L'attività di due svaligiatori d'alloggi troncata da una brillante azione poliziesca

L'attività di due svaligiatori d'alloggi troncata da una brillante azione poliziesca L'attività di due svaligiatori d'alloggi troncata da una brillante azione poliziesca Sedici farti in un mese • Ricettatori al minuto ed all'ingrosso recuperata • L'efficace .inte^vento, della squadra mobile Refurtiva I « Tre Moschettieri » della Squadra Mobile della nostra Questura, che, a somiglianza di quelli leggendari di Alessandro Dumas, sono quattro e cioè i marescialli Pezzi, Di Pietro, Sa/fcragno ed Anselml, hanno avuto per qualche settimana il loro da fare. L'ordine dato loro dai comandanti non peccava certo di poca chiarezza: identificare ed arrestare i ladri che da parecchio tempo rappresentavano un continuo pericolo per quanti alloggi i pacifici torinesi avessero la mala ventura di lasciare, anche momentaneamente, incustoditi. Da tutti i Commissariati sezionali, ogni mattina giungevano le segnalazioni* di furti che, per l'affinità dei mezza usati, davano a pensare che fossero quasi certamente dovuti ad una sola banda di delinquenti. I c Moschettieri » al lavoro Abbiamo narrato, ai primi del corrente mese come, dopo un ' movimentato inseguimento due dei sópra lodati « Moschettieri •, riuscissero a porre le mani addosso ad un tale Fantini Antonio fu Clorindo, rifugiatosi in una soffitta dello stabile segnato con il numero 1 dì piazza Emanuele Filiberto. L'arrestato gettava fuggendo, come allora si è detto, una manciata di oggetti d'oro contro gli inseguitori, sperando così di pagare con il sacrificio della refurtiva, la libertà! n gioco fallì in pieno, ed il Fantini arrestato e portato in Questura, fu interrogato. Se egli tenendosi sulla negativa non compromise nè se stesso nè i 9uoi eventuali compari, da una sua sorella, presso la quale si era venuto a sapere che egli si rifugiava da alcuni giorni, si conobbero molte interessantissime cose. Si seppe tra l'altro che egli aveva portato nella di lei abitazione in via Caraglio, 46, un ciclomotore, ritirato poche ore dopo l'arresto del mariolo da un tal Gidantn, giovanotto alto, biondo, sulla trentina, amico per la pelle del Fantini. Di costui la donna non aveva altre notizie, ma i poliziotti giungevano assai presto ad identificarlo nella persona del pregiudicato Bozzello-Verole Andrea Giovanni fu Giuseppe, di anni 28, conosciuto tra i suoi pari come Glóanin bene,- individuo assai pericoloso per la proprietà altrui. I « Moschettieri • la mattina del 12 corrente capitavano di sorpresa nella camera abitata dal Bozzello in via S. Tommaso, 1; il giovanotto dormiva ancora, ma appena visti gli agenti capi lo scopo della visita e si rassegnò a fare gli onori di casa, a mettersi cioè a totale disposizione dei poliziotti, i quali iniziarono tosto una accurata perquisizione. Non essendo affatto necessaria la presenza dei Bozzello, egli veniva condotto in Questura, mentre si continuava a catalogare i molti oggetti di dubbia provenienza che si trovavano nella camera. Una vaga speranza era poi ancora nel cuore desìi agenti e, fortuna loro, presto la speranza diveniva realtà: la porta si apriva ed entrava un giovanotto, il quale doveva ben conoscere l'inquilino tanta era la confidenza con la quale si introduceva. Giunto nella camera egli trovava bensì delle vecchie conoscenze, ma di ben altro genere da quella sperata. 1 due sottufficiali rimasti a terminare la perquisizione non avevano alcuna difficoltà ad accoglierlo amichevolmente, anzi gli offrivano tosto un posto in automobile per una passeggiatina fino agli uffici di piazza S. Carlo. Nè infatti si poteva pensare ad un Incontro più interessante per i poliziotti, dato l'ambiente in cui si trovavano. Il nuovo venuto doveva sapere molte cose, trattandosi del pregiudicato Pagliano Onorato di Giuseppe, nato a Mathi nel 18!t7, e tanto per incominciare gli si poteva richiedere la provenienza di un binoccolo da teatro, d'un orologio, d'un paio di gemelli d'oro, che gli si trovarono addosso all'atto dell'arresto. Dopo molte reticenze il Pagliano finiva per ammettere di essere amico dei Bozzello e ,di essere andato da lui, per ritornar! gli quegli oggetti che aveva avuto in 'deposito per trovare un amatore che li comperasse. Una sorpresa mattutina Ad un amico del BozzeMo non si poteva non chiedere notizie di quel tale ciclomotore e si veniva così a conoscenza di un esempio classico dell'omertà che regna tra i delinquenti di quella risma. Il ciclomotore era stato rubato da tale « Biava » al signor Giuseppe Triacca e, dopo essere passato nelle mani del Fantini prima e del Bozzello dopo, 'era stato da' quest'ultimo consegnato al borsaiolo Marichelilo Antonio fu Antonio affinché ne curasse la vendita. Costui era però rimasto vittima di un infortunio sul... lavoro, poiché il 6 gennaio era stato trovato dagli agenti di P. S. in possesso del oiciloniotore e interrogato sulla provenienza della macchina. Piuttosto che svelare gli affari della... società, s'era lasciato arrestare e condannare per furto a 7 mesi di reclusione; più fedele di così... Ormai la faccenda si presentava assai interessante, e si pensò di tener d'occhio quanti avessero anche per poco avuto a che fare con gli arrestati. Fu come una sonda cacciata nel cuore della malavita torinese. Dall'uno all'altro gli arresti si sono allora susseguiti svelando l'esistenza di tutta una organizzata combriccola. Primo ad essere preso in considerazione fu il cameriere Domenico Piovati fu Giorgio, d'anni 34, abitante in via Baretti 31, intimo amico dei Bozzello ed al quale era stato consegnato un grosso involto di biancheria proveniente (come fu accertato in segui to) da un furto compiuto ai danni della sipnora Rosa Merio, abitante in via Pralv 14, alla quale apparteneva pure una sveglia poi trovata a casa del BozzeMo. Ad impegnare la biancheria però non era stato direttamente il Pitvan, ma bensì un tal Ernesto Salsa, noto come spacciatore di cocaina, truffatore e ladro. Pure in rapporti con la compagnia era tale « Barot » e cioè il venditore ambulante Giovanni Podio di Cesare, d'anni 24, abitante in via Pesaro 29. A casa di costui veniva trovata tanta biancheria che si dovette andarla prelevare con- apposito autoveicolo. Se questa era la parte più voluminosa della refurtiva, la più preziosa era contenuta invece in una scatoletta posata sopra un orologio a pendolo. Qui vennero infatti trovati tre preziosi del complessivo valore di ben 15 mila lire. Interrogato sulla provenienza di tarlila ròba, il Podio asseriva aver avuto tutto dalla coppia Bozzello-Fantini, per 5000 lire. Ricercando i legittimi proprietari della refurtiva si veniva a conoscere che pssa apparteneva parte al rag. Emilio Fumerò, il cui alloggiò in via dei Mille 48 era stato visitato dai ladri il 14 gennaio, ed in parte ai coniugai De Allegri, abitanti in via Montemagno 24. derubati poco dopo. Un' altro messere appartenente alla banIda, tale !■ Carbòn » e Cioè il borsaiolo i Michele Uicchiardi di Antonio, d'anni 27, abitante nella locanda di via GalIvani 27 veniva arrestato come com¬ pvdrfzvicosvMcdcaidcldSqrvgdVrnalliaeGsfcspizltrLtstslIdcspqcatmzttrmptncaadctcn plice e daHe sue confessioni si potevano conoscere altre ribalde imprese del Bozzello. Ad ogni mipresa corrispondeva il sequestro di nuova refurtiva, tanto che ì non troppo spaziosi locali della Squadra Mobile parvero per alquanto tempo trasformati in un magazzino di stoffe e bian-. cheria. Le belle imprese Tra questa roba trovarono i proprll oggetti, già stati preda ladresca, la signora Clotilde Provana, abitante in via Saduzzo. 45, la signora Clementina Martini, mentre i preziosi trovati in casa del Podio vennero riconosciuti dail'ing. Adolfo Stienn, suddito francese qui residente in via Morghen, il, al quale era stato svaligiato 1 alloggio il giorno 19 gennaio, arrecando un danno di circa 27 mila lire. Un altro che ebbe la consolazione di rivedere la roba sua recuperata mercè l'azione delia polizia, fu il signor Pietro GaiSelva, abitante in via Buronzo, 8, al quale i ladri avevano rubato bianche; ria ed oggetti vari per 3000 lire da valore. ,„ , A questo punto fu ripreso l'intern gatorio del Bozzello, finora tenuto ' disposizione in camera di sicure^ Vista ormai persa la partita, il mariolo vuotava il sacco e confessava non solo quanto gli si addebitava, ma anche altro. Egli narrava cosi come l'8 novembre si era introdotto nell'alloggio della portinaia Carlotta Oldano in corso Ferrucci, 42, e come di qui, aprendo una porta di comunicazione era penetrato in casa del maresciallo Giovanni Contesi, portando via per seimila lire di gioielli. La collana di furti si allunga ormai a vista d'occhio: tra i molti notevole quello consumato ai danni della signora Giuseppina Baratono ved. Chabod, abitante in via Lamarmora, 27. Infatti, il Bozzello ed il Fantini, introdottisi nell'alloggio durante l'assenza dei proprietard, erano stati sorpresi dalla signora, tornata improvvisamente a casa. La Baratono, vista la porta semi aperta aveva a tutta prima creduto che fosse tornato & casa il figlio suo; inoltratasi nell'alloggio e notata la presenza di estranei, la signora dava l'ai, lamie con quanto flato aveva in gola. I due, spaventati, non trovavano strada più comoda per darsi alla fuga, che un salto dalla finestra verso la strada. Il salto dal primo piano non procurava loro serie conseguenze e quindi essi potevano eclissarsi. Siccome la refurtiva recuperata benché fosse in quantità ingente, non era ancora tutta quella che si aveva certezza che fosse stata collezionata dai marinoli, si interrogava ancora il Bozzello per sapere dove l'avesse collocata. Egli faceva allora il nome dì un tal > Leo >, uno cioè dei più famosi ricettatori di Torino, certo Leone Armitano fu Francesco, d'anni 53, proprietario d'una villa in corso Stupiti igi, 521. Costui interrogato si manteneva sulla negativa, ma ad ogni buon conto veniva arrestato e trattenuto. Un altro personaggio, arrestato in seguito alle indagini dei poliziotti è l'amica del cuore del Bozzello, la « Gina », e cioè la a passeggiatrice » Teresa Boetti, dimorante in via Po, 46. A costei, che da parte sua poco gli badava. Il Bozzello... donava generosamente moni] f e preziosi provenienti dalle sue ladresche imprese. ba

Luoghi citati: Mathi, Torino