Plausi e commenti al "Premio La Stampa,,

Plausi e commenti al "Premio La Stampa,, Plausi e commenti al "Premio La Stampa,, L'appello alle forze vive della letteratura italiana nel pensiero delle personalità della politica, della cultura, della scienza e nei commenti dei giornali a i a è n o a e o , e è e n ò è l n e a e i t, na è i e a a t o o oe. tsi a te, Continuano a pervenirci da ogni parte d'Italia consensi e plausi per l'istituzione del Premio La Stampa. Esigenze di spazio ci impediscono di pubblicare tutte le adesioni; ci limitiamo perciò a dare le più significative. Il Ministro dell'Educazione Nazionale « Plaudo all'iniziativa geniale del « Premio della Stampa». Sia di buon augurio VappeUo fiducioso che il vecchio Piemonte rivolge, per mezzo della sua giovine voce, alle forze vive della nostra letteratura italiana. « Balbino Giuliano ». Il Ministro delle Corporazioni « Curzio Malaparte, Direttore « Stampa », Torino. « Concorsi e premi rientrano nelle linee programmatiche e nei metodi del Regime creando nuove tavole di valori in contrapposto alle vecchie. Ciò in tutti i campi, non escluse le arti e le lettere. « Plaudo alla nuova prova della tua sensibilità rivoluzionaria. « Bottai ». S. E. Canonica, Accademico d'Italia: i L'iniziativa del giornale « La Stampa » ed il cospicuo premio offerto alla migliore opera letteraria scritta in Ita Ha nell'anno 1930. merita lode e grande riconoscenza dalla classe artistica e dagli Italiani. Essa dimostra, in chi l'ha promossa, la comprensione esatta dell'alta idealità del Duce nel volere elevato al più alto grado lo spirito del popolo Italiano con una cultura nobile, sana e patriottica ». Francesco Pastonchi : « Vivissimi rat legramenti per l'istituzione del cospicuo premio, alto incitamento all'arte italiana ». Virgilio Brocchi: 'Non posso che i ssere felice di un premio cosi cospt uo che veramente può essere un rico loscimento per un uomo anche arrivalo, e a cui non eravamo abituati. tfi auguro che il premio cosi possa vnche trovare e far conoscere un grante ingegno che non abbia ancora po■uto manifestarsi ». Salvator Gotta: « Plaudo tua intelaiente generosa fascistica iniziativa ». A. G. Bragaglla: « Sarebbe il « Grand Prix » della letteratura. I cavalli godono perfino un premio reale molto piti ingente, ma II « Premio La Stampa » non è per guesto premio da so maro. Sarebbe una bella fortuna se fosse così: ci potrei aspirare anch'io... ». Paolo Buzzi: «71 premio letterario della « Stampa » è un faro certo di salvezza, un augurio di gloria ». Glancapo : « Credo nell'efficacia dei premi, anche del piccoli premi letterari, pure se talvolta si risolvono in una festa di pochi amici e ammiratori. •Von hanno mal risonanza nel pubblico e tuttavia giovano a rimuovere un poco le acque torbide della nostra letteratura. Ma il premio vistoso di 50.UOO lire, lanciato da un grande giornale come « La Stampa », costituisce un avvenimento nazionale. E' un atto di fedi; nella virtù degli scrittori italiani e sarà un potente incitamento nell'attività degli autori e degli editori. Il pubblico farà il resto. Tutti coloro che amano le lettere italiane saluteranno con gioia l'audace iniziativa, mentre noi scrittori e giornalisti dobbiamo rivolgere un pensiero di gratitudine al camerata e collega Curzio Malaparte che intende cosi nobilmente la funzione della stampa quotidiana ». Marco Bampertl: « L'idea di un premio letterario di 50.000 lire è certamente magnanima e ammirevole, ma la cifra è eccessiva. I letterati sono dei levrieri di lusso. Guai a nutrirli oltre i limiti di peso ». Pietro Gorgollni, Ispettore regionale del Sindacato Autori e Scrittori: « Unitamente camerata avv. Bertele, nonché intellettuali fascisti piemontesi, plaudiamo tua generosa iniziativa degna del tuo giovane cuore fervente di amor patrio ». Il Segretario regionale del Sindacato Autori e Scrittori : « Interprete del pensiero del Direltorro del Sindacato Begionale Fascista Autori e Scrittori, che raccoglie il flore della intellettualità del vecchio Piemonte, plaudo alla istituzione del premio letterario di 50.000 lire, augurando il miglior successo alla bella e provvida iniziativa de « La Stampa », degna del nuovo tpirito dell'Italia di Mussolini. — Lorenzo Gigli ». Piero Mazzolotti: « Come scrittore piemontese, sono lieto ed orgoglioso che l'iniziativa geniale e doviziosa del • Piemia Stampa » sia partita dalla nostra cara vecchia Torino. Incidiamola, « aere perennius », nel bronzo dei meriti cittadini ». Enzo Ferrierl pres. del « Convegno »: Un premio istituito da un grande giornale come La Stampa e sotto gli auspi¬ aPstBsr e o l a o : ci di uno scrittore di buona razza, ha l'aria fantasiosa di un mito, per chi, da anni, in discrete Riviste, è andato alla scoperta di scrittori le qualcuno ne ha trovato!) da premiare con i suoi pochi premi di tutti i giorni. Le cinquantamila lire sono intanto la garanzia Più certa, che, per un giorno almeno, si interesseranno alla letteratura molti « uomini importanti » che hanno tortissimi conti correnti aperti con le Banche e con la grammatica. E gli scrittori saranno Must di interessare l'universo. Sarà cosi finalmente possibile quello che era impossibile: trovare nella letteratura di oggi che quando è buona è cosi riservata, lo scrittore « Premio Nazionale » che valga pacificamente, per noi e per tutti, cinquantamila lire di fiducia... Malaparte ha fatto altri miracoli: è giusto che faccia anche questo ». Il Segretario Federale di Firenze: « Firenze fascista ed intellettuale, che non ignora il valore della nuova gio vane letteratura italiana, plaude alla tua iniziativa. — Pavolini ». sA Roma Roma, 13, notte Il Premio della Stampa continua ad essere negli ambienti letterari della Capitale l'argomento dei di scorsi. Nelle redazioni dei giornali, nelle principali librerie dove nel pomeriggio si danno convegno gli scrittori residenti a Roma, ai tre o quattro tavolini di Aragno che sostituiscono la scomparsa terza saletta, non si parla che dell'iniziativa del nostro giornale e già si azzardano perfino i primi pronostici sui più o meno probabili vincitori del premio. Pronostici che sono, se vogliamo, alquanto prematuri, ma che tuttavia stanno a dimostrare il grande interesse che prende il nostro mondo letterario per la felice iniziativa della Stampa. Alfredo Gargiulo ci ha detto: « Un premio di tania materiale e quindi morale importanza varrà certo a stimolare energie e responsabilità nel campo di questa nostra letteratura che ora comincia felicemente a riconoscersi. Piace inoltre e dà affidamento la risolutezza del gesto in chi l'ha con cepito e voluto, come, d'altra parte, piace e dà affidamento il fatto che la istituzione del nuovo vistosissimo premio segua all'esperienza già fatta in Italia con premi letterali minori ». La Tribuna si occupa anche oggi del premio della Stampa riportando quella parte dell'articolo di Curzio Malaparte dove è illustrato il significato schiettamente nazionale della iniziativa. Quindi il giornale scrive: « Siamo completamente d'accordo, perchè lo abbiamo detto e ripetuto anche noi molte volte, con quanto scrive in proposito il giovine, Intelligente e animoso Direttore della Stampa, Curzio Malaparte: che non è vero che la nostra letteratura moderna sia Inferiore a quella di altri Pae6i. che sia povera di elementi originali, di elementi nuovi, che non abbia un carattere proprio, caratteristiche nazionali moderne e tradizionali al tempo stesso. I nostri scrittori sono poveri ma non di originalità, sono poveri per lo scarso gusto del pubblico alla lettura, per la deficiente organizzazione editoriale, per la ristrettezza del mercato librarlo Bene a proposito giunge dunque questo cospicuo premio letterario della Stampa, il quale, come scrive Malaparte, non va giudicato soltanto come un segno della rinnovata fiducia degli italiani nella propria letteratura ma come un atto di concreta solidarie tà del giornalismo italiano con la fa miglia dei nostri scrittori, con le loro speranze e i loro propositi, sopra tut to come un riconoscimento della pu rezza del principii ideali che illuminano la loro nobilissima fatica di creatori ». A Genova Genova, 12 notte. Negli ambienti intellettuali e culturali della nostra città, l'istituzione da parte della Stampa del premio letterario di cinquantamila lire ha prodotto profonda impressione, e per il significato del concorso, e per l'entità del premio. Con speciale simpatia è stato poi accolto il commento all'annunzio, col quale si poneva In chiara luce una nobile missione del giornalismo nei riguardi dell'attiviti artistica e letteraria. L'impressione generale negli ambienti cittadini è che era tempo che un grande giornale italiano stabilisse un premio che, data appunto l'imporfcinza del giornale stesso, richiamerà l'attenzione di tutto il mondo intellettuale. Questa è la voce unanime, raccolta qua e là nei cenacoli letterari che pure a Genova fioriscono, e liei quali si segue con attento interesse tutto ciò che riguarda la cultura e l'arte. Eccovi alcuni giudizi:' Flavia Steno: • L'iniziativa della Stampa è nobilissima. Essa onora insieme il Paese e le lettere. Al presagio di queste ultime giova anche la mancata specificazione del genere. Voglio dire che il premio è abbastanza cospicuo per incoraggiare anche l'opera d'arte pura, astraendo da qualsiasi preoccupazione commerciale. E in realtà soltanto a queste opere dovrebbero mirare i premi per servire davvero al prestigio della letteratura nazionale >• Il Segretario della Federazione Facit Genoe iniziati veramen te felice, che merita il plauso più sìncero e l'appoggio più incondizionato. Il bel premio istituito dalla « Stampa servirà senza dubbio a spronare la o o . , a o a e o à a o , n r a o l o , a e e à i i e e e e e è e o gioventù e servirà sicuramente a mettere in luce qualche ingegno magnifico dell'Italia fascista. — Dott. Amedeo Celle ». Mattia Moresco, Rettore Magnifico dell'Università « L'iniziativa della Stampa è veramente opportuna e geniale. Bisognerà tuttavia conoscere quali saranno t termini e le condizioni a cui sarà assegnato U premio. L'iniziativa è ottima indubbiamente e bisognerebbe augurarsi che trovasse degli imitatori anche perchè le buone lettere hanno necessità di incoraggiamenti anche finanziari, specialmente per i giovani, i quali quando incominciano a scrivere incontrano gravi difficoltà economiche. La misura del premio è signorile ». Mario Maria Martini, Direttore de « Le opere e i giorni » : « L'iniziativa dHla Stampa è altamente lodevole e richiamerà senza dubbio l'attenzione di tutti gli scrittori italiani. Il fatto poi che questo premio è bandito da un giornale che ha tanta parte nella vita culturale della nazione ne accresce il significato e la importanza. Non vi è dubbio che il premio sarà attribuito al migliore senza preoccupazione di gruppi o di scuole*. Gino Saviottì, Direttore dell'«Indice» : « Di fronte ad una iniziativa del genere non si può che essere molto lieti, tanto più che ja vistosità del premio e l'autorità del giornale che promuove questa manifestazione, la rendono più Importante di ogni altra del genere. Però, francamente, finora i premi letterari in Italia non han latto il bene che si sperava, perchè sono prevalsi criteri personali e particolari nella loro assegnazione, pur essendo toccati ad opere abbastanza notevoli. Io mi auguro che nella scelta della commissione, e nell'operato di questa, prevalgano criteri di assoluta giustizia, allo scopo di segnalare ogni anno un'opera veramente significativa ». Alberto Lumbroso, Direttore della Rivista di Roma: « La mia impressione in genere sui premi letterari e ancora più in genere su tatti i premi per scrittori anche dt scienze è che certamente sono una delle molle ptù potenti, non già per scoprire il genio, che trova sempre modo dt farsi strada da sè, ma per rivelare il genio al pubblico che spesso troppo a lungo lo ignora e talvolta non 10 scopre si non dopo morto. Basterebbe pensare che il premio di 10 mila lire dell'Accademia dei lincei, un quarto di secolo fa, ha reso, netto spazio di 24 ore, noto a tutto il mondo 11 nome fino allora ignotissimo di Trombetti. Basterebbe pensare che il vecchio e povero Carducci ha chiuso serenamente gli occhi pochissimi mesi dopo che il barone De Bildt, ambasciatore di Svezia a Roma, gli aveva portato le cento mila lire del premio Nobel, Basterebbe pensare che il Pascoli è stato noto come poeta latino all'Italia, che lo ignorava come tate, dal premio di Amsterdam [trascuro l minori), per capire l'immensa utilità che i premi hanno per fomentare e spronare la produzione intellettuale dt un paese. Non c'è dunque un solo italiano che non debba professare una profonda riconoscenza alla Stampa per la sua nobilissima iniziativa che gareggia con quelle più progredite delle più progredite Nazioni del giorno d'oggi. Pur non creando genti, t premi hanno il mento, quando le giurie sono composte di competenti e di autorevoli, di costituire la più sana delle forme di reclame perchè il pubblico, che non credi' più alle fascette editoriali che avvolgono t volumi, crede invece alla relazione ponderata di uomini che sono al di sopra di ogni sospetto e con il loro solo nome danno ad ogni lettore, il direi quasi, personale consiglio di leggere un dato volume. Questo genere di premi deve più particolarmente attrarre a sè la gra mudine del pubblico, più ancora di quella degli autori e degli editori, polche questi non veggono nel premio se non la parte finanziaria, mentre che il pubblico ne trae argomento dt orgoglio nazionale, ed è quasi un binario sul quale avviar' la propria curiosità scientifica e letteraria ». 0ecgrldctssmtndlpaIl collega Carlo Panserl, che al Secolo XIX svolge una larga attività, sia nel campo della critica drammatica e musicale, che in quello letterario, cosi si è espresso' « Sono entusiasta del premio che certamente stimolerà gli scrittori ad opere specialmente di una più larga visione umana e sociale, liberandosi dalle angustie del frammentarismo, del mondaneslmo e del folklorismo in cut, in questi ultimi lem.pi, la produzione letteraria era soffocata. Cosa, del resto, che notava giustamente anche Malaparte nel suo articolo di oggi. L'unica cosa che mi lascia perplesso è l'indi cazìone stabilita nel bando, chi cioè il premio sarà dat > alti migliore opera letteraria uscita entro l'anno. Non specifica cioè se debba essere un romanzo, un volume di critica letteraria o un libro di poesia. Ora, come si fa a itablllre auali è t'opera letteraria mi 0 Kore uscita entro l'anno? Io, per esempio, sono della generazione per cui il « Piccolo mondo antico » del Fogazzaro era appena appena considerato come un piacevole libro di amena lettura per signorine per bene. Guardate il tempo come ha mutato — dirò così — la situazione, tanto che un critico come Pancrazl, può affermare con sicurezza che l'opera romanzesca più significativa in Italia, dopo « I promessi sposi » è il Piccolo mondo antico ». A parie questa, che è una minima questione di dettaglio, questo della Stampa è un gesto che onora la letteratura e il giornalismo italiano e per cut non vi sono parole lodevoli abbastanza per chi lo ha voluto e per chi lo ha ideato ». Virginio Semino, Segretario del Sindacato Fascista del giornalisti liguri: « L'idea e ottima e può essere feconda. I concorsi, se onestamente attuati al di fuori delle vecchie cricche, secondo l'austero costume dell'era fascista, sono un nobile campo di emulazione e possono da questo terreno fiorire le più impensate rivelazioni dell'ingegno e del genio. Gli avversari del Fascismo,] tenacemente abbarbicali ai rami secch* di un pa&sato che non st rassegna a morire, sogliono accusare l'Italia contemporanea di scarsa sensibilità letteraria Ma noi siamo sulla soglia del terzo Rinascimento, ed è nobile intento quello di un grande giornale che induce l giovani a varcarla con fede fissi alle mète splendenti della bellezza e della verità ». A Bologna Bologna, 12 notte. Negli ambienti letterari bolognesi, la notizia del premio vistoso istituito dalla Stampa ha suscitato favorevolissi ma impressione, soprattutto perche 'pur lung. dal volere infirmare l'autorità degli altri premi) una iniziativa che parte da un importante quotidiano dà le maggiori garanzie di serietà In particolare abbiamo voluto conoscere dalla viva voce delle personalità più in vista n Bologna, nel campo letterario, un parere sull'efficacia e l'opportunità dell'istituzione. Il senatore Giuseppe Albini ci ha detto : « Cinquantamila lire per un'opera letteraria italiana edita nell'anno? Il mio parere sarà il parere di molti. I concorsi rare volte risultano efficaci: producono spesso una fungaia, un bell'albero no: slmili in questo alle altre incubazioni artificiali dell'ingegno e della gloria che non riescono. Le sue difficoltà le avrà certo anche il concorso bandito dalla Stampa per un'opera letteraria. La maggiore sarà: scriverla, non la minore: giudicarla. E anche indurre chi ne ha le virtù a fare, e fatta, a concorrere. Tutti gli incoraggiamenti delle cose buone e belle sono belli e buoni. Questa iniziativa è generosa nel fine e nel mezzi e la generosità trova spesso fortuna. Cosi sia ». Alfredo Testoni è stato ancora più esplicito: « Vn evviva a chi ha avuto la benefica audacia! Sono sicuro che servirà ad aiutare specialmente i giovani a lavorare con tede e con ardore. Perchè, diciamolo pure in moneta spicciola, la parola danaro può apparire prosaica, e vi è anche chi la trova dispregievole. ma torna sempre opportuna anche... al letterato! ». Giorgio Pini, direttore del « Resto del Carlino », ha detto: « Dopo la guerra e la rivoluzione siamo entrati in un periodo di sicura ascesa di tutte le nostre arti in conseguenza della consolidata ed approfondila unità nazionale: abbiamo un'arte e una letteratura del tempo fascista con caratteri peculiari, cosi come già esiste uno stile di vita fascista, perchè i fenomeni sono interdipendenti. Grande pregio del nuovo premio è, a mio parere, ia sua perfetta tempestività, essendo istituito proprio nel momento in cui appariva utile come propulsore delle energie che devono ormai impegnarsi in uno sforzo risolutivo- E' tempestivo anche per la cifra cospicua richiesta dallo scopo e dalle circostanze che la differenzia dalle tante semplici espressioni di pio desiderio dt mecenatismo. Credo pure che le buone lire 50 mila simboleggino una sempre più certa superiorità della letteratura italiana sulle altre letterature straniere. Sono quindi entusiasta dell'iniziativa ». Giuseppe Lippartnl: « Bisogna, lodare senza condizioni il gesto munifico della Stampa. Diceva un tempo Marziale: Dateci un Mecenate; ci sarà anche un Virgilio. E se st vede che c'è qualcuno che incomincia ad alutare gli scrittori, questt si sentiranno incoraggiati ad osare. Osare: Ecco quello che manca alla letteratura italiana di oggi ». Leo Longanesi: i II premio letterario della Stampa è un'Idea ottima. Bisogna ora vedere quali saranno i giudici, credo che in Italia pochi scrittori meritino le 50 mila lire, ma il fondatore del Premio sa benissimo queste cose e non sbagllerà nella scelta. Spunta per me come editore il s. .e dell'avvenire capitalista ». dpdmrtuzpdCgpmbdpdgetd1dndggt