Svaligia la casa dove è ospitato credendovi nascosto un tesoro

Svaligia la casa dove è ospitato credendovi nascosto un tesoro Le illusioni di un pittore ladro Svaligia la casa dove è ospitato credendovi nascosto un tesoro Surian Alfredo è un giovane pittore triestino di belle speranze e di molte iniziative. Anche se i quadri da lui dipinti non sono ancora apparsi raggruppati in una mostra personale e nemmeno sono stati accettati in mostre o in gallerie cittadine, egli s'è fatto una certa fama, nella cerchia, per verità ristretta, di coloro che hanno avuto la ventura di avvicinarlo, come raffinato manipolatore di un colore che gli è particolarmente caro, il vprde. Nei suoi paesaggi e nelle sue nature morte, come del resto in tutta la sua vita quotidiana, certe pennellate di verde, a dirla con alcuni competenti, hanno prodotto una non leggera impressione. Da squisito artista, eerli ama, a tratti, abbandonarsi a! suo estro, alla sua fantasia, un po' per rompere la monotonia che affligge anche l'esistenza di un pittore, e un po' per tenersi in debito esercizio. Ecco l'ultima trovata dal Suria n immaginala, che se pure non ha il pregio della assoluta novità o la caratteristica della audacia impressionante, dimostra chiaramente quante e quali siano le buone disposizioni che animano il Surian, per compiere Ln breve tempo una brillante carriera. La casa del due vecchietti Il giovane pittore triestino, nei primi giorni del mese scorso, subaffittò una camera a pensione In casa di due buoni vecchietti, 1 coniugi Stecca, i. quali abitano in via Belfiore 37. Nell'alloggio di via Belfiore, fino ad allora era regnata la quiete Più assoluta, non sce^ vra da una leggera melanconia. I vecchietti conducevano una vita modesta ma. nello stesso tempo senza, gravi preoccupazioni. L'entrata del Surian nella loro casa fu un po' come il ritorno di un soffio di giovinezza, accolto dapprima con simpatia, poi con benevolenza; ed il Surian non perdette occasione per far aumentare ogni giorno questa benevolenza. I vecchi lo ammisero presto alla intimità del loro focolare, preparando per lui squisiti pranzetti p intavolando poi lunghi discorsi confidenziali. E un giorno il Surian si convinse che 1 suoi amorevoli ospiti celassero in casa un piccolo tesoro, e fu un brutto giorno quello, perchè decise di architettare un certo scherzo, che facilmente si può immaginare. E preparò 11 suo piano, che venne attuando pazientemente per tutto un mese. Cominciò con il condursi In casa un amico, il ventisettenne Salvatore Rebez. pure lui triestino, e gli fece stringere relazione con 1 vecchietti ospitali. Seguendo le orme del Surian, anche l'amico seppp conquistarsi la benevolenza degli Stecca, che gli usarono ben presto 1 riguardi e le cure amorevoli, già offerte con tanta larghezza al pittore. Non pareva vero, a loro, di avere ln casa due bravi figlioli, che sapessero allietare la tetra dimora con un pn' di gaiezza spensierata! Ma soprnggiunse 11 momento che il Surian giudica propizio per l'attacco. Una chiamata a Trieste Alcuni giorni fa, egli avverti 1 coniugi Stecca che una improvvisa chiamata da Trieste lo costringeva ad abbandonare Torino. Là era atteso dalla vecchia mamma, che aveva bisogno di lui; non poteva quindi Indugiare, ma doveva partire immediatamente per raggiungerla al più.presto. I due vecchi si acconciarono, a malincuore, a questa improvvisa risoluzione, che veniva a turbare la nuova atmosfera della loro casa. In cui si erano augurati di vivere a lungo. Accompagnarono il Surian alla stazione e gli fecero gli ultimi saluti con te lacrime agli occhi. E il Surian parti, con le sue cartelle e 1 suol pennelli. peT giungere ad un gcaa piccolo albergo di corso Regina Margherita. Ciò non toglie che il giovn successivo alla partenza, regolarmente spedita da Trieste, tuia cartolina giungesse in via Belfiore, commovendo prò fondamento i destinatari. Ma una seconda chiamata Invitava a Trieste anche il Reb°z; e la scena della seconda partenza fu identica olia prima. Anche il Rehez volle I vecchi a salutarlo alla stazione: e questi ci andarono, apprezzando molto l'offerta dei biglietti di entrata, che egli, con bel garbo, aveva loro porto. Il tesoro Mentre ciò avveniva alla stazione, m via Belfiore il Surian buttava tutto a soqquadro, per scoprire il tanto desiderato tesoro, che si ridusse poi a ben poco. Quattro biglietti da cinquanta lire, pochi oggetti d'oro e In pelle, una valigetta in cuoio, abbandonata poi sotto l'atrio della casa, costituirono il magro bottino asportato dal piitore. 11 quale, con l'aiuto di una sua amica, riuscì a venderlo in parte e ad impegnarlo per 11 resto, traendone qualche centinaio di lire. Portata a termine la sua complessa operazione, il Surian decise di partire sul serio, per raggiungere la nativa Trieste. Ma colà era a sua volta raggiunto da un mandato di cattura, spiccato dalle Autorità torinesi, alle quali i coniugi Stecca, eranp andati a narrare le lpro pene Ricondotto a Torino, il Surian venne interrogato dal dott. Ugo Modesti; il pittore ammise, senza difficoltà, quanto gli era addebitato, dichiarando di essere rattristato dal solo rammarico di non aver potuto div;dere il ricavato anche con l'amico Rehez, che si era allontanato troppo presto.

Luoghi citati: Torino, Trieste