Violenta zuffa tra due famiglie di contadini a causa della morsicatura di un cane

Violenta zuffa tra due famiglie di contadini a causa della morsicatura di un cane Violenta zuffa tra due famiglie di contadini a causa della morsicatura di un cane L'agricoltore Michele Quaranta dVirginio, d'anni 32, dì Torino, dimorante alla cascina Saffarona (borgata Lucento) faceva ritorno una sera dacampi, dove si era recato a lavorare quando, improvvisamente, veniva addentato dal cane di proprietà del possidente Martino Bertolotto, d'anni 6?., abitante nel caseggiato attiguo a duello del Quaranta. Quest'ultimo rimase assai sorpreso dal gesto dell'animale tanto più che ogni sera, all'ora di rincasare, per potersi restituire alla propria abitazione confinante col podere del Bertolotto, il Quaranta doveva necessariamente attraversare il tratto di terreno su cui il cane era solito aggirarsi senza aver dato mai fastidio ad alcuno. Un colpo di tridente L'agricoltore stizzito del fatto occorsogli, e col polpaccio dolorante, rientrò in casa e sul momento non rivolse lagnanze al Bertolotto. Il giorno seguente però, avendo incontrato una guardia civica, pensò bene di narrare al vigile l'accaduto, lamentandosi che il cane fosse tenuto libero e quindi nella possibilità di nuocere ai passanti Il vigile, udito il racconto elei Quaranta, lo consigliò di recarsi alla Sezione per stendere il verbale e prendere gli opportuni provvedimenti a carico del responsabile. Mentre I due uomini stavano discutendo intervenne il figlio del Bertolotto. ventottenne, di nome Lorenzo; il quale sentito di che si trattava cercò di scagionare il padre sostenendo la di lui completa mancanza di responsabilità nella morsicatura subita da! Quaranta. Il cane era fuori del cortile, probabilmente 11 Quaranta l'aveva stuzzicato, e mentre parlava il Lorenzo Bertolotto si accalorava prorompendo al fine in frasi abbastanzavivaci all'indirizzo dell'altro. II pomeriggio dello stesso giorno II Quaranta chiacchierava col proprio fratello Virgilio, di anni 18, e col padre, mentre poco lungi stava la sorella Maria, di anni 12, in compagnia di un'amica, certa Eleonora Berrino. Passò vicino al grappo, scuro in volto e borbottando parole astiose, Lorenzo Bertolotto, il quale si diresse verso la propria stalla, attigua all'abitazione del Quaranta. Un momento dopo egli usciva armato di tridente e senza profferir motto vibrava un violento colpo alia tosta del Quaranta che stramazzava al suolo esanime. Immediatamente questi fu soccorso dal padre, trasportato contro il muro della casa, men tre il fratello Virgilio tratteneva il Bertolotto infuriato e smaniarne come un ossesso. La battaglia e ie sue conseguenze Frattanto si accendeva una violenta zuffa tra il Martino Quaranta ed il padre del Bertolotto che, colpito da un pugno al ventre, si rovesciava al suolo. Richiamati dal trambusto e dalle grida dei feriti giungevano sul luogo della rissa altri uomini e riuscivano finalmente a separare i contendenti ed a pacificare gli animi. In seguito al colpo di tridente infertogli dal Lorenzo Bertolotto, il Michele Quaranta veniva ricoverato all'ospedale e giudicato guaribile in giorni 15 con un'incapacità al lavoro di giorni venti. I sanitari gli riscontrarono una lesione grave al cuoio capelluto nella zona parietale sinistra ed appariva anche interessato l'organo dell'udito. Successivamente la perizia medica eseguita dal prof. Canuto gli riscontrava un disturbo funzionale permanente, causato dalla malattia originatasi in coneguenza del grave trauma subito. Il Bertolotto Lorenzo veniva perciò rinviato a giudizio iel Tribunale per rispondere delle lesioni iuferte al Michee Quaranta, mentre il padre di lui. Martino, era imputato di lesioni oolpose dipendenti dalla morsicatura del cane e di lesioni lievissime nei confronti del genitore dal Quaranta. A loro volta, tenuti responsabili di esioni lievissime arrecate ai Bertoloto e dichiarate guaribili in sette giorni, erano chiamati davanti al magistrato anche i fratelli Virgilio e Naale Quaranta di Virgilio, residenti a Villafranca Piemonte, nonché Virgilio Quaranta fu Michele, d'anni 44, i quali utti avevano partecipato al litigio. I Quaranta si sono presentati al dibattimento difesi dagli avvocati Libois > Bordon. mentre i Bertolotto erano patrocinati dall'avv. Milanesio. Il Tribunale, presidente il conte Pinelli, rappresentante del Pubblico Ministero il cav. Coitafavi, cancelliere Beggiato, ha pronunziato sentenza con la quale ha condannato soltanto il Lorenzo Bertootto ad un anno c quattro mesi dì reclusione assolvendo invece tutti gli alri imputati per gli effetti dellla recente amnistia.

Luoghi citati: Torino, Villafranca Piemonte