Alle prese col "mostro di Düsseldorf,,

Alle prese col "mostro di Düsseldorf,, INCHIESTA SULLE POLIZIE D'EUROPA Alle prese col "mostro di Düsseldorf,, Dal nomavo 1 nvlatol- i'" arcuivi! tt —• " — — cericiza che attraverso la loro impla- Dùsseldorf, gennaio. Il mistero del « mostro di Dusseldorf* I Non penserete che sono arrivato in questa bellissima fra le belle città germaniche, anzi renane, il che non è precisamente la stessa cosa, dopo avere percorso con Quattro o cinquemila chilometri d'automobile gran parte della Francia, l'Alsazia, il Lussemburgo e il Belgio e tutta la Germania orientale, soltanto per terrorizzare le vostre fantasie, dinanzi al cumulo del crimini che gli si attribuiscono. Ma poiché potrebbe darsi, come cercherò di dimostrarvi, die il mostro sia catturato domani od oggi stesso, così mi sono deciso a incominciare il racconto del mio pellegrinaggio europeo da questo sgomentcvole affare che affanna da lunghi mesi la Polizia del lleich in generale e quella di Dusseldorf in partirolare. Gli egregi funzionari specialmente addetti alla caccia del mostro sono stati d'una eslrema cortesia e condiscendenza dinanzi al mio desiderio di conoscere l particolari dell'assiduo lavoro attraverso il quale il « mostro » non potrà tardare di cadere delle mani della giustizia. Ho constatato insomma che, da parte della Questura di Dusseldorf, come degli insigni criminalisti venuti qui da Berlino per collaborare con la prima, vi è il sincero e giustificabile desiderio di dimostrare anche agli stranieri che venne e viene fatto l'umanamente possibile per raggiungere lo scopo, vale a dire la cattura dell'assassino. L'ultimo delitto del tmostro» risale al 7 novembre, cioè è trascorso un tempo sufficiente perchè l'opinione pubblica di Dusseldorf, metropoli di più di mezzo milione d'abitanti, senta attenuarsi il terrore provocato dalia numerosa serie delle vittime cadute sotto il coltello o il martello dell i belva umana. Ma la Polizia oggi gli dà la caccia con la stessa spasimante intensità dei momenti mggiormente tragici dell'* affare » e le indagini continuano più serrate che mal. . Parla il funzionario che dirige le ricerche Quando mi sono- trovato quest'oggi nell'ufficio del signor Momberg, Consigliere di Polizia, che è il funzionario designato alla direzione generale delle ricerche, ho avuto l'impressione di essere dinanzi al Capo di Stato Maggiore di un esercito preparato a confidarmi la complessità dello svilup po del suoi piani e animalo dalla cabile applicazione il nemico sarà fatalmente debellato. La profondità tedesca congiunta ad una genialità di metodo che mi ha lasciato profondamente ammirato, spirava da tutti gli clementi che il funzionario andava mano mano sottoponendomi, sicché alla fine mi sono sentito conquistare dalla stessa fiducia che soffonde il suo arduo lavoro.. Poiché, ed è necessario dirlo subito, la Polizia di Dusseldorf è convinta che l'assassino « si trovi ancora nella città confuso nella sua folla, ed appartenga ad una classe sociale elevata. Le due lettere, che egli ha vergato e mandato non alla Questura, ma al giornale comunista cittadino, la prima confusa e quasi indecifrabile, la seconda chiarissima e contenente il plano delle località dove due fra i suoi delitti più atroci trovarono la soluzione, cioè la sepoltura e l'abbandono delle vittime, dimostrano che il mostro non sa staccarsi dal teatro delle sue abbominevoli gesta. Vi è poi un altro elemento, che collabora e sostiene l'ipotesi della permanenza dell'assassino a Dusseldorf, sul quale però debbo sorvolare per non rischiare di compromettere le ricerche. Dopo avermi spiegato la struttura di un enorme grafico appeso alla parete del suo ufficio, che riassume a colori rosso per le vittime uccise e nero per quelle sopravvissute alle ferite, l'andamento della raccapricciante odissea, sicché riesce possibile afferrarne di un colpo U vasto orrore e coordinare nel tempo e nello spazio tutti i « momenti, il signor Momberg mi ha detto: Dov'è il « mostrp »? — Come lei vede, tutte le vittime del mostro, che sommano a sedici, sono donne, meno una. Di queste quattro sono delle bambine, le altre del soggetti appartenenti agli strati popolari più bassi e miseri, ad eccezione di GeU trude Schulte, di 23 anni, sopravvissuta alle ferite. L'assassino quindi ha agito per lo più su esseri privi di qualsiasi attitudine alla difesa, ha cercalo, in una parola, di colpire « carne senza reazioni ». Se si toglie la Schulte, quelle che non morirono non hanno potuto tornire che indicazioni senza valore per la identificazione del mo¬ snugtrcAnuaiaspracpcccgmp n i e i r , n l l o o i U a , a e, o a o¬ stro. Siamo dinanzi ad un criminale, che ha ucciso o cercato di uccidere durante crisi più o meno lunghe di frenesìa sanguinarla, soddisfatte le quali si placava. • Si e placato del tutto? Chi lo può dire? Ha dimenticato i suoi raccapriccianti delitti, come si oblia un incubo? Anche questa è una ipolesi da tenere nel dovuto conto. E' andato a finire in un Manicomio senza che la Giustizia lo abbia avvertito? Neppure tale supposizione tu trascurata ed infatti oggi l Manicomi tedeschi vengono sottoposti ad una accurata revisione. ■ Per trovare dei sanguinari al quali il mostro di Dusseldorf possa essere avvicinato non bisogna soltanto pensare ai più pericolosi pervertimenti provocati dall'uso di stupefacenti e derivanti dalle note degenerazioni che affliggono specialmente ogni grande città, ma rievocare piuttosto certi tipici e paurosi delitti verificatisi specialmente nell'alta società nord americana in questi ultimi anni. Quello di Loeb e Leopold a Chicago, forse? Precisamente. Il delitto del due giovanissimi milionari yankees che martirizzarono un loro compagno quattordicenne provocandone la morte per il terrificante sadismo di vederlo spegnersi lentamente sotto i loro occhi, può essere avvicinato a questa inaudita serie dt crimini del soggetto che ci occupa... — Ma è proprio sicura la Polizia che si tratta di un solo individuo, dt un unico assassino? Gli assassini sono due — Sicurissima. Il ■ sistema » da lui adoperalo per colpire Le sue vittime t sempre costante, in due casi anzi si è potuto constatare che l'arma fu la medesima, cioè un rude coltellaccio bavarese. Le sue armi, come oramai è universalmente noto, furono sempre il coltello o il martello, mai la rivoltella; e le parti del corpo colpite nelle vittime sempre o quasi le medesime... — Vuole essere cosi cortese, signor Consigliere, di enumerarmi esattamente 1 delitti del mostro? — I mostri veramente sono due... — Come sarebbe a dire? — Non si sgomenti e cerchi di seguirmi nella spiegazione del * plano » appeso alla parete. I mostri, come ripeto, sono due, ma uno, il meno attivo, è già in nostro potere. Lasciamolo in disparte, per il momento, limitandoci a ricordare che egli è l'autore confesso dt cinque fra assassina e ferimenti gravi che noi abbiamo riuniti su questo plano ai delitti del mostro propriamente detto, quello ancora in libertà, per ragioni che è superfluo enumerare. In questo modo, come lei vede, i crimini di sangue avvenuti a Dusseldorf che commossero l'opinione mondiale, sommano in totale a ventuno e furono commessi nello spazio di tempo fra il 3 gennaio 1929 e il 7 novembre ultimo. L'assassino arrestato e confesso, che si chiama. Hans Stausberg e che è oramai rinchiuso in un manicomio criminale perchè riconosciuto pazzo, ha agito fra il 3 febbraio ed il 3 aprile, vale a dire anteriormente all'autore del sedici crimini successivi che avvennero fra il 30 luglio e in novembre... a Geltrude Schulte, scampata alle terribili coltellate dell'assassino, ma ancora inferma, è la sola vittima, si può dire, che ci abbia tornito un racconto chiaro, dettagliato, logico della sua terribile avventura. Geltrude è insomma il soggetto più interessante per noi, quella che ci ha fornito il * ritratto » meno inconsistente dell'assassino che, secondo essa, sarebbe un giovane d'una trentina d'anni, di aspetto distinto e gentile, dalla parola persuasiva e seducente e dagli occhi azzurri.... — Potrei vedere Geltrude? — Certamente. Soltanto essa vive ad Eberfeld, un centinaio di chilometri di qui, e quindi le potrebbe riuscire più spiccio vedere e parlare con un'altra vittima sopravvissuta, che sotto un certo punto di vista non è meno interessante della signorina Schulte. voglio dire la signora Meurer, che vive qui a Dusseldorf. La Meurer, come udrà personalmente, sostiene che il suo assalitore è un uomo del popolo, un operaio privo affatto della distinzione che gli attribuisce la Schulte... — E che cosa ha raccontalo la signorina Schulte? — Essa è una graziosa ed intelligente impiegata che era venuta a Dusseldorf per visitarvi una sua amica. Per la strada, venendo dalla stazione, incontro il « distinto signore » che la invitò ad andare alla fiera. Dapprincipio la ragazza rifiutò, ma il «signore» insisteva con tanta urbanità che alla fine Geltrude sì lasciò convincere... I dprtdsqdddtnncecs•GPnzcgipttmsdvreNsdlnancpvnpdnsccmmclatodsmd2èsVatdmplrScbtderbppfu d e n i e r » a I due fecero una lunga passeggiata a piedi, l'assassino mirava ad allontanare la Schulte dalle strade più frequentate e ci riusci. Abbiamo quindi una delle vittime, almeno una, che è rimasta un tempo abbastanza lungo in tranquilla compagnia con il mostro e quindi non c'è ragione alcuna per non credere che i connotati forniti da Geltrude su di lui non corrispondano a verità. Inoltre la Schulte è una persona normale, di buona condotta, appartenente ad una famiglia modesta ma sul conto della quale non v'è nulla da eccepire... Cinquecento arresti — Ma, insomma, quante persone in complesso furono arrestate, fermate, sospettate, inlerroyalc come possibili • mostri », e 7nesse a confronto con Geltrude? — Un numero enorme. Cinquecento! Per conto mio ne ho esaminate personalmente più di cento e di ogni condizione, e una piccola folla di quelle cosi dette insospettabili. Naturalmente gli arresti ed i termi continuano, ma il teniamo riservati. Abbiamo ricevuto, per tenere soltanto conto dei documenti contenenti almeno un barlume di attendibilità, più di 10.000 lettere; dobbiamo segnalare torrenti di simulatori e simulatrici, ma il quadro che ella ha dinanzi rappresenta la parola definitiva sulle vittime, vale a dire vi seno riportate soltanto quelle che debbono effettivamente attribuirsi al mostro. Non è mancato neppure il falso mostro, cioè colui che si è auto-accusato di esserlo. — Torniamo a Gellrude... — Dunque, la giovane non ebbe nulla da constatare di meno che corretto nel contegno del suo compagno sino al momento nel quale i due si trovarono all'imbrunire in un punto eccentrico e poco frequentato della città. Improvvisamente l'uomo tentò di usare violenza alla donna questa reagì, venne gettata a terra, jridó che avrebbe preferito morire piuttosto che abbandonarsi e udì l'assalitore gridare: E allora muori! ». Venne colpita da numerose e profonde coltellate, in guisa che la sua sopravvivenza si può considerare come assolutamente miracolosa. Pensi che la punta di sci coitimetri di lunghezza della lama le è rimasta conficcata nella spina dorsale e consideri che oltre che con il coltello l'assassino si è accanito sulla ragazza anche con il martello, con colpi sulla testa e sul viso La tu^ria, il parossismo omicida intermittente è insomma evidente nel mostro, che con il crimine sulla Schulte e sulle precedenti vittime non era che al principio del suoi delitti. Infatti, un mese dopo, cioè ti 29 settembre, Ida Reuter, di 39 anni, è trovata morta con il cranio fracassato da martellate sulla riva del Beno VII 'Ottobre Elisabetta Dorricr^ di 22 anni, subisce la stessa fine, poco lontano dai paraggi dove era avvenuto il delitto precedente e con u medesimo mezzo. Quindici giorni dopo, e cioè il 25 ottobre, la sorte cade su di una povera donna di servizio, la Meurer. la quale perù, malgrado le martellate ricevute sul capo, scampa alla st?age. Sopravvivono pure tre peripatetiche, colpite successivamente fra il 25 ottobre e il 7 novembre, che subirono seri tentativi di strangolamento da parte del mostro. Finalmente il 9 novembre ed il 15 dello stesso mese la Polizia ritrova il cadaverino di Geltrude Albermann, di 5 anni, uccisa due giorni prima, e compie l'esumazione del corpo di Maria ìlahn, dt 22 anni, scomparsa sin dall'il agosto e sepolta dall'assassino in una tossa di un metro e cinquanta di profondità, vicino alla fattoria di Pappendelle. su questi due ultimi delitti, che chiudono, almeno per il momento, l'inaudita tragedia, necessario soffermarsi, poiché vennero, per cosi dire, denunciati dall'assassino medesimo con le lettere spedite al gior naie comunista... — Chi sa perchè proprio al coniti nisti! Cinismo — Il motivo è evidente. L'assassino ha voluto assicurarsi la pubblicazione del documenti che sarebbe stato assai meglio evitare. In ogni modo la prima delle lettere clic precedette di parecchi giorni la seconda era assolutamente indecifrabile. Si deve dire che il mostro ebbe una prima intenzione, molto incerta, di rivelare il luogo dove avev collocato il cadavere della ìlahn {la Albermann fu oltraggiala ed uccisa quasi tre mesi dopo la Hahn) ma non si decise a farlo che dopo avere trucidala anche la piccola Albermann. Eccole qui la lettera, voglio dire la seconda. Come lei vede, si tratta di uno schizzo topografico vero e proprio... Confesso che nelVosservarlo sento co¬ mlarorCsovdnbliglusUcszlepzfsmtolamdsttsLalfpppcdssdcnlMdtzèbilpaeuvtLdsdsacptsupvatgdMmP-RrimvtvtvsmpspzalavcmviAcr me il pensiero annebbiarsi dinanzi alla prova di tanta spietata e cinica ferocia. Le mie dita tremano nel sollevare il foglio, sento appena quello che il Consigliere di Polizia mi suggerisce: — Noi sappiamo — dice Momberg, sorridendo lievemente per la prima volta nella sua indecifrabile faccia di grande luminare poliziesco germanico — noi sappiamo che ella sarà un buon interprete presso l'opinione ita liana del nostro sforzo in prò della giustizia. Conosciamo pure la sua lunga opera di scrittore e di giornalista in pace e in guerra e in ogni eon Unente. Esamini bene questo do cumcnto e mi dica se esso non tradisce -la mano di una persona di condizione più che media. E' una vera levata topografica a vista. L'n ufficiale pratico di carte, di scale, di configura zioue dei terreno, non avrebbe potuto far di meglio. Le grossolanità nello schizzo sono evidentemente volute, co me voluti appaiono gli errori di ortografia nelle indicazioni e il pesante lapis carboncino adoperato nel tracciamento. Le due linee parallele che indicano la strada sono perfette nel disegno, il terreno insomma è rappresentato a meraviglia. Questa località si trova a circa cinque chilometri da Dusseldorf. Se lei crede, ci potrà andare. La farò accompagnare da uno dei miei agenti più abili che ha seguito tutto l'affare. Si vede dunque segnata la fattoria di Pappendelle Hi nome è ripetuto più in grosso in basso con un punto ammirativo), sormontato dalla parola Mord cioè dalla indicazione che un'uccisione è avvenuta nei pressi della fattoria. Più in alto la linea a salienti indica li limile del bosco, che sale in leggero pendio; all'estremità del saliente di destra una piccola croce. Null'altro. Il foglio non indica che nel punto segnato dalla crocetta è stala sotterrata (vi è rimasta tre mesi!) Maria Hahn. Il foglio dice invece che da un'altra parte della città, molto lontano da Pappendelle (osservi la porzione destra inferiore dello schizzo) vi è un altro cadavere, quello della bambinetta Albermann. Ma noi trovammo il corpo di quest'ultima, del quale l'assassino ha fatto orrendo scempio, prima ancora che la lettera arrivasse al giornale comunista... Lei vedrà alleile questa seconda località, formata da un lunghissimo muro che costeggia un vasto spazio seminato a grano, a quattrocento metri dalle estreme case di Leiche, che è un sobborgo di Dusseldorf... Vicino al corpo della Albermann si rinviene una borsetta contenente delle chiavi ed un cappellino che riusciamo a stabilire che appartenevano alla Hahn. Fu pure assodato che il cadavere della Albermann venne trasportato sotto il muro di Leiche in automobile, chissà da dove, poiché riesce impossibile concepire che questo ultimo delitto, particolarmente odioso per lo stato nel quale fu trovata la po vera piccina cinquenne, sia avvenuto a cosi breve distanza da località fittamente abitate. — Veniamo ad una conclusione, signor Consigliere! — La conclusione la faremo più tardi, quando lei avrà parlato con la Meurer, ed avrà visto le località fondamentali in questa inaudita tragedia di Pappendelle e di Leiche... ARNALDO CIPOLLA spsvpgs