Un altra condanna all'ergastolo

Un altra condanna all'ergastolo LE AVVELENATRICI DI SZ0LN0K Un altra condanna all'ergastolo Orribili episodi -- Ciniche narrazioni Budapest, 7 notte Il processo a oaxico deiraweJenatrice Maria Varga si è 6volto a Szolnok oggi ed è terminato con la condanna all'ergastolo dell'accusata. L'aula era piena zeppa di pubblico nel quale prevaleva l'elemento Intellettuale. L'imputata faceva l'impressione di essere oluremodo atterrita; però si era vestita in maniera assai strana; sulla testa aveva un fazzoletto di seta e addosso un lungo mantello di velluto nero che le arrivava fino a terra. Aperta l'udienza il presidente comincia col chiederle: — Lei è accusata del delitto più terribile che si possa rimproverare ad una donna. Si riconosce colpevole? — No, signor presidente, io non ho ucciso nè il mio povero marito Joljart nè Michele Antbrus (l'amante). Cieco di guerra — Come mori vostro marito? — Noi ci sposammo nel 1913; il nostro matrimonio era felicissimo, però mio marito era enormemente geloso, ma egli era innamorato. Venne poi una sciagura tremenda; nel 1915 tornò a casa cieco di entrambi gli occhi e piangeva U giorno intero. — Lei ha detto che suo marito era ammalato? — Sì, signor ..presidènte; quando tornò a oasa à stato malato .per due,-.set* timone. Quindi' (a questo punto- l'imputata oomtnpla- .-a - tremare) sopravvenne la morte. •'" — Adagio; le cose non sono andate cosi semplicemente. Ci racconti con esattezza in quale modo è morto suo mai-ito. — Mio marito soffriva di dolori allo stomaco, anzi mi raccontò die a questi dolori era soggetto da tempo. In casa nostra veniva spesso la signora Fazekas (la famosa levatrice conosciuta sotto il nome di Susi Olah, che forni l'arsenico a tutte le avvelenatrici dei villaggi della zona del Tibisco). Mio marito si lagnò con lei dei dolori di cui soffriva. Ella gli disse: t Non ti lagna re, tiglio mio; io ti porterò una cosa che certamente di fera guarire •. Presidente: — E' molto strano quello che ci dice; è la prima volta che lo sentiamo. ' • — Sì, signore, è stato proprio così. La signora Fazekas portò allora la boceettina contenente un liquido che io non riconobbi, ue versò a mio marito alcune goccie in un. bicchiere. Mio marito bevve ed incominciò a vomitare. De) resto però si sentiva bene. (Impressione nell'aula). Presidente: — Dunque suo marito moti dopo di avere preso la prima dose? —- No, egli si ammalò a poco a poco ed aWora noi chiamammo il medico dottor Szegedy, il quale gli diede una medicina; dopo tre giorni però mio marito se ne andò all'altro mondo. Un anno dopo la signora Fazekas mi venne a fare una visita perchè voleva che io sposassi suo figlio. Avendo opposto un rifiuto mi disse irritata: a Me la sconterai! ». Presidente: — E come andarono le cose col vostro amante Michele Ambrus? — Non so nulla. Egli è morto di una morte naturalissima. Siccome il Presidente ìnslsie. Pacasela finisce con l'ammettere che suo figlio, dopo la morie di Ambrus, ereditò da lui un terreno dell'estensione di &) jugeri, cioè a dire un possedimento che nel villaggio di Nagj.rev è di insolita grandezza. Il terzo marito Segue alia sbarra l'attuale marito dell'imputata, il terzo, Bela Varga. Dice di- avere sposato Maria nel 1924 dopo essere stato un buon amico del suo primo mari'o. Il defunto una volta si lagnò con. lui dal-suo tenibile destino, essendo diventato cieco per sempre in- età giovanissima: Joljart però.non soffriva di altri malanni. E' poi chiamato il medico, dottor Szegedy, che, secondo la deposizione dell'accusata avrebbe curato Joljart. Szegedy afferma invece che questa è una pura menzogna, giacché a quell'epoca egli era al fronte e nella regione dei Tibisco si è stabilito appena nel 1920. L'accusata, nel l'ascoltare questa de posizione, diventa pallidissima e torce disperatamente le mani. Il testimone prosegue dicendo di essere stato chiamato al capezzale, di Ambrus quando era troppo tardi; l'uomo era già spirato- Allora accertò che la mòrte era dovuta a travaso di san gita nel cervello. Però non è più in grado di ricordare chi gli abbia descritto i sintomi della pretesa ma lattla. La deposizione di una condannata a morte Sensazionale addirittura è la deposizione di Maria Szendl Kardos, l'avve- jicnatrice che giorni addietro è stata condannata a mone. La iionna diehla |ra che vuole parlare e dire tutta la I verità. Il presidente le domanda: — Che cosa sa lei della morte di Joljart? Teste: — Di questo non so molto; ricordo soltanto che se la intendeva poco con sua moglie. In compenso , r posso narrare molte cose su Michele i Ambrus La morte di Michele Ambrus jmi fu subito sospetta. Mi creda, signor è b dll l io me n'intendo, giacché anch'io ho avvelenato mio figlio e il mio primo marito. — Dunque, che cosa ha visto? — domanda il presidente. — I primi indizi erano molto sospetti. L'uomo si lagnava di dolori che 10 attanagliavano ed una volta mi ha detto: « Maria, mi sento nelle viscere qualcosa che rode ». Allora capii subito di che si trattava. Io so bene che cosa voglia dire quando « zia Susi » fa una visita a qualcuno. Signor Presidente, Io ora non parlo per desiderio di vendetta; però, se io debbo scontare i miei peccati, voglio che li scontino anche gli altri! Due settimane ad dietro sono stata insieme con Giuliana Foldvary sul banco degli accusati in quest'aula- Io ho confessato tutto lealmente e per questo mi hanno condannata a morte, mentre l'altra, che ha mentito, è stata assolta. Dunque, un giorno io mi incontrai con « zia Susi » davanti alla porta di casa Varga. La levatrice mi raccontò che la Varga non voleva pagarla, ma che l'avrebbe costretta ti .tirare fuori, bene o male, il denaro. Non appena Susi sì fu allontanata, la Vanga mi si precipitò incontro e mi chiese di che cosa avessi parlato.con la Susi. Io le raccontai tutto, e l'altra, mi rispose: « Lebo'gia dato., abbastanza, .non posso''darre1' tuffo quel che. chiede! •'. -Presidente:.^. Le disse perchè'la T«: vatrice aveva chiesto il denaro? '' — Ma questo non era affatto necessario! Era chiaro che il denaro lo aveva chiesto per il veleno! Quasi che questa deposizione non fosse stata abbastanza sensazionale (sul volto dell'accusata se ne vedono le traode), segue alla sbarra un'altra teste, ia settantenne signora Czer. la quale è attualmente in career-i sotto l'accusa di duplice veneficio. L'interrogatorio avviene per richiesta ilei Pubblico Ministero. La vecchia sembra atterrita e parla con voce tremantp. 11 compenso per l'uccisione di Ambrus Il Presidente le domanda: — Che cosa può dirci lei in merito a tutta questa faccenda? — Mio marito aveva un'osteria a Nagirev. Una volta il Varga si ubbriaco da noi; allora venne la moglie a prenderlo. L'uomo le disse: « Io vengo a casa, però guai a te ! Pensa che io ho dovuto dare a « Zia Susi > cinque quintali di grano a motivo di Ambrus ». Allora la donna, gridando, gli rispose: « Tieni la lingua a posto, idiotal Che fi diavolo ti prenda, te e le tue chiacchiere! ». Presidente: — Sapeva lei che la Fazekas avesse ricevuto' 5 quintali di grano a titolo di compenso per la uccisione di Michele Ambrus? — Sì, signore; me lo aveva detto lo stesso Varga, aggiungendo che la levatrice era stata pagata per avere soppresso Ambrus. La sorte dell'accusala è ormai decisa. Alle 18.45 si ha la sentenza: la accusata Maria Varga è riconosciuta colpevole dell'uccisione del primo marito. La Corte ritiene accertato che abbia commesso il delitto insieme con la levatrice Susanna Fazekas. Dalla seconda accusa, cioè dell'uccisione dell'amante Ambrus, l'accusata è assolta, sembrando assodato che l'Ainbrus sin morto per avvelenamento con arsenico ma mancando però le prove sufficienti per attribuire tale delitto a Maria Varga. L'imputata è stata quindi condannata all'ergastolo. Il pubblico invade la sala Subito dopo la lettura della sentenza, il difensore ha proposto di mettere l'accusata a piede libero, dietro cauzione, nell'attesa che la sentenza diventi esecutiva. I parenti di Maria Varga si sono dichiarali pronti a versare, a titolo di cauzione, il loro intero patrimonio 11 Presidente ha respinto la proposta, c allora l'accusata- si è messa a giridare : « lo ricorro ! Io mi sento innocente! », e tremava per tutto il corpo e Impallidiva. Tolta la seduta, un'enorme quantità di testimoni, fra i quali la madre e la sorella dell'accusata, hanno invaso la sala. Costoro si aspettavano l'assoluzione della Maria Varga. e volevano ora scambiare con lei qualche parola. 1 gendatnu e i carcerieri hanno respinto il pubblico. Nel corridoio si sono svolte altre clamorose scene e infine la calma è tornata, avendo 11 Presidente fatto promettere che domani

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