Il dibattito navale

Il dibattito navale Il dibattito navale La grossa questione dei sommergibili Londra, 10 mattino. Garvin pubblica nell'Obseruer un orticolo sulla Conferenza navale. L'articolo intonato contro l'atteggiamento francese circa i sommergibili, dice che ciò che si sperava una settimana fa è avvenuto. L'America, l'Inghilterra e il Giappone hanno preso l'iniziativa circa la riduzione delle navi da battaglia, che vengono chiamate « fortezze marine ». i] giornale aggiunge che spetta ora alla Francia di rispondere adeguatamente nei riguardi dei sommergibili, i quali, dopo tutto, sono svantaggiosi alla Potenza che insiste ad usarli, poiché, data la natura essenzialmente insidiosa dei sommergibili, viene ad essere perpetua l'immaginazione della guerra e si ba una simulazione degli armamenti. Dopo aver affermato che le proposte americane e britanniche per la radicale riduzione delle navi da battaglia sono un esempio pratico per la causa del disarmo navale, Garvin conclude dichiarando che la Francia darà una adeguata risposta riducendo i sommergibili e impegnandosi a proibire assolutamente l'uso di essi per la distruzione delle navi mercantili. Il redattore diplomatico del giornale dice che, salvo una eccezione importante, le questioni alla Conferenza navale sono state definite e ristrette a dimensioni su cui possono svolgersi trattative. L'eccezione concerne i sommergibili e in particolar modo il rifiuto francese alla proposta anglo-amw ricana per la loro abolizione. Si ha ràl gione di credere che gli italiani e i giapponesi esamineranno la proposta anglo-americana, se la Francia la prenderà in considerazione. Il giornale rileva poscia che la Francia è la sola firmataria del trattato del 6 febbraio 1922, la quale non lo abbia ratificato, ed afferma che nei circoli francesi non si crede che la Francia ratificherà il trattato stesso se non con certe modificazioni. Il Sundai/ Dispatch nel suo articolo di fondo dice che si sta manifestando un vero progresso alla Conferenza navale e che non dovrebbe esservi difficoltà nel raggiungere l'accordo su un punto di capitale importanza e cioè circa il divieto dell'uso dei sommergibili contro le navi mercantili. Il redattore diplomatico del Sunday Tiefered afferma che nonostante che le Delegazioni americana ed inglese siano per proporre martedì prossimo la abolizione dei sommergibili, purtroppo questa abolizione non avverrà perchè la Francia e le altre Potenze navali minori non lo consentiranno. Il Sunday Times, dopo aver osservato che non si comprende fino ad oggi come le proposte giapponesi, francesi e italiane possano essere conciliate con le proposte di un accordo anglo-americano, aggiunge che rimane ad ogni modo la grande questione dei sommergibili e rimane pure a determinare quanto Implica la parità. Il redattore diplomatico dello stesso giornale dice che finalmente la Conferenza comincia ad occuparsi delle vere difficolta che dovrà risolvere. Un'amara nota del «Temps» Parigi, 10 mattino. Il Temps scrive che è significativo che, proprio mentre la Conferenza di Londra è impegnata sopra la proposta francese, affronta il fondo delle discussioni ed esamina le cifre, si sia potuto richiamare l'accordo di principio anglo-americano sopra l'insieme del problema, al di fuori delle altre principali Potenze. « Il procedimento — scrive il eternale — è discutibile e non è provato che sia molto abile. Bisognerebbe nuche stabilire che Londra e Washington sono realmente d'accordo su tutu i punti, ciò che non appare dall'esame delle due dichiarazioni. Relativamente alle formule preconizzate non vi è alcuna sorpresa, ritrovandosi In esse le idee costantemente discusse nei negoziati di MacDonald agli Stati Uniti e in quelli a Londra dopo il suo ritorno. Bisogna guardare la realtà, liberandola dalla letteratura politica e da sentimentalismo pacifista. La realtà è che l'America vorrebbe assicurarsi la preponderanza navale con la minima spesa e l'Inghilterra, costretta dalle condizioni delle sue finanze, tenta di mantenere Ja padronanza in comune con l'America e realizzare cosi un'importante economia. Le Potenze anglo-sassoni sperano di riuscire, imponendo alle altre Nazioni un regolamento complessivo che permetta, loro di agire liberamente secondo i propri! interessi, senza essere disturbate da sforzi altrui. Questa tattica ha potuto riuscire a Washington per le grandi navi, ma l'esperienza basta per non lasciarsi sorprendere nuovamente da tale politica. Per quanto vivo sia il desiderio degli inglesi di intendersi con gli americani, non è dìmostrato che il concetto semplicista della parità navale non determini una seria reazione di certi ambienti britannici influenti. L'accordo inoltre varrà solo se il Giappone lo sottoscrive, perchè ogni riduzione di flotte anglo-sassoni dipende da sacrifici consentiti dal Giappone. Ma Tokio mantiene sinora energicamente la rivendicazione del 70 per cento, che l'accordo previsto non permetterebbe di accordargli. Le Nazioni preoccupate solo di organizzare efficacemente la loro sicurezza non potrebbero ammettere riduzioni dei propri! mezzi di difesa se le Potenze che dispongono di formidabili mezzi di azione, non consentissero di sopprimere preventivamente le grandi navi, che costituiscono il vero valore offensivo della flotta. L'esposto 'nglese è d'altronde sorpassato dai negoziati delle ultime settimane e non se ne vede l'utilità della pubblicazione. La-dichiarazione americana ed il memorandum britannico non sembrano facilitare ia situazione della Conferenza. E" possibile che MacDonald sfrutti dinanzi all'opinione inglese la prospettiva di un accordo anglo-americano, in fondo illusorio, di cui l'Inghilterra sola farebbe le spese. Altra cosa è arrivare al metodo di limitazione accettabile delle cinque Potenze, che deve permettere alla Commissione di Ginevra di preparare la Conferenza generale del disarmo ».

Persone citate: Garvin, Macdonald