«Le prove sono state raggiunte» afferma il Procuratore Generale

«Le prove sono state raggiunte» afferma il Procuratore Generale IL PROCESSO CONTRO IL MARCHESE GUADAGNI «Le prove sono state raggiunte» afferma il Procuratore Generale Firenze, iti notte, iPubblico numerosissimo anche sta-mane. Quando il Presidente, alle 9,30. dichiara aperta l'udienza, il Procurato- re Generale, avv. cav. Ridolfi, riprende a svolgere la sua requisitoria inominciata nell'udienza pomeridiana di ieri. L'avv. Ridolfi torna a parlare della sera in cui fu compiuto il delitto. Alberto Guadagni, che non aveva denaro, si recò In via dei Serragli e andò subito a letto perchè, afferma lui tesso, non si sentiva bene. « Ma quale ra l'origine di questo male?» si domanda con ironia il Procuratore <lenerale. La requisitoria del P. 8. « K' bene tener presente clic il Guadagni, nel pomeriggio del 23, nella sala da ballo Kajola, disse a un amico, l'Oivieri; parlando dei denari che erano tali rubati al rag. Cocchi, che i denari tessi appartenevano al proprio zio, olonnello Peratoner. Onesta, che può apparire una circostanza trascurabile, ha invece la sua importanza. Come mai il Guadagni supponeva che le duemila lire appartenessero allo zio Peatoner? Poi, la famosa frase lasciasi sfuggire più tardi: « O credono che 'abbia ammazzala io, la Carolina Mazoni?», anch'essa è di notevole gravila ». Il cav. Ridolfi si intrattiene poi lungamente sulla contro-istruttoria organizzata in favore di Alberto Guadagni e che il maresciallo Pucci riusci in empo a sventare. Si sofferma a lumeggiare l'episodio della tentata coruzione dell'agente carcerario Pagliacia da parte dell'AldinuccI e del Paini, i quali seguirono tutte le istruioni ricevute in proposito. 11 marchee Piero Guadagni, interrogato dal maesciallo Pucci, non ha negato; ha ammesso questo suo intervento, e dalle isultanze emerse non v'ha dubbio sula completa responsabilità dell'Aldtnucci, del Paplni e del Piero Guadani nel tentativo di corruzione. Queta rontro-istruttoria è la prova detta olpabilità di Alberto Guadagni. Sempre analizzando il lavoro intrapreso per salvare l'imputato, il P. G. icorda le famose lettore anonime spedite da Pisa e afferma che i primi ad ssere convinti della colpabilità di Alerto Guadagni sono 1 suoi stessi familiari. Un'altra prova contro il Guadagni fi il biglietto da mille lire che pochi giorni dopo il delitto fu visto elle mani di un amico del Guadagni, l Facenti. Come ne era venuto in posesso? Non è certo veto die egli lo vesse sottratto al proprio padre, da ui in un certo qttal modo è staio ineniito. La preterintenzionalità Il cav. Ridolll fa poi alcune deduioni sul modo con cui Alberto Guaagni può aver commesso il delitto. E dice che facile deve essere stato al'imptilaio introdursi nella casa del Cecchi, poiché la Carolina Mazzoni, he lo conosceva, non può aver tardato ad aprirgli. Facile pure gli deve esere stato il perpetrare il furto, servendosi, per aprire il cassettone, di un coltello da tavola. Pochi mimiti astarono per compiere l'uno e l'altro reato. Poteva avere timore del ritorno del Cecchi il Guadagni? Chi sa se al ragioniere non fosse stata riserbata a stessa sorte della povera Mazzoni, se fosse arrivato a casa piti presto? 1 fazzoletto fu abbastanza calcato nela cavita orale della Carolina Mazzoni, che. se non si fosse trovata subito in quello stato di prostrazione, lo avrebbe certamente tolto con le sue stesse mani. La ipotesi della preterintenzionalità non è da escludersi a priori. Può daTsl he il Guadagni non abbia avuto l'inenzione di uccidere, perchè la sua preoccupazione era quella che la donna non urlasse. I giurati si regoleranno in proposilo. A questo punto interviene l'avv. Doddoli, uno dei rappresentanti della Pare Civile, il quale crede opportuno dichiarare di dissentire dal Procuratore Generale nei riguardi della preterinenzionalità. Ma l'avv. Ridolll ribatte, dicendo che egli non intende affatto affermare la preterintenzionalità stessa, ma soltano di accennare ad essa, essendo stato posto il relativo quesito ai giurati. Avvicinandosi alla fine della sua re quisltoria, il P. G. dichiara di affermare completamente lo responsabilità nel riguardi di tutti gli imputati dei reati che sono loro ascritti, poiché le prove di reità sono state raggiunte durante il 'dibattimento. Quindi termina, affermando che la società attende da questo processo un severo verdetto, perchè la fede nella giustizia esca ancora una volta incontaminata. Quando l rappresentante dell'accusa termina di parlare, i presenti si congratulano vivamente con lui. Dui difensori 11 presidente dà poi la parola all'avv. Grassi, difensore di Oreste Aldinucci, il quale è imputato di tentata corruzione dell'agente carcerario Fagliacela e di contravvenzione alla vigilanza speciale. 11 difensore, basandosi sulle prime deposizioni rese dalla moglie del Pagliacci.!, sostiene che non vi sono prove sufficienti di colpabilità nei riguardi del suo raccomandato, L'Aldinucci non si recò nella casa Pagliaccia, non parlò fon la mo-glie delle famose cinquemila lire or- ferie. Queste affermazioni non sono uscite che dalla fantasia della donna L'avv. Grassi termina chiedendo quiu di la completa assoluzione del suo rac comandato. Prende ora la parola l'avv. Carli difensore di Cesure Papini. 11 giovane oratore sostiene che il Papini non si presentò affano alla moglie del Pa gliaeeia e porta a suffragio di queslt affermazione vari dati di fatto, sostependo in linea subordinata 1 inesisten za tentativo di corruzione quanto il Papini non si abboccò mai direttamente con l'agente carcerario, ina se mai con la di lui moglie. Uopo l'arringa dell'aVv. Carli, essendo mezzogiorno, il Residente toglie l'udienza. L'udienza, pomeridiana 6 aperta alle 15,15 ed il Presidente dà la parola all'avv. Cosci, altro difensore di Cesare Papini. Dopo avere rilevato ette, porti oppo, il Papini si è presentato davanii ai giurali com un fardello di sciagure, benché abbia avuto nella sua vita nualette pagina buona, sostie ne caldamente l'innocenza del suo raccomandato. Piero Guadagni credei te sin dal primo momento all'innocenza del proprio fanello Alberto, per cui cercò di Indagare nell'ambiente della malavita fiorentina per trovare qualcuno che l'aiutasse ad identificare l'autore del delitto, e, incontratosi col Rapini nello studio dell'avv. Her mitte. ilo invitò ad aiutarlo. L'avv. Cosci controbatte quindi punto per puri- 10 la lesi della tentala corruzione che si imputa al suo raccomandato, e ne afferma l'insussistenza. In difesa di Piero Guadagni S'alza poi a parlare l'avv. Antonio Guidacci, difensore del marchese Piero Guadagni. L'oratore inizia la sua arringa dicendo come la piccola cau sa riguardante. Piero Guadagni, inne stata in quella gravissima del frate! lo, che rischia la più grave delle pene, divenga tragedia nell'anima di lui tragedia dei parenti e specialmente della madre, che aspetta trepidante 11 termine di questo doloroso calvario L'avv. Guidacci afferma che Pie.ro Guadagni non fece contro-istruttorie ma, unitamente al difensore del fra tello, avv. Hermitte, si preoccupò di raccogliere prove per dimostrare la Innocenza del congiunto e per assicurare il colpevole alla giustizia. Uopo avere rilevato l'onorabilità e la correttezza di Piero Guadagni, l'oratore dice die il Rapini ebbe l'incarico di Indagale nella malavita ed ebbe nuche altri Incarichi, ina tutti leciti ed onesti, e non gli fu mai detto di tentare di corrompete una guardia carceraria. L'avv. Guidacci termina con una commossa perorazione, augurandosi che i giurati fiorentini vogliano col loro verdetto porre termine alla tragedia della famiglia Guadagni. L'avv. Duce!, che parla in difesa dell'Aldinuccìf, combatte l'atto di accusa nei riguardi del tentativo di corruzione, d! cui si sarebbe reso responsabile l'Alci inucci, e ne chiede l'assoluzione. L'avv. Contri, altro difensore del marchese Piero Guadagni, rileva che nessuna prova fu raggiunta per 11 suo raccomandato nei riguardi del tentativo di corruzione. L'avv. Contri dichiara che è sicuro dell'assoluzione di Piero Guadagni. Una sola parola aggiunge, ed è che egli possa Inoltre ricondurre a casa il fratello, riconosciuto innocente del delitto di omicidio, a domandar perdono al suol genitori per tulli gli errori trascors'. La giustizia, che lo avrà restituiti» ai suol, lo protegga e stenda su lui la sua candida ala purificatrice. Il patrono di Parto Civita Dopo una breve sospensione è riaperta l'udienza, e parla l'avv. Marlin, di Parte Civile. L'oratore, dopo avere descritto la casa del rag. Cecchi, un povero e onest'uomo, non danaroso, sostiene che l'assassino doveva essere dalla Mazzoni conosciuto, altrimenti essa non gli avrebbe aperta la porta. La vecchia quando fu uccisa era al suo posto di fedeltà famigliare. Ricorda le testimonianze che si ebbero da coloro che videro la Mazzoni verso le 18 prima che facesse ritorno a casa., le indagini subito initraprese. l'arresto i del Baini e poi quello del Guidi, e quindi i primi sospetti su Alberto Guadagni. L'avv. Marlin tratteggia la figura dell'imputato e quella del rag. Cecchi, vero don Abbondio. Si sofferma brevemente sulla torbida giovinezza del Guadagni, ricordando gli episodi di violenza da lui commessi. Le tappe della sua vita sono state le sale da ballo, il gabinetto di un medico specialista, il quartierino in cui riceveva l'amica. Questo giovane, favorito dalla fortuna, dissipa un• patrimonio, vive in sregolatezze e in mezzo al debiti, è sempre a corto di denari. L'oratore si diffonde quindi a descrivere l'ambiente in cui il Guadagni viveva. Alle 19, il Presidente toglie l'udienza. L'avv. Marlin proseguirà la sua arringa domattina.

Luoghi citati: Firenze, Pisa