Mara vittorioso nella Milano-S. Remo

Mara vittorioso nella Milano-S. Remo Mara vittorioso nella Milano-S. Remo La meravigliosa e disgraziata corsa di Girardengo, quinto in volata -- Binda cade, si ferisce, e abbandona - L'entusiasmo della folla per il «Campionissimo» lungo tutto il percorso (Dal nostro inviato) San Remo, 31, mattino. Il preludio è stato ieri mattina un andante mosso alquanto rumoroso ed agitato. L'm concerto infatti che nessun direttore d'orchestra è staio in grado di dirigere. Al controllo di partenza ha Armato chi c'è riuscito. Alla Con cai Fallata — chilometro più chilometro meno — si è partiti che erano quasi le 6,30, con rilardo notevole sul preventivato e senza che si sia riusciti a sapere con precisione quanti corridori formavano il gruppo del partecipanti alla gara. Il milionario ohe cerca la vittoria Nel folto del plotone, abbiamo scorto durante l'attesa, parecchi visi noti in mezzo ti molti ignoti. Nei primi ranghi Girardengo, il quale a rigore di numerazione avrebbe dovuto occupare una posizione più arretrata. Ma 1 novese è uu uomo accorto e come tale ha pensuiio bene di non restare Imbottigliato nel folto del gruppo, di dove a uscirne sani, poteva anche essere un bel miracolo. E allora 6 venuto avanti, proprio sono il nostro tiro. Girardengo era di buon umore. E ci siamo trattenuti con lui anche perché non è di tutti i giorni poter avvicinare noi milionario... in calzoncini. Abbiamo accennato al tempo: pioveva infatti. — Anche lei 6 del parere che sarà una giornataccia? Lo provedevo. Hi montato sino da ieri 1 parafanghi, e le mie gambe le ho rese impermeabili con gli unguenii. Anche lei pensa che lo sia matto, con questo tempo arrischiarmi... — E con i tuoi milioni — interrompe Visconti. ,11- novese diventa corrucciato e risponde secco: « Caro il mio ragazzo, quando si cerca la vinaria non biso;ua preoccuparsi del denaro. f*i gloria non si pagti; la si conquista ». Gli ricordo che forse egli è un malato di nostalgia. Girardengo mi replica con una domanda: « Se io sarò primo a San Remo, lei che cosa dirà? ». Littori risponde per tutti: « Che è tempo di farti un monnimeii'io ». Si ride. Il megafono prova a fare l'appello, ma si accorge che. manca parecchia gente. Dove sono? Un chilometro più avanti, ci dice un motociclista. Fu necessario infatti percorrere qualche trai tu di strada per vedane nuovamente fusi i due gruppi, e il conte Donncossa abbassare la bandierina. Cosi, sotto un cielo che prometteva nulla di buono, siamo partiti per San Remo. L'inizio 6, come abbiamo avvertilo, sotto la pioggia e in mozzo od una folla coraggiosa e mattiniero. Dopo Rinasca la strada è per un centinaio di metri Im riparazione. Qualche gomma ne fa le spese. E Camusso, tanto per far sapere che al mondo c'è anche" lui, va via che è unjdemonio. Una freccia nera gii è alle pcostole; Linari. Poi il campione d'Ita- Ila e Girardengo e gli altri E' me-'lio vigilarli questi ragazzi! A Pavia 10 scherzo lo ripete Linari; è una sgroppata con i Hocchi, ma non si conclude nulla. Tuttavia all'uscita dalla città, Linari scatta nuovamente. Confusione; trenta uomini del gruppo di testa; altrettanti in un gruppo che segue a trecento metri: fra questi Girardengo e Binda che è la sua ombra, e i rispettivi gregari. Ma dopo dieci minuti il gruppo comprende di nuovo un centinaio di uomini. La bucatura di Gaietti La novità più interessante è che adesso diluvia. La pioggerella di Milano ò a Casteggio un acquazzone violento che dura Ano a Tortona c scema di intensità solo verso Novi. In compenso aumenta il fango. E un buon terzo dei corridori è partito senza impermeabile e senza parafanghi. Gaietti deve fermarsi per una panne di gomma. L'anziano milanese prende cosi definitivamente congedo da noi. Per Gaietti la San Remo termina allo porte di Tortona, ove si transita alle tì,30; l corridori sono circa un centinaio e le automobili una trentina con le targhe dalle più svariate province. Se si va avanti di questo passo, prima del Turchino avremo un corteo di non meno cento vetture. Alle 9,10 siamo nella citte di Girardengo. E' superfluo dire che 1 tre noveri del gruppo sono all'avanguardia: precede Fossati, seguito da Girardengo e Giacobbe. La folla che assiste al passaggio del corridori 6 immensa. Le ovazioni al campionissimo salgono al cielo. Verso Ovada le nubi si squarciano per lasciar scorgere un po' di azzurro. Poco prime di Ovada abbiamo un colpo di scena: è il palermitano De Biasi che scatta all'improvviso e prende una cinquantina di inetri al gruppo e cioè agli essi, 1 quali guardano l'illustre sconosciuto che ha tante audacia e nicchiano. De Biasi invece insiste: ad Ovada, città ha duecento metri di vantaggio, che aumenta tosto fino a raggiungere i settecento, ottocento metri. Il ragazzo insiste, ma ad un tratto, dopo circa cinque chilometri di fuga si rialza. Ha la forcella rotte. Il suo sforzo è stato inutile e 11 palermitano è costretto a ritirarsi. Camminiamo ora verso il Turchino. Il grupio che ha perduto parecchie unità, quando ha iniziato l'Inseguìmento di De Biasi, conte ora una trentina di elementi. Poiché Fm^carelli si prodiga rileviamo non senza stupore il distecco di Gramo, dello svizzero Hofer e Grippa. Poi anche Camusso, che era stato brillante fin dopo Ovada è lasciato e cosi anche Linari e Mara, il quale ha la ruota posteriore fuori centro. Ma dopo Rossiglione questi riappare, avendo alle spalle Battesinl, Fossati e Linari. A Campo Ligure Girardengo scende a mutare rapporto. Binda si ferma a sua volta. Girardengo per ripicco appena 6 risalito in macchina procede presso che a passo d'uomo; altrettanto fa 11 campione d'I pione d'Ita-1 Uri E' me-'"'talla. Holetc e Bianchi Mario riox«0- raggiunti via via Linari, Frascarelli, che s'ò all'improvviso rialzato, Gestri, Cauunii, Gaioni, Grandi. Verso la volta Bianchi. Mario scatta: Negl'ini, Giaccone sono subito su di lui e il molaroso taglia il traguardo prima, per poco. La oaduta di Girardengo e Binda In discosa Grippa vitme appiedato, ma riprenderà prima dell'abitato di Volt.fi, ove si giunge alle 11,20. In lti- d anclieviera troviamo tempo buono pi polvere. Compongono ora il gruppo di tosta Bianchi M.. Mara, Binda Altre do e Albino. Grippa, Piemomesi, Li di tosta Bianchi M., Mara, Binda A do e Albino, Grippa, Piemontesi, nari, Gestri, Gaioni, Marchisio, toni, Proserpio Oaimnil. Girardengo,Negrini, Giacobbe, Battesinl. Di Fa e-co, Fossati, Frascarul.li c il minuscolo Vitali. Alle porte di Arenzano, ove è stabilito il controllo a riforniineuio, un passaggio a livello blocca le automobili. Quando riprendiamo contatto con i corridori, questi sono gin sulla Coletta. Cento metri dopo, in un tratto di discesa inghiaiata, Di Pacco, che al mattino era già stato vittima di una bucatura — fa un pauroso scarto, seguito da un tremendo ruzzolone con relativo cozzo contro il parapetto della strada. Va lungo disteso sulla breccia, tagliente, e spezza entrambe le ruote. 11 toscano si accascia e piange. Sembra che questo debba essere l'inizio di una serie di disavventure. La strada riprende a salire. Siamo nel regno degli ulivi che fanno una valla verde sul nastro stradale. Facciamo in tempo a giungere alle spalle dei primi che un arresto brusco delle macchine provoca un ingorgo indescrivibile. Più che non vediamo sentiamo gridare: Girardengo è caduto. Anche Bianchi Mario è caduto. La gente che è sul cigli della strada accorre. Le donne strillano... Il capitombolo deve essere stato pauroso. Poi la colonna delle automobili si muove; si riprende le corsa dunque. Facciamo cinquanta metri e un altro brusco arresto. Glie è successo di nuovo? In una svolta ancora la breccia della strada, ha fatto un brutto scherzo a Binda. Il campione d'Italia non appena avverti la disavventura toccata al rivale era fuggito come una saetta; ma non aveva fatto che pochi metri e a sua volta andava a ruzzoloni; ina mentre Girardengo si escoriava solo un braccio spezzando alcuni raggi dalla ruota posteriore, e riduceva a mal partito il manubrio, Binda batteva del capo e restava al suolo inanimato. Tratto di Jà egli perdeva sangue dalla bocca e dal naso. Intanto davanti i primi procedevano vereo Varazze. Troviamo Grandi, Piemontesi, Battesini e Caimml, più avanti a duecento metri. Bertoni, Frascarelli, Guerra, Fossati, Proserpio, Pesenti, Bianchi Mario e Mara. Raggiunti questi nell'abitato di Varazze. crediamo di trovarci nel gruppo di testa, ma una nube di polvere più avanti ci fa avvertiti che qualcuno deve precedere tutti, Prima di Celle infatti raggiungiamo Negrini, Marchisio e Giacobbe. 11 passaggio a livello chiuso ci consente di controllare i distacchi; a 40" dai primi tre passano Bertone. Frascarelli, Guerra, Fossau, Proserpio, Mara a cui si sono aggiunti Girardengo e Grandi; ad 1' passa Linari, a 2' Catalani, Gestri, Morelli, Zanzl, Gaioni; a 2*30" Crippa; a 3'30" Binda Albino e Alfredo, Caimmi; a 3'50" Camusso; a 5'10" Vitali. Ad Albissola, e cioè a meno di cinque chilometri da Cello altre novità. Blandii e Caimmi sono stati appiedati, Zanzi ha spezzato upa ruota. Bm da Albico è appiedato pure, Binda novese che tira e lo fa senza troppa gono sui due e 11 lasciano « sur place ». Girardengo che è da noi atteso, ci dice: « Passano gli anni ma il sistema non muta ». Siamo a Musone alle 10,50. Girard.'Ugo e Binda sono a trecento metri dal gruppo: è sempre il convinzione. Otti iiicoinìncia li Turchino: il primo a cedere è l'isolato Carrara. Poi Mara scende a mutare il rapporto e perde contatto, mentre al gruppo si avvicina sensibilmente, grazie all'impegno del campionissimo la coppia Girardengo-Binda. A metà salita i componenti il plotone eli testa sono raggiunti dai due, n meglio vengono Alfredo ha già superato Catalani, Ge stri, Piemontesi, Gaioni. Alle porte di Savona, Bertone st stacca dai primi sfinito. Al mezzo tocco attraversiamo la città in mezzo ad una folla strabocchevole. 1 primi tre conservano immutato il vantaggio sul gruppo che insegne e che è comandalo da Girardengo. Ovazioni a Girardengo Le ovazioni che il campionissimo riceve sono deliranti; la folla non cerca che lui, non osanna che lui, non urla che il suo nome. Solo a tratti si avverte una domanda: E Binda? Ma la sorte del campione l'Italia non sembra interessare gran che questa gente Si esalta, si -appassiona'e vive la San Remo il pubblico solo per il campio nisslmo. Non so se questa è Idolatria : è certo che è anche affetto veramente profondo per quest'uomo che è qui proteso, egli dolorante al braccio e con la macchina avariata, itel-lo sforzo dell'inseguimento :li coloro che fuggono, cioè dei suoi alilievi, a cui ha mandato a dire di fare la loro corsa. Ma il novese non ò in questo tratto nel suo momento migliore. Vado. Berneggi, Svot-Qj'iio : lo svantaggio diminuisce. E' Mara che scatta a Spoton-no e va affla caccia dei fuggitivi, trascinandosi dietro Cremo e Proser-pio. Ai piedi della salita di Capo Noli, egli ha raggiunto i fuggitivi : ini vetta anche gli aititi che erano staccati sono insie me ai pnimi. La San Remo finisce qui, come lotta; Capo Mole, Capo Berta non sposteranno più la siituazione. Su Capo Berta la battaglia è stala nipegnata a fondo da Giueobbe. Il novese era in cdnia iiuon primo: in discesa portava a cento metri il vantaggio su Marchisio, a 150 su Negri ai a aio su Mara; ina in piano lutiti coloro che erano insieme a lui ai piedi dell'ultima salite. (Occorre aggiunge re che fra questi era pure il miraco lnso Di Pacco che era riuscito a portaa'e a termine suina salto a di Capo Mele un inseguimento durato quasi cento chilometri). K Binda? Lo abbiamo lascialo alile pone di Savona, in vanteggio rispetto al suo distacco d.i Cello noi confronti di tiìHirdfiign. Ma a Borseggi uni |ias saggio a Inolilo chiuso, ci permetteva di constatare elu- il progresso non era continualo Infatti dai primi Ire, cioè: Marchisio, Giacobbe, Negtrini, i passaggi sono avvenuti nell'ordine se guetite : A 50" Mara, Guerra e Proserpio; a 1' Frasca re-I Li; l'iii" Girardengo, Fossati, Grandi; a lr45" Pesenti; 2'55" Battosini: ll'lii" Piemontesi (che ò in preda ad una crisi); a 3'3(V Binda Alfredo. Calunni; a 3'45" Mario Bianchi; a 5'30" Catalani, Bortone, Grippa. Conio si vede Binda, che aveva, avvantaggiato fra Colilo e Savona, fra questa città e Bergere! era di nuovo retroce.? so. Infatti il campione d'Italie decideva poi di ritirarsi prima di Finale !\ia nóichè et era ignota la decisione VeVa scelta al c«ntrolllo di Alas sio; recidiamo di aspettare il suo pas¬ saggio. La rolla più varia e più cosmopolita eh" può offrirò la riviera è qui in attesa por assistere al passaggio dei corridori. E' vicino a me una miss che ha già salutato cailorosamen te Girardengo. La miss è impaziente per Binda o scorgendomi con il mio taccuino in mano mi apostrofa in inglese? «Dov'è Binda?». E' quello che desidero sapere anch'io. Il campione» d'Italia non si vede. » Quando arrive ra?» chiede ancora l'Inglese. Non lo so... Forse non arriverà più. Arriva invoco Pavesi, che ci dice che Binda ha rinunciato alla corsa Slamo h»n presto allo striscione dell'ultimo chilometro, I prigi dispongo no iH loro piano di battaglia: essi procedono su due file: solila destra" ve diamo Di Pacco, Negrini, Girardengo che ha alla sua ruta Piemontesi; sul la sinistra Guerra e Fosfati. Dietro a questi gli a.llrl. Ultimo in sulla destra Mara. L'irresistibile volata di Mara L'azione è progressiva; ai 500 metri la velocità è notevolmente aumentata, a 300 metri sull'asfalto 1 corridori avanzano a grandi folate. Ecco affiancarsi a Gira, Caimani. Il romagnolo ha alla sua ruota Mara; Marchisio si tiene a quella di Negrini. A 150 metri tutti gli uomini sono impegnati decisamente, Caimmi avanza come una freccia sulla destra, superando Girardengo che viene in sulla sinistra attaccato da Piemontesi. A 50 metri, quando già si pensa che Caimnti abbia corsa vinta esce come una freccia Mara che batte il romagnolo di una ruota buona. Al centro si fa luce ìnlamto Piemontesi che è terzo, mentre Caimmi riesce e conservare il secondo posto. Di Pacco che portava Girardengo è quarto, il novese quinto, sesto il torinese Marchisio, poi gli altri. Il bianco celeste ha vinto realmente con uno scatto superbo, confermandosi quel routler sprinter che già ci era noto. He meritato la vittorie Mara? L'ha meritata. Nel gruppo di testa che ha disputata la venata vi erano non meno di dieci uomini meritevoli di vincere la San Remo e tra questi segnatamente Girardengo, Di Pacco, Ne"rini, Giacobbe, Marchisio, Mara, Piemontesi e vogliamo aggiungere anche il modesto Proserpio. In linea assoluta il più brillante di tutti è stato Giacobbe, ma poiché egli è un uomo privo di scatto finale, avrebbe dovuto vincere staccandosi. Poiché non vi è riuscito è giusto che 1 più veloci all'arrivo lo abbiano preceduto. A parità di merito è giusto che il più veloce- in linea assoluta abbia toccato la palma. Mara, che pure ha 27 anni, è uno di quel prodotit della nuova generazione che noi avevamo detto di volere attendere alla prova. Non corre che da quattro anni. Fino al 1923, anno in cui andò sotto lo armi, (anta a Fiume, Ignorava che cosa era la biciclette. Il tintore bustese non si preoccupava .d'altro che del suo lavoro, alla fabbrica, e di quel po' di terra che coltivano 1 suol vecchi. A Fiume si trova ad avere a che fare con biciclette militari; se ne Innamora. Congedato nei 1924, comincia a pedalare su una macchina leggera. Fu una rivelazione per sè e per gli altri. Il bustese cominciò a correre tra 1 liberi nel 1925. Nel 1926 eccolo vittorioso nella Targa Legnano davanti a Tizzoni, a Mario Bianchi, a Balla e ad Orecchia. Si inizia cosi la sua carriera ufficiale di corridore clolista. Nel 1928 va a Budapest e arriva secondo dietro a Grandi nel campionato del mondo. Vince poi la Coppa del Re. Nel 1929 le vittorie non si contano. Prende parte anche al Giro di Francia e si batte bene. Accortosi che la fatica era molta e il guadagno pooo, torna in Patria. Vince la Coppa Crespi e poi il circuito Astlco-Lirenta. Questo inverno viene in Riviera a sue spese e si allena. Ieri ha vinto la Milano-San Remo, la prima a cui egli partecipava, dopo essersi provato per la prima volta, vincendola, nel Criterium di apertura. Questa è la figura del vincitore, di questo modesto atleta che ricarda nella maschera la quale sembra tagliata nella pietra quotila di Aymo Bartolomeo. Ecco un giovane su cui si può far assegnameli lo. Che dire poi di Di Pacco, di Marchisio, di Proserpio e di Vitali? La nuova generazione ha detto ieri, dopo averlo chiaramente lasciato Intendere nell'ultimo giro di Lombardia, che è in grado di lottare degnamente contro gli uomini che vanno per la maggiore. Girardengo E la vecchia guardia? Girardengo... non poteva fare di più; fu spettacoloso e anche sfortunato. Ha disputato la volata col manubrio rovinato e lo sterzo inceppalo. Si è battuto come al buon tempo, naturalmente con la maggiore prudenza e maggiore tattica. Trentasette primavere hanno il loro peso e la loro esperienza. Nodi si possono trovare parole adeguate per esprimere l'ammirazione che si sente verso quest'uomo che ha dato rutto se stesso fino alla fine e che, battuto, man ha pronunciato una parola di recriminazione. Se non fosse stato ferito e con la macchina in condizioni normali avrebbe forse potuto precedere Piemanetsl, non avrebbe potuto nulla contro Mara e contro Caimml. Il romagnolo lo scorso anno faceva parlare di sè proprio in occasione dellr>. San Ilomo. Egli ora terzo dopo Binda e Frascarelli. Quest'anno per poco non era primo. ye\ 1029 ima caduta gli compromise tutta l'annata. Questo anno, fatto più robusto o resistente (è un bell'atleta Caimmi) ci ha dato la bella prova di ieri. Così Piemontesi che teneva a dimostrare a più di uno che egli è un uomo tutt'alltro che finito ha potuto provare in realtà che marcia ancora a dovere. Di Pacco e Marchisio vanno accomunati nell'elogio più vivo. Sia il toscano che il piemontese sono stati oggetti della più viva, ammirazione di tutti coloro che Siano al seguito della corsa; non hanno che 21 anno. Riassumendo, una Milano-San Romo che 11 cattivo tempo ha reso dura nella prima parte durante la quale sono scomparse le figure minori; che la sfortuna colpendo soprattutto Binda, ha reso Interessante nelila. parte centrale;'che ha brillato neH'uHftima fase sole por lo spunto veramente entusiasmante di Mara. E di Binda che cosa dire? Fino a quando rostò in gara fu un uomo pari adii altri. Non 6 apparso superiore parche non ha fatto nulla per provar- lo. Forilo e demoralizzato per la oa- fiuta sui Piani di Invrea, ha prefe-rito ritirarsi. Certo che nel tratto incui lo abbiamo visto all'insetruimentonon ci è sombrato il dominatore dialtro oer.t;ioni aitre occasioni. DI qui un riserbo che dobbiamo for-se Imporoi in attesa della prova (Ilappello che Rotibais. sarà la severa Parigi- C. TRABUCCO, | I I fi Il vinoitoro i F