Un dramma tra operai

Un dramma tra operai Un dramma tra operai (Corfc d'Assise di Torino) Nella gabbia delle Assise ha preso posto ieri un giovanetto di 18 anni: Michele Turaglio fu Bartolomeo, nato a Barge ed abitante in via Porporati, 0, a Torino. 11 20 giugno dello scorso anno, questo giovanetto è stato autore di un grave fatto di sangue, svoltosi negli stabilimenti della Bolloneria Uigliani, in via Colli, 84, dove egli era occupato da qualche tempo come tornitore. Per il suo carattere chiuso e taciturno, il Turaglio viveva isolato dei compagni, senza mai partecipare ai loro scherzi. Di natura allegra e vivace era invece l'operaio Luigi Fantino di Vittorio, di 17 amili, 11 quale lavorava ad un tornio attiguo a quello cui era addetto il Turaglio. Orbene il Fantino aveva preso a motteggiare il compagno, dandogli dello sciocco e del buono a nulla. I dileggi si ripeterono durante il pomeriggio del 20 giugno, in un'ora in cui il capo reparto si era dovuto assentale. Dopo qualcne frase motteggiatrice rivolta eli indirizzo dei Turaglio, il Fantino lanciò per lscherzo, contro le gambe di questi, una piccola scopa usata per la pulizia del macchinario. Turaglio, die in passato non aveva mai osato reagire per paura di un licenziamento, si avvicinò al Fantino, dopo avergli a sua volta rilanciato l'arfese, e lo invitò a smetterla. Ne nacque un breve vivace scambio di parole e ad un tratto il Fantino feriva il compagno leggermente a una mano con una piccola lima triangolare che gettò subito nella vasca di lamiera in cui eia il tornio. Ma l'arma fu raccolta dal Turaglio, che a sua volta colpiva con questa l'avversario all'emitorace slnisl.ro. Il ferito si accasciò al suolo e, soccorso dai compagni fu trasportato all'ospedale, dove poco dopo spirava senza avere potuto pronunciare parola. L'omicida fu tratto subito In arresto. Egli, per altro, non aveva tentato di fuggire, e dopo il drammatico fatto era apparso abbattuto, come accasciato. Al brigadiere dei carabinieri che lo trasse in arresto e che lo interrogò dichiarò d'aver colpito il compagno per ritorsione, senza però coll'intenzione di fare" gran male e tanto meno di uccidere. Più tardi al giudice istruttore, disse invece che il Fantino si era infilzato da sé; il compagno aveva voluto lanciarsi contro di lui mentre teneva l'arma in posizione di difesa. Senonchè questa versione trovava — secondo la Sezione d'Accusa — una smentita in talune dichiarazioni dello stesso omicida, il quale, in alcune lettere inviate alla madre dal carcere, scriveva: « Per miracolo riuscii a parare il colpo. Dovevo star fermo ad aspettarne un secondo che mi sarebbe riuscito fatale?». Per questo, ed In considerazione della natura dell'arma adoperata, del punto vitalissimo del corpo preso di mira con estrema violenza — tutti elementi di dolo specifico — ed in considerazione, infine, che la volontarietà dell'atto commesso dal Turaglio. sia pure quale reazione improvvisa di questi al comportamento della vittima, emergeva dal complesso delle risultanze istruttorie, la Sezione d'Accusa giudicò che il giovane omicida dovesse rispondere di omlcidio volontario. Sotto tale accusa, Il giovane è comparso ieri dinanzi ai giurati. Rievocando il triste episodio, egli tornò a prospettare la versione data in istruttoria e secondo la quale ìa morte del Fantino non sarebbe stata cagionata da un colpo vibratogli volontariamente, ma sarebbe stata la conseguenza di un suo stesso gesto, e frutto quindi di un'accidentalità. La tesi — aspramente contrastata dal patrono di P. C, avv. Luigi Durand e dal P. G. comm. Capuccio, i quali conclusero ammettendo unicamente a favore dell'Imputato le diminuenti della provocazione e dell'ec eesso del fine — fu propugnata elo quentemente dai patroni avv. Quaglia e Gillio. 1 difensori, concludendo la disamina del fatto, affermarono che i giurati dovevano rispondere negativa mente al quesito rifletterne la prova generica del reato: nessuna prova, in fatti, sussisteva clic la morte del Fan tino fosse avvenuta per un gesto volontario dell'imputato; era verosimile, invece che il luttuoso episodio avesse un'origine puramente accidentale. I giurali accolsero questa tesi e ri sposerò negativamente al primo que sito: negarono cioè che la morte del Fantino fosse avvenuta per un atto violento e delittuoso. In seguito a questo verdetto. Michele Turaglio è stato assolto ed immediatamente scarcerato.

Luoghi citati: Barge, Torino