La tragica morte di Battista Bottalla

La tragica morte di Battista Bottalla Grave lutto dell'aviazione italiana La tragica morte di Battista Bottalla Roma, 24 notte. Oggi, alle ore 16, a .Torino, sul campo della Aeronautica d'Italia, è deceduto in seguito ad incidente di volo il pilota collaudatoré Giovanni Battista Bottalla. (Slef.). Con Battista Bottalla scompare uno dei migliori piloti che vantasse l'avla zione Italiana. Il popolare Bibi aveva [atto del volo la sua ragione di vivere. Era innamorato della sua arte, d'un amore di studioso, di tecnico che conosce ogni segreto della costruzione, di ' uomo infine che sacrifica anche la notorietà, che gli può dare un'impresa : audace, per compiere oscuramente pròve su prove, per ottenere risaltati che serviranno poi forse ad altri per ottenere il successo e la gloria. Era un collaudatoré, il capo collaudatoré della * Fiat Aviazione ». Teneva a questa, sua nomina più che a qualunque altro titolo. Potere essere il primo a provare gli apparecchi che uscivano dal cantieri torinesi, frullo di lunghi studi del nostri valorosi tecnici, poter collaudare ogni minima innovazione portata agli aeroplani da lui tenuti a battesimo nel volo, costituiva per l'audace una gioia grande. Nella famiglia aviatoria torinese era amalo\ molto amato. Tra lui, i tecnici e i meccanici sì era formata un'affettuosa collaborazione, era avvenuta come una fusione ideale, indispensabile. Con amore il progettista studiava i piani di una nuova macchina, con non minor passione l'esperto motorista metteva a punto ogni organo della nuova creazione. Poi interveniva Bottalla, che prendeva in consegna la cosa inanimata per renderla viva, per sollevarla nei cieli alla conquista di nuove glorie. A lui il tecnico confidava le sue speranze, a lui guardavano con simpatia le maestranze che avevano lavorato attorno alla nuova * creazione». Bottalla partiva, volava, e volando studiava. Al suo ritorno doveva dire al tecnico se le speranze riposte nella nuova macchina erano fondate, dove- i va suggerire le modifiche da apportare per conseguire migliori risultali. E quegli uomini, che avevano imparato' ad amarsi nel lavoro, ricominciavano alle volte da capo con passione, con fede incrollabile. La soddisfazione di questi uomini non veniva dal plauso delle folle. La loro gioia era più intima, ma forse più grande. La massa del pubblico che acclama le prodezze di un aviatore, che si stupisce davanti ad un risultato sorprendente non conosce attraversò a quali studi, a quali lotte contro la materia inanimata e ribelle, si sia potuto ottenere quel successo. Non sa che un minimo particolare, un organo grande come il pugno, dev'essere studiato e provato lungamente, rifatto, riprovato con tenacia. Rude lavoratore Bottalla amava tutto questo. Era un lavoratore, un rude lavoratore della nostra forte terra blellese. Dal mattino presto, alla sera tardi era sul campo. Anzi faceva la spola fra i due campi torinesi: quello di Miraflort e quello dell'Aeronautica d'Italia. Indossato il * tony », stava in officina lunghe ore a vedere il lavoro del meccanici, poi partiva in volo per il collaudo. Alle volte collaudava anche tre o quattro apparecchi in un giorno. Solo alla sera tardi abbandonava il campo, quando già la notte era scesa da tempo, e tutto era silenzio negli » hangars ». Si attardava a chiacchierare con i montatori e con i meccanici. Parlava delle prove compiute nella giornata, di probabili modifiche da apportare, di nuove prove da compiere. Poi se ne usciva sulla sua automobile, attendendo sovente gli amici motoristi per riportarli in città. Diventava da quel momento il ptù gran compagnone di questo mondo, semplice e modesto. Si divertiva alle cose più semplici con una fresca ingenuità di ragazzo. Amava lo sport, era il tuo divertimento prediletto. Non mancava mal ad una partita di * football », o ad un incontro di « boxe ». Si divertiva a fare degli scherzi agli amici — ne aveva tanti — scherzi che ricordavano il buon tempo della scuola. «Vado a trovare la mia vecchia» Quando riuscltia a gabbare garbatamente qualcuno, rideva a lungo con un riso rumoroso che gli illuminava tutta la taccia aperta e buona. Quest'uomo che rischiava giornalmente la vita, non mostrava mai un corruccio. Ricordo che in tanti anni, non lo trovai mai una volta di cattivo umore. Solevamo chiedergli -. * Ma tu non hai mal del fastidir*. Invece di rispondere, rideva e alzava le spalle. Al campo d'avla-ilone era un altro uomo. Non rideva ptù. Era sempre sereno ma il * lavoro » io prendeva tutto. Solo quando, finito il lavoro, sostava negli « liangars > ridiventava lui, quello che conoscevano gli amici delle ore di svago. Era rude all'aspetto, di modi piut¬ j tosto forti. Aveva invece un cuore d'oro e un animo gentile. . Ricordo che una volta, un sabato, gli chiesi dove avrebbe passato la domenica. St era detto di andare a vedere una partita di calcio. Quella volta mi prese sotto braccio e sorridendo mi disse piano ; « Domani vado a trovare la mia vecchia ». Sorrideva al pensiero di giungere inaspettato al paese dei suoi, a Donato nel Blellese, e si figurava già la gioia della vecchia mamma, che avrebbe stretta al petto e magari nella sua esuberanza sollevala sulle braccia. « Povera donna — sog giunse, — è sempre in pensiero per me ». Amava i bambini. Giuocava con loro. Il faceva ridere, li accarezzava con tenerezza. Dimostrava in quei momenti un'anima sensibilissima, in contrasto alle volte coi suoi modi. Vn giorno mi raccontò la sua vita, non perchè ne facessi un articolo, ma cosi per un bisogno suo di ricordare il passato, e per una curiosità mia di conoscere alcuni episodi ancora ignorati della sua movimentata ed avventurosa carriera. Oggi, quel dati raccolti un giorno, mi servono per tessere purtroppo il suo elogio funebre. Bottalla non era nato in Italia. Suo padre, hiellese, capo-mastro, si era stabilito a Grenoble per un'importante impresa di lavori, quando nacque II futuro aviatore, precisamente il 10 ottobre del 1896. La fanciullezza Bibi la passò a Grenoble. Amante di tutti gli esercizi fisici diventò ben presto una delle colonne della locale squadra di * rugby » di quella città. Tornava pili lardi nella sua vera patria, e alla fine del 1915 era chiamalo alle armi tn fanteria. Come fante fu al fronte. Nel 1916 durante un'azione nel vallone di Oppachiasella veniva ferito. Guarito, alla fine di quello stesso 1916, passo in aviazione. Assegnate al campo di Venoria Beale conseguiva rapidamente il primo brevetto di pilota su uno di quel vecchi * Bleriot » un po' squinternati di cui il campo era a quei tempi dotato. Passava in seguito al campo di Cascina Costa {Gallarate) dove in pochi giorni conseguiva il secondo brevetto. In questo campo il Bottalla veniva sùbito dopo nominato istruttore con apparecchio a doppio cornando, istruzione difficile che richiedeva al pileta dai 70 agli 80 voli al giorno, con rischio non indifferente. Sempre come istruttore fu ancora al campo di Busto Arsizio dove fece molli allievi col a Neu'pòrt » da caccia. Nel 1918 ritornò al fronte colla 7-1.a squadriglia da caccia per passare poi, poco prima dell'armistizio, alla gloriosissima 91.a squadriglia « Baracca ». Legionario fiumano Bottalla fu legionario fiumano. Ricordo che aveva un portasigarette che teneva molto caro, nul quale era incisa con un'affettuosa dedica la firma di Gabriele d'Annunzio. Il Comandante aveva molto affetto per il povero. Bibi. .1 quel tempo fu parecchie volte nell'interno dell'Italia per prendere aeroplani e portarli a Fiume. Per avere partecipato all'Impresa fiumana fu dichiarato disertore e si trovò più volte di fronte o~: tiri delle mitragliatrici, e venne arrestato quattro volte. Definitivamente smobilitato, l'allora giovanissimo pilota che era già riuscito a farsi un buon nome nell'ambiente aviatorio militare, passò all'aviazione civile. Per la volgarizzazione del nuovo rapido mezzo di trasporto ti Bottalla compi numerosi volt di propaganda in varie città d'Italia, trasportando buon numero di passeggeri. Al principio del ltHà fu per breve tempo Istruttore al campo civile di Canteri, scuola n Gabardini. ». SI calcola che durante la sua non breve carriera di istruttore, il Bottalla abbia fatto più di 500 affieni. Più tardi, l'ing. Brezzi, direttori dell'» Aeronautica Ansaldo » Io chiamava per partecipare al Primo Circuito Aereo di Brescia, al quale erano iscritti l'-asso' francete della'velocità Sadl Lecointe, Ferrarin, Sioppani, ecc. Il Bottalla coli• Ansaldo o 200 IIP., otteneva la maggior velocità, aggiudicandosi la « Coppa d'Italia ». Egli compiva i 280 Km. della gara (14 giri di 20 chilometri con 5 piloni) all'altissima media di 236 Km. circa, battendo ogni avversarlo. Nel 1922 venne mandato in Russia, nella tormentata Ilussia dei Soviet. Parli con 80 aeroplani * Ansaldo » acquatati dal Governo bolscevico, che dovevano essere dal Bottalla consegnati e collaudati. Il nostro * asso » ebbe in quell'occasione ti modo di far rifulgere nella lontana terra la bonlà della produzione italiana e la maestria dei nostri piloti da lui cosi bene rappresentati. Durante il suo soggiorno in Russia, il Bottalla istruì anche un buon numero di piloti. Ritornalo in patria, fu chiamato dalla « Fiat » a coprire la carica di pilota collaudatore. Il collaudo di nuovi apparecchi Da quest'epoca, il 1923, il nome di Bottalla è legato strettamente alla produzione aviatoria della nostra grande industria. Troviamo infatti il Bottalla alla * messa a punto » del caccia « C. H. /. », il primo apparecchio veloce del dopo-guerra che raggiungeva i 270 Km. all'ora contro i 200 di cut erano capaci gli apparecchi di quel tempo. Il nuovo cacria, ancora in uso nelle squadriglie militari, veniva presentalo per la prima volta alla competente Commissione dal nostro pilota. Nei cantieri « Fiat » intanto l'ing. Rosatelli progettava il potente apparecchio da bombardamento rapido * B. R. 1 » che dal Bottalla veniva poi messo perfettamente a punto. Con questo apparecchio ben noto per la sua grande rapidità ehe lo faceva considerare anche all'estero come Capparecchio da bombardamento più veloce del mondo. Il 23 dicembre ilei 1984 al campo di Miraflori, il nostro « asso », batu-ta il * record » del mondo d'altezza con carico di 1500 Kg., raggiungendo la quota di 5516 metri. Questo record » doveva restare imbattuto fino al 1927. L'aviazione, in rapido progresso, richiedeva sempre natovi tipi, ed ecco uscire ancora dal cantieri della *Fialt, progettalo dal Ro-iolelli, il nuovo meraviglioso caccia * C. R. 20 », azionato dal motore * Fiat A. 20», apparecchio completamente „in acciaio. Bottalla, dopo averlo messo a punto, lo portava a Roma in volo per presentarlo al campo sperimentale di Monte Cello, ti viaggio Torino-Roma veniva compiuto nel tempo « record » di 2 ore e 5 minuti. Nel maggio 1927, mentre la Casa torinese metteva in lavorazione nel suol cantieri, un nuovo apparecchio progettato dall'infaticabile Rosatelli, I'iR. 22 » da ricognizione, completamente metallico, la * Fiat » decideva di iscrivere il caccia * C. R. 20 » al Concorso internazionale indetto dal Ministero della Guerra rumeno a Buèarest. Bottalla veniva scelto quale pilota presentatore dell'ottimo caccia italiano. Il concorso si conchiuse con una completa vittoria italiana; il nostro pilota si classificava primo duranti al concorrenti francesi e cecoslovacchi. Bottalla si classificava inoltre primo nelle acrobazie durante il « meeting » che si svolse in quell'occasione. Tra i fulmini La « Fiat », in seguito, visti i brillanti risultati ottenuti col * C. R. 20», decideva di applicare allo stesso i • flotteurs », facendolo diventare un apparecchio di rapidissima trasformazio- ne da terrestre a marino. Il nuovo cac cia-idro, veniva collaudato dal Bottalla e presentato alla sezione sperimentale di Vigna di Valle sul lago di Bracciano, con ottimi risultati. Nel 1928 ritornava ancóra in Russia per presentare e consegnare degli apparecchi da caccia * Fiat » al Governo sovietico. Nell'agosto dello stesso anno compiva un t raid » Torino-Londra. Il povero Bottalla aveva prestato la sua opera alla fondazione del campo * Gino Lisa*. Chi non ricorda Bibi al nostro campo d'aviazione a far la spola tra la terra e ti cielo, infaticabile nel trasportare, nel battesimo del volo. dèedolscMdsgialmlALpvnni nuovi entusiasti dell'aviazione? Cn giorno, ricordo, era d'estate, n\cielo si oscurava improvvisamente. ! Bottalla era in volo, e pareva si divertisse a guizzare rapido tra i fulmini che si rincorrevano nel cielo tempestoso. Poi incominciò a diluviare. Bottaila allora, che aveva a bordo una signora, scese rapido e da perfetto cavalieve per non far inzuppare d'acqua la gentile compagna, non appena toccala terra infilò velocemente, senza spegnere il motore, la porta dell'* hangar ». L'apparecchio si fermò in posizione perfetta, al suo posto, sotto la tettoia. Sul lago di Avigllana Bottalla collaudava e metteva « a punto » tn seguito, l'idro * A. S. I » Nelle ore di sosta, a causa delle cattive condizioni del lago, Bibi sfidava i motoristi e gli amici, che lo andavano a trovare nel suo Improvvisato eremo, in formidabili partite alle bocce. « Sono contento » Sul finire del 1929, Bottalla partecipava alla * Challcngc internazionale da turismo », ottenendo un'ottima classifica, e tagliando con Francis Lombardi per primo il traguardo finale di Qrlu.. Vn mese dopo, al raduno d'ali di Talledo conquistava il titolo di campione italiano di acrobazia, battendo un numeroso lotto di piloti. La morte lo ha collo quando già aveva compiuto, calcolando il suo lungo periodo di istruttore, circa 50.000 volt. L'avevo visto poche ore prima della «ua tragica fine. Avevamo chiacchieralo a lungo di un po' di tutto, ma come ai può comprendere soprattutto d'aviazione. Era contento. Aveva passato qualche giorno or sono una vistta medica scrupolosissima. * Non mi hanno trovato alcun disturbo — mi dicami battendomi su una spalla {era questo un suo gesto abituale) — malgrado i miei 50.000 volt. Il cuore è sanissimo e tutti gli organi sono peri eoamente*,, registrali. Posso ancora volare tranquillamente ». Poi mi parlò dei suoi progetti per»l'avvenire, dell'attività che avrebbe svolta. Sogni di un audace, innamorato della aviazione. Di una cosa si preoccupava. Non voleva ingrassare. * Sai — mi diceva ridendo — non bisogna lasciare arrug glnlre le... rotelle. Mi voglio rimettere a fare della ginnastica. Mi sono già comprato maglie e calzoncini e adesso voglio fare almeno due ore al giorno un po' di ginnastica svedese. Bisogna mantenersi in gamba!... » L'ho rivisto ieri sera composto nella camera ardente che l'ing. \ardi, i dirigenti .e ì compagni dell'Aeronautica d'Italia glt hanno apprestalo, in quei campo che era la sua casa, la sua vita. Attorno erano i suoi amici: visi doloranti, stupiti nella tragicità della morte. Le lacrime erano negli occhi di tutti. La salma, vegliata dai compagni di volo Lovadina, Abside e Gervasone, era stata visitata da tutti i ìnotoristi e glt operai dell'Aeronautica e da numerosi amici. Il senatore Agnelli aveva voluto portare personalmente il saluto al prezioso collaboratore. Abbiamo visto l'ing. Rosatelli, che era molto affezionato allo scomparso, piangere sulla sua salma. La morte di Bottalla è un grande lutto per l'aviazione Italiana, e un grande dolore per tutti quelli che ne avevano potuto apprezzare le grandi doli di uomo tudace, generoso e infinitamente buono. GIUSEPPE TONELLI.