Da Roma a Città del Capo con un apparecchio da turismo

Da Roma a Città del Capo con un apparecchio da turismo L'audace « raid » di due aviatori piemontesi Da Roma a Città del Capo con un apparecchio da turismo - Due coraggiosi aviatori piemontesi partono oggi col loro apparecchio da 'l'orino per raggiungere Homa, di dove, Ira un paio (li giorni, iniz-ieranno un Importantissimo vaiti. Col loro piccolo aeroplano da turismo — un fiat A.S- 1, cioè il modello clie ha partecipalo al giro aereo d'Europa dell'anno scorso — essi raggiungeranno il SudAfrica, e precisamente Città dei Capo. Questo viaggio aereo dall'Europa aJ Capo di Buona Speranza è giù. stato effettuato ad opera di aviatori inglesi. Ma i nostri aviatori si propongono di compierlo in modo non poco diverso. 1 volatori inglesi avevano la possibilità di usufruire di molti comodi: di apparecchi di scorta che li accompagnavano sovente lungo il percorso, di fumate che Indicavano loro i punti di atterraggio, e di altre facilitazioni ancora. I due aviatori piemontesi non disporranno di nessuno di questi... agi. Essi vogliono compiere un volo die sia veramente di turismo; intendono, cioè, dimostrare la possibilità di recarsi da Roma a Città del Capo con mezzi puramente turistici, cioè senza l'aiuto di terzi, senza una preparazione che Tada più in là della comune preparazione 41 un volo normale; preparazione che finisce per ridursi al dislocamento delia benzina e dei lubrificanti nei punti di atterraggio. Come si vede, l'impresa non è facile; senza dubbio, anzi, essa è audace e presenta non solamente difficoltà, ma pericoli. Ma il valore dei nostri piloti è pari al loro coraggio e l'impresa sarà un nuoIto brillantissimo successo dell'aviazione civile italiana. Il pilota e il passeggero Pilota dell'apparecchio è il conte torinese Ferdinando Avogadro di Collociano, di anni 29, già iilllcinle pillola nel 1922. Egli ha al suo attivo una lunga esperienza africana. Passò circa sette anni nel Sudan, in Eritrea, in Abisslnia, in Tripolltania e CirenaicaNel '28 e '29, appunto in Cirenaica, si guadagnò una medaglia d'argento al ivalor militare ed una di bronzo. Fra le sue imprese sportive d'Africa, è da ricordare il <■ rnirt » automobilistico Massaua-Kartum-Massaua, effettuato nel 1925, attraverso zone In buona ■parte Inesplorate. Il conte Ferdinando Avogadro di Colloblano è, in una parola, un audace spirito avventuroso, in cui il desiderio della novità è controbilanciato dal senso del reale e del pratico; di guisa che « ardire e prudenza » potrebbe essere la sua dlvisfhDegno compagno in cmesta Impresa pli è Roberto Malinverni, di armi 33, da Vercelli. E' un ex-ulnciale che ha combattuto in guerra ed è decoralo. Col conte Collobiano ha preso parte ad una importante spedizione in Abissinla. Da lunghi anni pratica lo sport automobilistico. Il collobiano sarà il pilota dell'apparecchio, e il Malinverni sarà quello che si usa chiamare «il passeggero»; nel caso attuale, un passeggero In grado di portargli, in caso di bisogno un grande aiuto-morale e materiale. La preparazione del « raid a da parto del due giovani ed entusiasti vola- I ori è durata non meno di tre mesi; ed essa sta a indicare la complessità e la difficoltà dell'impresa. 11 primo e pi11 grave scoglio è stato superato con il dislocamento, nelle varie località di tappa, del carburante e del lubrificante, ottenuta per mezzo di una nota ditta del genere. Ma I preparativi hanno dovuto continuare metodici e lunghi, intorno ad altri punti di non facile nè sollecita soluzione. Difficoltà da superare C'erano, infatti, molte cose a cui pensare, molte circostanze a cui guardare come reali pericoli, e provvedere di conseguenza. Uno degli aspetti da cui gli aviatori si attendono i peggiori scherzi, del veri tiri mancini, è quello degli sbalzi di temperatura. SI va dalla attuale nostra temperatura invernale a quella infuocata dell'Equatore, per rldlscendeTe a temperature moderate. Questi capricciosi salti del termometro possono nuocere, più ancora che agli uomini, agli apparecchi, in modo addirittura deleterio. La struttura del cvelivolo può essere menomata seriamente in quelle che sono le sue oti ratteristlche di saldezza e di resi stanza. Poi c'era da risolvere la quistione 'dei campi di atterraggio, che per la maggior parte non sono veri e propri campi debitamente e permanentemen te allestiti, bensì campi di fortuna. Per esempio, i nostri aviatori hanno do vuto preventivamente ordinare il taglilo dell'erba In alcuni punti scelti come Luogo di fermata, in un altro caso hanno dovuto accontentarsi, come punto di atterraggio, di un campo di cotone. Altro argomento degno di delicati studi preventivi: 1 venti. In Africa le correnti d'aria, tanto più quando fanno comunella con le sabbie del deserto sahariano, sono capaci di seri guai. II i ghibli • nel nord Africa, Il « cinque giorni » del Sudan (come lo chiamano gli Indigeni, dal periodo della loro durata) sembrano fatti apposta per ostacolare e sconvolgere 1 piani di un piccolo velivolo da turismo che tenti l'imponente traversata. In altri casi la difficoltà si presentii sotto forma diversa e più singola re. Nella regione dei Laghi, ad esem pio, l'altitudine è cosi considerevole, e di conseguenza l'aria è cosi rarefatta, che si fatica non poco a salire e prender quota, specie, come jiel caso attuale, si deve caricare l'apparecchio in misura considerevole. Difficoltà, del resto, se ne incontrano, più o meno gravi, un po' ovunque. Ciò apparisce dalla seguente breve descrizione che, tappa per tappa, crediamo opportuno fare, di questo interessantissimo ■ raid ». Le 18 tappa l.a tappa: Roma-Trapani (Km. 875). L'apparecchio segue la costa fino allo stretto di Messina, quindi la- costa jiord della Sicilia lino a Trapani. S.a tappa: Trapani-Tripoli (Km. 903). Dal Capo Lilibeo puntando fino a Ciipo Bon l'apparecchio terrestre sorvolerà 150 Km. di mare, quindi proseguirà seguendo le coste tunisine e tagliando 11 golfo di Gabes. Quivi la navigazione è generalmente contrasta ta dal > ghibli ». 3.a tappa: Tripoli-Bengasi (Km. 935). Si costeggia il golfo della Grande Sirte. Anche qui venti contrari. Un atterraggio forzato sarebbe pericoloso per la zona desertica priva di acqua e per gli indigeni inospitali. ■i.a tappa: Bengasi-Aboukir (Km. 1065). Sorvola la zona montagnosa del Gebel senza possibilità di atterraggio; sorvola il golfo Bomba, costeggia il nord Egitto. Venti disturbatori. 5.a tappa: Abouklr-Aswan. (Km. 900). Segue il corso del N'Ho. SI prevede il vento « kamsin • (cinque giorni) con turbini di sabbia. Arrivo su campo di fortuna senza hangar. Si prevede per l'apparecchio l'ancoraggio, cioè l'operazione di fissarlo ai suolo con corde e pioli, e di montargli la guar¬ dmcSdqSsNnp5gaRgdLPzMV7pganbn2Sdtfim2cWncn dia di notte, dormendo per turno i due aviatori sotto l'apparecchio stesso, mentre l'altro vigila per metterlo al sicuro dalle possibili sorprese... 6a tappa: Aswan-Kartum (Km. IMO). Segue il Nilo fino a Wadi Halfa, quindi la ferrovia del deserto nublaco. Frequenti bufere di sabbia. 7. a tappa : Kartum-Malakal (Km. 770). Segue il Nilo. La meta della tappa sorge vicino al punto di confluenza del Nilo Bianco col Nilo Azzurro, in regione spesso allagata nel periodo delle ploggie. Campo di fortuna. 8. a tappa: Mala'tal-Mongalla (Km. 520). Lascia il Nilo e sorvola una regione boscosa e pantanosa. Campo di atterraggio generalmente allagato. 9. a tappa: Mongalla-Jinjia (Km. 540). Ritrovato a Mongalla il Nilo, lo si segue, attraverso la regione pantanosa del lago Kioga, lino alle sorgenti, al Lago Vittoria. Campo di fortuna. 10. a tappa: Jinjia-Mwanza (Km. 460). Partenza difficile a causa della rarefazione dell'aria. Campo di fortuna e Mwanza, all'estremità sud del lago Vittoria. Ancora campo di fortuna. 11. a toppa: Mwamza-Aberoom (Km. 740). Navigazione con bussola, senza punti di riferimento, fino a Tabora (1200 m.). Zona montagnosa, coperta da foreste e pantani. Da Tabora si taglia la ferrovia che va da Dar-es-Salam al lago Tanganyka. Navigazione con bussola fino in vista lago Rukwa. Zona montagnosa (2500 m.) fino ad Abercorn, a 20 Km. dal Lago Tanganyka. 12. a tappa: Abercorn-Broken Hill (Km. 770). Partenza difficile (circa 2000 m.). Zona montagnosa e boscosa. Si segue la strada che va a Mpika, indi navigazione con bussola senza franti di riferimento fino a Broken Hill (1100 m.). 13. a tappa: Broken Hill-Livingstone (Km. 190). Si segue la ferrovia Elisabetville-Livingstone. Buon punto di riferimento le cascate dello ZambesI (Victoria Falls) che si possono vedere da circa 60 Km. 14. a tappa: Livingstone-PaJapye Road (Km. 740). Si segue la ferrovia fino a Bulawayo (1300 m.). Zona montagnosa e boscosa. Segue ferrovia fino a Palapye Road. 15. a tappa: Palapye Road-Pretorla (Km. 370). Navigazione con bussola. Pretoria è a 1550 metri sul livello del mare. 16. a tappa: Pretorla-Bloemfonteln (Km. 420). Zona montagnosa a oirca 2000 metri. Si sorvola Johannesburg, capitale del Transvaal. 17. a tappa: Bloemfontein-Beaufort West (Km. 540). Zona ondulata e collinosa coperta da grande vegetazione e coltivata in gran parte. 18. a tappa: Beaufort West-Capetown (Km. 440). Zona come la precedente. 15-20 giorni Avvertiamo che 11 computo del chilometri non è stato fatto in linea d'aria ma tenendo conto dei principali punti che potremmo chiamare obbligati, cioè quelli cui torna conveniente agli aviatori di toccare. Come si vede, le ultime tappa sono le più brevi, e gli aviatori contano, in circostanze favorevoli, di poterne compiere più di una al giorno. Come durata dell'ardimentoso viaggio essi hanno preventivato dai 15 ai 20 giorni. L'autonomia del piccolo apparecchio Fiat, sul quale i protagonisti dell'impresa ripongono la massima fiducia, è stata portata a 12 ore di volo. Come abbiamo detto Di Colloblano e Malinverni raggiungono oggi Roma. Qui in un paio di giorni sbrigheranno le tiltlche pratiche e completeranno i preparativi, dopo di che prenderanno la partenza. E li accompagneranno nella bella e difficile gesta il cuore di tutti gli italiani.