Ammonimenti al Quai d'Orsay

Ammonimenti al Quai d'Orsay ITALIA E FRANCIA Ammonimenti al Quai d'Orsay 1 i e i o l o e e c a n i i o y. d e e i e olne ra eli a a o a eà rra a, se o in à io a. u » n a m e si ndi a. ia nra — he cn esla iParigi, 23 notte. Fedele alle proprie tradizioni, il Temps mostra di non comprendere affatto la situazione rispettiva dell'Italia e della Francia all'indomani della Conferenza di Londra, e, facendo il bilancio dei risultati di quest'ultima sulla scorta dei discorsi pronunciati dai delegati dei cinque Paesi, crede dover insinuare: « E' sui negoziati diretti tira Parigi e Roma e Londra che volgeranno ormai tutti gli sforzi. Non si deve dimenticare, pertanto, che è soprattutto dalle disposizioni dell'Italia che dipenderà se un nuovo progresso possa essere compiuto su questa via ». Se la Francia si prepara alla ripresa in altra sede delle conversazioni con l'Italia sulla base del convincimento espresso dall'autorevole organo parigino, si può predire senz'altro che i nuovi negoziati non avranno altro effetto fuorché quello di scavare più profondo il fosso fra i due Paesi. Un giudizio prudente Notiamo tuttavia, che non tutti gli osservatori francesi si dimostrano affetti dal semplicismo incurabile del Temps. Il Soir, che è un organo socialista, ossia di quelli che per principio sono mal disposti verso l'Italia, formula sul problema franco-italiano un giudizio di gran lunga più prudente e più serio di quello di cui si fa portavoce il signor Roland De Marès: « Altrimenti complessa — scrive — è la questione deli'adesione della Francia e dell'Italia all'accordo tripartito. La Francia non ha potuto stipulare un compromesso con l'Inghilterra sul suo coefficiente di tonnellaggio e l'Italia rivendica una parità che le viene rifiutata. Le difficoltà che si sono presentate alla Conferenza scompariranno domani? Nessuno può dissimularsi la gravità del conflitto sorto fra i Gabinetti di Parigi e di Roma, conflitto che non data da ieri, che è nel tempo stesso mediterraneo, africano e balcanico. Per gli sviluppi che esso ha preso, per i negoziati diplomatici che le due Potenze interessate hanno perseguilo in ogni parte, in Bulgaria, in Albania, in Jugoslavia, In Romania, in Ungheria, in Austria, in Turchia, in Grecia, questa disputa e diventata una delle più inquietanti del tempo presente e i negoziati politici aperti prima della Conferenza non sono maglio riusciti delle conversazioni tecniche della Conferenza. Ieri, a Londra, Briand e l'ammiraglio Sirianni hanno espresso il desiderio che la Francia e l'Italia si intendano sul loro tonnellaggio. Questo problema non è che una parte di un problema assai più ampio ». Confessiamo che assai meglio della voluta faciloneria del Temps, sulla cui sincerità non perderemo tempo ad elevare dubbi, ci piacciono le preoccupazioni dell'organo socialista che nei suoi commenti di politica estera sull'Italia dà prova in generale di obbiettività e di accortezza. La Slampa ha già rilevato molto opportunamente la necessità che la soluzione del problema politico franco-italiano preceda ogni ritorno sul"e discussioni tecniche dei periti navali dei due Paesi. Gli osservatori francesi non asserviti alla parola d'ordine del Quai d'Orsay sostengono con altre parole il punto di vista analogo. La Francia non può, secondo costoro, ipnotizzarsi eterna mente sul suo programma di resistenza al consolidamento della potenza navale italiana, quando sul suo avvenire navale possono sorgere da un giorno all'altro pericoli di gran lunga meno ipotetici e di3cu tibili, quali, per non cercare lontano, un pericolo russo e un peri olo germanico. : Dov'è II tornaconto della Francia : Mentre a Londra la Conferenza si occupava di disarmo, a Gibilterra, come constata il redattore politico del Figaro, passavano due grosse corazzate sovietiche le quali, operando in congiunzione col Goeben rilevato dalla Turchia, formano sin da oggi in Mediterraneo il germe di una quarta forza navale con la quale un giorno sarà forse necessario fare i conti. Contemporaneamente, e quasi col proposito di prò cedervi a una silenziosa dimostrazione, una squadra tedesca entrava in Mediterraneo e visitava i porti italiani. Vero è che le agenzie italiane dissero in tale circostanza che tra i Governi di Roma e di Berlino era stato convenuto di non dare alla visita alcun carattere ufficiale. Ma la precauzione, si dicono i francesi di cui sopra, poteva alla fin dei conti essere un'astuzia di più. Può ora la Francia, cedendo a uno stolto puntislio di amor proprio, insistere a oltranza nella propria opposizione alla domanda di parità dell'Italia, quando è evidente che codesta politica di diffidenza e di ostilità non potrebbe avere altro risultato fuorché di precipitare in Mediterraneo la cristallizzazione di un forte blocco anti-francese, spingendo l'Italia ad avvicinarsi alla Russia e alla Germania? Che interesse ha la Francin di inimicarsi la sola Potenza su! cui appoggio potrebbe contare nell'ora di eventuali nuovi pericoli? Il suo vero tornaconto non starebbe invece nello assicurarsi con un'acconcia politica di solidarietà e di mutua fiducia la sua collaborazione definitiva? Beninteso, nò lo Chaumeix, nè il Bainville, né il Maurras, nè tanto meno il Louis pongono il quesito in termini espliciti. 'Ma il tenore dei loro commenti indica senza possibilità di equivoci clic in questo senso gravitano le loro preoccupazioni e che la politica attuale del Quai d'Orsay è ben lungi dal rassicurarli. Purtroppo il persistente tono dei focli ispirati non pei mette di credere prossimo il giorno che essi verranno compresi dai circoli responsabili. C. P. snGMSGPCilcSnpsdsctodtrlamdmints1dpsapvCvaitogsgrsddrdcvldmCtpdvcapqdp

Persone citate: Bainville, Briand, Francin, Maurras, Roland De Marès, Sirianni