I macedoni

I macedoni I macedoni [Dal nostro inviato) — — e e i e i e i e — a i — l i i — i . i 0 i i . ò i e e e a i . o e l a o a il si e e, ri o ti aai azo e nlai aj e o eoti anesi e re re SOFIA, gennaio. Dal giorno della morte del generale Protogheroff il movimento ri» voluzionario macedone sembra paralizzato: una lotta fratricida fra f capi che un tempo lavoravano concordi completa il quadro. L'Europa, lentamente abituatasi a vedere nell'agitazione macedone qualche cosai di simile all'attività del carbonari' emo o delle altre più o meno romantiche organizzazioni segrete che pullularono specie nel secolo scorso, oggi è contrariata dal fatto nuovo della guerra intestina. A rigor; di logica, tutti finiscono col comprendere, se anche non col giustificare, la rivolta di colui che si ritiene oppresso; ma quando gli oppresi si, anziché attaccare gli oppressori,, si danno a sterminarsi a vicenda,la visione si turba e lo straniero finisce col capirne poco 0 nulla D'altro canto, per lo straniero, per lo europeo in genere, il giudicare i fatti della penisola balcanica non è mai facile; a mala pena arrivano a) capirli quelli che grazie ad un soggiorno di lunghi anni abbiano potuto compiere uno speciale e continuo esercizio mentale. Si premetta che la questione macedone è una delle prove più eló« quenti dell'inesistenza della solidarietà slava, ai tempi nostri — d'altronde — rinnegata un po' da tutti* Ora che la Russia zarista è crollata, ora che nessuno ha speranza di ricavare vantaggi di sorta dandosi) all'ipocrita esaltazione della fratellanza slava, vediamo 6erbi e bulgae ri e macedoni scannarsi fra loro, simbolicamente o materialmente,, senza curarsi degli sguardi lanciati dall'indiscreta Europa latina e anglo-sassone, e vediamo altresì i serbi ed i croati trattarsi, dato che li si dice fratelli, come Caino e Abele} i czechi e gli slovacchi maledlconai l'ora in cui si unirono, i czechi ed * i polacchi si detestano. In una pa« rola, la famiglia slava si accapigliai s'insulta, si disistima, su per giù! come in molte famiglie suòle avvenire allorché ne è morto \I capo che provvedeva a mantenere l'ordine. IH capo della famiglia slava era, lo si è detto, l'impero zarista, il cui! patrimonio gli eredi hanno spartitoi non fraternamente, bensì attribuendo le più grosse parti a chi si fossa dimostrato più audace o forte. Il fratello slavo forte ha preso al fratello slavo debole e se il debole hai tentato di reagire, il forte gli è sai» tato alla gola I serbi, ad esempio; i quali si fanno paladini della causa slava, hanno trattato bulgari é macedoni su per giù come gli inglesi poterono trattare gl'indigeni al tempo della conquista dell'India Si hai talvolta la precisa Impressione ch« se slavofili tuttora esistono, bisognai andarli a cercare forse in Francia* dove lo slavismo rimane in onore! non come ideale di razza, si capisce, bensì come argomento militarel e politico. Se però la razza slava in generecomposta com'è di gruppi forti dì diecine e diecine di milioni di uomini, può affrontare il rischio dì scissioni senza pericoli, la causai macedone, — la causa, cioè a dire* della più piccola frazione slava —• a rischi simili, dato che i macedoni si riducono a non troppe centinaia di migliaia d'Individui, noni dovrebbe assolutamente essere esposta. La discordia nel campo macedone altro non può significare, né* significa, che consolidamento della' posizione dei dominatori serbi, i quali da un canto non si vedono più disturbati nella quotidiana 0pera di snazionalizzazione e dall'altro possono avere quasi buon giuoco richiamando l'attenzione del laico sopra la mentalità del maceloine, da essi definito sanguinario per istinto più che patriota disposto al1 sacrificio. La differenza è notevole. Già prima che l'uccisione del generale Protogheroff determinasse! una nuova scissione, le frazioni erano varie: oltre alla tendenza autonomista, che è la più importante, ne esisteva una federalista, diretta in origine da Todor Panizza e da Ciauleff (poi assassinati il primo a Milano ed il secondo a Vienna) e ora dal dottor VTakoff, esule a Berlino. La tendenza autonomista era! sostenuta dalla grande massa, ma ecco che questa massa, siccome Tvare Michailoff ha fatto ammazzare Protogheroff, si è a sua volta scissa». Per semplificare, spiegheremo che il movimento oggi segue tre direttive: una federalista, appoggiantesf alla Russia bolscevica, the fa capo al Vlakoff e che non ha particolare importanza; una autonomista, che' comprende i fedeli dell'assassinato generale Protogheroff e che oggi ha forse un solo capo nella persona del signor Tomalevski; una terza, pure! autonomista, la quale fa capo a Tvan Michailoff, che è la più forte" per numero di seguaci e per mezzf ed aspira ad essere riconosciuta 'unicn vera interprete della volontà' del popolo macedone. La scissione fra seguaci di Protogheroff e seguaci di Michailoff ha Indebolito il movimento, perchè il gruppo protogheroffiano è o era' composto degli elementi intellettuali e inoltre aveva nelle mani tutta l'organizzazione di propaganda all'estero; un'incognita è se i macedoni della regione soggetta alla Serbia abbiano per i protogheroffianJ simpatie maggiori che per il gruppo Michailoff. Questo gruppo, però,, alle critiche degli avversari risponde che, data la sua maggiore efficienza, prima 0 poi tutti gli altri contendenti saranno eliminati, cosi il movimento autonomista non rivelerà più scissioni. A eliminare si provvederà, superfluo dirlo, ammazzando senza quartiere: gli attentati, con esito più o meno letale, commessi nelle vie di Sofia ed in ogni angolo della Bulgaria, giorno per giorno danno la riprova della disperata tenacia con la quale le dua frazioni autonomiste oramai si contendono il potere. Allo stato delle cose, bisogna prò»

Persone citate: Todor Panizza