Si fa rinchiudere, nel Manicomio per scrivere libri di filosofia

Si fa rinchiudere, nel Manicomio per scrivere libri di filosofia Il caso straordinario di od giocoliere scrittore Si fa rinchiudere, nel Manicomio per scrivere libri di filosofia «nlLuigi Martinotti, al pari di Ursus, il singolare personaggio che Victor Hugo presenta nelle prime pagine dell'» Uomo che ride », p filosofo, e, come lui. volendo vivere in comunione con la natura, comprenderla, e dedicarsi a risolvere ardui problemi, ha saputo scegliere una professione che gli desse i mezzi di vivere, ma non turbasse il corso dei suoi alti pensieri. Luigi Martinetti sull'esempio di Ursus si è fatto giocoliere. L'abito filosofico di Ursus aveva però, una pecca: non sapeva viver solo e nel suo peregrinare si faceva accompagnare da un lupo: homo, col quale lungamente egli parlava; Martinotti, invece, da perfetto [filosofo, non ha voluto compagnia m sona. Uno strano volontariato Questo personaggio, la cui esistenza ci si è rivelata solamente ora, è nato a Torino 67 anni addietro ed è ora domiciliato al... Manicomio di Collegno. Ma egli non è un pazzo, è un filosofo, il che è ben diverso. — Nel manicomio io sono entrato da volontario — ci ha detto il Martinetti. Avevo bisogno di tranquillità e di quiete per occuparmi di filosofia e dove avrei potuto trovare un ambiente più allatto che quello di. una casa di salute? La conversazione con quest'uomo è oltre ogni dire piacevole. Egli non ha fa.tto studi regolari, ma fra un giuoco di prestigio od un sollevamento di pesi, si è addestrato ad apprendere dai primi rudimenti fino alla più alta dottrina. Nella valigia che si caricava a spalle per andare da uno ad un altro paese, insieme af ferri del mestiere per gli spettacoli da darsi sulle pubbliche piazze, si trovavano i libri, gli unici e indivisibili suoi compagni. E i libri che lo accompagnarono per tutte le piazze d'Italia e dell'Estero, poiché il giocoliere Martinotti ha girato in lungo ed in largo anche la Francia e il Belgio. Ma un giorno, la sua sacca fu sgombra dei libri degli altri e cominciò invece ad ospitare i primi articoli ed opuscoli scritti da lui. Il suo spirito critico gli aveva indicato le pecche e le lacune dei grandi autori, e senli che era suo compito mettere a posto le cose. Egli ha scritto, ad esempio, fra l'altro, « Ciò che sfuggi a Camillo Flammarion nello studio dell'Universo e lo indusse a considerare la. teoria spiritista come buona ». snsRsszndus« Il vero assoluto » Fra l'uno e l'altro articolo, che non gli rendevano un soldo, egli seguitava a dar spettacoli al pubblico, riistenriendp a terra il piccolo tappeto attorno al quale si radunavano i curiosi. Nel 1905. trovandosi a Napoli, per la prima volta ebbe la ventura di poter far leggere un suo manoscritto ad un maestro: Benedetto Croce. Il manoscritto portava per titolo: «Credenze origini e natura dell'Universo ». 11 Croce si interessò al Martinotti tanto da scrivere sul Pungolo un trafiletto: «Un indagatore dell'Universo ». Gli editori, in seguito a quanto aveva detto l'autorevole critico, non vollero però stampare l'opera del Martinotti. — Questo primo insuccesso non mi ha scoraggialo — ci ha detto l'originale personaggio il quale ha aggiunto: — Lo so che la pomposa pretesa di aver scoperto il vero, il vero assoluto, irrita piuttosto l'ascoltatore e lo lascia nell'abituale suo scetticismo. Ma ciò deriva fra l'altro da convinzioni, radicate in tutti, e dalla impossibilità per una mente limitata quale è quella dell'uomo, di poter spiegare l'illimitato, quale è appunto il vero da scoprire. Il Martinotti si è dilungato a narrarci dei suoi scritti inediti e fra l'altro di un lavoro dal titolo « Una nuova dottrina cosmo-biologica-etico-sociale », nella quale è detto che la scoperta del vero assoluto è, senza alcun dubbio, per la più vasta e chiara visione che ci offre della vita, il caso nuovo che permetterà a tutti di unirsi in un solo intento, onde rendere bella l'esistenza. Ma dalle sue disquisizioni filosofiche il pensatore da noi sollecitato, scende a narrarci quel che fu la sua vita. Un giudizio di Edoardo Scarfoglio... Nel 1912 gli fu concesso'di tenere una confereiii-.t nell'Istituto Tecnico, di Foggia, dal cui direttore si fece rilasciare un attestato. Con quel documento, nel 1914 si presentava al Mattino di Napoli ad Edoardo Scarfoglio. al quale esponeva i suoi propositi e i suoi bisogni. Il grande giornalista dimostrava — così ci assicura il Martinotti — molto interesse a quanto il filosofogiocoliere gli veniva narrando, e lo aveva condotto in Redazione, perchè per aiutarlo intendeva lanciare sul giornale l'annuncio di una serie di conferenze, quando una imponente dimostrazione di studenti e susseguente irruzione nel giornale con rottura di vetri, ecc., pose fine al colloquio e fece abortire il progetto delle conferenze. Eravamo al tempo della dichiarazione di guerra, momento che lo Scarfoglio deflni, alcuni giorni dopo al Martinotti ripresentatosi nel suo ufficio, poco adatto per discutere sulle « origini dell'Universo ». tema della prima conferenza. Al'fllosofo pertanto cominciava a pesare il mestiere di divertire la folla con trucchi volgari,, mentre aveva in serbo, nella valigia,'il segreto filosofico per far tutti felici. Da Napoli si avviò a Milano, a uippe. Solamente più tardi a Genova, in via Serra 7, gli fu dato trovare un editore, il quarte, mediante lo sborso di 100 lire, si interessò di pubblicargli un libro di un ten. tinaie di pagine a condizione di met¬ (ere sul frontispizio l'articolo scritto sul Pungolo rial Croce. ...e un articolo di Prezzolini Venne ii consenso e più tardi, mentre il Martinoiti a Viareggio si esibiva In pubblici spettacoli, ricevette le bozze del suo libro: il primo che potesse veder pubblicato. Nel toccare quella etfrta stampata ii giocoliere pianse. Rimandò poi le bozze debitamente corrette all'editore e finalmente ricevette i libri che, giusto il contratto, egli stesso doveva vendere sulle piazze al termine dei suoi giuochi. A firenze, a Roma e a Napoli, il libro venduto in ovo uh parlarono pure lima rivista di Rom-u, «La Siepe », Giuseppe Prezzolini sul « Resto del Carlino » di Bologna, il « Roma » di Napoli, l'r Azione » di Genova e la » Gazzetta dell'Emilia ». Man inori i credeva finalmente di po" dedicarsi completamente alla fìlo- ler [quel modo, ebbe diffusione. 11 « Nu Giornale » di Firenze lo recensi e sofia, abbandonando gli esercizi ginnici, ma non possedeva un soldo di risparmio. Il direttore del giornale «Il Roma» di Napoli venne in suo soccorso offrendogli di iniziare per lui una sottoscrizione sul quotidiano a condizione però che Benedetto Croce fosse il primo dei sottoscrittori. Un giorno, a spettacolo ultimato, il nostro giocoliere aveva iniziata una discussione sul mistero .della vita con un giovane prete che si trovava a passare di là, quando vide spuntare l'insigne critico. Piantato in asso il sacerdote egli si avvicinò al Croce e gli domandò licenza di recarsi da lui. ottenutala, egli non tardò a far sborsa re a colui che per primo si era occupato delle sue teorie 50 lire ed anche due righe per il direttore del « Roma ». La sottoscrizione si chiuse con sole 527 lire! 11 filosofo che sperava di poterne trarre il necessario per vivere un anno, periodo da dedicarsi ad uria opera di 600 pagine, rimase annientato. Filosofia a rivoltoliate Si rivolse allora al ministro della ri^ ™hìstruzl0in-e' nl.a c°" £,oca ndu-| e!™?,! ~ cosi ci ha dichiarato - rim-™„? VinHiPflnI*Jo i5lm'Pat,e dl;«ESSE r«mn~« SKHSJ, T averevLlPh« f=,,ompiiese cl? "on se ne, 55"Urebbe fatto nulla e allora messo al bi- 2^i?i£?r.cI2»1 *"a P,rofefsione di giocoliere che gli dava da vivere ma;della quale era nauseato, o a quella!.dr',,,flr!?r?{0 ^ ^ LtM?i™ t0S2.ccÌ lP,amne r\,op,° P?ra,,e- -L, n^rJSSfD,Ta Ie,e,a fll 0u,e"';tore di Roma, nella quale, esposte le &J***&^&n3&\f£!^y*ha compiere un atto mmoroso ma in cruento, sparare cioè alcuni colui di rivoltella davanti al palazzo del Mini stero della Pubblica Istruzione. Otten ne così il desiderato colloquio col Que- S„VT{, ^ìirSZA s»ua nia il libro del Martinotti e usci da quell'ufficio per andare al Manicomio. — Ma se è facile entrare in un luogo di questo genere, non è altrettanto facile potervi rimanere — ci assicura il Martinotti, il quale soggiunge: — Ci sono dei medici, de^li psichiatri i quali sanno troppo chiaramente discernere un filosofo da un pazzo. Al termine di due anni, nonostante le mie proteste, fui dimesso dal Manicomio di Roma. In quel periodo avevo compreso che l'unico ambiente adatto per i miei studi era quello e feci di tutto per ritornarvi. Quindici giorni dopo riuscivo a fnre ingresso nel Manicomio di Milano. Anche lì mi sono bene spesso sentito dire: « Badate che non siamo noi che vi teniamo qua dentro, siete voi che non volete andarvene ». Eroio Allora a parlare del mio eventuale difetto psichico, della mia mania di grandezza, prova evidente di squilibrio, e tutto ciò per non essere scacciato da un luogo dove potevo scrivere senza alcuna preoccupazione. « Due anni fa finalmente — prosegue il Martinotti — ria Milano sono stalo trasferito a Col-legno, perchè torinese, e qui mi trovo benissimo ». Il filosofo volge frattanto uno sguardo riconoscente all'infermiere che lo ha accompagnato e conclude dicendoci: « Ad esempio, Qa priorità della scoperta dell'Universo degli atomi, che si disputa, ora fra uno scienziato inglese ed uno tedesco io l'ho intuita 30 anni fa, e su tutti 1 temi filosofici che ho trattato sono disposto a tener contraddittorio con chiunque ». Il vecchio, ma arzillo giocoliere filosofo, avrebbe ancora e lungamente continuato a parlarci se l'Infermiere non gli avesse dolcemente rammentato che il tempo concessogli per quella intervista era già trascorso da un pezzo. Raduno di Fanti In occasione del primo anniversario della sua fondazione, la Sezione torinese dell'Associazione Nazionale del Fante ha organizzato un raduno di tutti gli associali al Parco della Rimembranza per domenica 4 maggio. Tutti I Soci sono quindi invitati ad intervenire con le loro famiglie, prenotandosi in sede, nelle sere dei prossimi giorni, dalle ore 21 alle ore 22.30 Il prezzo del biglietto, andata e ritorno in torpedone, è dì L. 6,50 per persona. Ore 8,30 ritrovo in T>. Vittorio Veneto, angolo via Po; ore 9. partenza in torpedoni pel Colle della Maddalena- ore 10, ricevimento Autorità, Messa al campo celebrata da un Cappellano militare, omaggio di una co tona al gloriosi Caduti, visita del Parco della Rimembranza; ore 12, parlenza pel ritorno. .i