Dieci anni di Reggenza in Ungheria

Dieci anni di Reggenza in Ungheria Dieci anni di Reggenza in Ungheria Il Collare dell'Annunziata all'Ammiraglio Horty Budapest, 28 notte. Con molta soddisfazione viene registrata dai giornali ungheresi la notizia che il Re d'Italia ha conferito al Reggente Horlhy, nella ricorrenza del decimo anniversario del suo governo, il Collare della Santissima Annunziata, la massima onorificenza italiana la quale — come sì 'sa — viene rilasciata solo ai Capi 'di Stato. Nel documento relativo il Re d'Italia, come di rito, chiama il Reggente Horly, suo Cugino. Le feste per il giubileo hanno avuto inizio nel pomeriggio di oggi con la sfilata di un corteo, composto di cittadini, di studenti e dei membri 'delle Associazioni, davanti alla Reggia. Il corteo comprendeva circa 50 mila persone, accompagnate da 'dieci musiche. La sfilata è durata un'ora e mezza. Il Reggente ha assistito allo spettacolo d.a un balcone 'della Reggia. Ieri sera duemila membri di quarantadue cori hanno cantato canzoni e inni patriottici. Una grandissima impressione ha 'fatto in tutti gli ambienti ungheresi la decisione degli Stati della Piccola Intesa di non partecipare alle feste in onore del Reggente. Si apprende infatti che, in seguito a iniziativa del Governo di Praga, anche i Governi di Belgrado e di Bucarest, hanno decìso che i loro Ministri a Budapest non intervengano a nessuno dei festeggiamenti che si svolgeranno nei prossimi giorni. Il Governo ungherese intanto ha 'fiato una bella lezione di cortesia ai Governo czecoslovacco che giorni addietro, in seguito a un passo compiuto dal Ministro ungherese a Praga, dichiarò di non poter impedire gli attacchi alla persona del Reggente Horthij. Siccome un giornale locale si era occupalo della persona del Presidente Masarik adoperando parole offensive, il sostituto del Ministro degli Esteri, conte Khuen Hedervary {in assenza del Ministro 'degli Esteri, Walko, chiamato a Pafigi dalla improvvisa malattia del conte Rethlen) ha pregalo il Ministro di Czecoslovacchia a Budapest 'dì fargli visita e gli ìoa detto che il Governo unglierese deplorava gli attacchi diretti alla persona del Presidente Masarik. Anche in Austria, alcuni giorni or sono, in occasione del decimo anniversario di governo del Reggente Horlhy, alcuni giornali hanno adoperato un linguaggio per nulla rispettoso; il Governo austriaco si è affrettato ad esprimere la sua deplorazione con un comunicato ufficiale nel quale si diceva trattarsi di individui irresponsabili i quali non possono che turbare i rapporti di buon vicinalo con l'Ungheria e gravemente danneggiare gli interessi 'della Repubblica. Ricorre oggi il primo decennio 'della nomina dell'ammiraglio Nicholas Horty Nagybany a reggente 'd'Ungheria. Con la legge Bethlen 'del 12 febbraio 1930 lo Stato Magiaro gli appresta onoranze severe e degne: onoranze soprattutto pratiche e fattivo, quali si convengono ad una Nazione che sta alacremente lavorando per la sua ricostruzione. Un grande ponte nella capitale, diversi edifici pubblici, un ospedale per i dipendenti delio Stato, un laboratorio radiologico per lo studio tìel cancro sono stati costruiti per onorare l'uomo e la ricorrenza. Una moneta argentea da 5 pengò porterà l'effigie di colui che attende 'con tanta tenacia a condurre l'Ungheria al posto che le spetta per le sue tradizioni e per la sua odierna realtà. L'Italia, die guarda con simpatia allo sforzo della Nazione Ungherese ed all'opera del suo Governo, e che più di ogni altra Potenza europea può apprezzare pienamente il valore della nuova Ungheria come elemento d'equilibrio e 'di sicurezza nelle vicine regioni danubiana e balcanica, deve associarsi con cordiale deferenza al tributo di omaggio che si tributa a chi sa gelosamente e fedelmente conservare e proteggere l'alta e nobile traidizione del popolo ungherese. Dieci anni di Reggenza Horty, ci riportano all'epoca precedente al 1920, ed immediatamente successiva alia guerra. L'Ungheria, creata frettolosamente da un trattato di pace, largamente colpita nella sistemazione delle frontiere, ebbe, con la momentanea esperienza bolscevica di Bela Kliun, un'ora in cui parve entrare in un sistema politico, quello 'dei bolscevismo sovietico dell'Europa orientale, che non poteva in alcun modo convenire alla sua conformazione sociale ed alle sue necessità politiche internazionali. Benché, allora, la propaganda sventolasse il nome del dittatore rosso dei magiari come quello della bandiera bell'imperialismo sovietico marciante alla conquista del mondo per diffondervi ì suoi principii, l'Europa (occidentale non tardò a comprendere che la dirotliva bolscevica e la sistemazione della nuova Ungheria cndttczftmmdSrrzrsltqrmpg come Stato satellite della U.R.R.S. non potevano essere in nessun modo definitive. Infatti non tardò, sotto la guida di un vero uomo di Stato, a trovare quella linea politica che più pare conveniente per la Nazione, data la sua posizione geografica e politica. L'Ammiraglio Hortby, quasi con uno scrupoloso formalismo, ha voluto essere chiaramente e palesemente il difensore del trono vacante. La Corona di S. Stefano, di cui Horthy è il tutore, resta a significare, per l'Ungheria, la continuazione di una tradizione nazionale che l'Austria imperiale aveva rispettata e, col dualismo, mantenuta e continuata, e nello stesso tempo, una tacita e dignitosa protesta contro le. iniquità arbitrarie dei trattati di pace, dai quali la Nazione Magiara subì una immeritata ingiustizia. L'amicizia italiana per l'Ungheria di Horthy non suona controassicurazione contro la Jugoslavia, e tanto meno può essere interpretata come una prova di scarsa simpatia per la Romania, a cui, da pochi giorni, siamo legati da un trattato che, si spera, servirà a dissipare molti equivoci incresciosi. Per gli italiani, guardare con cordialità e con leale volontà di collaborazione verso i magiari, significa, prima di ogni altra cosa, il riconoscimento del fatto che l'Ungheria indipendente e fedele alle sue tradizioni può avere una funzione altissima come elemento moderatore, e come mezzo per impedire la « balcanizzazione » degli Stati eredi dell'Austria. L'Ungheria ha, come l'Italia, bisogno di pace: ma è sufficientemente popolosa e forte da poter essere rispettata da tutti gli Stati vicini. Gli aggruppamenti che, grazie ad essa, possoio sorgere nel prossimo Oriente europeo, sono l'unica soluzione, grazie alla quale si può sperare che le gelosie e le difficoltà, naturalmente esistenti fra Stati nuovi e creati da un trattato iniquo, possano pacificamente sistemarsi e rendere possibile un modus vivendi. L'Ungheria nuova, nel decennio che oggi si compie, si è conquistata simpatie e solida fiducia per la sua volontà di lavoro e di ricostruzione e per la sua politica estera moderata, prudente e conscia della realtà. Grazie a questa situazione ha potuto compiere passi notevoli per riprendere il posto che le compete. Oggi può rientrare, quando se ne presentasse l'opportunità, in un sistema diplomatico europeo deciso ad impedire ogni tentativo di egemonia, ed a dare all'Europa un assetto dal quale si possa trarre quella sicurezza che dopo la guerra non | si è ancora riacquistata. Accanto' allo Nazioni i cui interessi sono più vicini ai suoi, e con la guida ferma e sapiente del suo capo, l'Ungheria è destinata a svolgere un'opera di prestigio e di pace. A sintesi dei nostri sentimenti verso la Nazione ungherese il Re ha insignito oggi il Reggente Horthy della massima onorificenza italiana: segno chiaroj e significativo — se ce n'era bisogno — della fiducia e della simpatia con le quali l'Italia segue lo sviluppo della Nazione amica. ♦-

Persone citate: Horthy, Nicholas Horty