Il matricida di Bolzano

Il matricida di Bolzano Il matricida di Bolzano Le arringhe del Procuratore Generale e di due difensori a i , i o i , I o Bolzano, 1 notte, li processo del matricida, che tanto interesse ha destato, sta avviandosi al'a sua conclusione. Il presidente cornili. Boni inizia l'udienza col dare 'ettura ai giurati delle questioni che saranno loro sottoposte. Dà quindi la parola al Procuratore Generale, corani. Loffredo, per la sua requisitoria. • lo vi dico — dichiara il P. G. — o Oherraueh fu pazzo e agì senza sapere cosa faceva e allora vada nel mondo, rifaccia la sua vita. Ma se ritenete che non fosse pazzo, egli abbia tutto 11 vostro orrore, tutto 11 castigo che si merita. Signori giurati, non lasciatevi trascinare da lenocini di parole. La difesa attende da voi che, al momento della vostra decisione, voi abbiate un attimo di titubanza. Ma voi avrete mente e cuore e non obbedirete a tentennamenti. Ricorderete solo •he è stata uccisa una madre ». I protagonisti della tragedia 11 Procuratore Generale passa ora ad esaminare i protagonisti della tragedia. Prima esamina la vittima. Ne tratteggia il suo istinto di madre che da quando rimase orfana in giovane età, fece da madre al suoi fratellini. Poi quando, sposa, vide partire il marito per la guerra ed essa rimase sola a curare gli interessi e l'avvenire del figlio. Dimostra con impressionante efficacia l'affetto quasi ossessionante della poveretta per il Aglio. Ricorda il coro che tutti elevarono per esaltare le virtù di questa donna che fu madre nella vita, fu santa nell'amore. Combatte l'accusa di avarizia che le è stata rivolta e che consisteva soltanto nell'imporsi le più dure privazioni perchè il patrimonio di suo figlio non fosse intaccato, mentre poi pagava migliaia e migliala di lire per i suol studi, e centinaia di lire per pagargli le escursioni in montagna. L'Imputato segue questa esaltazione delle virtù di sua madre, con senso di indifferente curiosità. li Procuratore Generale traccia poi la figura del matricida. 11 pensiero di liberarsi della madre rappresentava, fra le sue dissolutezze, il suo pensiero costante. Fugge i colleghi, fugge di casa e dà subito prova di quella capacità a delinquere che lo condurrà poi al delitto. Il P. G. ricorda l'episodio dell'apertura del rubinetto del gas. « Ammettiamo pure —- esclama il rappresentante della legge •- che non sia per uccidere la madre, ma, come racconta lui, per far dispetto alla madre, 0 avremo la riprova della malvagità, dell'avversione che il delinquente nutriva contro la madre, che pur l'adorava •. Nel Kuezner 11 rappresentante della legge vede il delinquente militante, come risulla dal suo certificato penale, dov'è segnato il progressivo suo ascendere nella scala del delitto. Questo individuo si imbatte nell'Oberrauch. L'uno avido dei denari della madre, l'altro avido dei denari di tutti. Si incontrano e si comprendono. Diventano subito amici. Le idee delittuose dell'uno sono le idee delittuose dell'altro. La perìzia psichiatrica Il Procuratore Generale passa poi a discutere la perizia psichiatrica, che è da lui definita « il solito passaporto dei delinquenti per ritornare alla libertà. Passaporto che purtroppo — esclama l'oratore della legge — si rilascia troppo di frequente I Tuttavia è confortante che, ad onta di esso, i giurati abbiano fatto giustizia a più riprese; come fecero quelli di Milano per Renzo Pettine, il cui delitto ha numerosi punti di contatto con il delitto delt'Oberrauch •• L'Oberrauch — secondo il P. G. — in tutte le rnauifesta/.ioni che hanno accompagnato 11 suo delitto ha dimostrato una sicura premeditazione. Tulli i professori che l'hanno avuto allievo hanno deposto della sua intelligenza e del suo profitto nello studio. « E' dunque costui un deficiente? », si domanda l'oratore L'Oberrauch è lauto Imbecille che ha ricordato benissimo ai suoi periti dopo tanto tempo, gli articoli 'iD e 47 del Codice Penale, dei quali i suoi difensori gli avevano detio che poteva beneficiare. 11 p- G- passa quindi a discutere i° quesito della preterintenzionalità, per- cui un individuo che afferra una per sona alla gola e non la lascia finché non cade inerte e poi le metta un fazzoletto In gola perchè non respiri, non si può dire abbia ucciso senza voler uccidere. Circa il Kuezner il Procuratore Generale afferma che costui fu l'anima che incoraggiò e magari incitò l'Oberrauch a compiere 11 delitto. A dimostrare la correità del Kuezner, basta il fatto che egli rimase ad attendere che l'Oberrauch compiesse 11 suo crimine. L'Oberrauch si è sentito incoraggiato, affrancato a commettere il delitto. ■ Il Kuezner è complice, complice necessario — conclude il P. G. — perchè senza di lui l'Oberrauch non sarebbe giunto a commettere 11 delitto; e questo lo affermo con la più grande lealtà. Entrambi debbono rispondere del delitto ». Dopo aver ribattuto in forma Ironica il quesito della ricettazione, proposto dalla difesa per il Kuezner, dimostrandone, con la scorta del Codice Penale, la insussistenza, con forma commossa ed elevata l'oratore invoca un verdetto di condanna per entrambi gli imputati. Due difensori Nella seduta pomeridiana parla il primo difensore del l'Oberrauch, avvocato Tessadri. Assicura die, per la conoscenza che ha Un da fanciullo di Alberto Oberrauch può asserire che non egli volle la strage, ma che vi fu trascinato ed istigato. Mene in luce i metodi educativi che la. madre praticava per una concezione errata che aveva del figlio, cioè che fosse ribelle, indocile e senza volontà di studiare. Riconosce che la povera signora pur nella sua durezza, aveva un grande amore per 11 figlio. L'oratore illustra ai giurati con efficacia la descrizione dell'ambiente in cui visse l'Oberrauch fatta dal teste prof. Bonatta, e rispondendo ad una frase del Procuratore Generale, esclama che non intende fare ti processo alla morta, ma dimostrare alla stregua del fatti, come la tragedia sia l'epilogo di una catena di circostanze che condussero l'Alberto Oberrauch al matricidio. Qui 15tiratore tratteggia la figura del Kuezher, ladro, più volte condannato e ormai adusato criminale. Illustra poi dal suo punto di vista le perizie psichiatriche che trova rispondenti a verità ed ai filli di giustizia. « Se voi non vi fidate dei ineriti, egregio Procuratore Generale — esclama — aboliteli, ma finché ci sono e la legge li ammette, non possiamo, oltre che criticarti, tenere nullo il loro responso». L'Oberrauch anche nei primi interrogatori sostenne sempre costantemente di avere agito in un momento di incoscienza e di follia. L'avvocato Teseo Rossi, difensore del Kuezner, in una densa arringa che nella prima parte potrebbe considerarsi una lezione di medicina legale, ha spiegato da principio che la difesa Kuezner si è trovata di fronte al dilemma di associare! al collegio della difesa Oberrauch per sostenere a quattro voci la totale infermità mentale del matricida, e quindi rate nere come fatta da un pazzo inatten dibile la cliinmata di correo, oppure di controbattere la perizia psichiatri ca e fare risaltare la tendenza menzognera del matricida. Date le basi vacillanti, nello quali 6 stata costruì 1a la perizia e ia grande probabilità che i giurati non le avrebbero prestato fede, sorgeva minacciosa la possi bili-la che il Kuezner avesse finito per fare la parte dell'incubo, maggiore responsabile del reato, di fronte ad 1111 succubo minoralo da imputabilità penali. La. difesa Kuezner si è veduta costretta, a discutere la perìzia; e l'av vocato Rossi ne ha fatto una analisi minuziosissima sulla scorta di parec chi autori di testi di psichiatria. L'oratore, che ha parlato ascoltatisi Simo per quattro ore, ha interrotto la sua orazione, che riprenderà domattina per t ni tiare la posizione speciale del Kuezner. prvncdslepsmldlmgnpdcrhsrzavsdi0l1c3lm

Luoghi citati: Bolzano, Milano