La marcia della colonna Graziani verso Gat

La marcia della colonna Graziani verso Gat Le operazioni nel Fezzan La marcia della colonna Graziani verso Gat a e e a a e i a a TRIPOLI, febbraio. Dopo una fermata di pochi giorni ad Ubati, l'ultima località ch'era stala occupata nel Fezzan occidentale, la colonna del generale Graziarti, di. cui fa parte S. A. B. il Duca delle Puglie, ha ripreso i movimenti per riportare il tricolore su Ghat, all'estremo limite del confine tra il Fezzan e l'Algeria. Chiunque abbia una sia pur vaga idea di cosa rappresenti lo spostamento di centinaia di chilometri attraverso il Sahara di Qualche migliaio di uomini e cammelli, può immaginare quale grandioso sforzo logistico richieda la preparazione d'una cosi imponente colonna, cui bisogna provvedere ogni cosa, compresa l'acqua, ed assicurare i rifornimenti. E' quindi veramente sorprendente la rapidità con cui si è iniziata questa nuova lunghissima avanzata che dovrà svolgersi attraverso un terreno quanto mai difficile, scarso di pascoli e quasi completamente privo d'acqua, la distanza tra Vbarì e Ghat è di circa 400 chilometri, di cui 280 per giungere a Serdeles, ed altri 120 tra questa piccola oasi e Ghat, Nel primo tratto non v'è che un solo pozzo, quello di Tin Abunda ad. una giornata e mezzo di marcia da Vbari, e le altre tappe debbono svolgersi tra la più assoluta aridità, attraversando fra l'altro il tratto particolarmente penoso della pianura desertica di Tolta; cosi pure tra Serdeles e Ghat s'incontra l'unico pozzo di Blr Talha. Ad Vbari la colonna Graziani è slata raggiunta da quella del « Gruppo sahariano Gadames », proveniente da Ederi nello Sciali. La marcia di questa colonna, è stata semplicemente meravigliosa. Partila, come avevamo detto, da Derg, un centinaio di chilometri ad oriente di Gadames, aveva percorso oltre 400 chilometri portandosi ad Ederi, seguendo la parte occidentale e meridionale della desolatissima Hammada el Homra, ricalcando le orme delle antiche legioni di Cornelio Balbo Minore. Quella antica spedizione che aveva rappresentato un vero record logistico e strategico in quei tempi, compiuta nel 19 a. Cristo, aveva valso al condottiero, che sconfisse i Gommanti, gli onori del trionfo decretatigli nel 17 a. C. benché egli non fosse cittadino romano, essendo nativo di Gades (Cadice) in Spagna. La colonna del Gruppo Gadames. compiendo con molta rapidità il tragitto difficilissimo, aveva contribuito a chiarificare la situazione di alcune tribù dello Sciati occidentale; riprendendo quindi la marcia verso sud ha ora aitraversato un terreno non meno diffi elle, cioè la vasta zona sabbiosa della Edeien, che si estende tra lo Sciati ed il Lajal. La mobilità delle sabbie, rende faticosissimo il cammino, che si svolge attraverso numerose catene di alte dune quasi parallele tornanti avvallamenti in cui qualche volta s'incontra, perillro, un po' di vegetazione e qualche pascolo pei cammelli. Questa colonna che, lungo il cammino ha compiuto una attiva opera di rastrellamento accogliendo varie sottomissioni di genti Imanghasaten, la frazione piti orientale dei Tuaregh del Fezzan, giunta a non molta di stanza da Vbari sorprendeva, nella zona montana che precede l'avvallamento dell'Vadi el A/jlal, un gruppo vagante di ribelli che volle offrire una certa resistenza. Attaccato dalla no slra colonna, dopo breve lotta in cui riportava quattro morti ed alcuni feriti, ti gruppo si disperse, lasciando nelle nostre mani alcuni fucili. La colonna giungeva poi ad Vbari, senza incontrare altri ribelli e si uni va, come abbiamo detto in principio, alla colonna Graziani. Ritorao alla vlt» In tutta la depressione utile del Lajal, che comprende un tratto di ol tre 200 Km. fra Sebha e Vbari, regna ora la tranquillità più completa. La popolazione locale, rincuorata dalla presenza delle nostre forze che sono per essa garanzia di pace e promessa sicura di pieno raccolto nel prossimo anno del frutto delle sue modeste fatiche, si è daia. con quel mezzi ultra primitivi di cui dispone, ai lavori a gricoli per rimediare in parte alle scarsezze degli anni passati. Questa popolazione, composta nella maggior parte di Fezzanesi, cioè negri origina ri del Sudan affrancatisi col tempo dalla schiavitù, era soggetta ogni anno, come tutta l'altra gente seden¬ trtqqsedmvcvsdgmvpdds1vzgf taria del Fezzan, alle incursioni di feroci tribù nomadi, provenienti da lontani paesi ove la natura era stata alquanto matrigna; costoro calavano in queste zon° fertili del Fezzan, ricchissime di palme e dense di vegetazione, e compievano razzie d'ogni genere a danno delle popolazioni slabili, che, miti ed imbelli, si vedevano portar via sistematicamente il meglio dei raccolti, rimanendo col pochi resti a vivere di vita stentata. Sembrava quasi che queste bellicose tribù si dividessero a settori la regione per meglio spogliarla e vi facevano annual- a a r o i ¬ mente successive comparse, secondo le varie epoche del raccolti. Tuttociò, a prescindere dalla proverbiale esosità dei turchi, quando vi dominavano, e dalle inumane vessazioni senussite succedute al nostro breve dominio del 1914, che aveva rappresentato una breve parentesi di sicurezza. 'Qualcuno, fidando nella nostra avanzata nel Fezzan di cui si parlava laggiù da tempo, aveva negli scorsi mesi effettualo le semina, non. prestando fede alle smargiassate dei capi ribelli secondo cut la nostra campagna, o non sarebbe stata intrapresa o si sarebbe risolta in un disastro. Cosi oggi, fra la vegetazione spontanea di quelle fiorenti oasi, appaiono qua e là compiccili di grano e di orzo, alternati ad altre coltivazioni: ed i proprietari di queste magr*. ma per loro così importanti risorse, benedicono il nostro ritorno, da cui traggono sicuri auspici di relativo benessere, se non di prosperiti. Un fooolaio di prossima llquidaziaaa Sono giunti nel passati giorni ad Vbari, alla spicciolata ed a gruppi, elementi vari, in prevalenza Tuaregh, venuti a sottomettersi al generale Graziani, consegnando le armi. Alcuni però, sfuggendo ai loro capi, provenivano dagli accampamenti ribelli, dichiarando di essere stanchi del lungo vagare senza mèta e completamente sii duciatl. Appartengono al famosi gruppi di cui abbiamo già parlato, e cioè quello di Abd-en-Nebi Belcher, colui che, dopo aver partecipato, dando anche prova di fedeltà, aita colonna mani nella spedizione del 1914 al Fe zan, et tradì apertamente tn teguilo, dopo un lungo gioco d'equilibrio durato vari anni, e quello di Mohamert Ben-Hag-Uassen, un nostro ex-tunzionario della Ghtbla, il quale, pochi anni addietro, fuggì un bel giorno mettendosi alla testa di una numero sa mehaala di ribeni. La primavera scorsa ebbe sonore legnate ad Umm Mela netta Ghibla, ove si era spinto coi suol, in seguito a cut era stato ributtato definitivamente nel Fezzan, ma non s'è dato ancora per vinto ed ora si è rifugiato col suo degno compare, lontano verso occidente, nella zona dt Ghat. Anche le popolazioni tuaregh, le quali pzedominano nella parte più occidentale del Fezzan, il vanno awìctnm fmmsm do a noi. I gruppi residenti ad Vbari ed altri dei dintorni si sono subito sottomessi ed anche l più lontani hanno già tatto degli approcci, manifestando buone intenzioni nei nostri riguardi, nonostante qualche loro capo, che ha vecchi conti da saldare con noi abbia cercalo dissuaderli. Puntata a Uau eri Hamus a Qatrùm Ad oriente continua e si sviluppa il movimento delle genti Mogarba verso i nostri presidii di Mrada e Zolla, movimento già da noi segnalato; esso viene accelerato dall'azione della colonna a t m Ferrarl-Orst che preme con ardite puntate dal sud, e dall'attrazione politica esercitata dalle nostre forze della Giofra, organizzate sotto un apposito comando a questo scopo. Ogni giorno che passa sono nuovi gruppi con famiglie ed averi che si presentano versando le armi ed andando a raggiun gere quelli venuti precedentemente nella zona assegnata per svolgere li', loro attività agricole e pastorali. Quest'azione si irradia per una grandissima estensione che va dai Monti Harugt fino alle lontane zone di Vau el Kebir e Vau en Namus. In quest'ultima oasi giungono frequenti esploraioni della colonna Ferrari-Orsl; un gruppo di meharisti, tempo addietro, vi giunse poco dopo che se n'erano allontanati i fratelli Sef en Nasser in precipitosa fuga verso Kufra, ove potranno pel momento trovare un po' di tregua. Poche decine di armati II hanno seguiti, e perfino i congiunti hanno dovuto abbandonare per sottrarsi al nostro implacabile inseguimento. A sud, un gruppo coi fratelli Ahmed e Mahdi es Sunni, due flerisslml capi scnussiti, uno dei quali fu l'anima della rivolta del 1914. che diresse dallo Zollar inviando le orde ribelli ad attaccare il forte della Ghara di Sebha, si erano rifugiati a Gatrùm colle rispettive famiglie. Vnr nostra colonna si spinse perciò arditamente fin là superando in rapide tappe i 150 Km. che separano quel villaggio da Murzuch. Al suo avvicinarsi, l fratelli Es Sunnt con tutti i se guaci si sono affrettati a sottomettersi, consegnando le armi. La vasta e ricca oasi di Gatrùm, importante punto carovaniero sulla via di Tegerri e Tummo, fu tosto circondata, perlustrata e ripulita, dopo di che: la colonna riprese il movimento per rientrare a Murzuch, ove giunse completamente indi sturbata. Così a sud la via si può considerare ormai sgombra e, quando ne sarà giunto il momento, si potrà procedere senza preoccupazioni fino al lontants simi limiti meridionali del territorio trlpolilano. La situazione è perciò ovunque con fortante ed è a sperare che il ciclo delle operazioni che si stanno svolgendo al Fezzan possa essere assai più breve di quanto un prudente calcolo iniziale faceva ritenere, tsfctmcttmBi i,% OH NATO»