La potenza della stirpe

La potenza della stirpe La potenza della stirpe pIl segreto, elle ben sette secoli haiconservalo nella dantesca sibillina e6pressione « Pupa salari, Pape satanaieppe », pare lencla a svelarsi auraverso la nuova iloua inierpreiazionu di uno studioso Perugino, elio fa derivare l'ultima forma Aiepipe dal verso greco « aleiplio » cjie tia il significalo materiale del nostro verbo unfc'ere, in coiitrupiposizione al signiiica-10 spirituale venuto in voga con l'avviano del Cristianesimo. L'untóre dei oei corpi nudi, dei corpi dei campioni, dia si addesuavano nei ginnasi greci, fu la figura più tipica dui Kiociii di rtuel tempo pur noi remoto. Corse a piedi nello stadio liOOupUce, corse nello stadio semplice, furai) nullo stadio doppio, nello studio lungo, corse con orini o coli Uuccolc, corse e salii con diselli o giavellotti, lotta, pugilato, Iona e pugilato insieme, erano i giochi a cui si educavano f in cui si tempravano j baldi e vigorosi ligi) dèlia antica tirecia. Quando nella prima meta del secoilo V a. C. si 'assistè nella magna Grecia, nella penisola, al ììorirc dei gioBlii olimpici, al moltiplicarsi delle palestre, si videro giocatori iialnci, che per bellezza e vigoria di corpo potevano ben contendere la palma ai Crea dei giacili di Olimpia, che intanto passavano dall'lilide nel Peloponneso ed assurgevano quindi a carattere nazionale ellenico. Fu allora che Daippo, cittadino di Crotone, riportando la prima vittoria ornò di gloria non solo sé ma anche Ha sua Patria, ed apri ai suoi concittadini e a tutti quelli della Magna Grecia la via ali'olimpionismo. E il nomo di Crotone seppero i giochi pitici e 1 giochi nemei; e il nome della citta di Crotone diventava simbolo di bellezza e di forza e di potenza psico-lisiologica come il nome di Siracusa diventava simbolo di ricchezza, di potenza economica. Beilo è il mito; che univa queste due dira le più antiche città d'Italia. l,a Pizia, iaterrogaui dai fondatori dell'una e dell'altra aveva chiesto se sceglievano la ricchezza o la forza. Uno «scelse la ricchezza e divenne il fondatore di Siracusa; uno la forza e divenne u fondatore di Crotone. Or noi oggi, sotto la guida di una volontà più certa e più forte di quella deala Pizia, di quella del fato, dobbiamo cercare in Italia e la potenza economica e la potenza psico-fisiologica, la potenza materiale della, stirpe. Una dette vie che ci si addila è quella dello sport. Bisogna seguirla e soprattutto bisogna saperla seguire. La importanza che nella Grecia e nella Magona Grecia si dà alla ginnastica, ai ludi, alle tenzoni è da spiegarsi attraverso lo studio del presupposti e dei precedenti della teoria del valore pslco-flsiologico che alla auletica davano Platone, Aristotile, Isocrate, Galeno. Sembrerà strano che anche nelle epistole di S. Paolo ci sia una piccolaparabola, che dovremo conoscere per imparare il 'modo col quale dovremo avvicinarci all' insegnamento dello sport per quanto si rapporta alla educazione dello spirilo, mentre miriamo a quella materiale, ma teologicamente. » .Non sapete — dice S. Paolo — che coloro che corrono nello stadio corrono ben tutti, ma uno solo ottiene il l>ri-mio'/ Correte dunque in modo da riportarlo ». lo quindi — continua — corro, ma noi; in modo incerto; lotto al pugilato, ina non come chi batte l'orla ». Chiunque fa l'atleta è temprato ad ogni cosa, e quelli che lo fanno per i iéf ve re una corona corruttibile, ma tiji una incorruttibile ». Corinzi I 9 31), Or dunque noi, affinchè anche per noi ci sia una corona incM-ruttibile, dovremmo mirare attraverso allo sport alla formazione dello spirito, del caraliere. Allora solo noi avremo, oltre aila corona d'ali oro, la corona della civiltà. Abbiamo avuto nei secoli, che ci hanno preceduti nella sloria dei tempi «in cui la .perfezione fisica era l'ideale dominante degli artisti, dei letterati, dei principi ». Vogliamo ricordare solo ad esempio la vecchia città di Mantova, la cui gioventù fu assolutamente ca ratterizzata dall'indole sportiva, la cui gioventù abboniva i comodi giochi del tavolo e correva alle palestre, alla scherma, alla giostra. Teoiilo Folengo stesso ci impersona nel suo Baldo 11 prototipo del giovine sportivo, che butta in un angolo le grammatiche per i poemi cavallereschi o che Un da ragazzo, simile a quel dottor Boccioni della Umbra Foligno, riconosce che saper la grammatica non 6 abbastanza per non prendere pugni e si fa coraggio e li dà anche lui I Il problema fondamentale 0 però nella comprensione della finalità dello eport, che spesso sfugge e cho oggi si tiene con vigore a sviluppare. Bisogna distinguere tra gli sports 'che hanno una azione diretta ed efficace sulla formazione del carattere e del coraggio (quali, ad esempio, la scherma, la boxe), e quelli che tendono In genere a formare degli individui 6ani, robusti (quali gli sports di massa). I due valori educativi si trovano uniti nel primo genere, nel secondo si trova in maggior luce il fattore fisiologico, al che è compenso però il fatto non trascurabile che lo sport di massa crea il cameratismo tra tutti gli elementi che lo praticano, e quello spirito di solidarietà che prelude all'affratellamento delle categorie sociali sui campi di battaglia. Agli uni e agli altri bisogna indirizzare i giovani, cercando di suscitare ed alimentare la passione, perchft essendo in genere lo sport una fatica, il giovane vi rifugge per istinto e preferisce cercare altrove il diletto. A volte .poi, confessiamolo, lo sport è il reluglum di chi vuole sfuggile le ore di severa applicazione nelle aule e nelle biblioteche, o nel necessario lavoro. Si assicura che lo sport italiano non molto temjio fa, « non reclutava tre quarti dei suoi campioni che nelle classi umili della popolazione ». Le eccezioni erano, s'iniende, per gli sports nobili, i cosidetti sports di natura aristocratica Attraverso le istituzioni della O..N.B. e della O. N. D., la pussione per lo sport è più diffusa e penetra largamente nelle masse, e attrae gli eiemonti di tutte le classi, corrispondentemente allo spirito unitario del risveglio nazionale. Giustamente e stato detto che questa massa unita « esprimerà l'atleta superbo, che non sarà più l'atleta isolato, ma il rappresentante genuino di tutta una nazione, che attraverso una salda preparazione segnerà nel mondo i suoi nuovi e grandi destini ». II compito di tener alto e di difendere il primato nazionale anche nel campo sportivo Insegnerà e diffonderà la necessaria disciplina, poiché nello sport non è possibile vlttorfa senza continuità di volere e senza sacrificio. La spinta dell'entusiasmo, della ernulazione eccita le energie, ma la selezione è forte e dirada le file nel formare le scale per le quali a'pochi riesce di andare veramente in alto. Ma lo sport fascista e sopra tutto non professionale, ma dilettantistico. Partendo dalla educazione fisica, che sotto la guida di medici sportivi comincia per i giovanissimi nelle scuole, ed è ricreazione dello forze e dello spi¬ u ! rito1! si va per ordinato sistema dì preparazione, di addestramento, di allenamento, agli esercizi preatletici, che preparano la specializzazione nelle varie manifestazioni cui si adattano le attitudini naturali, e 11 numero via via si restringe e la selezione lavora e falcia, polche non tutti si può resistere allo fatiche muscolari, alle fatiche psichiche, sempre a quelle fisiche. E' perciò che il criterio di scelta deve essere applicato con visione soggettiva. Dice a questo riguardo il Sommo: « Io devo scegliere quello spoirt che serve meglio alle mie esigenze, vale a dire ad una ricreazione che sia una ricreazione, un diversivo che sia un diversivo, che sia insieme un riposo mcmale ed un bene fisico, che tenda al mio sogno di giungere al massimo della produzione ». Ci si augura che ognuno non si crei dei sopralavori muscolari esiziali, che non si crei delle illusioni sulle proprie forze e sulla propria resistenza, ed allora ognuno potrà ripetere col Sommo: « Io mi senio robusto di corpo, forte in ogni fibra nervosa, atto al supremo ad affrontare le responsabilità che la mia posizione richiede ». L'esercizio fisico, disciplinando il dinamismo del corpo, mette In efficienza le forze, suscita le vigorie, armonizzandole, preparandole e preparando l'uomo a valersi delle sue personali risorse fisiche,' e delle sue risorse morali. Scuola di volontà, dunque, e fucina di forti è lo sport, e deve esserlo ispirandosi alla concezione etica, che è a fondamento della dottrina unitaria. La combauiviià dello spirito trova nel cimento dello sport agio per manifestarsi arditamente e si tempra però in esso e vi trova un autocontrollo; gli slanci dello spirito vanno in esso ir armonia con quelli del corpo, che si sviluppano e si compendiano con (lucili: Le forze fisiche debbono però restare sotto il dominio di quelle spirituali. E' in questa lotta tTa la forza bruta e la volontà che si afferma lo spirito e se ne forma l'educazione. L'esercizio, il sacrificio, la vittoria dello spirilo rendono il giovane capace moralmente e fisicamente di resistere nella lotta della vita con energia, volontà e abnegazione. Nasce da questa lotta in lima il senso ilei coraggio, nel quale — si dice — « entra un elemento materiale », giacché l'uomo è coraggioso se « nel conflitto tra la volonià che comanda e la sensibilità che si rifiuta, la volontà ha il sopravvento ». Anche in guerra molte volte la volontà doveva vincere sulla forza fisica. In molle contingenze la volontà deve prendere dominio sulle energie naturali. Tra le realizzazioni nazionali deve comare dunque quella dello sviluppo dello sport che tende e concorre ' a formare una generazione di uomini robusti ed ardimentosi, di uomini, che adusati ai trionfi sportivi, conosceranno la bellezza della lotta e della vittoria, e la necessità di sopportare la sconfina e prepararsi alla rivincita; uomini dalle energie temprate alle tenzoni, alle battaglie che danno alla gioventù, sorriso della vita, la vittoria come premio alla scuola del coraggio e della forza. Così come nei tempi dell'impero romano, oggi si tende a sviluppare nella gioventù saldi muscoli e saldi cuori per i futuri cimenti della guerra e della pace, per avere buoni soldati e buoni lavoratori e produttori: abituati alla disciplina, temprali alla fatica. Strumento, quindi — lo spoirt — per la potenza nazionale. ODDONE FANTINI.

Persone citate: Baldo, Boccioni, Folengo, Galeno, Iona, Oddone Fantini, Pizia, Platone