Il Congresso viti-vinicolo del Piemonte

Il Congresso viti-vinicolo del Piemonte Il Congresso viti-vinicolo del Piemonte L'intervento di S. E. Marescalchi -1 voti dei viticoltori ed enologi Alessandria, 10 mattino. Il primo Congresso viti-vinicolo pio montese, svoltosi ieri al nostro teatro Municipale, è riuscito egregiamente agli alti lini sociali ed economici che l'iniziativa della Federazione provin ciale Sindacati fascisti agricoltori in tendeva raggiungere. Alle ore 10. nel la magnifica sala prende posto una vera falange di agricoltori venuti dal le varie plaghe piemontesi: oltre cen 10 sono i podestà ed altrettanti i se gretari politici; pure numerosi i tecni ci, i commercianti e gli industriali, l conduttori di cantine sociali, ecc. Sul palcoscenico notiamo tra le numerose personalità, S. E. Marescalchi, sottosegretario al Ministero Agricoltura e Fo reste; il Prefetto. S. E. Milani; il Se gretario federale e preside della Provincia, console cav. Natale Cerruii; il podestà di Alessandria, gr. uff. Luigi Vaceari; il gen. Faccini, comandante la Divisione militare; il cav. Arezzi, presidente della Federazione Sindacati agricoltori; l'on. Schiavi, della Conte derazlone nazionale dell'Agricoltura; 11 cav. Laura; il prof. Zannoni; 11 dottor Castellari; l'avv. Bozzetti; il commendatore Cravini. della Federazione sindacale di Torino; l'avv. comm. Gay, segretario capo del Municipio di To rino, in rappresentanza dell'auto ri là comunale; l'on. Olmo; l'on. Alice, di Vercelli; il eonte Tournon, presidenti! del Credito Agrario del Piemonte; il comm. Viola, presidente della Federazione nazionale del commercio enologico; il cav. Franzini, vice-preside della Provincia: il conte DI San Marzano; il cav. Bertana; il cav. Moy: il questore, comm. Glieli; il cav. Barabini, podestà di Voltaggio; il consolo cav. Tito Carrocio, ecc. I discorsi gr. uff rli intor TI podpstà di Alessandria V'accori, saluta le autorità e .. venuti bone augurando ai lavori del Contri-osso: quale fervente cultore dei problemi agricoli, afferma che si può guardare con fiducia al movimento a gricòlo piemontese, ed alessandrino in ispècie. Prende quindi la parola il cav. Arez zi, ohe tocca varii interessanti argomenti, tra cui quello riflettente la produzione vinicola in Dalia, che si ugiTira sui 6fi milioni di quintali annui, iper un valore di r> miliardi e 11:07.7.0: la Provincia di Alessandria vi figura con una produzione annuale di 7 milioni di quintali, più di un decimo. Sorgo a parlare in seguito l'onore vole Schiavi, che fa l'elogio degli a grlcoltori. Parla della crisi attuale vi nienla e dei mezzi alti a superarla 0 conclude elevando un inno ai 21.000 agricoltori organizzali della Provincia di Alessandria. Segue il comm. Cravino, che porta il saluto e l'adesione del podestà di Torino: egli esprime il voto che si formi un Comitato per costituire una fondazione perpetua allo scopo di premiare ogni anno, nel nome di S. E. Marescalchi, la pubblicazione agricola più pratica ai fini dell'agricoltura. Cessoti gli applausi, prende la parola ira l'intensa attenzione dell'uditorio, S. E. Marescalchi. Dono aver rivolto liti \i<o elogio al podestà di Alessandria, Vaceari, a S. E. il Prefetto Milani, al gen. Faccini, all'on. Schiavi, al consolo cav. Cerniti, manda un caloroso salmo al Piemonte, iip mettp in riiiovn le carattPristiehP ograrip. ppr dedurre tutta l'importanza che la viticoltura vi presenta. Se il Piemonte ba perduto nel 1921 il primato quantitativo vinicolo fra lo regioni d'Italia, causa la fillossera, primato ora In possesso dell'Emilia e della Campania, si mantiene però sempre in prima linea per la qualità del suoi vini, come il barolo a Cuneo, il barbera, 11 grignolino Pri 11 moscato ad Alessandria, il trattino™ a Vercelli, il ghemme a Novara il colliso ad Aosta, il freisa Pri il vermouth a Torino. Molti di qupstl prodotti sono gemme della produzione enologica nazionale. Il Piemonte, con un terzo della sua superficie in collina, trovo nella vita la coltura valorizzati-Ire. Accenna alla orisi eli disagio attuale 0 fa rilevare (pianto giustamente il Capo del Governo abbia colpito nel s(.;no pensando a due provvedimenti di sicura efficacia Sfollare i vini deficienti a mezzo della distillazione e abolire il dazio consumo. Passando ad esaminai^ gli argomenti che il Congresso tratterà Inda I promotori por la scelta felice di ossi Ridurre il costo di produzione del quintale d'uva è quasi dovunque largamente possibile 0 si devo faro; dare, merci'' la cooperazione di produzione. rondi masso di vini ben fatti e costanti; valorizzare i nomi che legittimamente hanno una storia ed un pregio- sviluppare al massimo la cultura e la diffusione fra i consumatori delle uve da tavolo: sono questi, invero, i capisaldi del progresso economico vitivinicolo italiano. L'oratore mette in evidenza le premure che man mano il Governo Fascista va escogitando anche per la viticoltura. Con una razza gagliarda come quel là d-M nostri acrteoltorì - conclude S. E Marescalchi - guidati dal Duce sapremo ■ondurre la gente nostra alle supreme mmancabili ascese dell'Italia Facista ». Un'ovazione chiude la fine dell'improvvisato discorso di S. E. Marescalchi che intrattiene ancora l'uditorio per affermare che egli non può accogliere la proposta del comm. Cravino finché la volontà del Duco lo tiene avvinto alle cure del suo alto ministero. II costo di produzione dell'uva Assume ora la presidenza del Congresso il gr. uff. Vaccarl ohe da la parola al prof. Mario Zovottaro. il quale riferisce ampiamente sul costo di produzione del'uva e sui mezzi per diminuirlo. L'oratore perviene alle seguenti conclusioni: 1) sostituire la costosa e deficiente mano d'opera nello preparazione del terreno medionte l'uso di enpareechi e mezzi meccanici; 2> cambiare radicalmente i vari, costosi e antiquati sistemi di armatura; 3) restringere la coltivazione della vite ai terreni ed alle posizioni più adatte per la produzione; 4) aumentare la produttività della vite senza scapito dello qualità del prodotto: 5) condurre più razionalmente la lotta contro la peronospera e non trascurare quella contro la tignuola. Al Governo Nazionale si chiede:' 1) Che iper il grave complesso problema della ricostituzione dei vigneti si provveda, colla nuova legge, a dare la massima garanzia ai viticultort riguardo le varietà delle viti americane; •1) si incoraggi la limitazione della coltivazione dèlia vite ai luoghi adatti mediante sgravi di imposta e premi; 31 si riduca e abolisca il reddito agrario per i vigneti rovinati dalla fillossera, dalla grandine e da altre vicissitudini; si renda obbligatoria l'assicurazione contro i danni della grandi¬ ne e altre avversità, che producono; ogni anno Immensi danni all'agricoltura; 5) si assegnino anche alle Cattedre speciali di viticultura i mezzi per la maggiore diffusione dell'istruzione e sperimentazione viticola ed enologica. Segue il prof. Gino Friedmann. della Federazione Nazionale Cantine Sociali di Modena, che svolge il tema: t Cooperazione enologica per la produzione e vendita del vino ». Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti nell'Aula Magna della Provincia, e il primo oratore è il dottor Castellari, segretario della Federazione provinciale Sindacati fascisti agricoltori, che tratta il tema: « Ciò che chiedono gli agricoltori in favore della vite 0 del vino ». In sostanza il dotto oratore espone il concetto del viticultori che è questo: tutela dei vini tipici, tutela di vini ottimi e caratteristici, opportunità di disciplinare la coltivazione della vite. Altri argomenti sono svolti dal prof. Carlo Remondino, dal dott. Carlo Fabiani, dal dott. prof. Claudio Marani. dal don. ne Visart. Ultimo relatore è u prof. Gabotto. reggente la sezione provinciale di fltopatologia della Cattedra Ambulante, che parìa per la dlìesa della vite dalle malattie e avvei* sita, in rapporto al fattore economica L'ordine del giorno Il presidente riassume le discussioni e pone ai voti il seguente ordine del giorno che risulta approvato per acclamazione: « I viticultort ed i commercianti enologici del Piemonte, riuniti a convegno in Alessandria, dopo lunga discussione, vengono alle seguenti conclusioni: 1) tinte le leggi e provvedimenti legislativi in vigore siano informati al concetto di una netta distinzione tra vino ed altre bevande alcooliche; 2) sia reso obbligatorio per l'uso commestibile diretto, come per la preparazione di bevande, esclusivamente l'alcool derivante dalla distillazione dell'uva, (IpIIp vinaccie, ecc.; 3) sia del pari Imposto l'uso esclusivo come commestibile tanto direttamente ohe nella preparazione dei sotto-aceti, dell aceto proveniente dal vino; 41 venga abolito il dazio sul vino; 5) sia applicato con particolare rigore il regio decreto leggo 15 ottobre I02ó, riguardante la repressione delle frodi nella preparazione e nel commercio delle sostanze di uso agrario e di prodotti agrari; particolarmente per quanto riguarda il vino e gli aceti. Le vinacce in ispecie, che non si trovino presso le distillerie, dovranno essere distrutte il più sollecitamente possibile dopo la svinatura e, per la regione piemontese, entro il mese di novembre, poiché la vinaccia è la base indispensabile per ogni sofisticazione; 6) che gli anti-crittogamlci e particolarmente 11 solfato di rame, siano, con provvedimenti legislativi, sottratti alla speculazione ; essa concorre a mantenere • pipvati i prezzi e determina forti ed ingiustificate oscillazioni di prezzi; 7) che la legge sui vini tipici sia applicata con larghezza di vedute, in modo elio ne possano beneficiare non soliamo le zone produttrici di vini tipici in senso stretto della parola, ma anche quelle più vasle plaghe che producono vini particolarmente apprezzati per le loro ottimo qualità e che godono di fama commerciale; 8) che per la migliore attuazione della legge sul vini tipici sia favorita la cooperazione enologica ed il sorgere di cantine sociali e di enopoli irMutti quei centri che sono in condizione di produrre vini atti al rifornimento dei maggiori centri urbani ed alla esportazione. A tal fine siano forniti i mezzi necessari con adeguati provv."dimenti di ordine finanziario e tributario; 9) che con il miglioramento della tecnica viticola, largamente e saggiamente applicata, si raggiunga un minor costo di produzione dell'uva e con l'introduzione delle migliori nonne enologiche nella pratica della vinificazione e conservazione dei vini si affini la produzione, rendendola atta a vincere la concorrenza sui mercati esteri e a favorire il consumo interno; 10) che la viticultura si orienti maggiormente verso le uve da tavola, limitando il numero delle varietà a quelle meglio accetto sui mercati di consumo estero e nazionale; 11) che venga studiata la opportunità di disciplinare la coltivazione dello vite nel senso di limitarla nelle zone di pianura ed in quelle dove possono essere utilmente praticate altre culture, riservando questa preziosa pianta particolarmente alla zona collinare che essa può valorizzare al massimo. Non si domanda la distruzione dalle viti esistenti; ma soltanto la limitazione della ricostituzione viticola al solo fabbisogno dell'azienda nelle zone di pianura ». Prima di chiudere il Congresso patria ancora il podestà Vaceari, che legge un calorosissimo telegramma da trasmettersi all'on. Mussolini, riassumente l'attività svolta: il pubblico acclama a lungo. S. E. 11 Prefetto, commendatore Milani, saluta e ringrazia tutti i convenuti e in morto particolare i giovani allievi della Scuola enologica di Alba, nonché i viticoltori del Monferrato; assicura che entro questo anno, in compenso del buon vino prodotto da quei colli, acqua abbondante verrà distribuita dalla costruzione del noto acquedotto monferrino. Insistentemente acclamato parla ancora S. E. Marescalchi, che, dopo aver ringraziato delle calorosissime dimostrazioni tributategli, rende omaggio al Duce, e conclude dicendo: « Se ora non vi è più Mecenate che incita il poeta Virgiliio a cantare l'amore pei campi, vi è a Roma l'uomo nuovo che cura la salute, la floridezza, la grandezza d'Italia nell'amore e nello sviluppo dell'agricoltura, fonte di benessere e di grandezza nazionale ». Uno scroscio di applausi saluta la ispirata perorazione dell'illustre parlamentare, che viene complimentato ancora a lungo dal fitto stuolo degli ascoltatori. «