Il nuovo Ministero francese rovesciato dopo le dichiarazioni di Chautemps alla Camera

Il nuovo Ministero francese rovesciato dopo le dichiarazioni di Chautemps alla Camera Il nuovo Ministero francese rovesciato dopo le dichiarazioni di Chautemps alla Camera Parigi, 25, noite. Poche volte si è dato il caso di un Ministero battuto alla Camera subito dopo la lettura della dichiarazione ministeriale. Camillo iChautemps ha avuto oggi la poco invidiabile fortuna di entrare a far parte del numero delle rame aves. li' stata una defenestrazione senza misericordia, senza tentennamenti, senza consolazioni. Mai prima di stasera si era ancora potuto constatare con certezza cosi matematica che la Camera del 1928 è una Camera di destra, nella quale i radicali nulla hanno da sperare per conto proprio, ove non vogliano accontentarsi di un posto subalterno in un Gabinetto centrista. Vi dicevamo ieri che le speranze del Ministero si raccomandavano alla possibilità di un certo numero di astensioni. Le cifre della votazione, 292 schede contrarie per 277 favorevoli, ossia 15 soli voti'di amriiaheo, provano che quelle 'speranze non erano poi tanto assurde giacché se una quindicina circa di deputati si fossero astenuti non ci sarebbe stato davvero di che gridare allo scandalo nè al miracolo. Ma proprio l'assenza di questo minimo coefficiente ausiliare indica l'accanimento della lotta, accanimento tradito sovrattulto dall'atteggiamento della sinistra radicale, gruppo che non ha tenuto il minimo conto della presenza di due dei suoi membri più autorevoli nel Ministero ed ha votalo contro, quasi provando doppio gusto a far dispetto a Loucheur e a Daniolou. Pure la dichiarazione ministeriale si era volontariamente mantenua in un tono misurato e intermedio che si lusingava di ispirare un certo ritegno alla esplosione dei rancori parlamentari. La dichiarazione ministeriale Letta alla Camera da Chautemps, ed al Senato dal Guardasigilli Steeg, la dichiarazione diceva: « Il Governo che si presenta davanti a voi si è assegnato come compito di raggruppare ima maggioranza repubblicana- per la realizzazione di un programma d'interesse nazionale e di progresso democratico. Ma dei doveri immediati s'impongono ad esso anzitutto. Fino da domani, i nostri delegati saranno presenti a Londra per continuarvi, con l'approvazione delle Camere, la politica francese alla Conferenza del disarmo navale. Fedeli al principio del « memorandum » del 20 dicembre scorso e delle varie dichiarazioni formulate davanti alla Conferenza dai rappresentanti deila Francia, essi si sforzeranno, senza compromettere nulla della sicurezza nazionale, di preparare il successo di negoziati che sono la prefazione necessaria della Conferenza generale della limitazione e della riduzione degli armamenti, con la quale si esprimerà la volontà comune dei popoli di organizzare la pace. Fin da domani pure i nostri de legati potranno fare udire la voce della Francia a Ginevra alla Conferenza internazionale sulla tregua doganale » Dopo un accenno alla necessità di votare in tempo utile il bilancio ed al fermo proposito del Governo d' difenderne l'equilibrio rigoroso e sincero, pure accogliendo certe rivendicazioni legittime quali le pensioni ai combattenti e il raggiustamene degli stipendi e dello pensioni, la dichiarazione cosi prosegue; « La politica finanziaria del dover no sarà ispirata alla necessità di fortificare l'economia nazionale in un momento difficile. Senza disconoscere l'utilità che può presentare in certi momenti una fiscalità energica, esso ritiene che delle imposte troppo pesanti e male ripartile finiscano per paralizzare la produzione. Per ovviare a una crisi economica, che si manifesta tanto nell'industria come nel l'agricoltura, esso crede necessaria una ceri a « dolente » fiscale, in attesa die importanti disponibilità siano ottenute con grandi operazioni finanziarie, la cui riuscita è subordinata all'esistenza di un mercato finanziario più attivo. Sembra inline indispensabile al Governo di stimolare l'attività laboriosa del Paese con la liberazione di risorse di tesoreria destinate a spese produttive. A tale riguardo riprenderà con nuova mentalità il progetto di attrezzamento nazionale presentato dal precedente Gabinetto e vi chiederà di consacrare le. somme necessarie a tutte le forme di macchinario economico del Paese, dando una pano importante all'agricoltura ». Venendo poi a parlare della pace, la dichiarazione così si esprime: « Non vi è infine opera nazionale oiù suscettibile di unire i repubblicani'di che oggi raccoglie ^adesione unanime del Paese. La politica estera della Francia repubblicana, ispirata ai principii della Società delle Nazioni, particolarmente a quelli del Protocollo di Ginevra, che vincolano 11 disarmo alle garanzie della sicurezza dei popoli, sarà continuata con tenacia e con fiducia. Senza trascurare la necessaria preoccupazione della sua difesa nazionale, la Francia recherà il suo contributo attivo e leale all'opera generale della organizzazione della pace nel inondo ■>. L'attacco della destra Tutto lo sforzo fatto dall'oratore per escludere dal programma del Gabinetto - tutto quanto potesse offendere la suscettibilità del centro della Camera, tutta la ingegnosità messa in opera per mascherare l'accordo con i socialisti e cattivarsi le simpatie della Francia rurale, tradizionale sostegno del radicalismo, sOrio riusciti .vani. Attaccato alla tribuna con. violenza e sarcasmo e stremi dal deputato della destra Paul Reynaud, assalito alle spalle dal rappresentante della sinistra radicale, venuto alla tribuna apposta per sconfessare Loucheur e Danielou, Chautemps rispose agli interpellanti tentando sovrattutto di sfatare l'accusa lanciatagli da costoro di avere costituito un Ministero di Cartello. n Non è vero — disse — che il mio Ministero sia un Ministero vincolato dalla necessità di agire con l'approvazione dei socialisti, e quindi viziato da una pregiudiziale contraria alla collaborazione con gli elementi repubblicani. La situazione odierna è molto diversa da quella del 1924. Nel 192-4 vi erano liste e programma comuni ; oggi io non ho fatto un gesto che sia di natura tale da' attentare ailla libertà dei socialisti. Io-non ho chiesto loro nulla e non ho nulla da promettere loro, lo non ho conversato con essi se non dopo la costituzione del Gabinetto. Nessun parto, nessun conciliabolo segreto. Io sono libero co me liberi sono i socialisti. Non vi è tato altro accordo che l'accordo pubblico che ho fatto con tutti i repubblicani a mezzo della dichiarazione ministeriale. Un Governo viene dunque alla vostra presenza a volto scoperto. La questioni; che si presenta è di sapere se l'uomo che ò a questa tribuna ha sufficientemente la vostra fiducia perchè voi lo supponiate capace in una circostanza gl'ave di dire no. Io faccio appello ai repubblicani che sono al centro di questa Camera. In quanto agli altri me ne scuso, ma non sollecito i loro suffragi. Vi sono degli inconvenienti con queste cadute ministeriali reiterate. Quando Tardieu è panato per l'Ala, ho dichiarato che mi sarai astenuto da qualsiasi critica. Ma otto giorni fa il programma finanziario era Ingaggiato davanti olia Camera. D'altra parte, so il Gabinetto precedente Ito potuto essere rovesciato, si è perchè vi era nella Camera un profondo malessere politico. Io mi rivolgo agli uomini del centro e. dico loro: voi non potete rimprovevare alla sinistra la decisione che voi stessi avete presa. Coloro i quali pensano che hanno avuto torto di rovesciare il Governo, dovrebbero oggi astenersi. L'ita erisi sarebbe oggi più grave che non in preeedenza. lo sono sicuro che quelli dei miei ooilleghi a cui mi rivolgo, mi ascolteranno. L'unione dei repubblicani ? Io non credo che essi l'abbiano molto facilitata. La tesi di Paul Reynaud ò che tutti i repubblicani di centro sinistro debbano unirsi con la destra per costituire una maggioranza che essi chiamano nazionale. Io dico ai repubblicani del centro sinistro: non è questa maggioranza che voi desiderate; ma ó quella che farete con i vostri suffragi. Voi assumerete le vostre responsabilità. So accade che mio malgrado e malgrado voi la questione venga così a posarsi fra la destra e la sinistra, io faccio appello a quel repubblicani moderati o avanzati che in tutti 1 momenti gravi dolla Repubblica si sono raggruppati attorno alle istituzioni laiche e sociali per difenderle. E' oggi l'anniversario della fondazione della Repubblica. Io vi chiedo di farla trionfare qui prima di farla trionfare davanti al suffragio universale ». La manovra di - dissociazione dei socialisti venne appoggiata da Leon Blum il quale, facendo eco alle parole del Presidente del Consiglio, disse che per quanto il gruppo socialista avesse deciso di votare compatto per" il Governo, ciò non significava che il Governo fosse animato dal medesimo spirito che presiedette all'unione soci al-radi cale del 192-1. » Reynaud — dichiarò il leader socialista — ha sottolineato i disaccordi che esistevano fra noi ed il Governo Se è necessario, io là sottolineerò inmodo ancora più formale. In materia punto di vista. Lo swsso si dica per la lotta contro le potenze- finanziarie. L'argomento secondo il quale il Governo sarebbe prigioniero dei socialisti non ha il minimo valore effettivo. Senza dubbio è chiaro che il Gabinetto Chautemps non può vivete senza i voti socialisti. Ma di chi la colpa? Di coloro che gli hanno rifiutato il loro concorso. Perchè i socialisti voteranno per il Gabinetto? Perche non praticano l'indifferenza iti materia politica e perchè essi non sono assenti da nessuna battaglia. Noi vogliamo creare un'atmosfera favorevole all'azione propria del proletari tuo, e questa atmosfera è la Repubblica. Noi voteremo tutti per 13 Gabinetto perchè è diverso da quello che lo ha preceduto e da quello che verrebbe domani al suo posto. Il nostro tippoggio sarà tanto più costante in quanto il vostro atteggiamento — e l'oratore designa la destra — lo avrà reso più necessario » Blum ha fatto quanto stava in lui per scaricare le spalle del Governo dalla palla .di piombo della-solidarietà del suo partito. Ma la manovra era troppo chiara per riuscire Essa quindi non riuscì, e non riuscì ad onta dell'ulteriore intervento di Herriot, fra parentesi nominato oggi presidente del gruppo parla mentare radicalo, il quale, capovol gendo l'argomento di Blum e di Chautemps. si provò a dimostrare che fra radicali e socialisti esistono delle divergenze programmatiche non altrimenti di come ne esistono fra mariniani e repubblicani del centro, fra repubblicani laici e conservatori clericali, il che non impe disce agli uni e agli altri di votare insieme quendo la circostanza lo ri chieda, allo stesso tempo che votano insieme con i comunisti, e ciò non vuol sicuramente dire ohe facciano loro il programma di questi ultimi. « Del resto — concluse Herriot — il Presidente dei Consiglio non ha detto una sola parola che possa urtare un repubblica ito tinche più moderato. Per quello che concerne il problema della scuola laica, siamo calunniati. Se noi volessimo il monopolio dell'insegnamento, lo diremmo. La scuola unica è altra cosa. Noi vogliamo fare por l'insegnamento secondario quello che è stato fatto per l'insegnamento prima-rio. Se non aiutiamo un Governo deciso a realizzare questa idea, non siamo d'accordo su nulla. Chautemps ha parlato non da uomo di partito, ma da grande repubblicano. E' il 25 febbraio 1875 ohe i repubblicani di ogni colore si sono raggruppati per far trionfare la Costituzione al riparo della quale noi deliberiamo. Fra poco tutti i repubblicana saranno attorno al Presidente del Consiglio, il quale ha mostrato sinrultaneaim-ente tanta fermezza e tanta saggezza ». Il voto Le parti del Governo vennero prese da ultimo anche da Paul Boncour che ha ripetuto « non essere interesse della Francia riservare l'epiteto nazionale » ai partiti di destra della Camera, aggiungendo di uon credere che l'appoggio socialista sia di natura tale dà attentare alle direttive e alla continuità della politica estera della Francia. Ma nulla giovò a stornare dal capo del povero Chautemps il fulmine che doveva incenerirlo. Messo ai voti l'ordine dol giorno presentato da Autériou e accettato dal Governo, la Camera lo respinse come abbiamo detto con 292 voti contro 277, malgrado che la formula adottata non contenesse la minima allusione programmai ica e si limitasse a dire che la Camera, approvando le di chiarazioni del Governo e facendogli fiducia per la realizzazione del suo programma, respingeva qualunque aggiunta e passava all'ordine del giorno. Ecco dunque, a nove giorni dalla prima crisi la Francia di nuovo senza Governo. Nei circoli di destra la gioia provocata dalla caduta del Ministero radicale è al colmo, e già 6i invoca ad alte strida il ritorno di Tardieu. Prima di decidersi a richiamare quest'ultimo, il Presiden te desia Repubblica avrà senza dubbio bisogno di una giornata di raccoglimento e di consultazioni. Ma è chiaro che egli non può fare a meno di seguire le regole parlamentari e di rivolgersi cioè all'uomo politico più in vista della maggioranza affermatasi ogni. Per scarso che possa essere l'entusiasmo 'regnante all'Eliseo e al Quni d'Orsay, dove l'avvento del Gabinetto Chautemps. era considerato come l'inizio di unii evoluzione propizia agli interessi deftla vera politica repubblicana e ji i1 V-<w •. flcazione interri scena di Tardieu può difficilmente essere evitato. In ogni caso, il giudizio dell'opinione osterà non può essere, nei frangenti attuali, se non uno solo: che cioè la Francia ha lo stretto dovere di far presto a scegliersi un Governo e di smettere di obbligare le grandi Potenze a fare anticamera al palazzo di Saint James, in attesa che le sia piaciuto di porre termine alle proprie beghe iptorne. Lo spettacolo di disordine di leggerezza e di indisciplina parlamentare offerto da questo paese è semplicemente deplorevole in un momento in cui i più gravi interessi mondiali sono in giuoco. A meno che, di fronte alla, inopinata ripresa della crisi, le Potenze riunite a Londra non decidano che convenga rimandare la Conferenza sul disarmo navale a miglior tempo. Il che sarebbe forse la migliore delle so lozioni. Le dimissioni Non appena proclamato il voto della Camera che metteva il Gabinetto in minoranza, Camillo Chautemps, accompagnato da tutti i suoi collaboratori, si è recato al Palazzo dell'Eliseo per consegnare al Presidente della Repubblica le dimissioni del Governo. Ringraziando il Presidente del Consiglio ed i ministri del concorso che gli hanno prestato, il signor Doumergue li ha pregati di voler assicurare il disbrigo degli affari correnti. Lasciando l'Eliseo, il signor Chautemps ha fatto ritorno al Ministero degli Interni ove ha ricevuto i rappresentanti della stampa ai quali ha fatto la dichiarazione seguente: « Iinca.rica.to di costituire un Gabinetto in circostanzi? delicate, ho la coscienza di aver dato prova, nella realizzazione del mio compito, di uno spirito di conciliazione e di un sentimento nazionale che nessuno alla Camera ha seriamente contestato. Ma bisogna adattarsi a questa filosofia; che cioè i migliori sentimenti e gli atteggiamenti più leali non sono tenuti in conto dagli avversari, 1 quali rimangono inapplicabili checché accada. Voi mi vedete, malgrado tutto, in perfetta serenità d'animo, lieto alla fin dei conti di questa giornata, poiché ho avuto infatti il sentimento di avere adempiuto il mio dovere corno dovevo fare e di aver raggruppato attorno a ine dèi repubblicani in un movimento di fervore democratico che si rinnoverà, liti ora debbo cedere il posto ad un successore più abile e più fortunato ». Si crede che questa volta i consulti procederanno rapidamente o che domani sera il Capo dello Stato potrà fare appello all'uomo politico al quale offrirà la missione di costituire il nuovo Gabinetto. Chi? In certi circoli politici si riteneva stasera che si potrebbe effettuare un tentativo di concentrazione sotto la presidenza di un senatore: Renato Besnard, Clemente!, Raul Pere, Alberto Sarraut, o un altro. Fra i rno derati si crede invece che Tardieu sarà chiamato domani all'Eliseo. E da notare infine che alcuni pronunziavano puro il nome di Aristide Briaud. Dimostrazioni di folla Durante il dibattito alla Camera ha avuto luogo una dimostrazione davanti a Palazzo Borbone. Alle 18 la folla cominciò a riunirsi davanti alla Camera dei deputati, ove un importante servizio d'ordine era diretto personalmente dal Prefetto di Polizia e dal Direttore generale del la polizia municipale. Si potevano avvicinare a Palazzo Borbone soltanto le persone munite di tessera, All'uscita dagli uffici la folla si ac crebbe in modo considerevole. I curiosi fino a qual momento rimasti calmi, incominciarono a manifestare, quando appresero, alle venti, che si stava procedendo alla votazione. Subito scoppiarono grida dapprima rare poi sempre più numerose di « evviva Tardieu ». (ili agenti e le guardie cercarono invano di far circolare i dimostranti. La manifestazione assunse un'ampiezza sempre crescente. E i dimostranti non si allontanarono fino a quando, usciti i ministri dimissionari diretti all'È- iliseo, il palazzo della Camera dei i deputati non tu immerso nell'ose u< rita. | Q. P.