Le nuove residenze dei Principi

Le nuove residenze dei Principi Le nuove residenze dei Principi Il Duca di Bergamo Milano, 15 notte. ibev.ì 1 giornali, annunciando clic S. A. R. il Duca di Bergamo sarebbe s'.a.io destinato costi, al comando del Savola Cavalleria, vollero persino precisare che per il giovane Principe si era già approntalo, a Palazzo Hcale, l'appartamento di Napoleone I. In verità a Palazzo Beale, non è mai i>sisiito un appartamento abitato dall'Imperatore di Krancla: esiste, bensì, un letto, troneggiarne c dorato, nella belia camera affrescata da Giuliano Traballesi. dal pavimento dei Maggiolini, un letto decorato, damascato e intarsiato, sul quale tuttavia non è ancora ben ceno che il grande sire, abbia riposate le membra. Ma noi non andavamo a caccia di ricordi napoleonici. A Palazzo Reale volevamo sapere dell'altro: — Sua Altezza a Milano e per sempre? Magari! Dice davvero? — Ma verrà quii Si assicura che dimorerà quii — No, noi non sappiamo. Non ci sono ordini. Dica, dica lei, piuttosto: è proprio sicuro 7 Perchè di sicuro, intanto, anche se la notizia non è confermata, anche se si attende la comunicazione decisiva, di sicuro a Milano c'è questo: lo schietto, vivo, diffuso giubilo con cui fu accolta: sia in alto, nei nobilissimi ambienti che il Duca di Bergamo frequentava, il Club dell'Untone od il Nuovo circolo — comunemente conosciuto il secondo, per l'aristocratico Clilbtno — sìa in quelli più umili, di pente clic per vari motivi gli fu vicina e clic con tanto amore lo ricorda. Uno spettacolo rinviato Il Principe Adalberto di Savoia fu tf Milano, l'ultima volta, or è una settimana, per la seconda dal Boris alla Scala, interpretato da Scialiiapin. Ve 0 ; .ainente, il Principe si era presentato alla Scala tre sere prima, come si erano presentati sino alle venti, centinaia e centinaia di spettatori ignari che lo spettacolo fosse rimandato. E come gli spettatori, letta la scritta verde appiccicata a fascia sui manifesti se ne ritornarono a casa, il Principe, senza indugio se ne ritornò a Torino. Vi ricomparve improvvisamente ed inopinatamente tre sere dopo, trovando il palco principesco ancora in assetto di riposo, si che gli inservienti arrossirono e si scusarono. Ma il Duca di Bergamo è abituato all'incognito, alle sue sorprese ed alle sue conseguenze ; ed è abituato, in particolare modo, a voler l'incognito alla Scala che frequenta assiduamente e apprezza e predilige. Non conta il disagio: giunge anche di lontano pur di non perdere una grande prima e se può, trascorre la notte nel l'appartamento di Palazzo Reale, quello che già fu della Principessa Letizia e se non può, se l'ufficio lo richiama, riparte magari col primo treno. 11 che è accaduto spesso. Si spiega l'affettuosa simpatia di Milano per questo Principe: qui egli visse parecchio, ebbe conoscenze ed amicizie, fere del bene a molti, non ricusò benefìci a nessuno, andò tra il popolo, e in molte circostanze, liete o tristi, si vide in lui l'augusto simbolo di Casa Savoia. Sottolenente nel Reggimento Novara di stanza a Treviso, il Duca di Bergamo fu durante la guerra promosso capitano e con questo grado assunse il comando di una ardita compagnia di mitraglieri che si battè accanitamente sul fronte Trentino e fu tra le prime truppe die entrarono in Trento liberata. 11 Principe fu decorato con medaglia di bronzo. Il Reggimento glorioso Il Duca di Bergamo si stabilì a Milano più tardi, nel "25, ufficiale superiore del Savoia Cavalleria. Glorioso e superbo Reggimento, questo, detto anche dei Dragoni, per la scella importante ed eccezionale, ambila anche e privilegiata, dei suoi arruolati. Reggimento il quale coma una tradizione che risaie quasi agli albori della storia dell'umiià italiana: prealo nel 169? dal Duca Vittorio Amedeo 11 con. le di sciolte compagnie di Gemi d'Arme combattè a fianco degli spagnoli e dei francesi nella guerra per la successione di Spagna, poi in quella per la successione d'Austria. 1 cavalieri di Savoia valorosamente parteciparono ai fatii d'arme di Camposanto e di Bassi gnana, in difesa degli Slati sabaudi Ma anche più luminosa fu la parteci nazione del Savoia Cavalleria nelle guerre, per l'unità e l'indipendenza del la Pania: splendono sul suo vessillo 1 nomi di Pasirengo e di Gollo, di Sommacampagna e dì Custoza. Alla spedizione libica il reggimento non prende parte con interi reparti, ma molti suoi ufficiali chiedono ed ottengono di essere inviati oltre mare: e fu il maggiore Brussi del Garvla che, alla testa di due squadroni dei Cavalleggerl Lodi, sbaragliò a Montrus più di 600 beduini, coronando il successo della battaglia di Pasqua del 1912. Nella grande guerra, il Reggimento è tosto inviato in zona di operazioni facendo parie della terza divisione di Cavalleria: nel giugno del '16 rimonta a cavallo e partecipa all'azione di Rublia, lasciando sul campo parecchi morti. La vittoriosa offensiva dallo Stelvio al mare rivede il « Savola » in prima linea: 11 Reggimento, passato il Pi«ve nel pomeriggio del 30 ottobre, si spinge al "ragliamento ed occupa Polcenigo. Due giorni dopo, 11 terzo squadrone, con movimento aggirante, carica con ardimento il nemico nel pressi di Santa Foca, infliggendogli gravi perdite, e catturandogli le armi. Una pattuglia, comandala dal tenente Ba.ragioki. si dirige su Udine, dove entra alle 13.30 del 3 novembre, fra commovente entusiasmo. Nel bollettino del 2 novembre il • Savoia » è citato all'ordine del giorno e. più taTdl, S. M. il Re, di « moni proprio», insigniva lo stendardo della medaglia di bronzo. Questo, il Reggimento del Duca di Bergamo, che. ha sede n Milano lui una delle caserme più spaziose e moderne, meglio attrezzate e più ammirale. Il Principe 'a frequentò per circa ire anni, sino .Ti '27, tolto 11 periodo in cui da tenente colonnello, fu al corso della Scuola di Torre di Quinto, "igldo per vasvvnnsieuvmlmtmsodccMsg1ccBdsqlbqdduAdosF"zcdl a o , l i . e l l i a , l a r ogni dovere, esemplo dì disciplina severissima e nel contempo magnifico di volontà e di ardore, amava i propri soldati con un cameratismo affettuoso. Si interessava dei bisogni di ognuno; aiuiava ed incoraggiava; visitava spessissimo l'ospedale militare, soffermandosi al letto di ogni cavalleggere, provvedendo di persona a rendergli meno dolorosa la degenza. Conduceva una vita alquanto ritirala. Dicemmo come fin da allora occupasse a Palazzo Reale l'appartamento della Principessa Letizia: tre sale, disposte lungo il salone degli specchi, che egli volle modernizzare per quanto lo consentisse 10 siile. Aveva una biblioteca preziosa—la stessa die portò a Torino, ingrandendola ed arricchendola — fornita in ispecial modo di rare pubblicazioni storiche e dei più ricercati e dotti volumi di scienze naturali. Il naturalista o lo sportivo 11 Duca di Bergamo, dilani, è un naturalista coltissimo e lo interessa in sommo grado ogni ricerca o scoperta in materia. Non trascura la letteratura ed esistono librai, in Galleria, che lo videro al Joro banco, richiedere, come un acquirente qualunque, il vieni de varaltrc, italiano o straniero. Poi, non soltanto era un assiduo della Scala ma anche del teatro di prosa: di solito, si irecava al Manzoni, in un comune palchetto di seconda fila, rifiutando qualsiasi cerimoniale, Preferiva la boxe su tutte le altre manifestazioni sportive: lo si vide assistere a numerosi incontri, nei teatri o nelle arene, ad Incontri, magari, di importanza locale, che comunque lo incuriosivano per seguire le vicende, di ascesa o di decadenza, di campioni come Spalla o Frattini o Bosisio. Anche la montagna lo attirava: certo, a Milano, le attrazioni montanine erano scarse e modeste, che occorreva allonanarsi parecchio e staccarsi per più giorni dal dovere. I monti lombardi ignorano quindi le sue audacie. Ma 11 Principe attutiva la passione e placava la nostalgia sui libri migliori che parlassero del Cervino o del Monte Bianco o delle Dolomiti. Sì riservava durante le vacanze, per più anni trascorse a Cortina, di immagazzinare quanto di meglio offriva l'ebbrezza delle altezze. Le erode dolomìtiche lo ebbero scalatore impavido e ardito. E quando, durante la scuola di guerra, dovette prestare servizio presso armi diverse, egli, per l'appunto, prescelse un reggiménto di fanteria, dislocato in Alto Adige, e poscia un reggimento di artiglieria dì montagna. Riavrà Milano il aio Duca, popolare ormai per le sue contrade? Pare che sì, ma non tanto presto, certamente. Forse, dopo la scuola ed il campo, con "inverno prossimo. opsanfnCnIl Duca di Pistoia Bolzano, 15 notte. La notizia della destinazione a Bolzano del Duca di Pistoia per assumere il comando di un Reggimento di Fanteria, è stata accolta qui col più vivo compiacimento, destando la migliore della impressioni sia nell'elemento italiano che nell'allogeno. A nessuno sfugge l'alto significato e il valore militare e politico del provvedimento, specialmente se posto in relazione all'importanza e al magnifico ascendere di questa provincia di confine. Ancora una volta il Duce ha dimostrato quanto gli stia a cuore e di quali cure egli faccia oggetto questa terra, ricongiunta alla madre Patria. Gli allogeni in special modo ravvisano nella scelta di Bolzano a residenza di un Principe, del sangue una prova di fiducia e un premio al lealismo con cui seguono e fiancheggiano il Regime Fascista. Essi fanno il raffronto col passato, quando, con l'exregima, l'onore di far risiedere qui un Principe della Casa imperiale non mai stato concesso, se se ne toglie il periodo che vi risiedette l'Arciduca Enrico, ma non precisamente per accrescere lustro e decoro alla città, sibbene inviatovi In esilio dall'Imperatore Francesco Giuseppe per lo scandalo che l'Arciduca aveva provocato collo sposare morganaticamente un'attrice che poi, sbollite le ire, venne creata baronessa. Le notizie che si hanno della personalità del Duca, giovane studioso e animato da una grande volontà di fa re, la seria preparazione e la sua coro petenza nelle discipline militari che gli si conoscono, qualità tutte eminentemente positive e perciò singolarmen te apprezzate da queste popolazione concorrono a conferire all'avvenimento un'aureola di simpatica aspettativa. Il Pretetto Marziali, alla cui saggia avveduta politica d'intesa cogli allogeni e dì pacificazione degli animi senza tuttavia deflettere dal sacro diritto nostro su queste terre, è dovuto in gran parte l'avverarsi del fausto avvenimento, si sta occupando alacremente per trovare una sede degna alla Casa ducale. Si parla della Villa Ro ma, appartenente al beni ex-nemici amministrata dall'Opera Nazionale dei Combattenti, posta in quel di Gries dove la primavera è mite e smaglian te di luci e di colori. E' un princl pesco edificio circondato da un superbo parco, da un bellissimo giardino nel quala trovasi un laghetto e avente sulla strada un artistico portale e un recinto costituito da una serie di pi lastrl intramezzati da artistica cancel lata. Annessi alla villa sono un gran vigneto, un orto, uno spazio coltivato a fiori e il campo di tennis. La villa, in stile Rinascimento, sì eleva su ire piani ed e riccamente costruita e minuziosamente curata in tutti i particolari, e dotata dei più moderni impianti. Nell'interno, decorazio ni bellissime con stucchi e pitture nel soffitti, intarsi alle none, specialmente nella sala della biblioteca, in quelle di ricevimento, da pranzo, ecc. E' un insieme, ripetiamo, degno degli augusti ospiti. Slamo sicuri di non andare errati concludendo queste altrettale note con l'affermare che al Duca e alla Duches sa di Pistoia Bolzano italiana sì ap presta a fare le più festose devote ac coglienze. a riprova della sua viva ardente fede nei destini della Patria