Luci ed ombre alle Assise di Busto sul tenebroso delitto di Cusago

Luci ed ombre alle Assise di Busto sul tenebroso delitto di Cusago Luci ed ombre alle Assise di Busto sul tenebroso delitto di Cusago Busto Arsizlo, 19 notte. Un'altra movimentata udienza si è avuta questa mattina al processo per l delitto di Cusago, processo che rimane quanto mal confuso per lo reticenze e la falsità di qualche testimonio. Come si sa, il punto più oscuro lel dibattimento resta la posizione del Gariboldi, uno dei maggiori indiziati, sul quale però 1 testimoni finora escussi non hanno azzardato affermazioni di sorta. Contradizioni di testi La prima deposizione di oggi è quela di certa Enrica Savioli Cavicchioli, di anni 58, coinquilina del Gariboldi, che dovrebbe deporre sull'alibi avanzato dall'imputato, deposizione per molti aspetti decisiva. La donna racconta che nella tragica notte sua figlia, che dormiva con lei, fu obbligata ad alzarsi verso le 4 per recare alla flgliuoletta un bicchiere d'acqua. — Quando fu arrestato il Gariboldi — prosegue la teste — mia figlia mi confidò di avere sentito in quella notte un individuo salire le scale, aprire 'uscio di un gabinetto di decenza sul pianerottolo e quindi entrare in un appartamento vicino... Presidente: — Come, come? Voi In istruttoria siete stata molto più esplicita... Teste: — In che senso? Presidente: — Nel senso che avete precisato che vostra figlia aveva udito i famosi passi dirigersi verso l'abitazione del Gariboldi. Teste: — No, no. Io non ho fatto U nome di Gariboldi. Presidente: — L'avete detto e ripetuto. Il Giudice istruttore non poteva sognarlo. , Teste: — Ma lo non l'ho detto. Presidente: — Se non dite la verità vi farò arrestare. Teste: — Non ho paura. Pres.: — E allora farete la conoscenza con la camera di sicurezza. Teste: — Non importa. La verità è questa: se il giudice Istnittorc non l'ha scritto la colpa non è mia... Il battibecco si fa serrato. Interviene anche il Procuratore Generale. Dopo altre contestazioni durante le quali è evidente il suo Imbarazzo, la teste finisce per dire: _ Va bene, se è stato scritto che gli ho detto così... • „, Viene sentita in seguito Giovami ina Migliavacca che all'epoca del fatto era cameriera del tabaccaio Montano, 11 padrone di casa dell'imputato Gariboldi. , . La ragazza dice che qualche giorno dopo il delitto la figlia della Savioli le raccontò, senza per altro precisare la notte, che la persona rientrata in casa all'alba era il Gariboldi. Presidente: — E a voi ha detto qua! che cosa d'altro la Savioli? A questa domanda la ragazza risponde, dopo qualche titubanza, di aver avuto delle pressioni perchè non raccontasse questo particolare, cioè non facesse il nome del Gariboldi. Sale ora sul pretorio Vittoria Savioli, moglie del tranviere, la quale smentisce tutta la sua deposizione resa in istruttoria, cadendo in molte contraddizioni. Allora il P. G. perde la pazienza, si alza di scatto: ■ Proc Gen.: — E' il solito sistema Chiedo che Vittoria e Enrica Savioli siano incriminate per falsa testimo- ^Tprésldcnte, fatta accompagnare in guardina la teste, ordina che anche la madre della Vittoria venga condotta in guardina ma tenuta separata dalla "^Itri'testi sono uditi, finché il presidente fa richiamare dalla camera di sicurezza la Vittoria Savioli. La donna sale lentamente e con aria preoccupata il pretorio. Precidente: — Senta, Savioli; lo 1 ho fatta chiamare unicamente pei- domandarle se ha qualche cosa da dire. Guardi che io non glielo domanderò ™lJ»lfaonna rimane un po' perplessa, poi allarga le braccia e dice: _ Ebbene, si: quel passei ciw! ho sentifo è poi.entrato in casa Gariboldi... La dichiarazione della donna suscita un lungo mormorio da parte del pubblico e vivaci commenti. L'impassibilità dell'imputata Nella seduta pomeridiana il pubblico è anco» Più numeroso dei giorni precedenti Quando Pierina Clerici entra nX gabbia in mezzo al carabinieri. \ pubblico l'accoglie con un mormorio subito represso dal Presidente. E presente oggi anche l'aw. Ostorerp. costiSi parte civile per la Viwinla Preattoni. E' chiamato per Mimo O este Giuseppe Barbaglia. che fu fra gli accodi sul posto del delitto all'allarme dato dal Bianchi. 11 Presidente gli domanda se vide qualche ombra allontanarsi, ma il teste nega la circostanza affacciata in istruttoria. Aggiunge che aveva visto, si, due persone fuggire una notte, ma... due anni prima del deprtes'. _ Avete visto il cadavereT Testé- — SI. Feci anche l'atto di solevare il coipo del Davide; ma mi accorsi poi che 11 giovanotto era morto. Pres.: — E' vero che la Pierina pian- 8eTeste: — Non $o. Con le mani si copriva gli occhi. Il presidente gli fa osservare che in struttoria disse che tutti piangevano meno che la Pierina. Teste: — SI: insomma, si copriva gli occhi. La sentii che domandava di non far vedere il cadavere alla mamma. Dopo altre domande e contestazioni, il teste viene licenziato. è a e e a i a o o o i e n i n è n i - n a a a i a o . ò , l o a . o a O i e a e e l Entra ora nell'aula il maresciallo Giovanni Nava, della squadra mobile di Milano. Il Presidente lo prega dì narrare a voce alta le fasi ed i risultati delle sue investigazioni. Nava: — Il giorno del delitto io non ero a Milano. Nel giorno successivo-, appena mi recai in ufficio, venne da me il Bianchi e nel pomeriggio ritornò con la Pierina. Dicevano che chi aveva mandato il famoso • Peder » e il « Fermo » era stata la cugina del Clerici. La Preattoni — presente anche lei al colloquio — protestava però energicamente. Alla fine di questo primo interrogatorio misi in guardina il Bianchi; Pierina protestò dicendo che lo lasciassi libero perchè doveva fare 11 pane. Il Bianchi, poi, un giorno mi dichiarò improvvisamente che non erano in due gii uccisori del Davide, ma che il colpevole era uno solo ; e fece il nome di un certo « Glovannln ». Il Gariboldi chieaa perdono n maresciallo Nava, a richiesta del presidente, riconferma poi che quando il Gariboldi venne messo a confronto col Bianchi, li presunto sicario, si inginocchiò davanti al garzone chiedendogli perdono e dicendo: '« Sono un disgraziato, sono un disgraziato ». Si riparla in seguito della libertà promessa alla Pierina nel caso che avesse confessato, e a nuova domanda del presidente, la ragazza pare ritrovi a un tratto tutta la sua eloquenza: — Il maresciallo mi ha chiesto se non mi vergognavo di tare una parte simile. Mi ricordò che avevo a casa la mia vecchia mamma che mi attendeva e che avrei potuto essere rilasciata se dicevo la verità. Siccome io non feci alcun nome, si avvicinò, e dopo avermi minacciato di spaccarmi la faccia, mi afferrò la testa scoiandomela. Pres: — Pierina, perchè questo non l'hai detto l'altro giorno quando ti ho interrogata? Salti fuori adesso con questa dichiarazione... Nava: — Per mio conto, dico questo, signor presidente: nella gabbia non c'è solo la Pierina; ma vi sono altri due imputati. Loro potranno dire se hanno subito violenze o comunque pressioni da parte mia. Segue poi il carabiniere Giovanni Agrifoglio, della stazione di Abbiategrasso. Il presidente lo interroga su! contegno della Clerici quando si scoprì il delitto. Agrifoglio: — La ragazza sembrava quietissima, come se non le fosse successo niente... Pres.: — Era in cucina la PI erma con il Bianchi? Teste: — SI, essa mi parlò anche del « Fermo » e del « Peder », prendendo subito le difese del Bianchi, senza però che io le avessi fatto delle doman de in merito. A una precisa domanda del presidente l'imputata afferma che le sembra impossibile che un uomo solo possa avere ucciso suo fratello, soggiungendo che il Bianchi voleva molto bene al Davide. Il pubblico rimane sorpreso. « Peder » e a Fermo b Il vice-brigadiere di P. S., Samuele Brambilla, altro teste a domanda del presidente, afferma di aver compiuto delle indagini dopo il delitto e soggiunge: . — Pierina mi disse che la Preattoni mandò due persone, il famoso « Peder » e il « Fermo » ad uccidere suo fratello. 11 teste porla anche di un confronto fra alcuni fermati e il Bianchi e dice che la Preattoni aveva in casa un certo « Peder » come pensionante. — Il Bianchi — soggiunge il teste — dopo la confessione apparve come sollevato da un grande peso. Il maresciallo Gottardi, comandante la stazione di Baggio, spiega coinè alla versione del « Peder » e del « Fermo » egli non abbia dato mai grande importanza. Piuttosto i suoi sospetti furono diretti contro il Bianchi sempre strenuamente difeso dalla Pierina Lo colpì il fatto che mentre in quella casa tutti piangevano, l'unica che stava attenta a quanto si faceva senza commuoversi affatto era la Pierina Aggiunge anche di aver saputo che i familiari del Gariboldi avrebbero pensato di far di tutto per salvare la ragazza, sempre però che con lei venisse salvato anche il Gariboldi Seguono altri testi, finché è udita certa Angea Ronzani, la cui deposizione è molto importante ed è seguita con la massima attenzione. La donna « ua elorno- precisamente il 30 ottobre, mentre si trovava in casa della famiglia Bianchi, entrò Enrico Clerici, uno del fratelli dell'ucciso. 11 quale disse: «ISe l'Ambrogio continua a tener duro nell'affare del due visti a scappare, noi potremmo farli saltar fuori ». L'udienza è quindi tolta e rinviata a domattina.

Luoghi citati: Abbiategrasso, Cusago, Milano