi avevano vissuto alla giornata. Fortuna colossale Quando si dice che u-baronie .Louis Rothschild, l'uomo più ricco della Repubblica, e il reggente finanziario dell'Austria, per istinto si pensa che, assiso sulla vetta d'una montagna d'oro, ir* fortunato individuo si compiaccia di tanta sconfinate potenza e desideri farla valere, imporla, accrescerla. Casa Rothschild, si aggiunge, sostiene nel campo finanziario ed economico una parte assai notevole anche oltre i confini dell'Austria, in quasi tutti gli Stati danubiani. E ciò, in certe senso. £ vero : le grandi ferriere di Witko wi'tz, nella Czeco-Slovaicchia,' sono dei Rothschild austriaci e forse costituiscono per essi la più abbondante fonte eli reddito. Ma in Austria le cose non stanno come si usa descriverle : il pa■triinonio della famiglia è in larghissì' ina parte composto di proprietà fondiarie e di tenute che implicano oneri anziché corrispondere redditi e per il rimanente in tiitòlì bancari e indù striali. Il' gruppo più grosso delle azioni bancarie è costituito da quelle della Credit-Anstalt, istituto che per antica consuetudine elegge sempre a presi dente un Rothschild. Dire però Cre dit-An«talt non significa dire Rothschild, casa Rothsctìtld nel vecchio senso, put essendo indiscutìbile che la Credit-Anstalt controlla, come banca perfettamente autonoma, la metà del patrimonio finanziario ed industriale austriaco, dipendendo oggi da essa aziende le cui attività sono valutate a circa 2765 milioni di scellini. Assorbendo la Bodencredit-Anstalt. immobilizza tatccesdvpla10d78bmducrmvnmscpdvmvbsBtvtdp1ntrslbnctpsdsddbisufbgcsrcp•PdcdmrsRoinpmBasml a a tasi, la Credit-Anstalt ha assorbito tutte le aziende, bancarie ed industriali, che la Boden, a sua volta, aveva precedentemente messo sotto la propria egida. Impressionante l'elenco complessivo: 8 banche, 4 alberghi, 13 imprese di costruzioni edilizie, 2 fabbriche di vetri, 8 miiniere e ferriere, 36 fabbriche per la produzione di macchine e per la lavorazione del legno, 13 distillerie, 10 stabilimenti chimici, 3 case di prodotti alimentari, 8 officine elettriche, 7 ditte per il commercio del legname, 8 fabbriche di articoli in cuoio, 7 fabbriche di articoli di. carta, 25 stabilimenti tessili, 3 zuccherifici, 6 società di assicurazione, 8 case di trasporti, un'azienda cinematografica, 7 aziende commerciali diverse.... Alla fine della lettura di una cosi ragguardevole lista, qualcuno ha commentato che in Austria Rothschild ha vinto la guerra per la propria persona: che sia inesatto, lo dimostra il modo in cui il barone Louis Rothschild, senza volerlo, ha legato il proprio nome a tante imprese. Il crollo della Rodencredit-Anstalit se lo aspettavano a Vienna quanti fossero vagamente intarmati delle condizioni del vecchio istituto, tuttavia non si sareb be mai più immaginata una teatrale usctta dalla crisi. Un venerdì a sera, la Boden si confessò ai-Governo insolvente, avvertendo che al lunedi successivo non avrebbe potuto aprire gli spari tetti. Il Cancelliere schoner fu così posto davanti ad un gravissimo compito : si poteva permettere, dopo la orisi del 1021, un nuovo panico? L'estero, stornando del m'editi in dollari, già aveva tradito .diffidenza. Sulla piazza, molti risparmiatori s'erano fetta premura di sbarazzarsi degli scellini, sicché volendo il pubblico avere nelle mani buona valuta straniera, vi furono giorni in cui non si trovarono dollaricarta. « Bisogna farli venire in aerotplano », gridò alla Camera un oratore socialista, desideroso di spiegare la diffidenza dell'estero coil'allarme destato dai progetti di reazionari colpi di Stato attribuiti alle Heimwehren. Onore al buon senso Sohober intuì nella fusione della Boden con un'altra banca l'unica possibilità di salvezza. Il primo istituto interpellato, per quanto forte e solido, si dimostrò impreparato a compiere un'operazione del genere. 11 secondo fu la Credit-Anstalt: il suo presidente barone Louis Rothschild, lasciandosi guidare dal patriottismo oltre che da considerazioni di carattere personale, si arrese alle insistenze del Cancelliere, rilevando in blocco la Boden, delle cui attività e passività fu fatto, in poche ore, un bilancio approssimativo. •Poiché la fusione esigeva un aumento di capitale della Credit-Anstalt, e poiché la legge prescrive che ad aumenti di capitali non si possa procedere ove manchino determinate garanzie, il barone Louis dichiarò che l'operazione sarebbe stata garantita dalla casa Rothschild. La casa Rothschiild, però, feoe un affare attraverso la sua banca olandese, fornendo alla Oedit-Anstalt i crediti necessari per fronteggiare i numerosi impegni della Boden. 11 profano sentirà incredulo che Rothschild a questa operazione gigantesca s'è deciso di mala voglia e solo per risparmiane all'Austria ed alla banca di cui. è presidente difficoltà maggiori. Se nel famoso lunedì la Boden non avesse riaperto gli sportelli, il panico, per forza di cose, avrebbe colpito pure gii altri istituti, probabilmente avrebbe colpito lo stesso scellino, la cui stabilità deve rispar. miare alla Repubblica il ripetersi delle tragedie dell'immediato dopoguer. ra. Mentre sedeva a tavolino col Cancelliere, Rothschild capì che gli toc cava scegliere fra due mali e da buon discendente del vecchio e glorioso Salomone Mayer scelse il minore: questo è tutto. Reggente finanziario dell'Austria, per il.momento, è dunque la banca che Rothschild presiede, non il barone amante dello sport, di una certa società, di lunghi voli in aeroplano e della caccia grossa. Velleità di poten za, vanità politiche, morbosa voglia di dettar leggi all'Austria, i Rothschild non ne hanno. Chi meglio di loro potrebbe qui far cadere un Governo giudicato troppo debole e imporne un altro atto a conferire alla Repubblica l'assetto che i partiti dell'ordine si augurano e che invece sempre rimane all'orizzonte, quasi beffarda Fata morgana? Un perfetto reggente finanziario, tra le quinte, ha anche da essere reggente politico, temuta eminenza giigià, e deve avere uomini in Pai-lamento e al Governo, il suo partito e i suoi giornali: i Rothschild, in Austria, non hanno nulla di tutte questo. Nemmeno si può dire che nelle aziende, bancarie o industriali, alle quali solvPapsftss—praazbgdmecntndcefrr sono interessati, essi vedano di buon occhio i cosidetti gienii, gli uomini dalle grandi idee, gli spiriti troppo vivaci, la gente, insomma, che occorre Per svolgere i cosidetti programmi di azione: casa Rothschild desidera sa persi circondata da collaboratori onesti e fedeli, da amministratori che freddamente pesando il prò ed il contro sempre decìdano a lume di buon senso. Questa mentalità di un realismo, di un materialismo — se si vuole — spinto all'estremo in fondo la fa propria ogni grande istituto finanziario, e quindi anche la Credit-Anstalt a Rothschild così vicina. Ne deriva che ai titolo di reggente o di arbitro finanziario dell'Austria non mirano né il barone Luigi, nè la banca sul cui seg. gfo presidenziale un Rothschild succe^ de ad un altro. Quegli alberghi, quelle fabbriche di macchine e di tessiti, gli zuccherifici e gli stabilimenti chimici, le miniere c le imprese edilizie, la Credit-Anstalt non li voleva: se li prese solo per evitare un formidabile tracollo dell'economia nazionale. Perciò — concludendo — se un rapporto diretto esiste fra casa Rothschild e l'attuale situazione economica austriaca, esso si riduce al fatto cRe la banca presieduta dal barone Louis si è dovuta assumere l'one re di regolare l'ultima tas-e del prò cesso rtl risanamento. Un grave com pito -ed una dura responsabilità: che qui si tratta di liquidare. Ma se una banca commise, nel corso di vari an ni, molti errori, non c'è legge econo mica che obblighi l'istituto il quale in anicino monis assorbì il confratel lo che scontava gli sbagli a prosegui re sulle antiche orme. E* fuor di dubbio che l'azione della Credit-Anstalt sarà adesso guidata da criteri pura mente e strettamente commerciali,'che per fatalità dovranno ledere sentimen ti ed Interessi: anche per questo mo tivo, non volendo caricarsi di odii, il barone Louis Rothschild deve tenerci a dichiarare che il titolo di reggente finanziario dell'Austria non gli spetta ITALO ZINGARELLI