Il Piano Young e i diversivi cecoslovacchi

Il Piano Young e i diversivi cecoslovacchi Il Piano Young e i diversivi cecoslovacchi Roma, 23 notte. i La soluzione del problema delie ^riparazioni è veramente dura ad essere definita; è venuta la ratifica tedesca, sia pure scavando la fossa al Gabinetto Miiller; Tardieu ha superato le difficoltà che venivano avanzate dalla destra e dalla sinistra, ma il terreno non è ancora ' sgombro perchè il Piano Young possa avere la sua integrale applicatone giuridica e pratica. Da quale parte sorgono gli ostatoli? Come si ricorda, nella seconda sessione della Conferenza dell'Aia, .In quella di gennaio, l'aggrovigliato '& spinoso problema delle cosiddette riparazioni orientali fu risolto completamente nelle sue linee generali; alcune questioni di massima furono rinviate a una Commissione che si sarebbe riunita a Parigi e in cui sarebbero etati rappresentati i PaeBi creditori, grandi e piccoli, e la debitrice Ungheria. La Commissiojne è stata convocata come era previsto, sebbene Loucheur, che iaiiti elogi aveva riscosso guidando la seconda Commissione dell'Aia e fche era stato incaricato di presiederla, non possa assolvere tale funzione essendo etato tenuto fuori dal nuovo Gabinetto Tardieu come reo di tradimento; i lavori sono stat Iniziati ma procedono tutt'altro che soddisfacentemente. Si tratta di stabilire l'ammontare delle somme che i vari Stati debbono versare in quei famosi fondi del progetto Brocchi the servirebbero a compensare le partite di dare e di avere (debiti amministrativi, optanti, ecc.). Questa volta la recalcitrante è la Cecoslovacchia; essa non vuole garantire una somma superiore a quella che risulterebbe da una applicazione delle sue leggi interne di espropriazione, a proposito di cittadini ungheresi espropriati, e pretende che tale eia la direttiva indicata dalla Conferenza dell'Aja. Non C'è bisogno di indugiarci a lungo per dimostrare la unilateralità di una' simile tesi; innanzi tutto all'Aia non si disse affatto"dhe i versamenti al fondi contemplati nel compromesso dovessero essere contenuti nei limiti desiderati dal Governo di Praga; se cosi fosse non sarebbero state necessarie delle lunghissime interminabili discussioni poiché mai gli Stati successori della Monarchia absburgica si erano opposti a una applicazione delle loro leggi anche nei confronti di sudditi stranieri. Le leggi interne di jèspropriazione agraria prevedono delle cifre minime irrisorie; appunto perciò gli optanti ungheresi si sono battuti per 10 anni difendendo I loro diritti basati sull'articolo 250 del Trattato di Trianon. La verità è che la Cecoslovacchia tergiversando e sofisticando vuol riprendere a Parigi quello che aveva concesso all'Aja; il procedimento è di marca prettamente balcanica anche se Praga si adagia sulle rive di un bel fiume "del continente europeo. Questi metodi non possono essere tollerati troppo a lungo specie quando ad essi si collegano interessi generali. (Per fare uscire i lavori della Commissione dal loro punto morto i Governi delle tre grandi Potenze creditrici: Italia, Inghilterra e Francia, avrebbero invitato tanto II Presidente del Consiglio ungherese, conte Bethlen, quanto il dottor Benes, Ministro degli Esteri cecoslovacco, a recarsi a Parigi, e a pesare con la loro autorità per dirimere le divergenze. Speriamo che non eia indispensabile arrivare a quella specie di massaggio che fu pratkato all'Aja, quando i conten- *; _ ' ' * . denti furono rinchiusi nel Binnenhof e non lasciati uscire Ano a che non giunsero all'accordo: se poi il Governo cecoslovacco, per ragioni interne, desidera che si segua questa via in modo da far apparire i suoi obblighi come delle imposizioni, lo faccia sapere subito per non perdere tempo inutilmente. Il tempo stringe; si approssima il momento in cui la Banca internazionale dei pagamenti dovrà lanciare il suo pruno grande prestito ed è bene, per il successo dell'operazione, che non esistano nubi sull'orizzonte; un mancato regolamento preciso degli impegni cecoslovacchi potrebbe mettere in forse tutto il sistema del Piano Young. Avremmo sorvolato un tale aspetto, che è il più serio del problema, attendendo di prospettarlo qualora la situazione si fosse aggravata, ove non vi avessero già accennato Wtri giornali. E' il Times che scrive; «La questione dei compensi agli ungheresi espropriati è stata legata col debito di liberazione dovuto all'Italia e l'Italia dal suo lato na conteggiato questi pagamenti V*i la quòta italiana nell'annuali straordinaria domandata da Snowden all'Aja Ebbene l'Italia vuol veder chiaro in tulta questa faccenda; la sua posizione è ben definita, ma altrettanto deve essere quella della Cecoslovacchia; noi abbiamo garantito all'Inghilterra nove milioni annui di marchi oro; d'altra parte noi dobbiamo riscuotere una somma equivalente dalla Cecoslovacchia (e si che la nostra riduzione sul debito di liberazione è stata generosa!). Prima di compiere l'atto impegnativo per il Piano Young vogliamo essere certi che la Cecoslovacchia non tenterà di eludere il suo obbligo verso di noi con quell'abilità insinuante che tutti riconosciamo al dott. Benes. E ciò dovrebbe essere noto a tutti, senza la nostra ratifica non è possibile applicare il piano Young. ALFREDO SIUNQRETTI.

Persone citate: Benes, Snowden, Tardieu