Addio, Nofretete

Addio, Nofretete Addio, Nofretete BERLINO, aprile. Si poteva immaginare clic; dietro b quella testolina piccante, che reggeva a fatica e con visibile noia la immensa corona blu dei Faraoni, e svettava altera su quel collo delicato come un fiore troppo ricco su «no stelo troppo ardito; si poteva bene immaginare che dietro a quel nasetto volitivo, a quegli occhi lunghi e smaltati, a quelle labbra molate ne! cinabro, le cose non dovevano essere andate tanto lisce 1 E devono essere state cose grosse, e commiste di soiiocati misteri di corte e gelose cautele .di Stato, se dopo la visita dell'anno scorso di Re Euad a Berlino, che altro scopo non ebbe se Don quello di officiare il Governo tedesco a ricondurre sulla via di casa l'estrosa regina, si muovono oggi dalla sacra terra d'Egitto e vengono appositamente nella Capitale tedesca personaggi nientemeno come il Grande Sacerdote Ranofer di Menfi e il Grande Consigliere Amanotep di Tebe, figlio di Hapu; si scomodano cioè di persona la Dignità e la Saggezza stesse, non diremo già per punire — che non ne avranno il coraggio — ma per ricondurre prigioniera la Bellezza e incatenare il Capriccio.. Il grande Re Amenophi TV, il «Re eretico i, deve avere a quest'ora ampiamente imparato a sue spese che si può anche, quando si è sul trono, mettere le mani nelle cose più delicate, e perfino in quelle religiose e riformarle a propria posta senza affrontare eccessivi rischi, ma metterle nelle cose matrimoniali e coniugali " ò un'altra faccenda, e in questa materia romperla con la tradizione, saldare il fosso e sposare, per esempio, addirittura una borghese, può essere estremamente pericoloso. Tutti sanno infatti, e non è rivelare alcun negreto di Corte o di Stato ricordare Che Nofretete, la piccola meravigliosa regina che in questi giorni sta facendo tanto parlare di se, e ha messo in moto sovrani, diplomatici, sacerdoti, ministri, e per poco non ha tratto in guerra, come Elena argiva, per questioni di donne, due nazioni come la Germania e l'Egitto, non è affatto di origine regale; ed è potuta saltare a pie pari, quasi da bambina, nella diciottesima dinastia dei Faraoni soltanto in grazia della sua veramente straordinaria bellezza, e anche dell'abilità del padre, valoroso generale di cavalleria, ma ancor più accorto cortigiano, che riuscì ed appiopparla ad Amenophi, anche egli si può dire ragazzo. Sangue borghese, testa calda... Fatto è ebe un bel giorno — fu ancor prima della guerra del 1912 — la bellissima creatura, con tutta la pesante corona blu dei Faraoni che faceva vacillar la sua testa sull'esile collo, sparì dalla lussuosa ma monotona residenza di Amarna e prese il volo per la più moderna delle Capitali, sulle rive della Sprea, in comnagnia di un professore tedesco; il Borchardt, tanto per fare il nome di questo Paride degli Herren Professore/i, i quali a quel tempo, come si sa, erano all'estero piuttosto intraprendenti... ùLo scandalo fu lì per lì accuratamente soffocato. Ma da quel momento la lite fra i due paesi, una vera guerra di Troia di parole e di trattative, non è più cessata. Venne nel frattempo la guerra sul serio, e per qualche tempo non se ne parlò più. Re Fuad, degno erede del trono dei Faraoni, ha riprese e condotte personalmente avanti le trattative, fino a esito felice. E così ora finalmente Nofretete — che si traduce «la bella che viene» — è purtroppo diventata la bella che se ne va; e andandosene fa piangere di passione e di tenerezza tutti i berlinesi. Sacerdoti e ministri vengono a riscattarla. Hanno promesso, solennemente promesso, che laggiù non le faranno alcun male, non le verrà torto un capello; e che la piramidale severità egiziana passerà sopra, questa volta, a tutti i leggiadri trascorsi della Regina, e chiuderà su di essi tutti e due gli occhi. I berlinesi si adattano così a lasciarla partire. Ma Dio solo sa quanto a malincuore. Poiché in questi anni, che sono stati quelli del suo fiore, Nofretete ha veramente regnato a Berlino. 'Accolta con onori pari al suo grado, le fu subito fin dal primo momento assegnata la fastosa residenza in quell'Isola della Bellezza che la Sprea forma quasi di fronte al Castello, fra il Portico di Mileto e l'Altare di Pergamo, dove ella ha troneggiato fino in ultimo sotto la sua corona blu sovrastata dal nodo serpentino, e nella sua regale veste variopinta, ricevendo gli omaggi letteralmente di tutta Berlino. Ma quello che in lei veramente stregava i berlinesi era non tanto la Regina quanto la donna. La donnina fra le altre donnine, che fuori delle ore diciamo così di ufficio e di rappresentanza, sapeva mutare in incognito la pesante corona in un cappellino moderno, solitamente blu anch'esso con un richiamo del nodo serpentino per fregio Questo avveniva di solito nelle ore piccole. I berlinesi la riconoscevano, ed era come inteso ohe. non facessero le viste di nulla. I suoi piedi bellissimi, in quelle ore, come appena liberati dalla costrizione d'una fasciatura di mummia d'oltre tre millenni, andavano magicamente disegnando sul pavimento luminoso dei più eleganti locali della Capitale notturna i geroglifici lenti di qualche danza sacra... Voci malevole, naturalmente, non Bb mancavano. E la più grave dibeva che la stupenda creatura non avesse cuore; e che avesse invece niente altro che uno di quei grossi amuleti egizi detti appunto « scarabei del cuore » che la pietà sacerdotale del suo paese e del suo tempo metteva alle mummie al posto del cuore, contenenti appunto il così detto « Capitolo del cuore », un breve testo religioso in cui il cuore veniva scongiurato di non testimoniare davanti al Tribunale dei Morti contro il morto. Chi sa che terribili testimonianze avrebbe potuto fare contro di te il tuo cuore, se il destino te ne avesse dato uno, o non te lo avesse tolto in tempo, piccola Nofretete!... Le voci maldicenti di Berlino, che raccontavano sottovoce di lussuose macchine e di sontuose ville al Grunewald messe a disposizione della Regina in incognito da Nababbi ammaliati, dicevano ch'ella incantasse gli uomini col suo sguardo di smalto e li inaridisse. Il 3uo sguardo era come il triplice giro dei falco attorno alla vetta d'un arduo picco roccioso: che pare che il picco d'ebbrezza vacilli. Certo, bisogna richiamarsi per lo meno alla Venere di Cirene, il cui capo ancora riposa introvabile tra lo zolle cirenaiche, per ritrovare fra le scapate almeno dell'antichità un altro esempio di frenetica e appassionata popolarità paragonabile a questa di questa regale variopinta venere egizia di 1375 anni avanti Cristo; ovvero risalire alla Venere di Milo, o fermarsi davanti al ritratto di Monna- Lisa, del cui enigmatico sorriso un accenno e un segreto è già in questo delicato viso semitico color terracotta con tanta finezza scolpito nella pietra calcarea dallo scalpello di Thutmosis, e con tanta vivezza e verità dipinto, e così meravigliosamente conservatoci dai trentatre secoli alleati dell'artista. Per questa bellezza che pèrdono i berlinesi non sanno oggi consolarsi; ne vale a consolarli il pensiero elle, malgrado tutto, gran parte ancora della bella preda fatta da Borchardt nel 1912, e cioè tutte le statue e gli studi e i frammenti del'intero studio di Thutmosis, fra cui altre teste della regina stessa e un busto e parecchie teste del marito Amenophi, rimangono a Berlino; e che, in cambio del soTo busto di Nofretete, l'Egitto dà le due statue a grandezza naturale di Ranofer e di Amanotep, di pietra calcarea l'una e di granito l'altra, rispettivamente dell'Antico e del Nuovo gno, del 2500 e del 1400 a. C, l'una e l'altra di inestimabile valore; nò infine che, con questa pace artistica finalmente conclusa con l'Egitto, è riaperta un'altra volta agli archeologi tedeschi la grande vena di scavi che ad Amarna era stata chiusa per l dissenso. Tutto ciò non basta a consolarli. C'è qualche cosa di insostituibile che se ne va per sempre con Nofretete. E' l'umanità del suo viso. E' la sua scapatezza insofferente della pesante corona. E' i'eternità dell'incognito, del trascorso, della leggerezza e del capriccio, che non possono durare alla lunga, ma che non muoiono mai nel cuore dell'uomo. Bisogna ora rinsavire, Nofretete, e ritornare alla fine, dopo il carnevale segreto di Berlino durato come un soffio, sotto la piramidale severità e sacerdotalità della vita! Ecome quando, dopo l'ultimo turbine e l'ultimo vortice, la giovinezza immortale si ritira per sempre da nocon lo sembianze indimenticabili dell'ultima donna. Sissignori: anche se aveva un grosso scarafaggio al posto del cuore.,. GIUSEPPE PIAZZA.

Persone citate: Bellezza, Borchardt, Corte, Fatto, Grunewald, Herren, Pergamo, Re Fuad