La banda dei terroristi della Venezia Giulia

La banda dei terroristi della Venezia Giulia La banda dei terroristi della Venezia Giulia assicurata alla Giustizia Gli autori dell'attentato al «Popolo di Trieste» tra cui un jugoslavo, arrestati e confessi -- Una serie di delitti Roma, 25 notte. L'Agenzia Stefani comunica : « Nei giorni decorsi, in seguito ad indagini effettuate dagli organi di polizia delle Provincie di Trieste e Gorizia, sono stati identificali ed arrestati i sotto notali individui autori dell'attentato terrorìstico verificatosi nei locali del giornale II Popolo di Trieste Io sera del 10 febbraio ultimo scorso, e di altri delitti avvenuti nella Venezia Giulia: 1. Marussich Francesco; 2. Milos Zuonimir (suddito jugoslavo); 3. Bidover Ferdinando; 4. Valencich Luigi; 5. Spangher Luigi; 6. Stoka Wladimiro; 7. Rupel Carlo; 8. Obad Giovanni; 9. Ukmar Antonio {espatriato clandestinamente nell' agosto del 1929). Gli arrestati, ad eccezione del Valencich, sono confessi. I particolari Trieste, 25 notte. Attraverso un complesso di circostante fortuite e fortunate, e per la sagacia dell'ufficiò investigativo della Legione dei Carabinieri, le autorità locali di P. S. sono riuscite a scoprire l'esistenza di un gruppo di dinamitardi antifascisti, che finora avevano agito misteriosamente con la collaborazione morale e materiale di elementi d'oltre confine. La scoperta del gruppo attentatore antifascista è stata prontamente seguita dall'arresto di alcune persone, le quali hanno fatto in questi ultimi giorni sensazionali rivelazioni sull'opera del gruppo stesso, precisando circostanze di fatto da cui risalta che gli arrestati ed i loro mandanti sono effettivamente i protagonisti delle gesta terroristiche compiute nella Venezia Giulia, e particolarmente nella zona orientale del Carso ed a Trieste, appunto in eniest* ultimi tempi. La serie dei crimini Per quanto le investigazioni a Trieste, a Gorizia e nei ipaesi del Carso, ed i risultati degli interrogatori fatti in questi giorni attraverso i confronti tra gli arrestati, siano stati siri qui circondati dal più rigoroso riserbo, pur tuttavia la sensazionale scoperta degli autori di tanti attentati politici era trapelata e commentata in ristretti circoli venuti a conoscenza dei fatti. Come è facile immaginare, il ripetersi degli attentati terroristici contro edifici pubblici, il rinnovarsi degli incidenti contro le scuole italiane ed asili dell'Italia redenta, a Cattinara, a Storie e a Sesana, l'incendio della polveriera di Prosecco e la recente scoperta di un tubo di gelatina collocalo .-otto il Faro della Vittoria, avevano intensificato le indagini delle autorità, che operarono assidue ispezioni, particolareggiate inchieste ed accurati controlli nelle località e sulle persone sospette. La maggior osservazione però veniva posta all'esame della corrispondenza e dei telegrammi scambiati nella zona carsica. Escludendo la possibilità di convegni personali tra i protagonisti dei delitti politici, l'autorità aveva predisposto da tempo una particolareggiata analisi su molte corrispondenze locali. Giorni or sono, un telegramma redatto con frasi convenzionali e palesemente sospetto, aveva suscitato la curiosità degli agenti investigativi. Dalla stazione di provenienza del telegramma è stato facile iniziare le ricerche, in quali continuarono parallele alle indagini operate dai carabinieri sul luogo di destinazione. Nel corso di tali indagini, che erano state particolarmente estese a Gorizia, tra alcune persone indiziate, vennero tratti in arresto i coniugi Ilario Franceschini e Sofia Franceschini, negozianti in biciclette-a Gorizia, i" quali avevano attratto l'attenzione delle autorità per certa loro corrispondenza strana. Una frase rivelatrice Furono sottoposti subito ad Interroga torli, durante uno dei quali i coniugi si lasciarono sfuggire il nome di tale Spanger, in seguito identiflflcato per Luigi Spanger, di anni 24, da Prosecco, presso Trieste. Secondo la deposizione dei coniugi Franceschini, io Spanger, avendo un giorno scorto una copia de] Popolo di Trieste, avrebbe esclamato: «Leggetelo oggi, perchè domani non lo leggerete più ». Ciò avveniva il 9 febbraio, gior- l no che precedette quello In cui av-lpvenne il nefando attentato contro l'or-1 ldsPcgano fascista della Venezia Giulia. Lo Spanger venne immediatamente tratto in arresto e sottoposto a stringente interrogatorio. A sentirsi accusato di aver posto lui la bomba sul piane-, rottolo del Ponoio di Trieste, dappri- ama negò con la più ostinata risolti- [M. ! isallmo o e - tezza ogni sua complicità, ina poi aggiunse : « Non ho io collocato la bomba, bensì certo Milos ». Gli esecutori materiali L'autorità, visto che ormai la strada era trovata, procedette subilo all'arresto dell'individuo indicato, che è tale Zvonimir Milos, di anni 27, da Sussak. cittadino jugoslavo, impiegato a Trieste in un oleillcio. In un primo tempo egli tentò di «legare recisamente di aver comunque preso parte all'attentato; ma, stretto di domande e vinto dalle contestazioni del giudice istruttore, fini con l'ammettere di essere stato lui l'autore del delitto, coadiuvato dal vetniquattrenne Francesco Marussich, ria Trieste, impiegato presso la Banca d'America e d'Italia, e da certo Ferdinando Bidover, salumiere, triestino. Il Marussich e il Bidover, arrestati 0 messi a confronto col Milos, dovettero, dopo vari tentativi di diniego, ammettere la loro complicità. Essi confessarono al giudice Istruttore di aver ricevuto la macchina Infernale da tale Luigi Valendoli, ril 3» anni, da Trieste, abitante attualmente a Kontana del Conte, presso Sari Pietro del Carso e aridetto ad uri deposito ili legname in quella località, li Valen¬ rhsstìcich a sua volta avrebbe ricevuto la bomba da persona sconosciuta. Arrostato, egli negò il fatto, nonostante le precise dichiaraziont dei suoi complici. Il Bidover, inoltre, confessò di essere, aulore del lancio di una bomba contro il Faro della Vittoria, a Bar- cola, presso Trieste, avvenuto nel feh-,'oralo scorso, e dell'attentato alila Scuola di Cattinara, nei dintorni di Trieste, che fu eseguito nel marzo di quest'anno. Il Popolo di Trieste, uscito stasera in edizione straordinaria, riferisce, suHii scorta delle confessioni degli ar restali, i particolari (telH'esecuzlone del nefando attentato contro l'organo del Fascismo giuliano. Autori materiali del crimine sono il Milos e il Bidover, con la complicità necessaria del Marussich e del Valencich. Questi due ultimi risultano fornitori dell'ordigno infernale che costò la vita al povero Guido Neri e per il qua- prendo col loro corpo l'ordigno mici diale. Scomparso ogni pericolo di sor-frattanto aveva acceso la miccia dellale giaciono ancora degenli aU'ospè-|rial* Marcello Bolle, Pino Missori e Dante Apollonio. 11 Milos ed il Rido-1 ver il giorno del tragico fatto si diedero appuntamento nel pressi dei magazzini Oehler, ove sostarono per prendere gli ultimi accordi. Il loro Ingresso nell'ediiloio del Popolo di Trieste fu ritardato dai passaggio retterato di una pattuglia di carabinieri di servizio in quei presii. L'attentato al « Popolo » I due malfattori, allontanaiisi i carabinieri, si inoltrarono nella piazza Santa Caterina entrando nel vespasiano che si trova in detta piazza. Poco dopo ne uscirono, ma scorti nuovamente i carabinieri, girarono intorno all'isolato del Banco di Roma. Giunti di nuovo davanti al Popolo di Trieste e rassicurali dall'assenza rii persone, varcarono la soglia del portone. 1 due, che durante tutto questo tempo avevano portato seco la macchina infernale, si accinsero a salire le scale ; ma avvertendo rumore, come di persone che discendessero, anziché fermarsi al primo piano, ove si apre la porta ricgJi uffici del giornale, proseguirono la salita. Incontrandosi tra il secondo e il terzo piano con una vecchietta, tale Maria Lonzar, che abita nella casa. Gli assassini attesero, al terzo piano dello stabile, che il movimento cessasse per le scale e videro così, rial pianerottolo immediatamente sopra a quello della redazione, passare due persone che si recavano al giornale. Per nascondere la bomba, si collocarono davanti alla finestra che si apre su quel pianerottolo, voltando le spalle alle scale e co¬ bcimba, attese che il Milos tentasse di aprire la porta della tipografia, con l'e-vidente scopo di deporre la bomba stessa nell'interno dello stabilimento tipografico. Poiché questa porla era chiusa, il Bidover collocò la bomba nell'angolo dove poi avvenne lo scop-pio. Quindi, dopo aver -parso maiiiD- sii-ni sovversivi, i due si eclissarono. Ci- anestati a cui fa cimo 11 coniu-meato Stefani, debbono rispondere in blocco degli ultimi jùù gravi delitti perpetrati ai nostri riarmi e cioè, clel'attentato terroristico contro il Faro della Vittoria e degli incendi delle scuole di Cattinara. di agonico e di Prosecco. Precisando l'attentato dinamitardo contro U Faro della Vittoria, che vaal a Miri butto a1 MlIos. ni Bidover e Marassi**, si appende che quest'ul-imo fungeva da palo, tenendosi stilla strada di Prosecco, mentre il Bidover, aiutato dal Milos, provvedeva al colocameli.! o di una bomba in una dele feritoie che stantio alla base del monumento. Il Bidover accese la mie-ria che doveva far esplodere la bom-ha e, dopo aver sparso all'tatonao. co!suo compagno, numerosi manifestinisovversivi, si d 11 e suo va. I manifestini sovversivi furono getati od arie sul po.-;n rie! delitto, per dare all'attentalo quel carattere che avrebbe dovuto far convergere su alre pese le ricerche ((elle autorità. l.'in< dijo della scuoia di Cattinara fu coi i:ito d'ai Milos, dal Bidover e dal Marussich, mentre l'Incendio della scuola di Sgonico fu compiuto dalo Spanger, dallo Stoka, dall'Obad e dal Ruppe!. L'Incendio della souolarioreato-rio rli Proso-cco è opera dello Spanger, rì-elOo Stoka, del latitante Ukmar e del Ruppe). Grand? impressione a Trieste La notizia clel!'.arreslo del dinamitardi siavi o degli incendia ri delle scuole italiane nelia zona carsica, ha prodotto !m città la più favorevole impressione. Ovunque si sentono parole di lode per l'opera intelligenie e circospetta deg'i organi dell'autorità in vestigativa. La ciiltà, dopo lunghi mesi, finalmente è liberata ria un incubo che faceva sempre più sentire il suo peso, perchè mentre da ogni parte sinvocava giustizia, pareva quasi che i nefasti attentati dovessero rimanere Invendicati, l.-e edizioni straordinarie^; gjornaii f|e;ia &era sono m^nte a ruba e !a popolazione ha appreso con soddisfazione grandissima che i pertnrba.tori riell'ordine e della quiete nella regione siulia sono siati asslcurati alla giustizia. Il . Popolo rii Trieste», che era stato preso di mira dai dinamitardi siavi, pubblica sotto il titolo «Ginstlzìa»citerie, recava un'insigne promessa« sui colpevoli scenderà Messimi* lspada della giustizia». Promessa fascista non mente. Giustizia si fa ». « Giustizia sarà fatta » II Piccolo fa seguire il mimmicalo « Stefani » da quesito commento« La notizia ufflciàile dell'arresto della piena confessione del truci bombardieri slavi, viene a confermare lumblesamente le notizie che già circolavano in clliH sui risultati dellgrande operazione fatta dai nostri organi investiga Bivi. Giustizia ora sarfatta, inesorabilmente, coturo gli strumeiMi biechi e volgari di tuia seridi crimini politici che duravano dtroppo tenupo. Trieste trova oggi nuova forza e nuova fede per grdare il suo più vivo e più profondsentimento italiano e fas€i^ta e lanciarlo come mònito, contro tutti i responsabili rli questa ormai identificata delinquenza politica. Ripetiamo lparole del « Foglilo d'Ordini »: » Sucolpevoli vendoià inflessibile la spada della giustizia ». Al Direttore del «Popolo rti Trieste»il padre del collega Neri caduto vittma dell'allentalo, ha diretto una no]»il-o lettera in risposta alla comunicazione fattagli die gli assassini di sufiglio erano stoti arrestali. L'entusiasmo di Durazzoper la Marina italiana Tirana, 25 notte. La seconda squadra ria hattngTiapartita ria San Giovanni di Medita, - rÌinSira«Jlo Monaco, il Ministro d'mi fiero commentò nel quale tra l'aitro è: delio: . 1! . Foglio d'Ordini» dePartito Nazionale Fascista quando 1 1febbraio, subito dopo l'attentalo e prima clie'il sv-ic.riflcio di Neri m coiripiisse con l'eroico trapasso, salutavacrti-esta nostra, trimcea giornalisticaorgogliosissima rii non essersi arresamal, nè alla fcrocja nè alle vignar " taTia" Soia, con il personale (iella Legaziono e il Console d'Italia a Duràz zo. L'ammiraglio è sceso a terra all II per recarsi a salutare il Prefett della città. Sulla banchina attendeva 1,0 " f''*'1''"0- il Sindaco, il Coniatlliml'' J1-*.1 Sonora pò! hànr!itZ°i i"r» pa?to!'iì^i"'ruo'in;iituri. .'n'I.-imizzVi.-.U giovanili rii Durazzo, i rappreset; unti del Fasci,, italiano di Tirana, d Stnak ,.• di Durazzo, ed una immensl folla di cittadini.