Le imprese d'una banda di ladri di campagna

Le imprese d'una banda di ladri di campagna Le imprese d'una banda di ladri di campagna Allarme notturno in un pollaio -- La strage degli innocenti L'uomo dal sacco sulle spalle - Il palo e la comitiva del barroccio Benché il carnevale sia Anito da un pezzo e la quaresima inviti i mortali a severo regime di digiuno e d'astinenza dalle carni, v'è tuttavia ancora chi di tali massime non tiene alcun contò, non solo, ma tra le carni ricerca quelle di maggior pregio, vuoi giovani polli, vuoi saporose galline faraone; e non basta ancora, ma tali delizie gastronomiche questi tali le vanno ricercando non precisamente nei negozi dove si comprano o nei proprii pollai, che non esistono; ma di preferenza si rivolgono alle altrui cascine. Le sorprese (Tana notte di lana Nelle zone periferiche della città, dove la campagna inizia il suo dominio non più contrastato dagli opifici rumorosi, e le cascine, isolate od a piccoli gruppi, danno al paesaggio il più agreste degli aspetti, i sopra no- operazioni. Notti or sono, ad esempio. il proprietario d'una fascina sita su! declivio delle colline di S. Mauro, tale Giuseppe Bertola fu Giovanni, aveva il sonno interrotto da una serie di strani rumori. Da prima, quando an- cora non era 1x11 ^s1'0' eli parve giungessero aUe sue orecchie veci amiche e conosciute Quell'ululato insistente doveva certamente venire dal suo Medoro, l'affezionato cane da guardia: lo spaventato starnazzare di galline che poco dopo si udiva in direzione del pollaio finì per svegliare il Bertola, il quale alzatosi dal letto, spalancata la finestra prospiciente all'aia, vide un assai curioso spettacolo. Nella luce gelida e manca del plenilunio, un'ombra, curva sotto un gran sacco s'avviava ta- cita e cauta verso l'uscita del recinto nell'aria solo l'ululare di Medoro stretto a catena. — Che fatel? dove andate!? dico a voi, a voi del sacco... —- Ssst. sst. — e l'ombra si volge rizzando un dito teso contro la bocca — 6St. sst... Macché silenzio... Per... fermatevi. — Stai zitto, bestione — continua l'ombra sottovoce — stai zitto, vuoi proiprio svegliare i padroni!? Il padrone sono io, al ladro... al ladro, adesso vengo giù io. La finestra si chiude, il Bertola s'infila i calzoni e scende, in tempo per constatare che l'ombra s'è dileguata nella notte. Un anfitrione fra due carabinieri Con l'ombra però si sono anche dileguate molte galline, altrettanti conigli, due prolifiche coppie di tacchini, tutti insomma gli abitatori del ben munito pollaio. Quando, la mattina al secolo Grondana Giuseppe di Ignazio, d'anni 24, abitante a Pino Torinese e noto pregiudicato. Le baldorie erano fatte esclusivamente a base di polli o di conigli, Invariabilmente recati dal Pinot. Le coincidenze notate dai carabinieri tra la permanente « disoccupazione» del Grondana e le imprese ladresche, facevano sorgere giustificati dubbi e conducevano al suo arresto. Dall'interrogatorio i dubbi si tramutavano presto in realtà. / eomparì di Stapìnigi Pure a Stupinigl i ' carabinieri ricevevano denuncia di furti di polli av> venuti al danni degli agricoltori Glo a a i l r a , n a dopo, il Bertola va per narrare la brutta avventura toccatagli al maresciallo dei carabinieri di San Mauro, trova nell'ufficio un vicino di cascina e occasionale compagno di sventura, l'agricoltore Carlo Marini. Per il maresciallo dei carabinieri la narrazione dei due derubati giungeva opportuna a confermare altre notizie che segnalavano tutta una vasta organizzazione a delinquere specializzata in tal ge nere di reati. Dalle indagini dei carabinieri si veniva infatti a sapere che tutta una allegra comitiva usava da qualche tempo girare per le vicine campagne, soffermandosi anche interi pomeriggi nelle rustiche osterie che tratto tratto si incontrano lungo le gi cQcdpsrrcvzampulcgvistrade. L'anfitrione della compagnia dera wmnw lo stesso un tal» Pinof iCera sempre io stesso, un tale P»"»..cfjtccgBpdssgavltaq-d'ovanni Mei!ano e Giacomo Mola, ab!- stanti in quel di Vinovo. Le indagini cfattn ridi militi rlPlla Renemflrita nnr. iRratte dai minti della Benemerita poi- llavano presto al fermo di tale Duilio IBelloni di Luigi, nativo di Cavano ì T(Rovigo). Costui, interrogato e richie sto se mai avesse notizia dei due furti psae dei loro autori, prima tentava al \negare, poi finalmente ammetteva di aver conosciuto, nel pomeriggio precedente la notte durante la quale avvennero i furti, due compari, i quali l'avevano attirato con loro, proponendogli la parte del c palo ». Della notte del furti e del loro svolgimento 11 Belloni ha fatto tutta una complicata ed oscura narrazione, nella quale hanno parte un birroccio, un lungo giro notturno tra 1 boschi della tenuta Maurlzlana e molte altre cose ancora, ma di cui una sola circostanza è certa: che la refurtiva, portata in piazza Madama Cristina, veniva prontamente venduta dai ladri stessi, che poco dopo si dividevano il provento. In questa confessione v'era, se pure non troppa chiarezza, quel tanto che bastava per denunciare il Belloni all'Autorità giudiziaria e continuare le ricerche per arrestare I suoi complici, probabili affigliati alla combriccola sopra accennata. dp

Persone citate: Belloni, Duilio Ibelloni, Giacomo Mola, Giuseppe Bertola, Grondana, Grondana Giuseppe, Mei, Pinot

Luoghi citati: Pino Torinese, Rovigo, San Mauro, Vinovo