La portata pratica e le conseguenze finanziarie dell'abolizione delle cinte daziarie e del dazio consumo

La portata pratica e le conseguenze finanziarie dell'abolizione delle cinte daziarie e del dazio consumo La portata pratica e le conseguenze finanziarie dell'abolizione delle cinte daziarie e del dazio consumo Il provvedimento illustrato dal Ministro delle Finanze Roma, 24 notte. Il Popolo di Boma pubblicherà domani mattina una intervista con U Ministro delle Finanze S. E. Mosconi sull'abolizion delle barriere daziarie. Dopo aver ricordato che il provvedimento era da tempo in elaborazione, e che ripetutamente «1 Duce aveva annunciato e fatto annunciare, fin dal 1927, il proposito del Governo di sopprimere "il dazio interno, tributo in ogni tempo discusso e male accetto alla popolazione, S. E. Mosconi cosi iia proseguito: t Sarebbe inutile ripetere qui tutte le critiche che giustamente si sono mosse al sistema daziario finora in vigore ; sarebbe superfluo ricordare gli inconvenienti a cui esso dava luogo, col suo ordinamento pesante, costosissimo, specialmente in quei Comuni — ed erano tutti i maggiori - in cui ancora sopravvivevano le anacronistiche barriere daz'arie. Ma se generale era il convincimento che ad una riforma si dovesse addivenire, essa si presentava tutt'altro che facile. • La speciale Commissione che sta preparando il progetto generale di riordinamento dal sistema tributarie degli enti locali, aveva dapprima stu diato una soluzione graduale, che im portava par ora a soppressione dello barriere daziarle n°i centri meno importanti e rimetteva a un secondo tempo l'abolizione delle cinte nei Comuni maggiori. Ma parve poi pigliar partito affrontare risolutamente in pieno il problema, prescindendo da mezze misure o da espedienti, che senza agevolarne la soluzione non avrebbero fatto che prolungare una situazione ormai divenuta intollerabile. La decisione del Duce « Anche in questa occasione il Duce, con la sua lucida visione, ha avuto l'esatta percezione della necessità di troncare ogni indugio e di superare tutte le incertezze Fu cosi decisa l'abolizione completa, simultanea di quei superstiti strumenti medioevali, che fino ad ora si chiamavano barriere daziarie, e che nonostante i pur continui e lamentati intralci frapposti al libero traffico, erano tuttavia rimasti in piedi, un po' per misoneismo ed essenzialmente per ragioni finanziarie. Ma attuando tale riforma, si imponeva la necessità di dare agli °ntl locali altri cespiti, in modo da non comprometterne la situazione finanziaria. • Bisogna riconoscere che non si trattava di cosa di lieve momento, perchè il dazio consumo procurava al Comuni un introito di poco meno di due miliardi dei quali quasi uno e mezzo ai soli 195 Comuni chiusi, mentre nessun corrispondente compenso poteva trovarsi nella sovraimposta fondiarie., che anziché inasprita in molti Comuni deve essere mitigata, perchè di gran lungi superiore ai limiti normali; nè in altri tributi locali, in genere già applicati in misura assai sensibile II problema si presentava particolannent • arduo, anche perchè le perdite risultanti dalla soppressione delle cinte e dalla abolizione dei dazi non venivano a distribuirsi uniformemente fra tutti i Comuni, ma concentravansi nella massima parte nei soli 195 Comuni chiusi. 14 Ministro ha poi proseguito: « Accurati calcoli sono stati fatti per stabilire quanto si potrà ricavare dal le nuove imposte, e se e fino a qual punto il provento di esse potrà com pensare quello dei dazi soppressi. Per ciò che concerne i Comuni aperti (e come già ho accennato, ad eccezione di 195 sono In questa condizione tutti Comuni del Regno), ponderate e an che caute valutazioni lasciano con ogni fondamento ritenere che la riforma, con l'istituzione delle nuove e poche imposte di consumo, potrà nella generalità largamente riparare alla perdita dei)l'abolizione dei dazi, anche avvalendosi ove ne sia 11 caso e fino a quando ve ne sia bisogno, delle ali quote di dette imposte stabilite dal nuovo decreto, in misura non esage ratamente superiore a quelle che vi govano rispetto ai dazi sui corrispon tenti generi. « Basta fermare l'attenzione sul fatto clie dei 40 milioni di hi. di vino rappresentanti la produzione media In Italia soltanto 6 e mezzo risultano sdaziati nel Comun1 aperti. Scomputato il vino consumato dai produttori e dalle loro famiglie, che è dichiarato •■sente da imposta e che può calcolarsi in altri sei milioni di hi., nonché il vino che si sdaziava nei Comuni chiusi per 9 milioni di hi., rimane pur sempre, per raggiungere la produzione totale un margine di ben 18 milioni e mezzo di hi. che ingiustamente restava immune del tributo nei Comuni aperti per via dell'illogico e conlannato privilegio derivante dalla tas- ' 1 itili) ìli u |M 'v n"*s iu utri iva li ir u<ui iti L-aa-sazione limitata alla minuta vendita..Ora e evidente che l'imposizione ".I detti 18 milioni e mezzo di hi. dlvino. sia pure ridotti a 15 milioni per le esportazioni, la distillazione, perdi te varie ecc., anche prevedendosi un prudente scarto per evasioni (le quali peraltro dovrebbero contenersi entro quantitativi non rilevanti, se ì Comuni applicheranno regolarmente la nuova imposta) è a usura sufflcienie a colmare il vuoto lasciato dalle voci eliminate. Il reddito complessivo di tali voci era infatti nei Comuni aperti ai circa 185 milioni, mentre l'impo- sizione di questi altri 15 milioni di hi., anche con aliquote identiche alle preesistenti, darebbe in cifra tonda beo 280 milioni di lire. ■ Sicché il problema finanziario, pur sempre imponente, restava circoscritto ai Comuni chiusi, « Questi, come ho già detto, non sono che 195, ma comprendono i maggiori centri. Essi, a mezzo delle barriere, riuscivano a colpire dì dazio l'intera quantità dei numerosissimi generi contemplati dalle rispettive tariffe, e non si può sperare che il danno loro derivante dall'abolizione dei dazi possa trovare integralo compenso nel gettito delle nuove imposte di consumo E' vero che tal i Comuni potranno realizzare notevoli risparmi nelle spese di riscossione, molto rilevanti nel regime chiuso, ma tali ecolomie non basteranno certo a risarcirli della sensibile perdita derivante dal minore rendimento delle nuove imposte. In base a cauti calcoli, accu atamente eseguiti dagli uffici ministe riali. si ritiene che questa perdita pos <a salire a circa 625 milioni •. Efletti benefici li Ministro na quindi, a questo ore posilo, segnalala l'utilità deli'interveno dello Stato, che sarà compensato dall 'aumentata tassa di consumo di caffè. - - . La ritorma — ha dichiarato S. E. Mosconi — recherà sbnza dubbio notevolissimi vantaggi all'industria ed al commercio, date che in dipendenza della abolizione della cinta sarà d'ora innanzi consentito il libero movimento sul territorio nazionale di tutte le materie prime e dei prodotti finiti da Immettere nel consumo. • Per effetto della decretata soppressione dei dazi su di una grandissima quantità di generi e oggetti, sarà possibile altresì ui.a migliore distribuzione dei prezzi, senza le interferenze finora provocate dall'esistenza dei dazi stessi, applicati a riscossi talvolta su Identici generi di misure e con criteri varianti da Comune a Comune. « Nei particolari riguardi infine dell'agricoltura, è da rilevare che seppure è stata ineluttabile necessità l'apportare un lieve aumento alle preesistenti aliquote sulle bevande vinose, si è peraltro consentita la completa franchigia per il vino consumato dai produttori e dalle loro famiglie, per i vini destinati alla esportazione, alla distillazione, e alla confezione dell'aceto e si è convenientemente regolata la franchigia per tutta l'uva da consumarsi come frutta. Bisogna poi tener presente che, per altri aspetti, il nuovo ordinamento riuscirà vantaggioso ai nostri agricoltori Infatti vengono soppressi numerosi dazi, particolarmente interessanti l'economia rurale, e fra essi il dazio sul formaggio e latticini, che grava su tali prodotti per oltre 54 milioni all'anno; il dazio sui forag gi, per quasi 35 milioni; quello stililo zucchero e sul miele per 52 milioni circa; sul latte e sulle uova, per oltre 18 milioni; sui legumi, erbaggi e ortaggi, per 20 milioni; sulle conserve di pomodoro e sulla frutta, per 22 milioni ; sugli olii, per 24 milioni; sul burro, per quasi 8 milioni; sulla legna da ardere, per (piasi 14 milioni; su! carbone di legna, per 13 milioni, ecc. ■ Cosi nel complesso i carichi gravanti sull'agricoltura anziché essere superiori all'attuale, verranno ad avere una sensibilissima attenuazione. I vantaggi per 1 consumatori • Ma i vantaggi del nuovo ordinamento oltre che dai produttori deve risentirsi dai consumatori. Io non dubito che i commercianti, che tanto hanno invocato questa riforma, sapranno volenterosamente adoprarsi perchè I benefici che da essa derivano abbiano pronta ripercussione sui prezzi al minuto. E conto in ciò sull'efficace influenza delle organizzazioni sindacali fasciste. Tutti i particolari della riforma sono stati, lo ripeto, ponderatamente studiati, ed è quindi lecito ritenere che le previsioni fatte risulteranno corrispondenti alla realtà, per quanto riforme cosi importanti non possano a meno di richiedere un periodo di pratica applicazione prima di consolidarsi in un sistema definitivo. Naturalmente molto dipenderà dall'applicazione che delle nuove imposte e delle loro mutat» forme di percezione faranno i comuni: ed appunto per questo è stato istituito un apposito corpo di Ispettori, chiamati ad esercitare opportuna vigilanza sulla regolare riscossione di dette imposte e dell'addizionale governativa sulle bevande. ■ La riforma comincia subito ad avere attuazione e già a mezzo dei Prefetti sono state emanate opportune istruzioni ai podestà perchè tutto sia tempestivamente disposto Da oggi 24 marzo i comuni chiusi devono sen : . ,._ - ,. . .-■* ,, * ««« \\■«« applicare i dazi sulle bevande Lsulle 8*m\ secondi-, le nuove aliquolto' 8 ei° all° ^P0, dl evitare conse ffuenze dannose a; loro bilanci ». « Il l.o aprile il nuovo regime dovrà avere ovunque piena applicazione. Però nei Comuni chiusi la cinta verni mantenuta ai soli effetti della riscossione della nuove imposte li consumo, fino al compimento dPlle operazioni di ricognizione dei locali e of accertamento delle rimanenze Tali operazioni dovranno essere condotte a tei mine per il 10 aprile nei Comuni -.li terza e quarta classe, per il 20 aprile nei Co- munì di prima e di seconda classe; e il 21 aprile a Roma, come in ogni altra città d'Italia, avrà definitivamente cessato di esistere. « Cosi il Fascismo — ha concluso 11 Ministro — che si prepara a riordinare su nuove basi tutto il sistema tributario degli enti locali, avrà attuato una riforma destinata a segnare una data memorabile nella storia delia finanza italiana •. Gettito ■ spesa del dazio consumo Fin qui le dichiarazioni del Ministro. Naturalmente un grande interesse agli effetti della progettata riforma presentava la ricerca del gettito effettivo attuale dei dazi consumo. Era facile pensare che, dall'epoca a cui le riportate statistiche si riferiscono (anno 1925) ad oggi il gettito dei ributi in particolare del dazio consumo fosse notevolmente aumentato. Ma di quanto? Da uno studio del prof. Giusti. ch> si riferisce ai bilanci di previsione >er il 1928 di dieci grandi comuni, l'aumento del gettito daziario dal '25 ai '28 risulterebbe essere stato di poco pi'i de. 20 % (da 670 a 830 milioni); onde se detto aumento fosse stato uniform-i in tutto 11 Regno il gettito totale del dazio consumo dovrebbe calcolarsi per il 1928 in quasi 1600 milioni. In conclusione si ritiene che la cifra iobale 1' 1600 milioni possa con sufficiente approssimazione rappresentare 11 gettito lordo dell'anno 1929 per il dazio consumo in tutto il Regno. Orbene quanto costava la riscossione di questa entrata dei dazio consumo? Dalle statistiche dei dazi interni di consumo risulta che il costo percentuale di riscossione è notevolmente maggiore nei comuni chiusi (16 %) che non in quelli aperti (12,40 %) pure essendo anche in questi elevata. Ma queste cifre complessive non dicono tutto; e veramente interessante è l'esame fatto dal prof. Carli, in un suo pregevole svudio della percentuale del costo di riscosisone in alcuni gruppi di comuni opportunamente scelti tra grandi e medi Ecco la tabella data Cai Carli la quale si riferisce all'anno I9vtì gettlto total* percent, lordo spese apese Napoli Milano Honia Firenze Torino Bologna Genova Vicenza Novara Arezzo Monza Pavia 85.933.000 163.u5a.00O 163.995.000 U .332.000 S5.022.000 36.1S6.000 69.502.000 6.235.000 7.474.000 2.395.000 6.031.000 5.0S5.000 10.917.000 ■21 853.000 •22.383.000 6.930.000 8.862.000 6.851.000 9.950.000 1.539.000 1.670.0O0 497.000 2.033.000 1.451.000 13.16 13.40 % 14,02 % 12.75 % 10.42 % 18.93 % 14,31 % 24,68 % 22.34 % 20,72 % 32,21 % 24,80 % Da questi dati e da altri che è inutile riferire risulta che la media di costo dei comuni chiusi (19,67 %) è più che il doppio di quella del 9,36 % relativa ai comuni aperti. E vi sono dei comuni chiusi nei quali la percentuale delle spese di riscossione arriva fino al 30,50 % (Modena), al C2 (Monza) in confronto del 5,57 e del 5,64 % che si realizza nei comuni aperti di Sondrio e di Alessandria. Nell'ambito poi dei Comuni chiusi il costo percentuale di riscossione apparisce proporzionalmente assai più gravoso nelle città minori anziché nelle grandi (media nelle prime 23,37 % e nelle seconde del 13.85 %). Punti dl partenza dalla riforma Dagli elementi statistici considerati balzano perta-jto le seguenti considerazioni le quali furono prese come presupposto di fatto per ogni proposta di riforma del regime vigente: 1) si osservò che il gettito attuale complessivo del dazio consumo è di circa 1600 milioni; esso costituisce il 45 % delle entrate tributarie comunali. 2) che detto gettito è il massimo, sia in via assoluta sia in via relativa nei grandi centri urbani, ove giunge a costituire il 65 % ed oltre delle entrate tributarie, mentre il minimo nei piccoli comuni nei quali la media dà solo il 25 % delle dette entrate; 3) che il regime di comune chiuso permette di conseguire un maggior gettito daziario, ma una enonne *arte di tale maggiore gettito viene perduta per le maggiori spese di esazione che detto regime importa in confronto del regime dei comuni aperti; 4) che iì costo percentuale di riscossione del dazio nei comuni chiusi, sempre più notevolmente elevato che nei comuni aperti, diviene poi veramente enorme quando si tratta di città di media importanza. Stabiliti questi punti di partenza, gli studi del Governo furono volti a ottenere un altro tributo il quale potesse q.ire un gettito di 1600 milioni annui e che, per di più. avesse l'elasticità de! dazio consumo e il cui introito, cosa an^he questa essenziale, venisse ad essere ripartito fra i comuni in proporzioni analoghe a quelle del dazio. Le varie proposte che erano state fatte in Italia, e le riforme attuata all' estero non presentavano soluzioni che potessero, nelle attuali nostre condizioni, essere accolto senza incognite, pericoli e inconvenienti assai gravi Fra l'altro, si era proposto un aumento della tassa scambi e una imposta sul vino, ma entrambe furono però per ovvie ragioni scartate La praticità dell'imposta sul consumo Senonchè, a un più attento esame, sopra tutto, sotto l'impulso del Duce, che non volle arrendersi alla pretesa ineluttabilità dei sistema attuale, fu consideralo che vi sono alcuni generi sui quali il dazio può essere percetto in modo assai semplice, quasi automatico, indipendentemente dalle cinte daziarie e dal controlio sugli esercizi di vendita. Tali generi sono le carni (su cui la tassazione può essere fatta al macello all'atto della visita sani taria), ili gas-Juce e l'energia elettrica (riscossione presso il produttore insie me coir imposta erariale), i materiali da costruzione (percezione a computo metrico a fabbrica ultimata). Vi e Inoltre un altro genere, il vino, il quale è di gran lunga il più importante agli effetti del gettito iaziano e su cui la tassazione potrebbe essere fatta nei grandi comuni attualmente chiusi senza bisogno di mantenere le barriere daziarie reali e in maniera assai semplice. Ora i generi sopra accennati danno da soli un introito, il quale sorpassa il 60 per cento del gettito daziario to tale. Limitando pertanto il dazio a ta.i generi e adottando Je forme di riscossione indicate, si sarebbero eliminati i più gravi inconvenienti del regime diziario attuale. Abbiamo detto che su un'infinità dl generi di prima necessità non graverà più alcuna tassa da parte degli enti locali Infatti l'elenco delle vooi che prima erano soggette ai dazio consumo nelle grandi città è veramente imponente Tra le bevande, non saranno più soggette a imposta l'aceto, l'idromele, il sidro, gli sciroppi, la neve e il ghiaccio. Non pagheranno poi più imposta le uve, siano freschf siano secche, il latte, le uova, i formaggi, la ricotta, ii pesce fresco, conservato 0 secco, le frutta (castagne, fragoie noci, mandorle), i funghi; i pomodori le conserve e le marmellate, io zucchero, il cioccolato, il caffè, 11 tè, il pollame e la cacciagione, 11 sale, gli olii, li sapone, la profumeria, la legna da ardere, i carboni, le candeile, 1 foraggi, i mobili e le loro parti (specchi, marmi, vasche da bagno, scaldabagno). Sono parimenti esonera ti dal dazio la carta, 1 cartoni, gli og getti di cancelleria, le bottiglie, i vetri, gli utensili domestici, 1 filati le stoffe. lane, gM impermeabili, le sete, 1 tappeti, gli ombrelli, i cappelli le pelliccerie e pellami, i guanti, gli artìcoli di gomma, 1 pianoforti, 1 grammofoni, i fiori. 1 giocattoli. Il nuovo sistema E' facile quindi capire che nelle grandi città dovrà prodursi un ribasso nei prezzi di vendita al minuto delle derrate e delle merci liberate dal dazio, e poiché il dazio era fissato in cifr* precise e non aleatorie è naturale che i prezzi dovranno discendere dell'intero ammontare del dazio stesso. Il nuovo meccanismo che andrà in vigore col primo aprile può sintetizzarsi cosi: finora i Comuni imponevano a loro libilo dazi su una moltitudine infinita di articoli e con altrettante varietà di aliquote. Ricorrevano all'uopo o al sistema della barriera (comuni chiusi) o a quello della « minuta vendila » (con cui si riscuoteva il tributo da chi smerciava in dettaglio le merci colpite : comuni aperti) Per di più al dazio consumo sulle bevande alcooliche e vinose lo Staio aggiungeva un onere ulteriore (addizionale) il cui provento restava di sua spettanza D'ora in poi invece : l.o) potranno essere assoggettate a tributo ùoìo quattro categorie di mprci e cioè le bevande (alcooliche, vinose, birra, acque minerali e gassose) le carni, il gas-luce e l'energia elettrica, 1 materiali da costruzione; 2.o) la misera del tributo sarà costretta in certi predeterminati limiti variabili a seconda della popolazione con minimi per 1 Comuni con menò di 40 mila abitanti; 3 o) l'addizionale governativo, che era stato applicato sul vecchio dazio consumo relativo alle bevande alcoo liche e vinose viene conservato sullp nuove imposte di consumo che sosti tuiscono su queste bevande iti dazio abolito Però il provento (attualmente 375 milioni) viene non più trattenuto dallo Stato per i suoi bisogni, bensì destinato a risarcire I Comuni chiusi — ciascuno nella misura che sarà determinata dal Ministero delle Finanze — delie perdite che loro recherà la riforma; 4.o) il sistema di riscossione è congegnato come spgue: a) per le carni l'imposta è riscossa all'atto della ma Gelazione; b) per 11 gas-luce e l'energia elettrica all'atto della produzione, salvo la rivalsa del produttore esercitati, su! consumatori; c) per l materiali da costruzione mediante computo metrico sul lavoro ultimato; d) per le bevande H congegno è il seguente: il produttore miri sni»rriarp al consu matore, al commerciante al minuto e al commerciante all'ingrosso: se smercia al consumatore, paga esso il tributo; se smercia al commerciante al minuto, è quest'ultimo che paga; se smercia al commerciante all'ingrosso Co smercio resta non colpito per 11 momento perchè le relative quantità cadranno sot'o al tributo suco'ssivatnein te. come si dirà or ora: Il eommer dante all'ingrosso paga esso il tributo per le partite di merci da lui consu mate o vendute ai consumatori: lo pa ga invece il comm->rciante al minuto per gli acquisti cht esso fa dal commerciante all'ingrosso. In questo modo le bevande consumate vengono tutte colpite.

Persone citate: Carli, Duce, Mosconi