Due bimbi di un noto avvocato rapiti da un elegante sconosciuto

Due bimbi di un noto avvocato rapiti da un elegante sconosciuto Due bimbi di un noto avvocato rapiti da un elegante sconosciuto Il brutale rapitore abbandona in collina uno dei bimbi ferito ed avvia l'altro verso casa Il bimbo novenne di un distinto professionista concittadino, l'avv. Ernesto Cazzola, abitante in via Terrone n. 3. è stato ieri protagonista di un triste episodio, dovuto alla brutale malvagità di un individue jultora sconosciuto. Il movente del gesto criminale ed alcuni particolari restano sino a questo momento avvolti in una spessa cortina di mistero, e solo si spera che l'alacre e sagace opera tosto iniziata dalla Polizia valga a far luce e ad assicurare il colpevole alia Giustizia. Il fatto, secondo la ricostruzione che è stato possibile fare sulla base degli nterrogatorii dei testimoni e di chi vi ha preso parta, si è svolto come segue. La telefonata del falso parente Nella mattinata la direttrice della Scuola elementare « Federico Sclopis » venica chiamata al telefono. Colui che parlava si presentava come parente del professionista sunnominato, il quale ha duo figli tra gli alunni della scuola. Colui che telefonava si dimostrava assai al corrente degli affari della famiglia in questione, e chiedeva alla direttrice un favore. Tra pochi minuti egli avrebbe mandato a ritirare dalla souola i due bambini, la cui presenza in casa ora voluta dal nonno dei ragazzi, il quale si tro vava a lPtto ed improvvisamente era venuto a trovarsi assai male di sa Iute. Il desiderio del congiunto era questo: che ai bimbi non fosse detto nulla per non Impressionarli prima di tempo, ma che invece fossero colise gnati alla persona incaricata. La direttrice, a tali dichiarazioni che ben concordavano con quanto es sa sapeva della famiglia interessata con la quale era inoltre legata da particolare relazione di amicizia, acconsentiva. Poco dopo si presentava alla scuola un giovanotto sulla ventina, vestito con eleganza di un abito color marrone, il quale si diceva incaricato di rilevare dalla souola i due ragazzi. Il bidello della scuola lo accompagnava dalla direttrice, la quale, ben lontana da ogni sospetto, dava gli opportuni ordini, e qualche minuto più ter di consegnava i due ragazztni, racco mandando loro di seguire « il signore «. 1 due fanciulli, ignari a loro volta di ogni cosa, seguivano quel giovane, anche per il fatto che entrambi lo conoscevano di vista, per averlo spesso notalo aggirarsi nei dintorni della loro casa ed avergli anche parlato assieme per ragioni di gioco. L'amico dei ragazzi Il giovanotto conosceva anche il fratello maggiore dei due ragazzini, il quale frequenta le scuole ginnasiali presso un vicino istituto. Di questo loro fratello il giovanotto parlava appunto ai ragazzi, non appena li ebbe accompagnati sulla strada. Egli cominciò con il dire che era stato incaricato di condurre a casa non solo loro due ma anche ffl terzo fratello e che prima di andare alla scuola Sclopis, si era recato al Ginnasio, ma che per un fortuito caso non aveva potuto trovare chi cercava. Il ragazzo infatti non era in classe ma — cosi egli diceva — si era recato con i compagni in collina per una passeggiata ginnastica. Ora, continuava il giovanotto, sarebbero andati tutti e tre a cercarlo per ricondurlo a casa. Con un tram i tre si poravano fino in corso Casale e di qui si avviavano su per la strada che si inoltra nella vai S. Martino. Camminando speditamente essi percorsero alquanta strada, fino a che, giunti dove la straia ha una biforcazione, 11 giovanotto si rivolgeva al più piccolo dicendogli : — Fermati qui tu. Se vedi passare la squadra di tuo fratello, fermalo e chiamaci; noi due andiamo a vedere da quell'alturai se per caso egli fosse da quella parte con i compagni. 11 ragazzino Si formava al posto indicato e, seduto sopra un paracarro, rimaneva in attesa per alquanto tempo, fino a che vedeva tornare per la strada onde n'era andato, j) giovanotto; questi appariva abilissimo e, quasi riprendendo i corso troncato;; f— Li abbiamo 1 : sali i-. di. csdmsgsQi•svmplgsefunpcn a » e e l a ri i a l a a o a a a o r o i. ri o i l i e o a a e a i a , i ceva al bimbo — I tuoi fratelli sono sces-i da quell'altra strada e andranno direttamente a casa. Vieni che torniamo anche noi. Giunti alla vecchia barriera di Casale, il giovanotto faceva salire il ragazzo in tram e gli si sedeva vicino, sempre continuando a chiacchierare. Quando già essi erano giunti presso il termino del tragitto, il giovanotto diceva al bimbo: La lettera ricattatrice — Quando scenderemo io dovrò ancora fare ima breve commissione, e ti •lascierò andare a casa da solo; anzi ti farò un biglietto che consegnerai ai tuoi. Strappato un foglio dal quaderno che il bimbo recava con se nella cartella, il giovanotto vi vergava pochi; linee, lo riponeva tra i libri e con un'ultima raccomandazione 'avviava il bimbo verso casa. Qui giunto il ragazzino trovava solo il mggiore dei suol fratelli con intorno i parenti in predti a vivissimo orgasmo. Al vederlo giungere tutti gli'si facevano attorno temppstandolp di domande; tra l'una e l'altra risposta il piccino traeva dalla cartella il biglietto e lo porgeva ai suoi. Nuovo spavento di quanti leggevano la breve missiva, la quale diceva : « Se vorrete ancora trovare vostro figlio, dovrete portarmi entro domani, mercoledì 25 febbraio, centomila Uro alle ore... all'angolo delle vie... La testa di vostro figlio è nelle mie mani ». Lo spavento che tosto si impadroniva dei congiunti dei ragazzi è più faoiUmente immaginabile che descrivibile. Poco prima, essi, allorché i due ragazzi tardavano a tornare dalla scuola, avevano telefonato alla direte trice e da questa avevano avuta notizia della telefonata e della conseguente apparizione in scena dell'individuo a loro sconosciuto ne mai incaricato dii nulla. Tutta la folla di timoni allora apparsi alla loro mente trovava ora la più brutale conferma, n loro piccolo era caduta nelle mani del raffinato ed astuto malvivente, nè essi potevano pensare come sarebbe finita la cosa. A toglierli dall'ansia paurosa veniva poco dopo una telefonata. ipcuccrcpscgLo scomparso che torna Chil parlava era un amico di famiglia, medico presso 4'ospedale San Giovanni, il quale annunciava che 11 ragazzino scomparso era siato portato poco prima al nosocomio e ricoverato perchè leggermente ferito. Tutti i congiunti del bimbo si recavano tosto all'ospedale e qui si potava, finalmente, avere una prima spiegazione dell'accaduto. Il bimbo ch'era stato portato in una camera separata, per ordine deOlo stesso medico, che aveva telefonato a casa, presentava parecchie -ferite lacero-contuse agli zigomi, aMa testa, alle gambe e si trovala In preda a sintomi di asfissia per tentativo di strangolamento. Passalo alquanto tempo, il bambino, mercè le cure affettuose e sapienti prodigategli, poteva essere in grado dd parlare e narrava alla presenza del giudice istruttore e di alcuni funzionari di Polizia come si erano svolti i fatti. Lasciato il fratellino all'angolo del la strada, egli si era incamminato con lo sconosciuto attraverso il bosco, quando ad un tratta costui, afferratolo alle spalle (il ragazzo assicura con tutta fierezza che « faccia a faccia le cose non sarebbero andate così... »), lo gettava a terra. Colpito più volto alla testa, stretto al collo dalle mani del malvaglio giovinastro, egli perdette i sensi, nè più ricorda nulla, lino a quando, sparito lo stordimento gli parve svegliarsi da un brutto sogno. Un impressionante racconto Rialzatosi in piedi, con le gambe ed il capo doloranti e sanguinanti, il fanciullo s-i riportò sulla strada, vide un'automobile ferma, gente che gli veniva Incontro e qui il racconto del poveretto si interruppe di nuovo, troncato da un secondo svenamento. A completare la narrazione iTitervie- no invece 1 industriale Carlo Maffei, l quale si trovava in quel momento presso un cantiere di costruzione, in ompagnia del geometra Manna. I due uomini visto il bimbo sanguiinanio e on gli abiti strappati avanzare barollante sulla strada, gli si affrettarono incontro e, profittando della machina dello stesso Maffei, lo portavano in tutta fretta all'ospedale San Giovanni. Qui il dottor Odasso gli prestava tosto le cure dui caso, riservandosi sulla prognosi. Non essen do però intervenute le complicazioni che si aveva in un primo tempo ragione di temere, i medici Ieri sera dopo una seconda visita dichiaravano l poveretto fuori pericolo. Come si è detto l'Autorità Giudiziaria e la Polizia si sono tosto occupate del caso ed immediatamente si sono iniziate le indagini. Molti punti della triste vicenda sono oscuri, ne infatti si può argomentare quale sia stato il vero movente delG 'obbrobrioso gesto compiuto dal delinquente, 11 quale, dopo aver lasciata la sua vittima presumibilmente credendola morta, ha scritto il biglietto di ricatto ai parenti. Per intanto il lavoro di indagine ò tutto inteso a scoprire la identità del delinquente ed a giungere al suo arresto, che non potrà tardare. Auguriamo aU'aw. Ernesto Cazzola, distinto professionista della nostra città, che il. suo bimbo possa, mercè le cure dei sanitari e della famiglia, ristabilirsi prontamente sia dalle ferite che dalla scossa nervosa riportata in segnato alla paurosa avventura. Nello stesso tempo v'è da augurarsi che le pronte indagini e l'attività della P. S. conducano rapidamente alila scoperta e all'arresto del losco rapitore.

Persone citate: Carlo Maffei, Ernesto Cazzola, Maffei, Odasso

Luoghi citati: Casale