Il dissesto della Banca Popolare Italiana Quindici imputati

Il dissesto della Banca Popolare Italiana Quindici imputati Il dissesto della Banca Popolare Italiana Quindici imputati [Tribunale penale di Torino) Il processo per il dissesto della Banca Popolare Italiana — l'ultimo della teoria di macchinosi dibattimenti conseguiti ai dissesti bancari che si ebbero a Torino negli anni scorsi — si è iniziato ieri avanti la Sezione Vili del Tribunale .presidente: barone Accusane P. M. : \I procuratore del Re aggiunto, cóinm. De Majo). 11 processo giunge all'udienza dopo un'istrutoria iaboriosjssuua e a quasi tre an- faecssctsioni vaste e notevoli — possono dirsi scontate. « I due artefici della rovina > Chiusa la procedura fallimentare ed effettuato il reparto ai creditori (i danneggiati non ricuperarono che il dieci per cento dei loro crediti), i clamori ntorno a questa disgraziata vicenda si sono spenti. Ma il processo vede scemato l'interesse che poteva offrire dalli assenza dei due principali impuali, di coloro « che — secondo la senenza del giudice istruttore — per la oro posizione predominante, si porebbe dire assorbente, nella Banca Popolare, ne furono gli artefici coscienti delia rovina; ritrassero cospicui vanaggi dalle loro cariche, si preparaono la fuga all'estero con il contem- poraneo «odo dall'Italia di massima nari- deila tnrteh'tamenM lu- » incteb-tamente iu Sooo'costoro '.'ex-direttore della sede ;- T3Ttc:. Vittorio Arlette di Teonesto. - 36 aateì. ed tt famigerato comra. Etw, ZoccoSa, di 46 anni, eh* nella Ban- :* Popoaue copri le funzioni di amEHEBStatore t direttore generale. in¬ som le secar* che secondo gli Be*«iaÉBaitì. sarebbero andate a ani r^.',iu t*.***,* .•«• costoro in frode ai utCH-r.a ?» oe-lt tassctte rrel.wfi: p*r altare solo due cifre franchi olio Zoccola e 700.000 afiTArfetta Con luel viatico essi lasciarone l'Isaia nel 1926, riparando in Francia, dove v. Zoccola — come ri-ertrooo difrasam^r.te le cronache nei i'.-crEit scorsi — i.c^r.dosi a taluni fuonsscM, diede vita poi ad un'azienda bancaria — la Banca d: Tolosa — cui eri serbata però la s:*=sa disgraziata sorte d^bta Prtpolar1 Italiana, II fi^im^ns^ delia Banca Popolare taliana 'u dichiarato il 13 givamo ??7 r. dt««io. eh- colpiva oltre irer-.il.= creditori, in sran parte contadini « piccoli risparmiatori, si rivelò subito insente: Io sbilancio si approasiroava ai venti milioni. Con questa reai«,. dira e catastrofica per i creditori, vennero emergendo via via le responsaoRità. Chiusa nell'estate scorsa la serie desìi accertamenti e delle indagini, che dovettero essere approfondie. per mezzo di periti, soprattutto nel campo contabile per ricostruire tutta % sesrione dell'azienda, nei suol nove anni di vita, venne ordinato il rinvio \ s -ìdiz'o di quindici Imputati: con o Zoccoia e l'Arietto furono mandati a Giudizio taluni degli amministratori » d^i sindaci. Ma le accuse non sono eguali per tutti. ni dal crollo.'quando le conseguenze adei dissesto — che pure ebbe ripercus-,J■ 'ddtCcbcdd9npaitpbctoinaGMcazlrgpAl'nlDdFnMnncvltrlpcl "Ì^'YP/t^uJi ^.f^.nU.rf*! S La catena di fatti delittuosi Le maggiori riguardano naturaimcn- Essi sono in¬ 00'1*"1 ai ^PWnwmneindebUa asgravata per avere convertito in pro P'opno e della Banca, durante l;tó''6' lu,Vu dal1 m d<*0s1'10 0 à cauzione per l'importo complessivù <" WJ4ÙÙ lire; di distrazione di aitivilà i'ir avere in rormo ed ln Nlzza, distrailo ed occultato, io Zoccola 900 mila iiancm e l'Arietto TUO mila tran chi che erano stati versati loro per conto della Banca Popolare Italiana dai Credito Franco-Italiano di Nizza. Arietto è ancora incolpato in particolare dell'appropriazione indebita di ;i5w lire, rimessegli dall'avv. Onorato -Margary aninehe le depositasse sui conto corrente. Zoccola e Arietto, insieme con gli ex i&iratori Adriano Vaccari di 43 anni, ao.iauie a Gbiiova; Mano Barberis di 45 anni, abitante a Luserna S Giù vanni; Francesco bebernardl di Tu anni, abitante a Settimo Torinese, e Mano Aiese di 50 anni, abitante a Totino, via s. Benigno 9, devono poi ri.^poudere Un correità lo Zoccola e l'A rietl0) come complici non necessari gli altn>' del reato previsto dall'art. 2» Cod. di Coni- (truffa in sede di soCietà commerciale). Tale accut" connette con le decisioni prese n w dl IeuDraj0 1UJ3. ln T~..7..^«n« i» crmioiA fu n-asrn accusa si nei ias quel fnócaslòne"la" società" fu "trasformata *^ otlenere la trasformazione, sii simulò la chiusura in pareggio del bilancio delia cooperativa, e si fece credere al l'esistenza di attività insussistenti e di un capitale sociale di 90ti mila lire. Con tali artillzi iu tentato poi di raccogliere sottoscrizioni e versamenti per 11 nuovo capitale azionario di 10 milioni ma le sottoscrizioni, per buona ventura degli azionisti, non raggiunsero che le 500 mila lire. Gli stessi imputati e gli altri attimi nistratori: Lazzaro Dina di 40 anni abitante a Carrara; Pietro Duina dl 50 anni, abitante a Genova; Carlo Cortona d: B5 anni, abitante a Torino, e Guai freau H:pa di Meana di 46 anni, abi tante a Torino, sono incolpati di bancarotta semplice, mentre una più grave accusa è mossa ancora a Zoccola, Arlotto, Vaccari, Barberis, De Bernardi, Atcsc e Ripa dl Meana: quella di correità, per i primi due, e di complicità non necessaria per gli altri, in fal se scritturazioni in bilancio e nelle illecite operazioni che portarono al atcrl1lctmzglelvptsntdutgm fallimento della società. A Zoccola e ad Arietto è attribuito anche di avere eseguito prelievi (lire 331 mila lo Zoccola e lire 245 mila l'Arietto) in misura mollo maggiore di quella consentita nell'atto di società. Il collocamento delle azioni E resta ancora un fatto delittuoso che è contestato allo Zoccola, aU'Arietto ed al dott. Carlo Vaccari di 50 anni abitante a Valenza; quest'ultimo quaJf complice non necessario. Nel 1923, dopo la trasformazione della società da cooperativa in anonima, fu costituito' un t Sindacato Ing. G. Vaccari e C. • col compito di effettuare il collocamento delle azioni della Banca. Orbene, la costituzione di questo Sindacato portò — mediante la erogazione di premi e di provvigioni a favore dell'ente — alla distrazione di circa 900 mila lire, benché le azioni non venissero in realtà collocate che in prò porzioni insignificanti. L'avv. Onorato Margary, di 66 anni, abitante a Torino, via Garibaldi 38, ed il dott. Stefano Buffa di 43 anni, abitante in via Madama Cristina 58, sono poi incolpati di concorso nel reato di bancarotta, per averne facilitata l'esecuzione mediante il doloso adempimento del loro ufficio di sindaci, mentre, infine, ad Ubaldo Navona, di 37 anni, abitante a Monterotondo Scalo, e a Guido Otteri, di 40 anni, abitante a Moncalieri. già rispettivamente, capo contabile e vice-direttore della Banca, è attribuito di avere agevolato la esecuzione del reato di bancarotta fraudolenta col doloso Inadempimento del loro ufficio. Latitanti lo Zoccola e l'Arietto, tutti gli altri imputati sono presenti. Essi prendono posto su tre file di banchi. A due lunghissimi tavoli, al centro dell'aula, siedono i patroni che sono nunierosissimi. Zoccola è difeso dalavv. Ayme. e Arietto dagli avvocati Dagasso e Gianotti; gli altri imputati dagli aw. Enrico Cavaglià, La Pegna, Farinelli, Villabruna, Barosio. Roccarino, De Antonio, Gino Oberi, Rattone. Maurizio Cavaglià e Vigna. E si hanno due costituzioni di Parte Civile: nell'interesse dei liquidatori della banca (chiusa la procedura fallimentare, vennero nominati due liquidatori per la esecuzione del concordato), si costi tuisce P. C. l'avv. Quaglia. Nell'ime resse del sig. Mario Andriano che, quale cassiere della banca fallita, aveva prestato una cauzione di 30 mila lire che vide poi sfumare, si costituisce l'avv. De Marchi. ngtiNreabmreLmtetoNalven28vdcosiducadumlitealMocsicotroraVdisorealconocoprcoteprfesinveindmsepppUn'istanza respinta Tostochè il Presidente ha provveduto ad accertare le generalità degli imputati, l'avv. Dagasso si alza per una ec cezione preliminare. 11 patrono di A rietto, richiamandosi a quanto è stabi lito nella Convenzione intervenuta nel 1873 tra Italia e Francia per regolare la estradizione dei malfattori, ricorda che lo Zoccola è stato recentemente tratto in arresto In Francia. Attuai mente lo Zoccola è in « libertà condì zionale • a disposizione dell'Autorità giudiziaria francese: egli è quindi nella condizione di non potersi muovere e raggiungere l'Italia in occasione del la discussione del suo processo. L'avvocato Dagasso chiede quindi che per via diplomatica, in base all'articolo 14 della convenzione del 1873 sia espletata la pratica intesa ad otte nere ohe la Francia mandi in Italia (come ha fatto recentemente per 11 ban dito Pollastro) lo Zoccola, salvo 11 di ritto suo di avere nuovamente lMmpu tato a giudizio conchiuso. Ma l'istanza che trova concorde la difeso, è respinta dal Tribunale. Motivando la reiezione, il collegio osserva come non emerga da alcun documenti ufficiale che lo Zoccola si trovi presen temente a disposizione dell'Autorità giudiziaria francese; le pratiche svolte sinora in via diplomatica per avere la presenza dell'imputato hanno dato esito infruttuoso. E si passa all'interrogatorio del primo imputato, il dott. An driano Vaccari, che fu amministratore e già presidente del Consiglio di am ministratone della banca fallita du rante gli anni 1923-24. Premessa una cronistoria particolareggiata degli avvenimenti che lo portarono a far parte del Consiglio d'Amministrazione (dichiara dl essere stato eletto' a sua insaputa con l'unanimità del voti), 11 Vaccari afferma di avere un'incompe lenza assoluta in materia bancaria Fece ed approvò quanto gli propone vano lo Zoccola e l'Arietto, sui quali, per quello che gli era stato riferito sul conto di costoro, doveva avere piena fiducia. Dello Zoccola gli erano state magnificate la competenza bancaria le pubblicità economiche. Via via. l'Imputato accenna ai fatti che costituiscono oggi materia di im putazione per lui, e parlando del Sin dacato creato per 11 collocamento delle azioni, dichiara che lo Zoccola aveva avviato delle trattative con un ricchissimo banchiere argentino per 11 colloca mento dello stok d'azioni. Le trattati ve avevano avuto un esito favorevole ed 11 banchiere argentino si era Impe gnato ad acquistare le azioni. Senon che l'affare non potè poi essere attuato L'imputato protesta dl non avere mal percepito utili e di essere stato estra neo alle manovre delittuose che furo no la principale cagione del crollo del l'azienda. E il suo interrogatorio, tra contestazioni e chiarimenti che investono la gestione della banca negLi esercizi 1923-25, prosegue per l'intera giornata. Il processo continuerà UaqgpcsldltdqqghqcaabtascBsu2UmprzczdzapsmddccetpdtzLBmsubooggi. "e"durerà una'trentina di giorni, p