Una serie di furti sacrileghi

Una serie di furti sacrileghi Una serie di furti sacrileghi [Tribunale l'anali' ili Torino) Cinque umiutau e diciassètte impti-/'tazioni. Ala, u dispetto di questi eie nienti, il processo non presenta alcun carati ire macchinoso. La mucchitiosita e .-.oliamo apparente, e V'interessi.', -anziché i;i una l'ulta ed aggrovigliala situazione jxrocessuale, Jm Uh essere ricercato nella natura dei falli e nel.e ligure dei giudicabili. Due o tre di costoro appartengono ad un inondo equivoco nei quale l'anomalia o la degenerazione hanno sovvertito le regole della vJ'ta; sciagurati", pei quali 1 abbrutìmelilo .risico e stato progressivo e contemporaneo collo sgretolamento di ogni senso murale e co! manifestarsi degili istinti criuiinalùgici. La «tournée» in provincia 1 latti sono uniformi: si tratta di incursioni ladresche nelle chiese delie campatene, con sottrazione dei gioielli che adornano le statue della -Madonna; forzatura delle cassette delie elemosine, ecc. Lìn'.attiv:ta delittuosa peculiare ed uniforme, per la quale — secondo gli studiosi Jel positivismo eriniinologico — gii sciagurati dello stampo di coloro che il Tribunale ha giudicato aeri, hanuo inclinazione, o per meglio dire, predilezione definita e spiccata, lid ecco come la vasta, seppure scarsamente redditizia, attivila dei furfanti è venula in luce. All'albergo Regina, in v. Arsenale, aveva preso aHoggio, sul Unire dell'anno scorso, il pregiudicato Sarino Postigliele fu Cristoforo, di Jti unni, cameriere disoccupato. 1 funzionari della Squadra Mobile, che conoscevano cosmi, oltreché come uno degli upparteneiui a quel mondo equivoco di cui si è detto, anche come un ladro matricolato, ilo tennero d'occhio appena egli si stabili nell'albergo di via Arsenale. E il 3 dicembre, dopo avere accertato che il Postiglione aveva quotidiani incoimi con due individui della sua specie, i <ltiaM a volle pernottavano anche con lui nell'albergo, lo fermarono, operando nel contempo uria perquisizione nella camera da lui occupata. La perquisizione fruttò il rinvenimento di una catena d'uro ed. alcune polizze rilasciate dal .Munte di Pietà sul pegno di oggetti preziosi. Interrogalo, il Postiglione dichiaro che i preziosi a cui si riferivano le polizze di pegno e la catena d'oro rinvenuta presso di lui, erano il compendio del furto consumato in danno della cuoca del comm. Oaigiulo Cocola, presso il quale aveva servito, sino a qualche temiio addietro, come cameriere. Ma le dicluaraziuni dell'ai restato nun erano che una scaltra bugia per stornare da sè maggiori sospetti. 11 furio cui egli aveva accennato non era stato mai consumato. Di qui le indagini ulteriori della polizia die !n breve tempo poteva venire a capo di tutto. Nell'autunno scorso il Postiglione avova intrapreso una peregrinazione per le campagne piemontesi. Una tournée ladresca, vera e propria, che gli aveva dato i suoi frulli. Xaturahneilie, ;! mininolo aveva operaio secondo le sue istintive tendenze, le sue predilezioni: nelle chiese solitarie e sperdute, du-, ratue l'ora del meriggio, quando i templi sono spopolati e gli scaccini stessi non vigilano. A questa attività egli si diede dopo un colpo ladresco di diverso genere, operàio la notte del ,'!» luglio a Torino: il furto di due biciclette che il sìg. Andrea Tortelli, abilanle in corso Spezia 55, leueva nel proprio ufficio. I due velocipedi, del valore di 13no lire, furono impegnati dal Postiglione per 140 'lire. Questa somma fu il viatico che consentì al niariuolo di intraprendere la tournée sa erilega in provincia. Ed ecco, nella loro successione, gli nitri colpi ladreschi. A Rivoli, in un giorno imprecisato della iarda estate, il Postiglione si introduce nei locali dell'Oratorio Murialdò e toglie dalla stallia della Madonna dell'immacolata ujia raipna d'oro de! valore di 100 lire. A Ciriè, il 17 ottobre, spoglia, nella chiesa di S. Giuseppe, la statua della Madonna di Lourdes, di una catena d'oro del valore di 151) lire. A Vercelli, sempre in ottobre, trafuga dalla chiesa di S. Cristoforo, i gioielli, del valore di CW lire, che adornano !a slama di S. Teresa e lenta, ma invano, di scassinare la cassetta delle elemosine. In bottino più magro effettua intanto a Crescentlno, dove, dalla cassetta delle elemosine del.la Confraternita di San Bernardino, non riesce a trafugare che lire 2,G0. Ma quest'insuccesso' è ripagato tosto dall'abbondanza del bottino che ottiene a Haccouipi; i preziosi che riesce ad involare dalla chiesa del convenio di S. Francesco valgono non meno di 3500 lire. Jn pili, il furfante trafuga ancora 10 !:re da'!» cassettia delle elemosine. Sorpreso dal sacrestano « E la delittuosa, sacrilega attività non lm sosie. Il 38 ottobre, a Villano va Monferrato, il Postiglione si intro duce nella chiesa pairrocchiale, scalu il camcelileito che prolegge l'altare del la Madonna- del Carmine e toglie dalla stoitaia alcuni preziosi del valore di 15U line. II giorno dei morti, egli ritenta l'impresa a Casale, nella chiesa di San Domenico. Con uno scalpello si accinge a forzare la cassetta delie elemosine. Ma In quella sopraggiunge il sacrestano ed il mariuolo deve desistere iteti tentativo e l'accomandarsi alle gambe per non cascare prigioniero J-'insuccesso dovrebbe costituire un ammonimento. Ma il furfante non lo coglie o non lo ascolta. Cinque giorni dopo, ad Avigliana, egli si introduce nella chiesa parrocchiale di Santa Maria, forza cori uno scalpello la casset la delle elemosine e ne toglie circa 300 lire. Pochi giorni appresso, egli com pare a Stroppiarla: nascostosi nella chiesa parrocchiale, in un momento in cui iì tempio é deserto si avvicina all'aliare della Madonna di Lourdes e toglie dalla statua dei preziosi per i! valore di 300 lire. Poscia forza la cas Betta delle elemosine. Inutilmente pe rò. che la cassetta è vuota. E qui si arresta la teoria delle gesta /criminose. Altri falli, «indugili per le l'àréitérisiiclie e le modalità, vennero attribuiti al Postiglione durante la istruttoria, ma per iiiiestl si ebbe poi il non luogo a procederò. Risulto che si trattava di gesta compiine nei medesimi giorni in cui il Postiglione aveva operaio altrove, a decine di chilometri di distanza. Per volerli attribuire al Postiglione occorreva ammettere in costui il dono dell'ubiquità che, come si sa, è proprio soltanto di Dio. All'arresto del Postiglione, avvenuto il li dicembre, faceva seguito nei giorni .-tiri essivi quello dei suoi compari: .Natalino Bassetti fu Carlo, di A3 anni, abitante in via Poria Palatina, 4. tornitore: Alessandro Fazzio d. Luigi, di 38 anni, aJjliaime in via S. Bernardino, 3(i, verniciatore; Serafino Bertone di Michele, di 3-4 anali, abitante in via Basse Dora, 25, motorista. Un altro arresto veniva ancora compililo: quello dell'ex-agente di P. S. Giovanni Adducili fu (-'Pippo, di 3? aiHii. abitante in corso Akacomba. Hi. Ma mentre per questi ultimi l'arresto fu motivato da fatti diversi, allacciali solo occasionalmente coll'atlivjtà del Postiglione, quello degli altri fu la conseguenza diretta dei rapporti corsi tra gli arreslaii ed il ladro sacrìlego. La truffa di un ex-agente Nel razzio e nel Bertone il Postiglione aveva gli infaticabili collaboralori che si incaricavano di esitare la refurtiva, mediante provvigioni o forme di compenso consistenti talora anlie nella spartizione del bottino, e nel Bassetti — premontatogli appunto dal razzio e da! Bertone — colui che accettava di buon grado di ricettare i preziosi o le polizze di pegno. Oliatilo all'Adduce!, la sua attività criminosa si compendia in una truffa ai danni del sarto Nicolò Greco, abitante in (piazza Castello, 34, ed in una pretesa estorsione ai danni del Postiglione. à\ Greco l'Adduce!, presentatosi come agente di p. S. — mentre eia sialo allontanato dal corpo della P. S. sin dai giugno 1H37 — e i-ammostrando la sua vecchia tessera, ordinò la confezione di un abito, dii-endo che l'avrebbe pagato a rate. Invece, quando ebbe :! vestito, non si fere più vivo e lasciò Insoluto il conio. Dal Postiglione ipoi, minacciando di denunciarlo )er furto ed arrestarlo e facendo rat- 0 di condurlo a! Commis-aiiato di P. S„ l'additeci onerine la consegna di Itila polizza del Moine di Pietà relativa a! pegno di un orologio d'oio del valor* di 830 lire ed un anello d'oro, lutine l'ex-agente fu accusato ili avere alteiaia la propria carta d'identità sostituendo all'indicazione della professione che vi era setrtiaia (bracciante) quella di impiegato. Al dibattimento, il Postiglione che in istruttoria si era destreggiato in lunghi armeggi, orn ammettendo, ora ritrattando per riammettere ancora e confessarsi persino amore di reati che 1 P. S. non conosceva, ha tenuto una linea difensiva piana e semplice; ita ammesso in blocco quasi tutti gli addebiti. Smilzo, femmineo, le chiome liscie, impomatato, egli ha parlato con voce flebile, accompagnando le parole con gesti lenti, sobri!. Beso l'interrogatorio, egli non ha piti cercato di far eniire !a sua voce; si è come piegato su se stesso, e solo di tanto in tan- o si è riavuto per volgere lo sguardo all'estremità del banco, dove sedeva 11 razzio, l'intimo amico che egli cercò sempre di scagionare con infinita cavalleria. Il Tribunale (Pres. cav. uff. Zanoni; P. M. cav. Prassone; Cane. dott. Fasella) ha pronunciato esemplari condanne: ha condannato Savino Postiglione a 4 anni di reclusione. 300 lire di multa ed uri anno di vigilanza; Alessandio Fazzio e Serafino Bertone, per ricettazione, e 3 anni e 6 mesi di reclusione. 516 lire di multa, e un anno di vigilanza ciascuno: Natalino Bassetti, pure per ricettazione, a un anno e 0 mesi di reclusione e 700 lire di. multa. Il Tribunale ha assolto poi (liovminii Additeci dall'Imputazione di estorsione in danno del Postiglione per non provata reità, condannandolo per il resto a 9 mesi di reclusione e 300 lire di multa, pena interamente condonala. Al Postiglione ed al Bassetti è staio accorcialo infine il condono di un anno e della multa. Erano alla difesa gli avvocati Bobiolio, Pieio Ollivero, Goffi ed E. Giordano. j

Luoghi citati: Avigliana, Casale, Ciriè, Haccouipi, Monferrato, Rivoli, Torino, Vercelli