Una mossa di MacDonald per l'accordo tripartito mentre si decide la continuazione della Conferenza

Una mossa di MacDonald per l'accordo tripartito mentre si decide la continuazione della Conferenza Una mossa di MacDonald per l'accordo tripartito mentre si decide la continuazione della Conferenza erenza L^"0„a"g,0'an,ericano-|l!PP»n'co dovrebbe delle S Potenze == Italia e F essere incorporato nel Trattato finale rancia sarebbero invitate a pronunciarsi sulla proposta prore „ Londra, 26, notte. Vii Lf'0rnale della sera si contenta Paita ol"le,'C la sma*l<™ Politica a onnunzfó? qUeS'° semplice e modesto « Cercasi Primo Ministro, otiime nr oiretic Parigi, Francia ». 1- assenza unanime di commenti sulla commedia parlamentare di ieri a Palazzo Borbone può in pane essere dovu,, alia tarda ora i« L l£S «cito* di Cmuieinps, ma anche' è doV'';,,;1 ,lps!,lp,io. ^Pecio da parte dei giornali pivi responsabili, di non retare coi. rapidi giudizi difficoltà alla i ranciu nel momento politico abbaManza serio clic pssa sin attraversando. Quanto alla Coriferema, è chiaro che essa non può più a lungo rimanere in mio staio di deprimente inoperosità "Uà sola inerir; del buon umore parlamentare francese. Occorre infatti agire alla svelta per impedire a ogni costo il diffondersi nel pubblico di «lucila paralisi da cui era stala colla la Conferenza slessa. Nessuno degli statisti (ini riunii! poteva infittii dubitare dèi sinistri effetti che il diffondersi della delusione nel pubblico avrebbe potuto esercitare sulle sorli siesse del grande convegno. Ne sarebnero liscili malmenati i Patti internazionali esistenti, menomata l'autorità di qualche Governo, intensificati al massimo grado gli attriti e aggravate le divergenze di vedute, con incalcolabile danno per la pace europea. Il malumore di Churchill Basta leggere il discorso che Churchill ha pronunziato stasera alla Lega Navale Britannica per misurare la diffusione che apprensioni di questa natura hanno ottenuto, nei giorni scorsi di catalessi conferenziaie, in seno ad alcuni ambienti. Churchill, marinaio oltranzista, suona oggi lo campane dell'allarme e chiama a raccolta il pubblico perchè gridi il suo basta ai dirigenti romplottfinti, secondo lui, una resa completa dinanzi all'idolo del successo. Nessuno, d.ice Churchill, ha il'diritto di imporre fi,! Inghilterra limitazioni delia sualfoila clic e la sua vita; nessuno ha diritto di chiedere all Inghilterra sa- mile! e lauto meno in sede di una Conferenzu ove la sola cosa che vera mente o.-n affacciarsi in piena luce del sole ù In volontà comune di tutte e Potenze di aumentare i loro armamenti. Tutti quanti, dice Churchill, hanno programmi definiti, bisogni assoluti, lesi chiare ria sostenere e argomenti ben meditati da porre innanzi a loro sostegno, salvo la povera Inghilterra che non .sa' davvero quello che desidera, non ha idee nè programniTr'inà~'guìle di. un ftovernò il quale cerca una yiaj.dlj-Jiiru.ja e sembra animalo dal solò desiderio di 'cèdere e di cederà fino in fondo. » Slamo, a quello che sembra, la Nazione passiva sulla quale devono imprimersi le decisioni e le volontà ielle altre Nazioni ». I bisogni navali nglesi, secondo Churchill, debbono essere fissali dall'Inghilterra e da essa soltanto, e nessuna Nazione al mondo può essere miglior giudice del bisogni dell'Impero che l'Impero stesso. Inutile dire che al momento attuale 1 suono di campane di Churchill riuscirà a malapena a racimolare folla ntorno al campanile. A un popolo essenzialmente marinaro come l'inglese, 'éx-Cnncelliore dello Scacchiere riuscirà molto difficilmente a fare inghiotire con un giro di prestidigitazione a pillola di una povera disgraziata Inghilterra, vittima per innntu deboezza mentale dei suoi statisti. dell'Ingordigia e delle machiavelliche macchinazioni della diplomazia continenale. L'importanza del discorso di Churchill è 11 suo aspetto di sintomo di uno stato d'animo che potrebbe alla lungn diffondersi in alcuno sezioni del pubblico. Il Giappone e l'accordo a tre Ma per altri aspetti le pinole dell'exCancelliere dello Scacchiere sono intéressanti. C'è infatti qtii la sensazione che l'attività diplomatica di qualche Potenza si rivolga alla conclusione di un accordo tripartito anglo-americanonipponico, destinato forse ad essere 'unico risultato tangibile di questa Conferenza. Il Giappone, poco o punto desideroso di assumere la parie di protagonita in questo dramma a base di disensi insanabili, aveva finora resistito a intavolare trattative dirette e conemporanee con l'Inghilterra e l'Ameica. Aveva piuttosto assunto una poizione di difensiva erigendo attorno alia sua trincea un solido parapetto dietro a cui la Delegazione assumeva 'atteggiamento dell'intransigenza irriducibile. Gli approcci e le seduzioni americane erano state respinte. Ma la afforzata posizione del Gabinetto di Tokio deve certamente avere influito ulle decisioni prese negli ultimi giorni dalla Delegazione nipponica. Già una Heuter di ieri riferiva che 11 Governo giapponese non era poi contrario a un accordo a tre sugli armameni navali in contraddizione con quan0 continuava ad affermare la Delegazione deil Giappone a Londra. Le buone disposizioni di Tokio sono divenute oggi, a quefllo che pare, anche le buone disposizioni dei delegati del Giappone. La resistenza a fondo contro questo accordo tripartito si è atta Immensamente più debole di quella che era appena ieri l'altro e al empo stesso ha guadagnato strada in alcuni ambienti l'idea di considerare l problema anglo-americano-nipponico come una delle due faccie di questa Conferenza, l'altra essendo il problema franco-italiano, L'Impossibilità di risolvere l'uno porebbe fare scaturire la necessità di icercare magari una soluzione provvisoria dell'altro, e siccome la provviorietà sembra apparire ai più come 'unico toccasana dei mali che affliggono la Conferenza, è possibile che sulla base di essa il Giappone consenta a uscire dalla sua roccaforte. -Possibilità di accordo fra le tre Poenze esistono a sufficienza, ma al empo stesso esiste forse la possibilità •he l'Inghilterra assuma impegni sul ivello del suo tonnellaggio, rimanendo insoluto il problema franco-italiu co ? cioè continuando a pendere sul- ringhilienra la spada di Damocle delle 7i'5 mila tonnellate di naviglio francese? Un impegno inglese con l'America e il Giappone potrebbe avvenire soltanto sulla base di una parità anche provvisoria con l'America, ma tale parità pilo risolversi da un momento all'altro in un colpo mortale inferto ad principio fondamentale del two power standard. li' forse contro questa possibilità che Churchill si eTge oggi accusando il Governo, con somma ingiustizia, di volersi arrendere senza lotta all'idolo del successo e cioè all'accorilo tripartito. Ciò che vi è di più probabile, nel caso che la Conferenza non riesca a partorire un accordo generale fra le cinque Potenze, è che essa addivenga ad un accordo a tre di brevissima durata, il quale potrebbe limitarci a stabilire Il principio' di un Holiday navale fin le tre Potenze firmatarie per Io si ietto periodo di tempo necessario per sottoporre ad esauriente disami na il problema navale In genere, equindi a più accurata preparazioneuna nuova Conferenza da convocarsisu basi più solide entro i prossimianni. Qualche lieve concessione in fat to di tonnellaggio degli incrociatori potrebbe agevolare il Giappone ad ingaggiarsi su questa strada. Queste almeno le voci correnti in serata. L'ipotesi dell'aggiornamento respinta Oggi intanto ha avuto luogo lunga riunione durata quasi "due orènell'ufficio di MacDonald alla Camera dei Comuni. Vi assistevano I Capi del le Delegazioni dell'Inghilterra, dell'America, deill'Ilaìlia e del Giappone. La Francia era rappresentata dall'Ambasciatore De Fleuriot. Si trattava di stabilire se aggiornare una seconda volta la Conferenza o mantenerla in attivila con lutti i mezzi possibili. Molto saggiamente i capi delegati decidevano di non sospendere la Conferenza, ma di conferirle un sembiante di attività, da un lato dando modo ai Sottocomitatl di proseguire nei loro lavori, e dall'altro prose- miendo le conversazioni cosidette In formative che, in fin dei conti, hanno costituito fin qui la parte meno inu m,. della attività della Conferenza.Gli Informatori diplomatici di questi giornali. In attesa del probabile ritorno a Londra di Tarriieu e del suoi colleghi, si affannano intanto oggi a fare riflessioni e pronostici sugli nspeiti che assumeranno 1 colloqui di ripresa dei prossimi giorni. . Intende Tardieu rimettere innanzi in termini di . assolutezza le colossali domande contenute nel Memorandum ?,.£e sì a che prò — dicono essi — riprendere le discussioni? Oppure vorrà tardieu contenere le sue* domande in peribm-lira, facendo a Londra una ftnlrèecon in mano qualche nuova propostadi carattere politico? Si credeva qui che tale cambiamento di giuoco sarebbe stato facilitato ai nuovi delegati francesi, qualora le De ilegazionl rimaste a Londra avesseroapprofittato della tregua presente per scrutare la possibilità di concedere allo Francia qualche nuova forma di garanzia per la sua sicurezza. E' difficile naturalmente stabilire se su questo tema si sia parlato In questi ultimi giorni. Sembrerebbe di no. E' sintomatico a questo proposito il fatto che Ieri un informatore ufficiale britannico dichiarava che nessuna discussione ufficiale era fin qui avvenutn attorno ad una qualsiasi delle forme di garanzia caldeggiate dalla Francia: Patto Mediterraneo, Patto dell'Atlantico. Domande alla Francia Sembra, per coniro, molto probabile che se la Francia solleverà ancora unavolta la questione delle garanzie essa verrà, richiesta di chiarire !a sua posizione alia Conferenza e specificare le cause deille sue apprensioni e della fi-, (lucia scarsa o addirittura nulla che essa ripone nel Covcnant, nel Patto Keiilofw e nel Patto di Locarno. Chi minaccia la Francia? Dove ò il pericolo ebe nessuno dei Patti esistenti è in grado di scongiurare? li' cliffl- Cile che a queste domande la Franciapossa dispensarsi dal rispondere. L'America, come appare ogni giorno più evidente, non Intende assumere impegni e tanto meno potrà assumerne senza sapere con la massima precisione per scongiurare quali pericoli venga richiesto il suo concorso. La Delegazione americana a Londra e tutt'altro che favorevole all'assunzione d'I impegni di qualsiasi forma, e se vi è siala qualche propensione alla condiscendenza, essa è stata rapidamente frenata dalle parole pronunziate giorni sono in un banchetto dei giornalisti americani dal senatore Robinson. In ogni caso la decisione della Conferenza ti vivere, a lottare e vincere, può sigaiiflcare un rinnovato proposito di distruggere gli ostacoli e sormontare le difficolta. Su quelli die sono 1 propositi italiani, la Conferenza sa già che essi sono immutabili. L'assoluta intransigenza nostra non è però un ostacolo, poiché c l'intransigenza di colui che vuole che la Conferenza tenga fede alla sua missione ed alla sua parola. Non è la cocciuta ostinazione di colui che vuole mantenere altre richieste ingiustificato ed esorbitanti, oppure circoscrivere entro limiti assurdi l'attività di un consesso di importanza storica e mondiale. L'Italia non Impedisce a nessuno che si perlustrino strade, si- esplorino contrade, e si riducano, flnanco sino all'assurdo dell'abolizione totale, tutie quante le flotte, è pronta ed Incoraggiare tutte le esplorazioni e' ridurre al minimo le sue richieste, ed 6 appunto l'unica Potenza che qui, a Londra, si affatichi con fede ed entusiasmo a diffondere la parola pacificatrice della riduzione degli aa-mamcnti. Il diritte dall'Italia Soltanto — e di questo nessuno può onestamente muoverle un rimprovero — l'Italia non intende in alcun caso disarmare per vedere 72ó mila tonnellate di naviglio nelle acque che sono sue, ed 1,200.000. tonnellate di navi- glio inglese, altrettanto americano, e poco meno giapponese. Questa Conferenza non è stata convocato per invitare le Nazioni a suicidarsi In pubblico. Riduca la sua flotta nei limiti che vuole ila Francia, e l'Italia accetterà, senza una parola di commento, la cl- fatti che .coopera inconsapevolmente ad attenuar* i vincoli che al carro jdeMn sorte francese legano l'Ingnil¬ fra prescelta datila Francia. L'Italia''dunque Ila l'intransigenza di elli crede al successo e vuole il successo delila Conferenza. Qualche scrittore diplomatico teme invece che un ostacolo irremovibile debba essere costituito daill'atteggiamento della, Francia. Il risultato sarebbe non scilo 11 crollo di tante illusioni, che alimentano'e forse migliorano l'atmosfera internazionale, ma anzitutto l'avvento nell'arena europea di uno stato di disaccordo ilatente tra Francia e Italia destinato, secondo questo scrittore, a ridurre a ben poca cosa la forza impegnativa del Patto di Locarno. Menomandone l'importanza e chiedendo nuove garanzie di rinforzo, la Francia non si accorge in terra e l'Italia. Come potrebbero queste due Potenze indurre i loro popoli a impugnare le armi per correre al soccorso della Francia, semplicemente in base a un j Patio al quale la Francia stessa non attribuisce importanza alcuna? Percliè ostinarsi a fare onore a una iParola rtntn n»amI° a auesta stessa ' Iparo!'1 non vipne attribuita che unajimportanza poetica o accademica? La |! Francia, garantita dal Patto di Locarno, chiede altri Patii e altre garanzie, ma non dico nè a Londra nè a Poma ,che esse sono svincolate dagli Impegni•jassunti, poiché, hanno apposto la loro firma a pie di un Trattato che non significa nulla. Se la paroila data è impegnativa, il Trattato di Locarno non può essere scartato come un pezzo di carta straccia. In quanto alla cronaca della giornata odierna, la Delegazione britannica dirama stadera II seguente comunicato sulla seduta di oggi: « Sotto riserva di approvazione da parte delia Delegazione /rannose, si e lìeelso che. appena in Conferenza sarà in arado di riprendere in pieno la sua attirila, sani continuato lo svolgimelito del programma originario dei suoi lavori. Nel frattempo private conversazioni fra le Delegazioni continueranno, e Intanto fanno proaressi i lavori dei Sotto-Comitati tecnici ». Il eolpo di scena di MacDonald . Risulta <i,U'-uHÌBia tu/a-.-siasern clic ,10 seduta-di oggi è stata realmente di grande importanza»- - ». MacDonald. a tmanto sembra previo -i accordo' còln^StirtìsofC'Il'a'proliOsto.^li'q', lin attesa dei delegati francesi, le De i legazioni d'Inghilterra, America e Giappone cerchino di gettare fin da ora le basi di un aeeordo tripartito. MacDonald, a quanto Si apprende, avrebbe pen'i Insistito a che tale acdato che ad esso si giunga, ri- 1 cordo, manga sogi-'eito a due condizioni 1) l'accettazione di esso da pane della Francia e dell'Italia; 2) la sua incorporazione in un Trattato portante la firma di tulle e cinque le Potenze. A questo riguardo il collaboratore diplomatico dei Dailìi Telegraph riferisce stasera che quando MacDonald ha fatlo le dichiarazioni suddette, egli lia ottenuto la calda approvazione di Stiinson; anzi una così calda approvazione da far capire che un accordo preliminare era stato raggiunto su questo punto dalle Delegazioni d'Inghilterra e d'America. Al collaboratore diplomatico risulterebbe etie la proposta di intavolare subilo negoziali per un Pano tripartito sia stata avanzata direttamente da Stiinson, il quale si sarebbe fatto in alcuni ambienti il pu- trocinatore del progetto di condurre innanzi la Conferenza a una soluzione roncrela qualsiasi, senza tener conto dell'atteggiamento della Francia. .Stimson sarebbe stato in grado di persuadere 1 suoi colleglli di ingaggiare la Conferenza su questa via, pure esprimendo la sua sincera speranza nel successo finale della Conferenza e in un accordo portante la firma delle 'cinque granili Potenze navali. 11 Ministro degli Esteri degli Stati Uniti, sempre secondo lo stesso informatore, si sarebbe affrettato anzi a dire clie la conciliazione delle difficoltà europee era un problema di speciale pertinenza dell'Inghilterra e delle Potenze europee rappresentate alla Conferenza. 11 delegato del Gioppone avrebbe approvato la proposta di MacDonald, ma assumendo un atteggiamento di molto pili cauta approvazione di quanto non sia stato quello assunto da Siimsón. La tasi di Qrandl Grandi, per contro, a quanto ci risulta, ha insi-'tito che si preceda nei colloqui informativi, approvando pienamente l'idea di mantenere ad ogni costo ili vita la Conferenza, ma ha dichiarato che preferiva che non si affrontassero problemi veri e propri sottoposti alla Conferenza, nè gli aspetii fondamentali di questi problemi, tino a tanto che non siano arrivati a Londra i rappresentanti della Francia. ^ n. p.