Le quattro donne abbracciate nella capanna in fiamme

Le quattro donne abbracciate nella capanna in fiamme Le quattro donne abbracciate nella capanna in fiamme Impressionanti deposizioni testimoniali Roma, 1 notte. | Oscuro in volto i! pastóre di Fondi, lappena accompagnato nell'aula, ha itchiamato presso di se, stamane, il suo odifensore avv Cassinoli, lamentando-Irsi con lui che alcuni testi, nell'udien- eza di ieri, lo ahbiano tratteggiato coni colori che egli dire di non meritare. t0 ,. nu sua o dt nessuno IqRipresa alle III. l'udienza continual'nell'esame testimoniale Onorato ^ciar- Fa. ci;rcùVd""os.zlòii°é dtua1et?>i-.mra essendo emigrato in America, disse in Istruttoria che, trovandosi a passeggiare coi r><- Silvestri) in paese, auesti, tacendo cadere U discorso sulla Driade, olihe a dirgli che la giovane doveva essere sua o di nessuno, soggiungendo che se essa non si fosse piegala a! suoi voleri, aveva stabilito di sopprimerla insieme a tutti i suoi famigliari, il teste Sciarra, fratello di fiuel (ale Anselmo che aveva richiesto in isposa la Driade Di Sarro interrogato al riguardo disse che effettivamente, due mesi prima dell'incendio, suo fratello era stato in trattative di matrimonio con la Driade, ma nuMa di preciso era staio stabilito dalle due famiglie, perchè si attendeva ji ritorno di un fratello della giovane, che in quel tempo prestava servizio militare. li-Presidente contesta a questo punto al [le Silvestro che dal suo certificato penale risulta condannato oltreché a 10 mesi per il temalo ratio, anche a cinque giorni per lesioni, e chiede perchè riportò questa prima condanna, — Per la stessa commedia della mia Innamorala. La Driade mi aveva riferiiu che un giovanotto la molestava, ed io schiaffeggiai quel ragazzo. Ci fu un po' « ammonta », nlenfalt.ro. Avv. Solisi — lì' esatto che l'imputato, quattro anni fa. durante una notte burrascosa, essendosi verificato un di cmpNsfssRdfl'a"nz|P, .avevano subito 1 incidente? dImputato: — E' vero: accolsi tutti en-intro la mia capanna, facendo quello che \ cpotevo. Puna teste che si trovò presente alla :s•pmspriccSiisastro automobilistico, si prodigò in ! rmille modi a favore delle persone chelfAVOVJinn ctihiin l'ir.niHar,,ft9 vhiP7armnprvpvmtelaqcss—Se loqdcloirdtiftrggFcuccisione del pastore Corbo è Cristina Fiorillo clie, quella notte, dormiva nella stessa capanna. Essa raccolse da terra il pastore ferito, il quale ie disse che il primo cclpo contro di lui era stato sparalo da Vincenzo Amo:,io De Silvestro. Il poverello aveva perfettamente riconosciuto, dato il chiarore lunare, l'aggressore. Il maresciallo dei carabinieri Luigi Di Rocco, della cui deposizione si dà lettura essendo egìi mono, riferi i»i istruttoria alcune frasi sintomatiche pronunciate da! De Silvestro e da! suo complice Belloni dopo la tragedia. Essi incontrarono i coniugi Donnino che li consigliarono a consegnarsi alla giustizia, ma il De Silvestro, per tutta risposta, diss": • Mai ci arrenderemo, se prima non compiremo quanto abbiamo progettalo Ne dobbiamo far laute quante 11 brigante Musolino ». Al che ; notturno, terrorizzati, obiettarono: • Fri i carabinieri? ». « Ne ammazzerò, rispose n De Silvestro, quanti me ne vorranno innanzi. Io non temo nulla». Successivamente lo stesso maresciallo arrcsiò il Belloni, complice del pastore incendiario, e da lui ebbe una narrazione completa della •strage. L'abbraccio nello spasimo della morte li Belloni aggiunse in quella occasione che. appena appiccato il fuoco, il De Silvestro si mise innanzi alla porla, pe.r impedire sia che le potere vittime s! salvassero, sia che accorresse gente p=r soccorrerle. Nell'interno della capanna si verificò allora una scena straziante. Le quattro povere vitlime, vista inutile ogni via di scampo, si abbracciarono l'una con l'altra per morire insieme. Il maresciallo trovò 'nfatti la mattina dopo i quattro cadaveri che formavano tutti un groviglio di miseri resti umani. A questa lettura impressionante i parenti della povera Driade. che sono nell'aula, scoppiano in singhiozzi, mentre un senso di viva commozione pervade il pubblico che assiste numeroso. Vincenzo Antonio DiSilvestri con 1° mani scarne strine^ i braccìno!! della sodia, poi reclina la lesta sullo spalle rimanendo immobili oer alcun! minuti. Risulta dalla deposizione del maro ■=oial!o che. dono la stra«r" I duo ban diti terrorizzarono la campagna e la montagna, tanto che molti contadini avevano dovuto abbandonare precipitosamente i loro casolari. Lo Indagini dei carabinieri si facevano ogni gior no refi difficili o povionlose. Avv. Sotis della difesa: — Voleva es sere fatto cavaliere il bravo mare sciallo... Avv.. Àddessi, P. C • — I! Ministero dell'Interno aveva i. .-so allora una taglia di 10 mila lire sulla testa dot bandito Altro che eroro di cavaliere. La taglia fu infatti messa per la cai tura del Do Silvestro, tanto egli ora divenuto temibile, e talmente diffuso era divenuto il terrore in quella popò fazione. La taglia non è stata ancora corrisposta, essendo sona la discussione a chi essa debba essere versata. Un giurato: — Mi sembra che la lunga depostone scritta dal maresciallo i cmi ri a dimostrare ! ! „Pres.: - Ma lei non deve esprimere dalcun apprezzamento. . pAyv. Sotis della difesa: - Lo lasci rparlare ed esprimere il suo pensiero. DPres.: - Il giurato non deve espri- nmere giudizi, per non consentire poi pfnleLdpfrdvvrrqdnbnqcrialla difesa di chiederne la esclusione. Io conosco bene il mio dovere. La notte dopo il delitto Si dà poi lettura della deposizione di altri due testi che ospitarono il De Silvestro ed il suo complice la prima notte dopo l'efferato delitto. Ai vari consigli di costituirsi 11 De Silvestro rispose : « Non voglio far ridere nessuno. Se mi vogliono prendere mi prenderanno morto. d Un altro teste, Giuseppe Sepe, rife lisce 'li essere stato minacciato di morte dal pastore incendiario per avere osato indirizzare i carabinieri nelle lorò indagini, in seguito alla minaccia egli dovette abbandonare la capanna, — Questo teste dice il falso — pro testa dalla sua sedia l'imputato. — Io non lo ho affatto minacciato, perche quel giorno avevo già abbandonalo il 'T^j'0.sdif^?"dJ' ,Dt,OTr,„,'t„ rrmfa» Ij0 ?t0*50 iatto è pienamente confe? mat0-da' "Tote .del teste. Paolo Sepe che fu quello che ricevette personal mente le minaccie. — Non è vero — protesta ancora l'ini putato. Importante la deposizione di Luigia Nardello, di cui si da lettura per es sere la teste emigrata in America. Era fidanzata a! complico Belloni. e riferisce che subito dopo il delitto i due sciagurati si presentarono da lei. Il Relloni piangeva nienti1" il De Silvé- dentemente all'incendio delia capanna, f 'asciando comprendere dio un epua- ,le sorte a quella della Driade .avrebbe 'avveniva qunlclie giorno prima "incendio iio:'a capanna. La enard'i« campestre Gaetano Aita nasin narra le drammatiche pircostan ze nelle ami; fu arrostato il compiici Pe!loTii. elio aveva tenuto p"r a'cut riniti! la montagna. I! bandito ora «ta .0 segnalato in una capanna distante ! dall'amtato. U capanna fu circondar:, i n Re'.loni. alla vista deile guardie campestri che erano arma;3, si arrese P confessò il suo dritto. \ domanda :! teste dio" che il fucile del De Pi' stro, tutto eccitato in viso le disse: | • Se non moriamo, cento delitti com jpiremo. Avreste dovuto essere • faha . ( il prima di quella ». alludendo evi |ocSr i lano cilecca ». Questo ||montata anotio la teste. Giuseppe tlotuiino. il t.es!o che vioi!01 sentilo subito dopo, dice che mentre percorreva In via vicinale alla centra ! ria solva Vptere. fu fatto segnò ad un colpo dt fucilo sparatogli da dietro una] ciepe. Vide e riconobbe Vincenzo De Silvestro, il quale impugnava anrora I il fucile ad mia canina. " che gli d!s?» [ in tono di minaccia: «Hai ragione tu ! atcgd rr\ fo Dzntvosirn fu trovalo sepolto sotto mi hero di fico. Si trattava però rio! nrimoi il delitto. — Ma non fi vero _ osserva l'ovv Potis. — Onesto lo dico ne! suo remai 70 Gabriele D'Annunzio, che ha faraleggiare !o spirilo rie! tragico pasto re di Fondi. « Fondo di tragedia ». cv m" egli lo chiama. « Dovremo fare carboni ardenti » Alla ripresa pomeridiana s: continua nell'esame testimoniale che non sarà possibile esaurire questa sera. Fiore Alessandro incontri.) nel pomeriggio del 20 agosto, Vincenzo De Silvestro e il suo compagno Belloni. Il primo lo fermò e gli domandò se aveva visto la Driade. Alla risposta affermativa, il De Silvestro chiese insistentemente notizie degli altri fratelli della giovane come per assicurarsi che questi fossero lontani. Un giuralo: — E dove gli diceste che si trovava la Di Sarro? — Gli riissi che si trovava presso la sua zia Bertone, nella capanna di quest'ultima. — Dove — fa rilevare il Presidente — avvenne poco dopo l'eccidio. 11 De Silvestro era armalo'.' — Si, aveva a tracolla la doppietia, e armalo era anche il Belloni. A domanda, il leste dice clic il Beloni aveva la sua fidanzata non in quei pressi, ina poco disiamo. Viene interrogata poi un'altra guardia campestre. Alessandro Di Mario, che preso pari" alla cattura del Beloni. Tratto in arresto, qneMi disse ra l'altro elio il De Silvestro aveva daio fuoco al pagliaio in cpianro punti diversi, per bene assicurarsi che il fuoco compisse la sua Opera distruttrice. A questo punto, su richiesta di un giurato, si dà lettura del parlicolàrepgiato sopraluogo fatto dal pretore di Fondi, alti'indoinani della sti'8ge. La capanna ora formata di grossi tr-oneli creanza'aisai'gVaV'l^oclUtìorat pri„,., (ip)|a tratrodla fu nresenie n un diScorlo che H De Silveltro tee" n presenza anche del Bellona. Dopo ave- re parlato delle ripulse che la bella Driade opponeva ai suoi desideri <e ne usci r0T1 questa.frase teatrale- .'Ben presto dovremo fare carboni àrdenti vt. ji.hpP'sfucile perchè; sueee^vamenio. V ban i»gSllsdcFn—cvCCdlsadpsipcadi mtcfqtvpdnflssi nel suolo per l'altezza di un [lniello e mezzo. l"no zoccole di sterpi ila recingeva intorno. La circonferenza sesterna era di una trentina di meiri. SLa capanna aveva una .-ola porla sul adavanti. Quando il pretore si recò sul! posto, la capanna bruciava ancora, e fumanti erano ancora i miseri rosi: urnani die furono trovati in un angolo dell'abituro. L'incendio era stato così violento che della porta non rimane-1 vano che i canini contorti. I. poveri' resti umani, raccolti con ogni cura, furono poi riconosciuti ria un perito per quelli delle quattro v il ( : mie. Un secondo sopraluogo stabili elio tra la capanna incendiata e quella del pastore Corbo, che fu ucciso nella stessa none, non correvano in linea d'aria che cinquecento metri. Si riprende poi l'esame testimoniale con Giuseppe Di Pinto. il quale riferisce alcune espressioni ingiuriose dio i! De Silvestro, due giorni avanti il delitto, rivòlse"airindirizzo'del" Corbó!|Alessandro Roma depone su una cir- 'di questi servarci! », alludendo a coloro die avevano, come i Di Sarro, delie capanne entro la foresta. Li per ii il teste ritenne che questo discorso fosse fatto per scherzo; ma due giorni dopo, (piando avvenne la tragedia, comprese che «1 trattava di una minaccia concreta clic si era verificala appieno. lì tesie viene invitato a deporre su altre circostanze che riguardano la latitanza del De Silvestro, ma egli si mostra restio a risponderò. presidente: - Non c'è da aver pati- "anche perchè ini -alludendo all'Un- S—» ' '- ~■'- •'lPr ra putato) ha ormai le gamlte rotte Un rifugio sotto terra Avv. Addossi: - Sa il teste che dlero la capanna del De Silvestro fu scoperto, dopo l'omicidio del pastore Cardinal:, una specie di galleria la cui imboccatura era abilmente nascosta con una siepe, e nel cui interno erano un letto e un tavolineito con deile sedie? — Si — risponde esitante il teste. Aw. Cassineili: — E questo clie cosa tenderebbe a dimostrare? Avv. Addossi: — Sémplicemente una cosa, che cioè Vincenzo Antonio De Silvestro, anziché vacare in Puglia o in Abruzzo, come egli ha detto, è rimaito sempre a Selva Volere, in territorio di Pondi, abilmente nascosto proprio a un passo dalla sua abitazione. Avv. Cassineili: — Questo e. da vedere ! tn'st-gcefPgttainsrnpdn ^presidènte fa quindi dar lettura ,|, ,|,-,i complice, Carlo R .„ ( 1 D,„le , ]et,ori sanao costni | Avv Ardessi: - E aveva anche una'cjrav,-.,.im comc rifugio abbastanza co- s( n,n(|0 Vi g] accedeva con una scala a | p|ollìoociolii praticala nel camino. jcdsevdptainvcioito anni e si era associato ad De ItoSilvestro nelle su.' temerarie Imprese. I teIl particolare pietoso che da lui, unico loMimwi" oculare dell'eccidio, si ap- c|UVJsei fil ,,,k.il0 roUitivo alla povera nl'i: condannalo dallo Assise di Cassino a irent'antii di reclusione, che egli sia tuttora espiando. Anche le gravi dichiarazioni die egli fece dina: zi ai giurati sono note ai lettor!, 11 precoce delinquente non aveva allora che di¬ Driadc. A un corto punto la disgra- -ziata, mentre le llamnie divampava- Ino, riuscì ad aprire un pertugio e al : Rtacciala la testa supplicava il De SU-1dvestro: • Viucenzino, Vincenzino, clic t'ho fatto? ». Ma per tutta risposta il iv Silvestro la ricacciò dentro dicen.1.,i.--: «Dovi scontare tutto quello che hai fatto soffrire a me. 11 Belloni narrò poi diffusamente coinè entrambi passarono i primi giorni di latitanza. Per unta la nono, al chiaro della ìu'in, osm vagavano di casolare in casolarc; Anche il giorno dopo andaro »0. *™l2^' slTuUnSta una lfcztcgdaDspmntlescasgiurato, il Presidente chiede al De! sSilvestro se è vero che egli abbia fai-i dlo all'amore con una contadina di-Ala- leli! prima di innamorarsi della Driade. ssul mezzogiorno, menile dormiva in aperta campagna, si accorse che il De Silvestro non c'era più. Fu allora che ec!i decise di abbandonarlo al suo destino e di costituirsi. Esaurita la lettura, a richiesta di un Sì trattava — risponde l'imputato — di una giovane con la quale mi incontravo qualche volta quando andavo a pascolare nelle montagne della Ciociaria. — E come s! chiamava? — .-Violina Cardinali. — Allora era parente dell'ucciso Cardinali — dice sorpreso il Presidente. — Non 1o so. E' certo ad ogni modo olio anche l'ucciso Cardinali era di Alatrl binèrunadgaLdvPoiché il testimoniale relativo alla'.estrage ili Fonili è esaurito, si passa ida quello relativa appn.iio all'uccisione 'ldel Cardinali. Si ria lellura della deposizione resa dalla madre dell'ucciso. Essa parlò delle minaccie che suo iig'io aveva ricevuto da parte di Leopoldo De Silvestro. Il padre, ora ancli'egli morto, precisò che -suo figlio aveva, una volta inconlnito il Leopoldo in compagnia di uno sconosciuto, i cui connotati rispondevano csatlamente a quelli del fratello, il latitante Vincenzo Antonio. Nion escluse perciò ci,,, ye.^o dei motivi per cui suo f lio fu ucciso avesse ponilo essere quelli di impedirgli clic egli, inoltrandosi nel bosco, potesse vedere nuovamente il laiitanjte od eventualmente parlarne con qualcuno. L'assassinio del Cardinali Sale quindi sulla pedana il capitano dei carabinieri La Bombarda V'incendi.' fece le indagini relative a;l- iesgbdceozczDsl'omicidio del Cardinali. Egli dico eli il cadavere del disgraziato fu trovato su! mezzogiorno lungo la marina di SpfM-lonpa, "mentre galleggiava sulle acque, halle indagini risultò che il padre dell'ucciso aveva preso ili affitto un'podere di proprietà del principe 1 ' li l'ondi, prossimo al pascolo ddla famiglia De Silvestro. Un giorno, e»s lido entrato abusivamente in detio pascolo, il Cardinali fu aspramente redarguito da Leopoldo De Silvestro e da questi diffidalo, pena iti vita, a non passare da quella località. In seguito a tali risultanze l'arnia dei carabinieri procedette all'arresto do] De Silvestro padre, perchè ij figlio Leopoldo si era già dato alla latitanza, aumentando con ciò i sospetti dio fin dal primo momento si erano addensati su di lui. Interrogato sulla partecipazione nvuta no! delitto da Vincenzo An- ionio De Silvestro, il teste dice che, |s0 efH no» 'Partecipò maieria.lmeiiio. n,e. f,l.p1p!»0.1 if'latore diretto, lauto 'fini polehè risultò che egli mai si era allontanato dal territorio di Fondi. Avv. Cassineili: — Come il testo può affermare quest'ultima circostanza'.' Tesie: — Perchè ora opinione generalo. Devo aggiungere che il De Silvpsiro potè sfuggire a tutte le ricerche soltanto prchè sapeva nascondersi abilissimamente, mai facendosi vedere di giorno nei pressi di qualche casolare. Egli però, almeno per quattro o cinque anni, non deve essersi mai allontanato di mollo dal bosco di Selva. Velerò, che gli serviva di rif ligio. Dopo altro domande il leste è licenziato e l'udienza è rinviata a mercolodi manina. Il verdetto si potrà avere non prima del termine della seconda settimana di marzo. hnt

Luoghi citati: Abruzzo, America, Cassino, Puglia, Roma