I problemi della produzione e il Consiglio delle Corporazioni in un chiaro discorso del Ministro Bottai al Senato

I problemi della produzione e il Consiglio delle Corporazioni in un chiaro discorso del Ministro Bottai al Senato I problemi della produzione e il Consiglio delle Corporazioni in un chiaro discorso del Ministro Bottai al Senato a a a i g Roma, 15 notte. L'attesa per il discorso che avrebbe pronunciato il Ministro delle Corporazioni. S. E. Bottai, a conclusione della discussione sulla riforma del Consiglio Nazionale delle Corporazioni, ha richiamato oggi al Senato un pubblico numerosissimo. La seduta è aperta alle ore 16 dai presidente sen. Federzoni. Al banco del Governo siedono il Primo Ministro Mussolini e i ministri Ciano, Bottai, Giuliano, Gazzera, Rocco, Mosconi. Di Crollalanza, e i sottosegretari Giunta. Arpi-uaW, Alfieri, Ricci e Trigona. Vengono presentate alcune relazioni e quindi si discute il disegno di legge relativo all'approvazione della convenzione stipulata fra lo Stalo e la Provincia, 11 Comune e altri Enti locali di Bologna per l'assetto edilizio dell'Università, della Scuola di ingegneria, della Scuola superiore di chimica industriale e del Policlinico universitario di Sant'Orsola in Bologna. Parla brevemente il sen. ALBINI che elogia il Governo per il suo intervento, e a iui risponde il ministro de l'Educazione Nazionale BALBINO GIULIANO, il quale dice come il Governo comprenda e valuti tutti gli sforzi fatti dagli Enti locali di Bologna per te nere alto il decoro dell'Università e come intenda vigilare e aiutare la loro azione. Dopo brevi osservazioni del relatore RAVA, il disegno di legge è approvato Si continua quindi la discussione sulla riforma del Consiglio Nazionale delle Corporazioni. LONG HI dice che tutti gli Stati di Europa hanno ormai i loro Consigli economici, ma questi hanno un carattere ben diverso da quello del Consiglio Nazionale delle Corporazioni in Italia. La principale caratteristica di questo istituto risiede nella sua posizione costituzionale ed è del resto chiaramente indicata dalla sua denominazione. I Consigli economici stranieri non sono che degli emollienti. Non è. cosi per lo Staio corporativo, nel quale il Consiglio delle Corporazioni rappresento i! coronamento di tutta l'azione sindacale che in Italia ha carattere nazionale, non internazionale come altrove. Il sen. Longhi conclude mettendo in rilievo i punti principali della legge, e termina fra e approvazioni del Senato. D relatore Il relatore RAINERI si compiace che all'alta discussione abbiano preso paxte giuristi, economisti e rappresentanti dell'agricoltura e dell'industria. Si propone soltanto di chiarire il pensiero dell'Ufficio centrale su qualche punto che e apparso controverso. Nota che la discussione, trascurando l'art. 10 che elenca le funzioni consultive del Consiglio, si è aggirata quasi esclusivamente sull'art. 12, che ne contempla invece le funzioni normative. Ciò è avvenuto perchè eoo questo articolo veramente entra in campo la Corporazione. Non si deve confondere la Corporazione con i sindacati. Questi sono regolati dalla legge 1026 e dalle decisioni della magistratura del lavoro. Erroneamente, nella discussione taluno ha espresso l'opinione che la Corporazione possa essere ispirata ad un senso di lotta di classe che per essa non ha valore. Il divieto di sciopero e già stabilito dalla legge e quindi non può essere più oggetto delle discussioni del Consiglio. L'oratore si domanda se quanto in questo periodo si è verificato nell'interesse della classe operaia non- abbia avuto per essa risultati più favorevoli di quelli che avrebbe avuto se le fosse concesso il diritto d) scioperare. E' dunque opportuno e necessa no proseguire nella via già intrapresa per accingersi con la Corporazione a tutelare sempre meglio gli interessi di tutte le categorie. «Non r,i si può tuttavia cullare — con. elude l'oratore — nella facile illusione che 1 emanazione di questa legge valga ad accomodare senz'altro feconomia del paese, la quale, è bene ricordarlo, dipende, oltreché da fatti di ordine interno, sovratutto da fatti di ordine Internazionale. Si ricordi In proposito la enorme Importanza ed il grandissimo peso di due fenomeni della economia mondiale: la circolazione ed il credito. Per essi, un paese che si crede libero del suol atti, in realtà non lo e. Ad ogni modo, in un paese come l'Italia, che vive esclusivamente del suo lavoro e non ha dovizia di ricchezze naturali e di materie prime la creazione di slmili leggi In materia' sindacale o corporativa giustifica le migliori speranze dell'avvenire d-p. plausi, conaratulaztont). Il Ministro Prende quindi la parola il Ministro delle Corporazioui, S, E. BOTTAI. Egli dice: « Nell'altro ramo del Parlamento, 11 dibattito sul disegno di legge concernente il Consiglio nazionale delle Corporazioni, come era logico prevedere data la particolare formazione della Camera, non si è decisamente allontanilo dal terreno della polemica sindacale, intesa nel »uo più specifico significato. Il dibattito si {solarizzò Intorno alla questione dei numero dei rscdSCpsrbilstSCn e e e i a' . o i 1 e a i pcspNlldelle categorie In funzione nazionale e il Parlamento, Infine, interviene in funzione degli interessi poliricj della rappresentanti dì ciascuna categorìa In seno al Consiglio ed alle sue Sezioni, con particolare riguardo al problema della paritetlcìtà dei rappresentanti tra Sindacati e Consiglio nazionale delle Corporazioni, facendj considerazioni particolari sulla autonomia o autarchia sindacale. Furono Invece appena sfiorati altri due punti che quasi si potrebbero francamente qualificare come due incognite dell'Istituzione del Consiglio: la posizione di questo organo nel sistema costituzionale ed i suoi rapporti con altri organi costituzionali dello Stato: I poteri attribuiti al Consiglio in materia economica, gli eventuali rapporti tra Consiglio ed economia corporativa, gli efletti che l'azione del Consiglio potrà produrre sulla economia nazionale ed i lineamenti In genere di tutta la politica economica del Fascismo. Il Senato. Invece, pur non trascurando le caratteristiche tecniche e funzionali dell'Istituto in parola, ha concentrato il suo esame su questi due punti, come si può rilevare dalla relazione del sen. Raineri e dai discorsi pronunciati dal vari oratori. Come nacque O progetto o Già nell'altro ramo del Parlamento ho detto che l'attuale progetto di leg ge non è Improvvisato. Esso sorse da un ordine del Capo del Governo a me dato sulla fine del 1928. quando ero ancora sottosegretario alle Corporazioni. Fu approvato una prima volta dal Gran Consiglio il 7 marzo '29 e vi ritornò il 9 aprile successivo per esse re discusso articolo per artìcolo, alla presenza dei rappresentanti di tutte le Confederazioni. I rappresentanti della vita sindacale italiana avevano collaborato alla preparazione del progetto In seguito il progetto fu distribuito a tutti i Ministeri, e tutte le Amministrazioni dello Stato hanno potuto esami narlo prima, che ricevesse l'approvazione del Consiglio dei ministri. Si tratta quindi di un progetto che ha tutti gli attributi della più profonda maturazione, non essendo sorto da nessuna specie di nebuloso cesarismo, ma venendo dalla reale partecipazione delie forze vive del Paese (applausi). La discussione del Senato assolve l'ultimo compito di infrenare e corregge re gli estremismi di certi corporati visti e di dissipare i timori di coloro che ad ogni nuovo ordinamento sussultano ». Continuando il suo discorso il ministro osserva al sen. Schanzer, che ha ricordato la discussione dell'altra Ca mera, che in occasione di quella discussione due quesiti furono proposti del quali uno è stato presentalo i.n Se nato dal sen. Borlettl, e cioè: il Consi glio delle Corporazioni potrà formare norme che contraddicano alle leggi vigenti dello Stato? Il Parlamento potrà Ln avvenire emanare leggi che regolino rapporti economici collettivi tra le varie categorie della produzione, o rapporti di lavoro? Il ministro conferma la risposta già data alla Camera, negativa per il primo quesito e positiva per il secondo. Tali questioni possono servire piuttosto a fuorviare l'esatta comprensione del problema. Po levano avere qualche base quando si discusse la legge, con la quale si investì il problema dei rapporti tra potere esecutivo e potere legislativo; ma non furono posti nè allora nè quando si discuteva sulla costituzionalità dei decreti legge. Il Parlamento e il Consiglio Non esiste — continua il Ministro — una "questione dei rapporti tra il Consiglio nazionale delle Corporazioni ed il Parlamento; il farla, rivela una anacronistica ipersensibilità per il Parlamento. Parlare di conflitti e di interferenze di finalità e di interessi in seno alle discussioni del Consiglio significa avere una concezione demoliberale dello Stato, privo di qualunque coesione, significa considerare il Parlamento come espressione di interessi particolari e non di interessi nazionali. 11 sen. Borletti ha acutamente osservato che il Consiglio pone in più vivo risalto il problema delle competenze. Nei Consiglio non vi sarà contrasto di competenza, ma distribuzione di competenze. Si tratterà di accertare quale è il criterio per la distribuzione dei poteri normativi fra il Consiglio e il Parlamento, fra il Consiglio e gli altri organi dello Stato fascista ». Rispondendo al sen. decotti, il Ministro osserva che è da respingere l'idea avanzata da alcuni dottrinari estremisti, secondo i quali al Parlamento dovrebbe essere sottratto il potere normativo in materia di rapporti economici. Anche nelle questioni corporative si fa talvolta della cattiva letteratura. Il Sindacato disciplina le attività professionali in funzione degli Interessi nazionali; la Corporazione disciplina i rapporti tra categoria e categoria in funzione di quegli interessi di categoria per cui essa è costituita; il Consiglio disciplina gli interessi Nazione. Gli interessi politici nazionali comprendono e sovrastano l'interesse del singoli, delle categorie e della stessa produzione. La funzione cor- porativa non interferisce nè contrasta con la funzione legislativa, ma con la sua competenza concorre a renderla più adeguata alle reali necessità della Nazione. L'economia corporativa « 11 sen. Marozzi — prosegue il Ministro — ha voluto scorgere nel disegnolegge una esaltazione della funzione economica del sindacato, il sen. Loria ha salutato nella Corporazione l'organo di collaborazione tra le classi lavoratrici e le categorie produttrici. Nel loro accordo, che parte da punti di vista discordi, il riconoscimento della pratica si sposa a quello della scienza. Ma non lutto le interpretazioni della Corporazione nell'ordine economico possono essere accolte. Tanto da parte del corporativisti ad oltranza quanto da parte dei custodi della iniziativa privata, s! compie qualche errore di interpretazione. Il Consiglio nazionale dovrebbe, secondo loro, rappresentare l'avvento di un regime economico nuovo, il regime dell'economia corporativa Ma questa economia, e anche questo è stato giustamente osservato, era nata con la legge del 3 aprile 1926. si verifica anche qui un caso non insolito di questi ultimi anni: degli addormentati si svegliano e scoprono cose già fatte da tempo. Se per economia corporativa si intende il regime economico propugnato dal Fasciame, essa esiste già da quando il Fascismo, rinunziando alla v attitudine di indifferenza dello Stato dinanzi ai fatti economici, si è assunto la funzione di regolatore della vita economica della nazione. Col Sindacato, colla Corporazione col Consiglio nazionale delle Corporazioni, lo Stato fascista si è formato gli organi attraverso i quali può esplicare la sua funzione regolatrice della economia nazionale. La nuova legge non aggiunge dunque alcuna nuova funzione economica, ma soltanto disciplina e coordina gli organi esistenti. Un esame obbiettivo della legislazione fascista in materia sindacale dissipa il timore, di coloro i quali temono una soffocazione della economia privata e vedono nell'economia corporativa un sistema economico che instauri una specie di mezzadria ed enfiteusi tra S>tato ed individuo. « Alcune disposizioni dell'attuale disegno-legge, de! resto, rappresentano in un certo senso non un ampliamento, ma bensì una limitazione dell'azione statale in fatto di economia. Bisogna quindi respingere con ogni enorgia l'opinione di coloro i quali vedono nella economia corporativa una specie di regime di calmierumento dei prezzi Basterà, per persuadersi di questa verità, esaminare l'attuale disegno di legge, sovraltutto per quanto riguarda la composizione e il funzionamento dol Consiglio. La materia ed II campo dell'attività del Consiglio sono forniti esclusivamente dalle ra tegorie di produzione in esso rappre semate, cioè da: produttori stessi, la voratori e datori di lavoro, sotto la guida del Capo del Governo, regolatore supremo dell'interesse nazionale. Il numero 3 dell'art. 12 costituisce quasi il punto cruciale di tutto il disegno di legge, appunto perchè prel inde al regolamento dei rapporti collettivi economici. Si è affermato in proposito che il Consiglio delle Corporazioni, nell'esplicazione di questa funziose, adotta provvedimenti per delegazione delle associazioni interessato. Ma si ricordi che queste hanno potori di poter formare norma In materia di rapporti collettivi di lavoro, ma non 10 hanno affatto per quanto riguarda 11 regolamento dei rapporti economici coileit.tivi. e non possono quindi delegare facoltà di cui non sono provviste. Tali facoltà invece sono di particolare pertinenza delle Corporazioni, come è espressamente affermato dall'art, 44 del Regolamento del 1926 " dalla dichiarazioine VI della Carta d*l Lavoro. Se non che tali poteri non possono venire esercitati se non dietro decisione concorde delle associazioni sindacali) escludenti la volontà dei produttori e non sono quindi affatto l'attuazione di una volontà coercitiva del Consiglio: in esse è sempre presente U volontà viva e condizionante delle parti. « Si realizza così una vera e propria autodisciplina economica sotto le leggi dello Stato: l'interesse individuale si esplica attraverso la volontà delle associazioni professionali, l'interesse delle associazioni professionali attraverso Ja Corporazione, l'interesse delle Corporazioni attraverso il Consiglio : abbiamo così una gerarchia economica, mediante la quale ogni volontà si realizza attraverso quella immediatamente superiore. Una simile organizzazione, se inserisce nello Stato gli Individui attraverso i gruppi, risponde perfettamente allo sviluppo delle tendenze moderne in materia economica. Sul terreno storico bisogna rijconoscere che l'economia rispondeva e ai suoi scopi: ma non appena si ini zio il fenomeno del raggruppamento a dei produttori essa divenne anocro ; - nistica. Lo Stato fascista non jnt. viene nelle aziende, ma coordina le a ziende secondo le direttive comuni. Con questa concezione vengono rove¬ sclzfdcifd—sm ¬ sciati i termini del presupposto socialista. «Un grande economista ha scritto che l'avvenire spetta soltanto a quelle Nazioni che trasformino il lavoro speso finora nei conflitti intemi in lavoro proficuo; con queste parole si può definire lo scopo che il Governo si è posto. Si tratta di tentativi che hanno carattere universale. Quello che si fa in Italia ha una maniera particolare fascista. « E' perfetto questo progetto? Risponde al suo scopo? Sono domande gravi — dice il Ministro — alte quali io debbo rispondere con lealtà e sincerità. Più di tre anni di esperienza vissuta sotto la guida del Capo del Governo mi danno la possibilità, anzi la nerezza di rispondere che l'imperfezione di questo progetto dipende solo dal fatto che non si può cristallizzare in una formula statica una realtà che è in continuo movimento. Non è possibile un regolamento formale aprioristico dei rapporti economici che sono soggetti a quotazioni, a turbamenti, a evoluzioni: Il Governo crea un organo e lo lascia agire nelle varie con tingenze. I conflitti risolti «Risolve questo progetto la questione sociale? Il senat-OTe Loria risponde di no, perchè non si sono saputi sopprì mere i conflitti. Non si sono soppressi, ma si sono risolti. Dalla legge 3 aprile 1926, che è la legge fondamentale, vie ne riconosciuta, nella grande suddivi sione tra datori di lavoro e lavoratori la realtà dei conflitti economici, ina anziché elevare la lotta di classe a dogma della vita nazionale, il Governo ha creato lo strumento per risolverla. iApplausi vivissimi). Il progetto non è che lo strumento per la risoluzione della questione sociale, che mai. finché l'uomo viva, giungerà alla sua fine: ed esigerà che lo strumento si adegui alle mutevoli contingenze. Se il disegno di legge in discussione otterrà, il suffragio del Senato, il 21 aprile prossimo, sul Campidoglio, il Consiglio Nazionale delle Corporazioni inizierà la sua vita con un discorso del Capo del Governo. 21 aorile! Campidoglio! Qui veramente ci starebbe bene Pindaro, sen. Ciccottil «L'approvazione di questo disegno di legge - conclude S. E. Bottai '— dischiuderà olle forze nel lavoro e della produzione le vie della Patria e della grandezza. 1! discorso del Ministro Bottai, che ha parlato per circa un'ora, frequenteme.nte interrotto da approvazioni e da applausi, è stato salutato alla fine da vivi applausi, ai quali si sono associati pure il Capo del Governo, ! Ministri p i Sottosegretari. Tutti i membri del Governo e molti senatori si sono congratulati con il Ministro delle Corporazioni. Il Presidente dichiara chiusa la discussione generale. VALVASSORI PERONI dà lettura tesi) articoli che, senza discussione, sono approvati. Il disegno di legge ò rinviato silo scrutinio segreto. Là riforma del Consiglio nazionale delle Corporazioni è approvata con 179 voti favorevoli e 24 contrari. La seduta è tolta alle ore 19. Lunedì seduta alle ore 16. Plausi al Governo per il ripristino della liberti del eaaM Roma. 15 notte Giungono da banche e banchieri d'Italia, d'Europa e d'America, numerosi telegrammi che dimostrano la favorevolissima impressione prodotta dal recente provvedimento con cui è stata ripristinata la libertà di commercio nei cambi. Hanno inviato telegrafiche felicitazioni al Governo anche i maggiori istituti di credito degli Stati Uniti d'America. Tra le varie manifestazioni avutesi in Italia, può rilevarsi quella della Federazione nazionale fascista agenti del commercio, che è net seguenti termini : « Ci permettiamo di indirizzare la presente all'Eccellenza Vostra per manifestare a nome dello categorie da noi sindacalmente rappresentate, fra cui principalissima quella degli agenti di cambio, il plauso più incondizionato e sincero per il provvedimento eh.' l'Eccellenza Vostra ha cosi saggiamente saputo provocare in materia di libertà di cambi. Questo provvedimento, che corona brillantemente l'azione di risanamento monetario voluta dal Governo fascista, poi torà all'economia del paese indiscussi e sensibili vantaggi; primissimo fra cui quello dei rimpatrio di canitali nostri giacenti all'estero e l'afflusso in paese di maggiori capitali esteri per temporanei investimenti. A questi tangibili ed immediati benefici, vanno certamente aggiunti altri di effetti favorevoli sui nostri mercati dei valori, effetti che non potranno non avere ripercussioni adeguate nella economia del Paese», nbmtn