L'incredibile « colpo» di un borsaiuolo

L'incredibile « colpo» di un borsaiuolo L'incredibile « colpo» di un borsaiuolo Deruba in collina un vecchio agricoltore mentre gli si attacca ai panni per salvarsi da un investimento a r o e a a i * n u . e , a ese v. n a. c- è e- L'altra mattina, l'agricoltore Luigi Ricardone fu Antonio, d'ammi 56, abitante in strada Santa Margherita 163, era soeso dalla collina in città: qui aveva fatto le sue compera e, poco dopo il mezzogiorno, aveva finalmente ripreso la strada per tornare a casa. Il finto assicuratore Percorrendo via Villa della Regina, egli stava per passare la ointa daziaria, quando giù si avvicinava uno sconosciuto, decentemente vestito, il quale da qualche minuto era fermo presso il posto di guardia dei vigili daziari. Lo sconosciuto squadrava con un rapido sguardo il Ricardone, quasi volesse essere sicuro con chi stesse per parlare, e quindi, rivolgendogli la parola: — Buon uomo, voi abitate da queste parti, nevvero? — Si, desidera?... — Mi vorreste allora indicare dove si trova la villa segnata con il numero 163, di questa strada? E' tutta la mattina che sto cercando, ma... — Se gliela so indicare? Ci sto di casal Ma, dite un po', giovanotto, chi cercate? E qui il giovanotto, tratta di tasca una busta bianca, la mostrava al contadino, indicando un indirizzo scritto in calligrafia quasi indecifrabile. — Dev'essere un tal signor Roccaldowe... Roccavion o qualcosa di si male. — Sarà Ricardone. Ricardone Luigi, sono io. — Bene, he avuto proprio fortuna ad incontrarvi, dopo tanto girare. Un'automobile sospetta Dopo questo preambolo, acquistata ormai la fiducia del contadino, il giovanotto si presentava, spiegando anche lo scopo della sua visita. Egli si diceva impiegalo della Società Assicurazioni Venezia, presso la quale il contadino aveva contratto, tempo addietro, un'assicurazione; si trattava ora di fare un sopraluogo, e per questo appunto egli era stato inviato dalla Società a casa del Ricardone. Portato il discorso sui reciproci interessi, i due si trattenevano alquanto a discutere ed a commentare or l'una or l'altra questiona; nel mezzo di questa chiacchierata, essi erano ad un tratto disturbati violentemente dal rapido passaggio di un'automobile lanciata a tutta corsa. I due avevano appena tempo a scansarsi che già il veicolo era lontano. — Accidente, che imprudenza! Ed il giovanotto, proferendo questeo sn si mvi e a i, a a o o- ^lì^, portava prima le mania! voi a l0- avesse ricevuto un colpo ìmffiI P^viso. poi si stringeva al suo Intere aoa o unnSi e ol oncpo d el i. a è e a. e edi mnese ni a o o, ue locuiore, afferrandoglisi agli abiti, come se cercasse un punto di appoggio:— Scusate, quel villanzone — ed accennava verso la strada per la quale l'automobile s'era dileguata — m'ha fatto venire il capogiro... ..Ripreso il discorso, il Ricardone soffriva di accompagnare l'impiegato fino a casa, ma questi rifiutava: — Ormai è tardi, indicatemi la strada e sarò da voi ogui stesso alle ore 15. Mi vorrete attendere, spero. — S'immagini, le farò vedere io stesso tutto lo stabile e, se mai, berremo assieme una bottiglia. Date le necessarie indicazioni, scambiati molti saluti, i due si lasciavanodiretti ognuno verso la propria mensaLa busta scomparsa Nel pomeriggio, il Ricardone attendeva invano l'impiegato. Presumendo che sarebbe in ogni caso venuto un altro giorno, non si preoccupava doiò e neppure si preoccupava di parlare dell'incontro fatto con i famigliari. La mattina dopo, cioè ieri, volendo nuovamente scendere in città, si rimetteva l'abito che s'era tolto il giorno prima quand'era tornato a casa dopo l'incontro anzidetto. Proprio allora egli faceva una poco lieta scopertaNella tasca destra egli non rinveniva piti una busta nella quale'teneva racchiusi valori per circa un migliaio dlire. In un attimo, mentre ancora le mani frugavano nelle tasche alla disperata ricerca dell'introvabile bustaveniva alla mentre del Ricardone i colloquio del giorno prima con il sedicente assicuratore. Tutti i particolari, la discussione, l'automobile, il capogiro del messere con relativo abbraccio si manifestavano nella loro realtà: era stato borseggiato. In tal senso egli poco dopo sporgeva denuncia ali'avv. Patti del Commissariato di P. S. di Borgo Po, dando anche dettagliate informazioni sui connotati del borseggiatore. Al funzionario, però, il racconto appariva alquanto strano e, pur accettando la denuncia, si riservava di appurare la faccenda, ed a tale scopo ordinava le opportune indagini. Lestofanti Storia di un sacco di soda e di un colpo di rivoltella • Scarpe ohe se ne vanno ■ Biancheria ohe cambia proprietaria • Furti di tubi di piombo - Galline che prendono il volo Da un camion carico di soda, fermo in via Aglio all'angolo di corso Pa termo, di proprietà del-signor Settimo Cocchiani, abitante in via Campiglione, 15, verso le ore 15,45, un ladro rubò mi sacchetto di soda del peso di 50 Kg. il brigadiere di P. S. Orazio, della sezione Barriera di Milano, che quel giorno verso le 16 eseguiva un giro di perlustrazione nei pressi di corso Ponte Mosca, notò, all'altezza di via Agliè, un individuo dall'aria sospetta che, reggendo sulle spalle un pesante sacco, cercava di nascondersi agli oc olii dei passanti, approfittando del den. so strato di nebbia che a quell'ora era scesa sulla città. Il brigadiere pedinò di lontano lo strano individuo, quindi, ritenuto il momento opportuno, lo raggiunse alle spaile intimandogli di fer-marsi. Lo sconosciuto, invece di ubbi-dire, lasciò cadere il sacco e cercò di darsela a gambe. Senonchè il brigadiere, prevedendo l'intenzione dell'individuo, lo afferrò per il mantello. Fra i due s'impegnò una partita di lotta durante la quale il ladro riusci a svincolarsi dall'agente e fuggire lasciane-:, gli nelle mani il mantello e il cappèllo. Il brigadiere, nell'intento di intimorire il fuggiasco, trasse di tasca la rivoltella e sparò un colpo in aria senza alcun risultato, poiché la nebbia— che, come abbiamo detto, era densa— dette modo al ladro di dileguarsi. Il sacco venne portato al Commissarialo di P. S. e pili tardi, dal Cocchiani, venne riconosciuto per quello rubatogli dal camion. — Ignoti ladri, ad ona inoltrata della notte, mediante scasso, aprirono una vetrina del negozio da calzolaio di proprietà della signora Giuseppina Graziano, sito in corso Ponle Mosca, 89, b rubarono 17 paia di scarpe per un valore complessivo di 950 lire. — Sempre mediante scasso, ignoti penetrarono, verso le ore 12,35. nel negozio di biancheria di corso Vercelli, 122, e rubarono tessuti, camicie, cravatte ed altro per un valore complessivo di lire 5979. — Alberto Pera, custode dello stabile di via Baltea, 2, a nome del proprietario dello stabile stesso, ha denunciato al Commissariato di P. S. della Barrieivt di Milano che ignoti ladri, verso le ore 24, rubarono il tubo di piombo della conduttura dell'acqua potabile da tre gabinetti di decenza. Nella casa di proprietà del conte Riccardo Rignon di via Feletto. i ladri, dopo aver forzata la porta della cantina, asportarono da questa to metri di tubo di piombo che vi erano depositati. Altri due metri dtubo di piombo furono rubali da ignoti da un lavatoio situato al numero 18 di via Leynl. — Durante la notte, alcuni ladri, dopo aver scavalcato il muro di cinta decortile dello s1abi!e di via Tronzano 4 ed essere penetrati, mediante chiave falsa, nelle cantine dello stabile stesso, rubarono diciassette galline di proprietà del signor Benedetto Tommaso— Una bicicletta del signor GiovannNatta, abitante in corso Vercelli 227 lasciata momentaneamente incustoditadavanti al negozio di commestìbili del lo 6tesso Natta, è scomparsa misterio samente.

Persone citate: Alberto Pera, Benedetto Tommaso, Giuseppina Graziano, Natta, Riccardo Rignon

Luoghi citati: Borgo Po, Milano