Gli "azzurri" battono la squadra svizzera per 4 goals a 2

Gli "azzurri" battono la squadra svizzera per 4 goals a 2 GLI INCONTRI INTERNAZIONALI DI CALCIO Gli "azzurri" battono la squadra svizzera per 4 goals a 2 I cadetti sconfìtti a .Marsiglia (Dai xi o stri inviati, Pregi e difetti di una squadra Roma, 10 mattino. Partita cht susciterà commenti quella di ieri. Partita che pare fatta apposta anzi per suscitare discussioni e per far esprimere giudizi e consid-i razioni in discordanza l'una dall'altra. La squadra italiana entrò in campo e si allineò dopo le cerimonie d'uso contro la Svizzera ed ebbe un inizio incerto. La coesione c'era, ma il tono forte non giungeva. Il rendimento tardava ad essere raggiunto. Qualche azione stilisticamente pregevole, numerosi movimenti eli intesa a metà campo, ma nessun risultato positivo. Che le due occasioni, di segnare che si presentavano per prima agli azzurri cedevano Costantini, tirare a lato per poco su un centro di Orsi e Magnozzi alzare sopra la sbarra trasversale un facile pallone entro l'area di rigore. Poi di colpo, mentre ancora i. nostri stavano cercando la giusta carburazione e mentre meno essi si attendevano un'attività avversaria intensa e penetrante, gli avversari scatenavano una serie di attacchi in profondità ed in velocità. Terzini e mediani nostri si trovavano subito in difficoltà, 'in movimento Stelzes-Poretti-Sturzenegger. e prima Caslellazzl e poi Caligaris venivano a trovarsi tagliali nettamente fuori di azione. La mezz'ala destra svizzera sola davanti alla porta e leggermente spostata verso la destra, sparava forte verso 'l'angolo opposto della rete e Combl poteva toccare ma non fermare li palla. Primo successo elvetico che lasciava il pubblico quasi stupito ed interdetto. Alcuni minuti li giuoco a metà campo e alcuni accenni ad un risveglio degli italiani e la Svizzera invadeva nuovamente, la nostra area di rigore. Questa volta l'offensiva aveva pure carattere penetrante, ma il caso veniva a farsi complice del suo successo. Su una nuova incertezza dei nostri difensori. Rosetta interveniva deciso. Il suo rimando colpiva Poreltl con un secco ripicco: l'italiano veniva a trovarsi battuto e lo svizzero si trovava solo davanti alla porta con la palla nei piedi. Il tiro di Poretti, effettuato da non grande distanza, batteva nuovamente Cornili, Due a zero. Un risultato che difiondeva il gelo e anche qualche cosa di peggio nell'ambiente. Allora arrivava per davvero la reazione. Ce offensive degli azzurri si succedevano l'una all'altra con continuità e veemenza. E i risultati positivi della 'prevalenza esercitata giungevano come del colpi a ripetizione. Era prima una uscita del portiere svizzero per parare un Uro diretto, ta presa riusciva imperfetta, Meazza prima e Magnozzi subito dopo intervenivano veloci. Pache perdeva la palla e Magnozzi la sospingeva nella rete malgrado un disperalo tentativo di parata di Ramseyer che si era gel tato in tuffo. Lo svantaggio si era ridotto ad un punto. Giuoco a metà campo e nuova offensiva italiana. Questa volta era Pitto che inscenava il movimento. Un lungo ea improvviso traversone del nostro mediano destro verso l'ala sinistra prendeva la difesa svizzera di sorpresa e la tagliava nettamente fuori lasciando il campo libero a Orsi. Era una di quelle situazioni che il juventino adora ed egli non faceva complimenti: puntava diritto sulla porta, attirava fuori di porta il portiere, e scaraventava la palla in rete con eleganza e precisione. Lo svantaggio era annullato. Come proseguendo sullo slancio, gli italiani picchiavano altri colpi sulla difesa avversaria. Un bel centro di Orsi, dopo una serie di movimenti che avevano gettato il disordine nella difesa svizzera e Meazza riprendeva di testa mentre Pasche si trovava spiazzato e mandava la palla a finire alla nella rete. Era la volta dei nostri-ad essere in vantaggio ora. E poco dopo 10 stesso Meazza. che si era rinfran calo e aveva ripreso disinvoltura, portava via nettamente dalle mani del portiere svizzero il pallone che questi non era riuscito ad intanagliarc su un forte tiro, scavalcava l'avversarlo c segnava da pochi metri di distanza. L'Italia era in vantaggio per (tue punti ora: la stessa situazione di prima, cioè, capovolta. Sei punti, una vera gragnuola, l'uno sull'altro, quasi senza interruzione, che forse venti minuti non passarono dal primo successo degli avversar) all'ultimo degli italiani. Per il pubblico 11 trapasso dalla speranza al disinganno e successivamente dal dolore alla gioia era cosi rapido e violento che esso rimaneva conte di stucco. E sull'impressione della travolgente reazione degli azzurri si restava alla ripresa, malgrado che. prima del riposo di metà tempo, gli ospiti, per un altro errore della difesa nostra, giungessero vicino, ben vicino, in realtà — che il palo e un provvidenziale intervento di Rosetta in extremis salvarono la situazione — dal segnare nuovamente. Che il ricordo del nuovo pelicelo corso era subito cancellato da un tiro nostro che colpiva il palo e. da una susseguente mischia nell'area di ri-gore avversaria, durante la quale il pallone fu cinque o sei volte ad un nonnulla dall'entrare In porla. ila a questo primo tempo movimentato, interessante, combattuto e bello, aoveva far seguito una ripresa che al confronto lasciava un'impressione scialba, fiacca e priva di colore. La storia di questa ripresa fu quella di una lunga prevalenza nostra interrotta qua e là da rigorose offensive svizzere che venivano contenute dagli azzurri quando essi giungevano all'altezza dell'area di rigore. Combl ebbe un solo tiro difficile a parare. Durante questo secondo tempo, i' giuoco ebbe per sede prevalente la metà campo svizzero, ma risultati concreti più non vennero raggiunti. E fu davvero la cosa più straordinaria che l nostri non segnassero in questa seconda parte dell'incontro. Tre occasioni d'oro si presentavano ai nostri — tre occasioni di quelle che prima di entrare in campo, un gluocatore pregherebbe in ginocchio che gli si presentassero durante l'incontro: portiere fuori porta, difesa battuta, rete vlwta t sguarnita, situazione a \ o 5 metri — e tutte e tre vennero mancate dai nostri. E su questa impressione di un predominio sterile e confusionario si chiudeva l'incontro. Le ultime impressioni sono quelle che restano, e qualunque cosa si dica o si scriva sull'attività degli azzurri in cuello che fu il sedicesimo degli incontri fra Italia e Svizzera risentirà i.'i questa specie di disappunto per il lavoro non finito dalla squadra nostra nel secondo tempo. Se Ferraris avesse approfittato delle occasioni chi- gli si iiTesenlarono, se egli avesse fruito an che di una sola di esse — e l'alessan arino attaccante quasi capolista in. fai .0 di segnatura di punti in camplona iti l'alessandrino che giuoco ottima mente a metà campo, era uomo da far 10 — le impressioni sul complesso dell'attività degli azzurri sarebbero state "ifferentl. Ma con tutto ciò, l'osservatore spassionato avrebbe pur trovalo motivo per rilievi. Che il risultato ò una cosa e 11 giuoco svolto un'altra. Anche se noi abbiamo vinto, anche se, come qualcuno di parte svizzera eblie a telegrafare a casa, noi avremmo potuto e dovuto vincere per 0 o 7 punti a due, l motivi per questi rilievi rlmariebbero. La squadra non si comportò a soddlnazione se non durante la seconda porte del primo tempo, quando essa fu pronaia dall'improvviso insuccesso subito. Allora essa fu pratica interessante e travolgente. Allora essa giuoco, prima cercò la coesione come in allenamento e poi, come ebbe a dire l'arbitro mister Gray, si addormentò come se fosse slata paga del periodo di valore mostrato e del successo ragcnmto. Prima e dopo del periodo felice e (.-. illante sopraccennato, difetti e pecche apparvero all'occhio a gruppi e a stalzl: Orsi che teneva troppo la palla. Ferraris che. eccellente a metà campo, cambiava tono e aspetto nell'area di rigore, Meazza che. emoziorato, si impegolava e perdeva quella chiara visione delle cose che gli e di solito caratteristica, Castellazzi. che esitava e mancava di prontezza e di energia nell'intervento, l'intesa generica e generale fra terzini e mediani che lasciava a desiderare. Difetti guaribili e pecche sanabili in parte con mezzi e in parte con altri. Ma difetti che saltarono all'occhio evidenti, anche se. come dicemmo, il risultato del secondo tempo getta su di essi la luce di una lente di irenrawiimento La squadra moralmente tenne. Squadro nuova e giovane, essa non era particolarmente attrezzata per reggere all'effetto df un rovescio iniziate come quello subito. Trovarsi perdenti per due a zero a venti minuti dall'inizio 0 poco più, è un'avventura che mette rebbe alla prova i nervi e la struttura anche di una compagine anziana, e'verta e bruciata a tutte le tempeste. Molte fra le vecchie unità che difesero 1 colori d'Italia in tempi recenti e lon 'uni, sarebbero andate i catafascio, o per lo meno, si sarebbero sconnesse di fronte ad uno smacco del tipo di Quello odierno. La squadra di ieri, invece, non si disunì, non perse la calma, non battè ciglio. Anzi il suo vero valore apparve soltanto in questi momenti di vera sventura: i giocatori non si innervosircno, si sorressero a vicenda - senza aiuti esteriori — e trovarono il modo di riprendere il terreno perduto e di capovolgere nettamente la situazione. E' questo un merito che va riconosciuto ai giocatori, di questa particolare edizione della nostra squadra nazionale. Particolare edizione e particolare situazione. L'avvenimento di Marsiglia aveva esercitalo la sua influenza su tutto. E che l'incontro col sud-est della Francia presentasse caratteri di autentica difficoltà e assurgesse quindi a importanza primaria, doveva confermarsi poi chiaramente. Squadra giovane e nuova, prodotta da un periodo di crisi che il risultato torte dell'incontro col Portogallo aveva tatto ritenere a molti come completamente sorpassato, squadra indebolita da circostanze indipendenti dalla sua volontà, squadra che ancora sta lavorando per forgiarsi un carattere suo e anche per prendere un'inquadratura definitiva e salda, quella di ieri ha mostrato attraverso gli alti e bassi di uno stesso incontro, le doti e difetti del suo temperamento e della sua struttura. Ha mostrato ali uni e ali altri andando a sbattere in una tempesta quando meno se lo asptttava. cavandosene coi mezzi, proprii e intorpidendosi In seguito come per nulla tenere nascosto di sè. E', dopo tutto, una squadra che ha vinto, mentre si trovava in cantiere per ricostruzione e mentre ha dovuto cedere parte dei non ricchi mezzi suoi a una sua consorella. Gli svizzeri pure sono giunti a noi con una compagine in corso di revisione e riparazione. La squadra non ha in sè nulla di eccelso dal punto di vista tecnico, ma, a ben considerarla, essa presenta un aspetto migliore delle edizioni precedenti. Aspetto migliore nel senso di aspetto più ordinato e più organico. Manca all' mila la fiducia in se stessa e la forza morale, che it lasciarsi strappare In vittoria dopo d. aver raggiunto un vantaggio sostan ziale dì un palo di punti, non costituisce certo un titolo di merito. Ma l'attacco è veloce e intraprendente specialmente per opera di Poretti. il centro, e di Stelzer, l'ala destra. La linea mediana lavora con miglior -ostruito dell'anno scorso, e la difesa presenta lo stesso carattere rude e massiccio che ha da quando Ramseyer ne costituisce il pilone di sostegno. Pasche, il portiere, ebbe molto lavoro e discreta fortuna; certo non fu troppo felice nelle nsctte di porta, che se i nostri attaccanti avessero mostrato merlo orgasmo e più precisione. eglii avrebbe dovuto uscire dall'incontro bat-\ tllto almeno sette volte. Le occasioni di ifarsi battere egli le porse questo pre Iciso numero di volte agli avanti dcgli^azzurri. Dicevano l dirigenti della squadra ospite che nemmeno la loro formazione \ di Roma può considerarsi come definitiva e nemmeno il grado dì torma e di preparazione del loro uomini va considerato come il-migliore a cui si possa arrivare. La vera forza della nuova squadra elvetica, dicono essi, non si vedrà che più tardi Prendiamo dunque in questo senso la prova for nita dogli ospiti e non addentriamoci nel meandri di considerazioni tecniche minute sul loro valore. Poniamo piuttosto in rilievo che gli. ospiti giuocarono con correttezza e con spirito cavalleresco, che nessun tallo, nessuna violenza e nessun incidente turbò nemmeno un istante lo andamento del giuoco. Quello che guastò l'andumento del giuoco, o meglio lo offuscò, fu il notevole abbassamen lo del livello tecnico del secondo tempo Quello che l'incontro vide di bello, lo vide nel primo tempo, dal momento in cui gli ospiti segnarono ti loro primo punto al segnale di riposo, protagonista l'attacco nostro e attore Intermittente e casuale l'attacco svizzero. Poi le azioni presero carattere di metà campo, persero di slancio e di. spirilo penetrativo, si sminuzzarono in piccoli duelli e si gua slarono come conseguenza del prevalere delle due difese sui due attacchi. ,a superiorità Italiana fu nel complesso dell'incontro netta chiara e indiscussa; superiorità di attacchi e migliori qualilà di tecnica e in minor misura anche di tattica. Reparto per reparto l'unico settore della squadra svizzera, che resse pienamente il confronto col corrispondente settore della squadra italiana fu quello dei terzini che, costretti in un lavoro quadruplo di quello dei nostri, rei' sero. tennero e costituirono una barriera salda e valida. Nessun paragone è possibile fare fra > due portieri, dato che se Pasche fu occupaiisstmo per tutto l'incontro. Cambi, dopo, i due palloni da cui fu battuto per malintesi degli uomini che gli stavano di fronte, più non ebbe te non quattro o cinque occasioni di lavorar» di impegno. Lo strano delle conclusioni che ti deducono da questo incontro è che non solo fra critici Italiani regnerà su di esso un disaccordo ma anche fra gli interessati dei diversi Paesi presenti. L'arbitro inglese Gray ebbe a dichiarare che parecchi degli incontri, di campionato della lega inglese dei campionati professionisti cioè, che egli arbitrò in questi ultimi tempi /«• rono di qualità tecnica inferiore all'Italia-Svizzera di ieri. Non vi è da complimentare il calcio inglese se leniamo presente quel secondi) tempo che più o meno giustamente venne preso a indice della gara. I giornalisti svizzeri, da parte loro ammettendo la nostra piena superiorità tecnica, si dichiararono entusiasti del nostro attacco e della nostra linea mediana. Il che è per lo meno in contrasto con la commossa volontà che avevano gli azzurri di offrire al. Duce, che li onorò della sua attenzione e del suo interessamento e della sua presenza all'incontro, lo spettacolo di un lavoro già più completo come finitura, tecnica e più continuativo e intenso e interessante come rendimento pratico. VITTORIO POZZO.