Panorama della grande Triennale dì Monza

Panorama della grande Triennale dì Monza Panorama della grande Triennale dì Monza nvatodal Rotary torinese, l'archi tetto Gio. Ponti, il Quale — come è noto — insieme con l'architetto Alpa«tO-Novello ed il pittore Sironi forma U Direttorio, presieduto dal senatore Bevione, per la Triennale d'arili decorativa intemazionale di Monza, ha «Tacciato ieri a Torino, alto fine della iràfliizionaJe colazione rotariana, un • sintetico ma completo e ciiiai'issrfmo panorama della grande Esposizione ohe sj inaugurerà negli ultimi giorni «aprile, ed alila quale in questo mo"mento non soltanto gli organizzatori infaticabiM ma tutti ancora — si può «Mre — gli artisti d'Italia e di fuori e■ coloro che all'industria intendono dare un'impronta di arte giovane, originale, sana, dedicano le loro cure migliori. E diciamo arte giovane, originale, sana, appunto percliù i cruori "fondamentali che informeranno la Prossima grandiosa Mostra di Monza 60no — come già ripetute voli* abbiamo avuto occasione di ricordare e commentare — la modernità della interpretazione, ia originalità della invenzione, la perfezione della tecnica, la efficienza della produzione; quattro capitali concetti ai quali occorre ricondurre la produzione artistico-deco■nativa italiana, e per restituirle l'antico prestigio sui mercati esteri, e per darle modo di controbilanciare, sul nostro stesso mercato nazionale, la giusta .valorizzazione ma la spesso eccessiva esaltazione di ottima merce straniera (e Od si passi la parola merce se anche l'argomento e trattato in sede di estetica): risultati entrambi che non si possono raggiungere se non combattendo l'estro dilettantistico, le iniziative isolate, i rettorici appelli alla genialità istintiva della razza, ed inquadrando viceversa tutto ciò sia in una adeguata disciplina di intenti, che in una vigile organizzazione di lavoro. L'equivoco dell'antico Infatti il Ponti, prendendo spunto Hai cortesissimo saluto che il presidente' del Rotary torinese, conte Parea, gii rivolgeva, e subito entrato nel vivo di una questione di interesse nazionale, facendo rilevare come qviegli antichi gloriosi modelli che l'Italia aveva mandato in giro per il mondo, si trovino ormai, per cosi dire, logori di fronte alle esigenze d'oggi; e come un grande equivoco sia nato — rettorica aiutando — fra venerazione del passato e pratica e sensibilità moderna. Co6l infiniti oggetti d'uso comune che noi conserviamo con giustificato rispetto nei musei, dai carretti siciliani alle portantine venete, nacquero dalla ■fantasia e dalla mano degli artefici in quelle determinate forme appunto perchè queste rispondevano allo spirito del tempo loro Ma è in verità curioso che, mentre nessuno si sognerebbe oggi di far costruire un carro da lavoro per i proprii contadini o una carrozzeria d'automobile per il proprio uso su modelli di due o trecenf anni fa, la predominante mentalità del pubblico anche intelligente e colto si mantenga radicata, per ciò che riguarda l'architettura, l'arredo, la decorazione in senso lato della casa, ad espressi© ni di un passato più volte secolare, e rifiuti a priori non pure le forme che si vanno maturando nella civiltà contemporanea ma anche in blocco condanni i varii e molteplici tentativi di riconquistare nell' originalità della creazione un primato che già l'Italia teneva in tutta Europa. Specchio dunque di queste nuove correnti dalle quali emerge non rara la bellezza, vuol essere la Triennale di Monza: cui sono chiamati a collaborare .Jutti gli artisti, gli industriali, gli artigiani che hanno fede nell'avvenire ti ohe intimamente sono persuasi che soltanto attraverso una completa coordinazione di sforzi è possibile raggiungere uno stile adatto a caratterizzare un'epoca. Ed ancora una volta insistiamo su quanto sia sconsigliabile affidarsi unicamente all'estro individuale, alla ingegnosità, al frusto ed anche al • talento dei singoli. La moda femminile informi : quella moda di cui la Francia ha saputo creare una meravigliosa industria nazionale, pur non essendo la donna francese per nulla superiore in grazia inventiva alla italiana. La visione d'insieme Dell'architettura generale di questa Mostra, che sta divenendo una delle maggiori iniziative culturali e un avvenimento tipico internazionale specie dopo il riconoscimento del Governo, per iniziativa personale del Duce, come istituzione ufficiale permanente ed unica- del genere in Italia e finora in Europa, già varie volte abbiamo parlato: ci basti ricordare che nel piano terreno della Villa Reale di Monza saranno allestite le grandi sale di cerimonia, le scuole d'arte italiane e le sezioni straniere; che al piano superiore troveranno posto tutti gli espositori Italiani; e che nel grande parco della Villa sorgeranno padiglioni, giar. dini minori, statue, fontane, l'esposizione orticola. Noti anche sono i suoi più tipici aspetti, dal monumentale bacino d'Ingresso di oltre 1000 mq., e dalla grande sala del marmo alla mostra dèi vetri romani antichi, dalla galleria dell'inumi nazione alla galleria dei decoratori, dalla meridiana del Mazzucotelli al teatro all'aperto sistemato nel giardino dall'architetto Minali, ai padiglioni, alle serre per la esposizione del fiori e del giardino, che accompagnerà la Mostra di Monza per tutta la sua durata di sei mesi. E' opportuno invece ricordare, oltre le provvidenze per il trasporto del pubblico da Milano a mezzo di torpedoni e quelle per la facilitazione delle vendite, oltre i vistosi premi Istituiti, che tutto l'aspetto interno della Villa .verrà completamente trasformato, naturalmente a mezzo di sovrastrutture per rispettare l'assoluta integrità delle decorazioni originali. Cosi una nuova architettura offrirà il grande astrio di ingresso: ornato di pitture dei nostri giovani più promettenti e da un pavimento disegnato dall'architetto Alpago Novello: passaggio per la sala del marmo dove saranno presentati i prodotti delle maggiori cave italiane di marmi colorati, e da questa alle sale del vetri romani antichi (ordinata sotto il patrocinio di S. E. Roberto Paribeni) e delle scene e costumi teatrali (ambiente dove troverà tipico ed ardito Impiego decorativo un bel metallo di cui l'Italia è ricca e che va facendosi strada nella decorazione moderna: l'alluminio). Le sezioni straniere Meno precisi si può essere naturaltnente sui caratteri delle sezioni straniere; ma le persone o le istituzioni che ne sono incaricate, da Holme per Inghilterra ed Albert Goumain per le Francia, da Hendrich per il Belgio- ad Hilberseimer per la Germania, dal « The Studio » alla Reale Manifattura di Copenaghen, donno completo' affidamento. .'E via via il visitatore passerà da traeste sezioni straniere nelle gallerie delle scuole d'arte italiane (di Monca di Firenze, di Roma, insieme con quelle di Padova, delle Ceramiche di Faènza, di'Cascina, ecc.) e della Mostra d'arte sacra cui si interessa personalmente !•] cardinale Schuster. e efiè intorno od un prezioso ostensorio dal Ravasco raccoglierà tessuti, rica mi, argenti, marmi, sculture, vetrate mosaici, presepi, tutto di nobile e castigato carattere moderno. Anche lo scalone per salire a! piano superiore si presenterà sotto aspetto nuovo, con l'ornamento orlglnaJe di balconi di ferro battuto disegnati da uno stuolo di architetti Italiani, dal Pulltzer al ponti, dal Mainili al Muzio, dal Lanpja al Labò. Dal vestibolo si penetrerà a nella galleria del decoratori per proseguire In quella, davvero monumentale, dell'illuminazione, divisa In ventini « stands » assegnati all'industria, ai tecnici, agli artisti che studiano questo interessante problema della casa. Oltre quaranta espositori, nelle dieci sale della ceramica, rappresenteranno il fioro della produzione italiana; dalle piti significative manifatture dei nostri maggiori centri ceramistici alle fornaci di più schietto sapore moderno. L'architetto Mrenno Del Giudice è l'ordinatore della galleria dei vetri d'arte, e i torinesi Chessa, Turina, Guzzi cureranno quella della oreficeria e dei metalli, campo nel quale sono impegnati con passione i più bel nomi degli argentieri italiani in emulazione con quelli cui s'intitolano i peltri e gli argenti di Danimarca, d'Inghilterra, d'Austria, famosi in tutto il mondo. E a gli argentieri si accompagneranno i bronzisti e i fabbri: e quando si cita un Mazzucotelli o un Rizzarda tutti comprendono a quale altezza possa assurgere la nobile arte del ferro. GD architetti torinesi E le manifatture tessili italiane arricchiranno la sezione dei tessuti; e dalla « Scuola di Cemobbio » della contessa Carla Visconti di Modrone alla « Compagnia Jesurum • di Venezia (disegnatore Giulio Rosso), alla « Aemllia Ars », ricami e merletti porteranno la loro fragile nota gentile nella Mostra che anche nello schema più aridamente esposto si rivela di rara grandiosità. Il classico ornamento dello specchio troverà la sua restaurazione in una cinquantina di specchi incisi; e ben quarantun ambienti costituiranno quella galleria dell'arredamento che attirerà forse l'Interesse maggiore -Iella Esposizione, e che tende a favorire una sempre più stretta collaborazione fra artisti ideatori e In¬ dustrie esecutrici. Una presentazione originale faranno gli architetti che con Pietro Betta formano il gruppo torinese del novatori: Mldana, Dezzutti, Melis, .Feroglio, Pagano, LeviMontalcini, Morelli, Gyra, Du Montel, Paolo Musso, Pittini, Reviglio; allestendo sei sole che comprenderanno tre ambienti per una moderna amministrazione, un baT, una sala da pranzo-cucina, uno spogliatoio-bagno. Essi raccolgono attorno a loro le più importanti industrie torinesi del genere, e tutto dà a sperare che da questa uuione abbia ad uscire uno stile ben definito anche per le pratiche manifestazioni del vivere d'oggi. Tra i vari arredamenti, poi, particolare curiosità susciterà la sartoria moderna ideata da un gruppo di artisti comaschi capeggiato da Guido Ravasi. Assoluta novità di questa Triennale sarà, come abbiamo detto, l'estensione della Mostra nel parco, con la grande meridiana del Mazzucotelli, il Labirinto pubblicitario che ospiterà gli ultimi prodotti dell'arte difficilissima del « lancio » industriale, il teatro all'aperto, 1 giardini delle stagioni, le serre e le aiuole della esposizione orticola, e la « Casa Italiana » costruita a cura dell'ufficio d'arte dell'Opera Nazionale Dopolavoro. Vere e proprie ville continueranno così nel giardino la mostra dell'arredamento, compresa la « Casa elettrica » architettata dal € Gruppo 7> milanese. Questo, a grandi linee, il panorama della Triennale di Monza. La concomitanza di essa con la XVII Biennale d'arte (che si inaugurerà al primi di maggio), non potrà comprometterne 11 successo. La coincidenza anzi, come ha notato il Ponti, è da considerarsi invece quale un felice evento che valga a manifestare al mondo Intero, e agli italiani medesimi, il valore, l'avvenire, il significato profondamente morale dell'arte e del lavoro italiano.