L'Assemblea nazionale spagnuola disciolta

L'Assemblea nazionale spagnuola disciolta L'Assemblea nazionale spagnuola disciolta lì decréto che stabiliva per l'Esercito l'avanzamento a scelta abolito — peso della situazione economica e del deprezzamento della moneta (Dal nostro inviato) Madrid, 15 notte. Oggi il He ha firmato i decreti relativi allo scioglimento dell'Assemblea Nazionale e alla nomina delle amministrazioni locali. Sul fronte delle Cortes i madrileni, svegliandosi, hanno potuto stamane veder brìi-, lare di nuovo la fatidica scritta: « Congreso de los Dipudados ». Il primo dei due decreti dice fra l'altro; « L'Assemblea Nazionale, creata con decreto legge del 12 settembre 1927. è sciolta. Sono aboliti tutti i crediti esistenti in bilancio in ordine alle spese inerenti al funzionamento dei suol servizi. I conti relativi all'amministrazione dell'Assemblea Nazionale verranno, dopo liquidati, consegnali alla Corte dei Conti dalla Giunta tecnica della Camera. Sono reintegrati nei rispettivi posti i funzionari del Senato e della Camera, sospesi dalle loro funzioni il 12 settembre 1927 .. Le seguenti caratteristiche motivazioni — e dico carattettslica per 10 sfoggio di scrupolo costituzionale cìie vi viene fatto, senza in realtà addivenire a nessuna condizione precisa per quanto riguarda la sostituzione di una nuova Camera a quella die si abolisce — precedono 11 decreto: « L'assemblea nazionale, organizzata in virtù del decreto-legge anzidetto, inanca di qualunque -giustificazione in momenti come quello attuale, in cui i aspira al ristabilimento della normalità costituzionale del paese e in cui si stima non esistere all'uopo altra mansione idonea all'infuori del funzionamento dei poteri ordinari dello Stato. Se ovvie ragioni obbligarono ad accettare, con qualche anticipo le dimissioni presentate rial personale della presidenza di detta assemblea, 11 Governo ritiene che oggi, senza precipitazione come senza indugio, è giunto il momento di mettere termine alla esistenza dell'organo consultivo in questione. Non bisogna dimenticare che in connessione con il funzionamento dell'Assemblea nazionale, si trova l'uso degli edifici in cui i corpi legislativi tengono le loro sedute e che, mutan dosi il regime dell'assemblea, diventa necessario provvedere anche ai bisogni del mantenimento dei palazzi rispettivi. Il presenti» decreto-legge si occupa pertanto di risolvere tutti i problemi amministrativi ed economici che le introdotte modificazioni fanno sorgere e prima, di tutto quindi regola la organizzazione di commissioni o giun te che facciano fronte a tali questioni Non esistendo nel nostro regime giù ridico un istituto, quale l'antica Commissione permanente delle Cortes o quali le Commissioni permanenti che moderne costituzioni estere stabiliscono per mantenere la continuità fra due Parlamenti, manca un organo incarica to di assolvere le funzioni amministrative relative alla Camera in pe riodi intermedi fra lo scioglimento di una assemblea e la convocazione di quella successiva. I regolamenti dei corpi legislativi spagnuoli avevano pie visto il caso per gli interregni fra due legislature, ma non contenevano alcun precetto applicabile nell'interregno fra due Parlamenti di diversa natura Sciolte le ultime Cortes senza comizi amministrativi interni, dal cui seno possa oggi cavarsi la commissione permanente chiamata a disimpegnare le funzioni necessarie e in assenza di pre cetti adeguati, oggi vediamo la neces sita di ricorrere ad una soluzione la quale, organizzando in ciascuna delle due Camere una giunta amministrativa interna, permetta di disimpegnare i servizi necessari e realizzare a suo tempo i lavori preparatori più indispensabili alla ripresa normale della vita legislativa Amministrazioni locali ed elezioni In quanto alle amministrazioni locali, vi dissi già con quali criteri verranno scelti i nuovi consiglieri Alle informazioni precedenti bisogna aggiungere tuttavia che il Governo dichiara di non intendere di avere per tal modo risolta la questione definitivamente, e che le amministrazioni così nominate saranno provvisorie, cioè resteranno in carica so lo fino al giorno in cui sarà possi bile procedere ad elezioni comunali e provinciali, uccido il rito, listato. dalla Costituzione. Le norme verranno rese pubbliche il 25 febbraio. E in quanto alle elezioni politiche, una noticina ufficiosa odierna osserva die sarebbe un errore il credere che esse possano aver luogo a poca distanza dal rinnovamento delle amministrazioni locali, giacché prima di chiamare i cittadini alle urne, sarà necessàrio procedere ad una revisione a fondo delle Uste elettorali. Ora la revisione ialle liste elettorali non è compito che ti patta affrontare con un colpo di bacchetta ma gica. E' dunque probabile che puree chi mesi passeranno ancora prima che vengano indetti i comizi. Il Governo procede insomma, come vedete, con estrema prudenza. E le delusioni dei liberali non si contano più. Non solo i Consigli comunali e provinciali, che ' le sinistre speravano vedere risorgere tali e quali erano prima del 25 settembre 1923, risulteranno costituiti unicamente di persone gradite al Governo, ma le stesse elezioni politiche, in cui tante imprudenti speranze erano stale riposte, minacciano di non avere luogo se non dopo un'accurata epurazione del Corpo eletto rale. A clie serve dunque essersi li berati di Primo De Rivera? Qualche giornale di sinistra cerca di trovare in questa impreveduta decisione di rimaneggiamento delle liste elettorali, un'arma buona per dare la ero ce addosso alla dittatura, tanto per fare qualclie cosa e per galvanizzare l'entusiasmo della piazza, lìa giustamente la Nacion replica stasera che, dal momento che non faceva elezioni, non si vede perchè Primo De Rivera si sarebbe presa la briga di eliminare dalle liste elettorali migliaia di cittadini, die non gli davano nessun fastidio. Al contrario, l'organo dell'Unione Patriottica si compiace della decisione del Governo e fa voli affinchè quest'ultimo non cessi la distribuzione delle proprie concessioni costituzionali con il contagoccie, come ha fatto finora. A passi lenti Il ritorno di Allonso XIII al costituzionalismo si avvera, in conclusione, mitigato in pratica da molte grosse pregiudiziali, e il ristabilimento delle prerogative sancite dallo Statuto del 1876 è, per il momento, più nominale che effettivo. La cosa non può sorprendere nessuno spirito equilibrato, giacché procedere diversamente sarebbe come gettare la Spagna in un nuovo periodo di agitazioni fnterne, ed è necessario metterlo in rilievo a edificazione di quanti credevano che la liquidazione di Primo De Rivera dovesse significare l'immediata li quidazione dei inetodi di governo die gli avevano permesso di assicu rare al Paese sei anni di'pace. Il compiacimento della Nacion per ti rinvio illimilalo delle elezioni, è disgraziatamente compensato dalla mortificazione imposta stamane alla dittatura dal generale Berenguer, facendo firmare al Sovrano, in adesiotie alle pressioni degli ambienti militari, un decreto annullante quel la die era una delle più ardite innovazioni attuate da Primo De Rivera per epurare l'Esercito: il criterio dell'avanzamento a scelta. Il decreto 26 luglio 1926 da oggi è abolito, e si ritorna quindi al semplice avanzamento per anzianità, criterio che ha indubbiamente il vantaggio di rendere impossibile l'abuso o l'in¬ Irigo, ma ha anche l'inconveniente. di rendere impossibile la sostituzione d'un ufficiale capace ad un ufficiale inetto, quando l'interesse pubblico e le circostanze lo richiedano. La disoccupazione Il problema della disoccupazione continua a preoccupare il Capo del Governo ed il Ministro dell'Interno. Una nuova agitazione, dopo quella degli operai edilizi, è incominciata stanotte in seno al personale della federazione dai .trasporti riunito alla Casa del popolo di Madrid per formulare i desiderata della classe in tema di contratto di lavoro, contratto di lavoro da tempo in discussione davanti al comitato paritario relativo, ma ancora iutt'altro che prossimo al varo. La riunione è terminata con energici appelli all'azione concreta contro i tentativi della classe padronale, diretti a spezzare la resistenza operaia e a rifiutarle il contratto di lavoro per poter mantenere i bassi salari attuali. La peseta In quanto al problema dei cambi, che resta più che mai di attualità, vari giornali, e fra gli altri il ministeriale ABC, si oppongono all'idea di stabilizzare nelle condizioni attuali e traggono anzi occasione dalla campagna in corso per accusare il capo dei catalanisti Cambo di perseguire, appoggiandola segretamente, fini inconfessabili. Cambo ha infatti dichiarato giorni or sono che, a suo parere, il corso attuale della peseta corrisponde al suo valore effettivo e che quindi sarebbe giunto il momento di stabilizzarla. L'ABC risponde che le persistenti variazioni nel corso della valuta nazionale provano al contrario che la stabilizzazione di fatto non si è ancora prodotta e che non è quindi possibile pensare a una stabilizzazione di diritto. Secondo il direttore del Banco di Bilbao, fra le caute dell'aggrava mento del problema monetario va segnalato il procedimento adottato per l'emissione dei prestiti pubblici, il quale permetteva al sottoscrittore, giocando sui vari titoli di emissione e di interessi, di procurarsi a spese dello Stato un utile del 14 e anche del 17 per cento. Con un piccolo capitale iniziale si recava ad acquistare alla Banca dei titoli di prestito pubblico, che immediatamente metteva in pegno a un altro sportello della Banca medesima. La rendita del titolo messo in pegno compensava l'interesse del pignoramento e lasciava ancora un margine del due o tre per cento al sottoscrittore. Costui pigliava il danaro ricevuto in cambio delle cartelle pignorate e si recava a comprare altri titoli che tornava a impegnare e cosi di seguito fino al raggiungimento del limite concessogli dal valore nominale dei titoli stessi. Ne segui una vendita eccessiva e fittizia di questi ultimi e cioè un'inflazione, che fatalmente doveva squilibrare la situazione monetaria del paese. Ma ormai per questo punto il male è fatto e tornare indietro sarebbe difficile. In quanto alla stabilizzazione, in ogni modo, l'atteggiamento assunto dagli organi ministeriali permette di credere che essa sia ancora lontana. CONCETTO PETTINATO.

Persone citate: Cortes, Primo De Rivera

Luoghi citati: Madrid, Spagna